Da Berlusconi a Salvini-Di Maio. Un libro-intervista di padre Bartolomeo Sorge
Il germe del nuovo populismo italiano ha radici che per molti sarebbero insospettabili. Bartolomeo Sorge le fa risalire a Silvio Berlusconi: «È stato quattro volte al governo come presidente del consiglio. Si può ben dire che sia stato lui a introdurre il populismo nell’Italia repubblicana». Riecco dunque il gesuita che insieme a Ennio Pintacuda schierò i cattolici siciliani al fianco della Primavera di Palermo e di Leoluca Orlando.
Rieccolo a novant’anni di età affidare le sue riflessioni sulla piega che hanno preso il Paese e la politica a un libro intervista con Chiara Tintori in uscita oggi per le Edizioni Terra Santa, dal titolo: Perché il populismo fa male al popolo. Le deviazioni della democrazia e l’antidoto del popolarismo.
E non può essere considerata una coincidenza il fatto che sia passato un secolo esatto dall’appello ai “Liberi e forti” del 1919 di Luigi Sturzo, da cui nacque il partito popolare proprio mentre l’Italia si stava per inabissare nel fascismo. Perché proprio da lì inizia il ragionamento di Sorge, a lungo ispiratore della scuola di formazione politica Pedro Arrupe con il marchio dei Centri di studi sociali di Sturzo: «L’intuizione sturziana del popolarismo come area laica riformista di ispirazione trascendente ma aconfessionale, aperta a tutti i “liberi e forti”, in antitesi al populismo, non si è mai realizzata pienamente. Il partito popolare nacque e si affermò come qualsiasi altro partito ideologico, accanto a quelli già esistenti». Poi il fascismo populista, il dopoguerra, la Democrazia cristiana, la lunga stagione dell’arco costituzionale, e di nuovo il populismo con il suo moderno interprete: Berlusconi.
«Fin dalla sua prima discesa in campo», scrive Sorge, «apparve con chiarezza la parzialità del modo in cui egli intendeva la politica, preoccupato anzitutto di provvedere agli interessi propri e degli amici suoi sostenitori (…) Questa mancanza di senso dello Stato e del bene comune costituisce, appunto, l’essenza del populismo.
Avviene cioè che il premier uscito vittorioso dalle urne si consideri unico rappresentante dell’intero Paese; sia quindi portato a privilegiare il rapporto diretto con il popolo anziché passare attraverso le istituzioni e gli strumenti propri della democrazia rappresentativa.
L’equivoco di fondo sta nel ritenere che la maggioranza parlamentare si identifichi con il popolo tutto intero (…). Governare non è sinonimo di comandare, ma esige che si rispettino tutte le legittime forme di rappresentanza dei cittadini, anche quelle minoritarie (…). Il populismo, pertanto, fa male al popolo, in quanto favorisce il diffondersi nel Paese di atteggiamenti contrari alla legalità, al senso dello Stato e alla solidarietà».
Con conseguenze sociali, sottolinea Sorge, devastanti: «Il comportamento deprecabile del leader si diffonde nel corpo sociale come una sorta di cellula tumorale che si moltiplica giungendo a corrodere il costume civile, accrescendo il degrado morale della gente e allontanando sempre più i cittadini dalla politica e dalle istituzioni. La prova più evidente di quanto abbia fatto male al Paese il comportamento trasgressivo dei leader dei movimenti populisti, da Berlusconi a Salvini, a Di Maio, è l’ondata di imbarbarimento culturale (perfino verbale) che avvelena la società italiana di oggi (odio, egoismo, discriminazione, razzismo, xenofobia)…».
Sorge torna anche sul dramma degli immigrati, ricordando di aver rivissuto, mentre il 22 gennaio scorso si sgombrava il Cara di Castelnuovo di Porto, «l’esperienza traumatica dell’adolescenza, quando insieme ad altri giovani dell’Azione cattolica passavamo le giornate alla stazione ferroviaria nel tentativo, per lo più vano, di recare qualche sollievo ai deportati verso i campi di sterminio nazisti, stipati come animali nei vagoni piombati di lunghi treni merci. L’impiego oggi di comodi pullman, come ostentato a Castelnuovo di Porto, non potrà mai cambiare la natura disumana e bestiale della deportazione di esseri umani».
