Il 5 settembre del 2010 viene ucciso a Pollica (SA) con 9 colpi di pistola in un agguato camorristico ANGELO VASSALLO (57 anni) imprenditore ittico, politico e sindaco.

Vassallo nacque a Pollica ed era cresciuto calcando i mari e vivendo il mondo dei pescatori. Aveva anche maturato una grandissima ammirazione per la bellezza della sua terra, il Cilento, tanto da sentirsi impegnato nel difendere Pollica, mantenerla pulita, migliorarla.

Aveva fatto in modo, da sindaco, che il porto di Acciaroli (Pollica) diventasse il simbolo del paese: rimodernato, curato e rilanciato, il suo mare aveva ricevuto la Bandiera Blu, cosa di cui Vassallo andava fierissimo. Questa ammirazione e questo rispetto per la sua terra lo portò a dedicarle la sua vita politicamente e socialmente, pienamente cosciente delle contraddizioni da cui era afflitta.

Per Vassallo la difesa dell’ambiente e delle bellezze naturali di Pollica divenne il mezzo per promuovere la dignità umana e un vivere sociale più armonico perchè per guardare al futuro bisognava scommettere sui talenti del territorio: per lui la tutela dell’ambiente e del territorio non erano un freno ma le precondizioni per lo sviluppo economico e il futuro del suo paese e dell’Italia. Per questo collaborò per più di dieci anni con Legambiente.

La popolazione capì il suo intento ed elesse Vassallo sindaco per tre mandati a partire dal 1995. Nel marzo del 2010 fu rieletto come unico candidato con il 100% dei voti ed un’affluenza di votanti del 72,4%, ma il suo quarto mandato sarà interrotto dalla sua uccisione.

Vassallo era stato esponente del PD e consigliere provinciale a Salerno come rappresentante della Margherita ed inoltre ricopriva l’incarico di presidente della Comunità del Parco del Cilento. Nelle elezioni a sindaco si era presentato in una lista civica. Anche da sindaco continuò la sua attività ittica uscendo in mare per pescare e per questo sarà chiamato il “sindaco pescatore”.

Sempre all’interno del suo assoluto impegno ambientalista Vassallo rese Pollica il centro degli studi internazionali sull’alimentazione mediterranea e nel 2007 propose che la dieta mediterranea fosse inclusa tra i Patrimoni orali ed immateriali dell’umanità. Questo suo impegno portò l’UNESCO ad accogliere la proposta dopo la sua uccisione, il 16 novembre del 2010. Per questo nell’assemblea in Kenia dell’UNESCO, che aveva approvato la proposta, si decise con grande commozione generale di dedicare il riconoscimento della dieta mediterranea come patrimonio dell’umanità ad Angelo Vassallo.

L’impegno di Vassallo era soprattutto contro i clan camorristici che volevano cementificare Pollica e i meravigliosi dintorni naturali: poco prima dell’agguato mortale disse: “ Questi vogliono mangiarsi il Cilento”. Quindi lottava sperando che le trame politico-mafiose non soffocassero Pollica come era avvenuto in tante parti della Campania.

Cartello a Pollica

Purtroppo tra gli anni 90 e 2000 i clan camorristici cominciarono ad espandersi conquistando territori da distruggere per i loro maledetti interessi. Per esempio il porticciolo di Acciaroli era al centro delle indagini dell’Antimafia salernitana sia per le gare d’appalto, sia per lo spaccio di droga che imbrattava quella Bandiera Blu.

Ma i clan trovarono sulla loro strada il coraggio testardo e deciso di Vassallo che si opponeva in ogni maniera. Fino a quando la sera del 5 settembre 2010 Vassallo, mentre rincasava guidando la sua automobile, fu ucciso sotto casa da alcuni attentatori rimasti ignoti con 9 colpi di pistola dei quali 7 a segno.

L’impegno di Vassallo per la difesa dell’ambiente e la sua opposizione a pratiche illegali, il suo essere un ostacolo al controllo del porto di Acciaroli, che avrebbe garantito un libero commercio della droga, sono chiaramente le cause della sua uccisione.

Ancora ufficialmente la matrice dell’attentato è ignota ma sempre più oggi alcuni magistrati puntano il dito verso la camorra locale che avrebbe commissionato il delitto. Nell’ambito delle indagini sul delitto Vassallo nel luglio del 2018 è stato arrestato un carabiniere, colluso con il clan camorristico dei Caivano, che faceva parte del nucleo investigativo di Castello di Cisterna (NA) anche nei giorni del delitto.

Ai suoi funerali, che si svolsero proprio ad Acciaroli, partecipò una folla enorme ma senza fiori perché Vassallo diceva sempre che i fiori andavano lasciati nei prati. L’accoglienza di questo desiderio del sindaco ha voluto significare l’impegno di continuare le sue lotte per la difesa dell’ambiente, come disse don Ciotti. Il paese di Pollica ( circa 2500 abitanti) è oggi riconosciuto come modello si sviluppo sostenibile a livello internazionale.

Vassallo ha lasciato una moglie e due figli e i suoi resti riposano nel piccolo cimitero di Pollica.

Vassallo era solito ripetere un motto molto significativo: ” Lo Stato siamo noi. Sono i paesi che fanno il Paese”.

 

 

Leggi: Angelo Vassallo: il sindaco pescatore

Angelo Vassallo, un profeta assassinato( in lingua francese)


Vedi:  Il coraggio di un politico: DOMENICO GERACI

 



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