Il 30 maggio del 1944 muore a Roma a causa delle gravi ferite inferte in un agguato fascista della banda Koch EUGENIO COLORNI ( 35 anni) filosofo, giornalista, politico socialista, europeista, Antifascista e Partigiano.

Colorni nacque a Milano in una famiglia della media borghesia di origini ebraiche. Si laureò in filosofia presso l’Università di Milano con una tesi su Gottfried  Leibniz  (1646- 1716, filosofo tedesco) che sarà sempre al centro dei suoi studi successivi.

Durante la sua giovinezza ebbe importanti incontri con vari intellettuali, tra cui Benedetto Croce e PIERO MARTINETTI (1872- 1943), suo insegnante preferito. Mentre cominciava a pubblicare alcuni testi di carattere filosofico, nel 1930 si avvicinò alla sezione milanese di GIUSTIZIA E LIBERTA’ e a quella di Torino collaborando con LEONE GINZBURG (1909- 1944) e VITTORIO FOA (1910- 2008) .

Nel 1930, durante un viaggio in Germania, Colorni conobbe URSULA HIRSCHMANN ( 1913- 1991, politica socialista  e Antinazista, da cui avrà tre figli e che sarà anche sua grande compagna di lotta) che sposerà nel 1935. In quegli anni scriveva su numerose riviste culturali e filosofiche e continuava le sue pubblicazioni, soprattutto su Leibniz e sul rapporto tra filosofia e scienza.

Dal 1935 Colorni rese sempre più deciso il suo impegno antifascista e quando, sempre nel 1935, la polizia fascista arrestò a Torino quasi tutti i componenti di GIUSTIZIA e LIBERTA’ locale prese contatto con i gruppi socialisti clandestini a Milano ( tra i quali spiccavano LELIO BASSO (1903- 1978) e RODOLFO MORANDI (1902- 1955)) finchè nel 1937, dopo vari arresti di membri dei gruppi socialisti, divenne praticamente il responsabile del movimento antifascista socialista di Milano fino a quando, sempre nel 1937, in un congresso di filosofia a Parigi, incontrò CARLO ROSSELLI (1899- 1937), PIETRO NENNI (1891- 1980) e altri esponenti nazionali della direzione del Partito Socialista Italiano clandestino divenendo, anche lui, responsabile nazionale ma sempre con una posizione autonoma.

Ursula Hirschmann

Nel 1938 venne arrestato dall’OVRA, dopo l’inizio della campagna razziale fascista, in quanto ebreo e antifascista di grande impegno. Venne rinchiuso nel carcere di Varese mentre iniziò una dura campagna giornalistica di regime contro di lui. Al processo venne condannato a cinque anni di confino a Ventotene (LT).

Durante il suo confino, tra il 1939 e il 1941, fu tra gli autori del MANIFESTO PER UN’EUROPA LIBERA ( noto come il Manifesto di Ventotene) insieme con il comunista ALTIERO SPINELLI (1907- 1986) e l’azionista ERNESTO ROSSI (1897- 1967), anche loro confinati a Ventotene.

Nel 1941 Colorni venne trasferito a Melfi (Potenza) e nonostante lo stretto controllo della polizia ebbe numerosi rapporti con gruppi antifascisti locali. Riuscì a fuggire dal confino nel maggio del 1943 rifugiandosi a Roma e conducendo una vita clandestina fino alla caduta del fascismo, il 25 luglio del 1943. Dopo questa data mise tutto il suo impegno per la nascita del Partito Socialista italiano di Unità Proletaria (PSIUP), fusione del PSI e del gruppo Movimento di Unità Proletaria, nato da poco.

Fu anche uno dei massimi ispiratori e promotori del Federalismo Europeo: insieme con Spinelli, con Rossi,  con la moglie Ursula Hirschmann, con il comunista MANLIO ROSSI DORIA (1905- 1988), con il repubblicano GIORGIO BRACCIALARGHE (1911- 1993), con l’azionista VITTORIO FOA   e con l’azionista e scienziato MARIO ALBERTO ROLLIER (1909- 1980) diede vita, tra il 27 e il 28 agosto 1943 a Milano a casa di Rollier, al MOVIMENTO FEDERALISTA EUROPEO  che scelse come programma politico il Manifesto di Ventotene.