Ancor più grave, lascia intendere, se l’ispiratore di questa politica ha giurato sul Vangelo, come ha fatto Matteo Salvini il 24 febbraio 2018: «Questo comportamento è l’esempio classico di strumentalizzazione della religione. Egli pure cade nell’abbaglio della cosiddetta “religione civile”, come capita a coloro che vengono chiamati “atei devoti”. È l’errore in cui incappano coloro che riconoscono il valore della fede cristiana non però quale vera rivelazione ed esperienza di Dio, ma usando il nome cristiano, il crocifisso e altri simboli religiosi solo in modo formale e strumentale, in vista dei vantaggi civili che se ne possono trarre».
Sergio Rizzo La Repubblica 18 aprile 2019
Ecco un esempio di imbarbarimento pubblicato ieri, 22 giugno 2019, dal Fatto Quotidiano… si, il populismo fa veramente male al “popolo”!! (GLR)
Salvini, la fake news sul cane scatena la caccia ai padroni
La Bestia – Il ministro pubblica il video di un bastardino “torturato”, ma era solo un incidente. Intanto sui social è partito il linciaggio
Giovedì sera Matteo Salvini ha pubblicato sulle sue pagine social il video di un cane trascinato al guinzaglio all’esterno di un’auto in corsa. Con questo testo: “Che schifo. Tra Barletta e Trani un cane legato con il guinzaglio dentro al bagaglio posteriore è stato vergognosamente TRASCINATO, chissà per quanto. Per fortuna è ancora vivo ma ora mi auguro che la BESTIA ‘umana’ che ha commesso questo crimine paghi fino in fondo”. Il video è originale ma il contesto della notizia è fasullo. Bastava una semplice verifica dei fatti: non si è trattato di violenza gratuita ma di un incidente, causato dalla distrazione (grave) dei proprietari dell’animale. La padrona – che nel video si sente gridare disperata quando si accorge dell’accaduto – ha avuto un malore per lo choc. Il padrone ha portato subito la bestiola dal veterinario: ha una zampa ferita ma è in buone condizioni. Nel frattempo la fake news di Salvini è diventata virale – al momento circa 33 mila commenti solo su Facebook e 410 mila visualizzazioni su Instagram – con un fiume di insulti e minacce. Qualcuno ha individuato e diffuso la targa dell’auto e le generalità dei protagonisti. Ad Andria si sta organizzando una manifestazione pubblica contro di loro. Questi sono alcuni dei messaggi che si possono leggere nelle pagine pubbliche di Salvini, “suscitati” dal ministro dell’Interno (punteggiatura e ortografia sono mantenute come nei testi originali, ndr).
S. G. “Io farei legare l’autista è trascinare per tutto il tratto, poi il carcere a vita…..per questo video mi sono sentita male….. Datemi il cellulare di questo uomo, scendo in Puglia e lo meno….”
simod05 “Io direi di castrare l’autista”
ill_potta“Io li impiccherei in testa in giù come mussolini”
maxi_segat_21“Questi sono da BRUCIARE VIVIIII”
A. P. “Dovrei assistere ad una roba del genere lo fermo e faccio lo stesso col padrone del cane”
C. P. “Sto maiale schifoso succedesse a lui e tutta la sua famiglia”
A. E. “Farei la stessa cosa a quei figli di puxxana legati per i coglixxi e via da nord a sud…..”
G. S. “in galeraaaa”
A. S. “Ma chi è? Nome e cognome per cortesia di sta gente che lo andiamo a prendere a casa”
G. L. B. “Ma perche non capita a me…di incontrare uno cosi….il massimo del divertimento….subito auto fuori strada…e giu …giu legnate…da rompermi le mani…”
G. A. “Datemeli in mia custodia questi gentiluomini. Vi garantisco che tutte le torture fisiche e psichiche saranno adottate”
giuseppe_lbn “Scusami ma una persona cosi deve morire”
E. V. “Io non capisco ma mannaggia a C….. invece de filmare lo sorpassi lo fai fermare scendere preso per il collo lo leggi al posto del cane e poi vai a un PS veterinario semplice”
J. N. J. “Per favore Salvini, a queste persone, pene severe e stesso trattamento, anzi legherei questi dietro ad una frecciarossa. Infami”
nico.sbf “Dovrebbe essere messo in una piazza e farlo soffrire davanti tutta Italia”
M_M “Leghiamo il proprietario della macchina con una corda e lo tranisciniamo lungo la strda, mi sempra la pena piu adeguata”
bea_taglia_ “Merita la morte in questo istante”
F. C. “Gli dovrebbero trascinare allo stesso modo i figli a sta testa di cazzo”
A. V. “Deve morire male.. Altro che la morte non si augura a nessuno.. Maledetti assassini”
E. E. “Frustatelo a sangue”
Tomaso Rodano Il Fatto 22 giugno 2019
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