Lapide presente a Ventotene (LT)

Dall’8 settembre 1943 fu molto attivo nella Resistenza a Roma nelle file delle Brigate socialiste Matteotti, continuando a far parte della direzione del PSIUP. Inoltre fu redattore capo del quotidiano socialista (clandestino) L’Avanti! e dal 22 gennaio 1944 diffuse clandestinamente il Manifesto di Ventotene.

Verrà colpito da un gruppo di fascisti della banda Koch il 28 maggio del 1944 in via Livorno a Roma e morirà, due giorni dopo, presso l’Ospedale di San Giovanni sotto il falso nome di Franco Tanzi.

I resti di Colorni riposano nel Cimitero Monumentale di Milano e il 25 aprile 1946 gli fu conferita la medaglia d’oro alla Memoria.

 

Dal  Manifesto di Ventotene:

“Un’Europa libera e unita è premessa necessaria per il potenziamento della civiltà moderna, di cui l’era totalitaria rappresenta un arresto…. La via da percorrere non è facile né sicura, ma deve essere percorsa e lo sarà…

La linea di divisione fra i partiti progressisti e partiti reazionari cade perciò ormai, non lungo la linea formale della maggiore o minore democrazia, del maggiore o minore socialismo da istituire, ma lungo la sostanziale nuovissima linea che separa coloro che concepiscono, come campo centrale della lotta quello antico, cioè la conquista e le forme del potere politico nazionale, e che faranno, sia pure involontariamente il gioco delle forze reazionarie, lasciando che la lava incandescente delle passioni popolari torni a solidificarsi nel vecchio stampo e che risorgano le vecchie assurdità, e quelli che vedranno come compito centrale la creazione di un solido stato internazionale, che indirizzeranno verso questo scopo le forze popolari e, anche conquistato il potere nazionale, lo adopereranno in primissima linea come strumento per realizzare l’unità internazionale.”

 

Così SANDRO PERTINI (1886- 1990) ricorderà il grande impegno di Colorni come redattore capo dell’Avanti! clandestino durante gli anni del fascismo:

“Ricordare l’Avanti! clandestino di Roma vuol dire ricordare prima di tutto due nostri compagni che a forte ingegno univano una fede purissima, entrambi caduti sotto il piombo fascista: Eugenio Colorni e Mario Fioretti. Ricordo come Colorni, mio indimenticabile fratello d’elezione, si prodigasse per far sì che l’Avanti! uscisse regolarmente.

Egli in persona, correndo rischi di ogni sorta, non solo scriveva gli articoli principali, ma ne curava la stampa e la distribuzione, aiutato in questo da Mario Fioretti, anima ardente e generoso apostolo del Socialismo. A questo compito cui si sentiva particolarmente portato per la preparazione e la capacità della sua mente, Colorni dedicava tutto se stesso, senza tuttavia tralasciare anche i più modesti incarichi nell’organizzazione politica e militare del nostro Partito.

Egli amava profondamente il giornale e sognava di dirigerne la redazione nostra a Liberazione avvenuta e se non fosse stato strappato dalla ferocia fascista, egli sarebbe stato il primo redattore capo dell’Avanti! in Roma liberata e oggi ne sarebbe il suo direttore, sorretto in questo suo compito non solo dal suo forte ingegno e dalla sua vasta cultura, ma anche dalla sua profonda onestà e da quel senso di giustizia che ha sempre guidato le sue azioni.

Per opera sua e di Mario Fioretti, l’Avanti! era tra i giornali clandestini quello che aveva più mordente e che sapeva porre con più chiarezza i problemi riguardanti le masse lavoratrici. La sua pubblicazione veniva attesa con ansia e non solo da noi, ma da molti appartenenti ad altri partiti, i quali nell’Avanti! vedevano meglio interpretati i loro interessi”


 

Vedi:  Il democratico ribelle: ERNESTO ROSSI

Il magistrato "volante": MARIO FIORETTI

 

Vedete il nostro video  ” Il dovere della Memoria“: QUI

 

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