Questo è l’intervento della deputata del Gruppo Misto della Camera dei Deputati SARA CUNIAL nella seduta parlamentare a Montecitorio del 25 luglio 2019 durante la discussione per la conversione in legge del cosiddetto Decreto Sicurezza bis. Cunial ( nata nel 1979) è stata eletta il 4 marzo del 2018 come parlamentare del Movimento 5 Stelle, nella circoscrizione Veneto 2, da cui è stata espulsa il 17 aprile del 2019 per posizioni contrarie al suo partito. Cunial è passata al Gruppo Misto. Il testo corrisponde allo “stenografico” della Camera dei Deputati.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Cunial. Ne ha facoltà.
SARA CUNIAL (MISTO). Grazie, Presidente. Nel decreto Salvini, così come nel decreto Salvini-bis, a fianco degli aspetti normativi in realtà c’è una vera e propria operazione culturale pericolosa e preoccupante. Infatti, le leggi che prevedono obblighi e divieti hanno una funzione simbolica che ritroviamo anche qui. Definendo, infatti, i reati e gli illeciti, ci dicono cosa riteniamo giusto e che cosa sbagliato, cosa è buono e cosa è cattivo, che cosa può essere accettabile, oppure che cosa, invece, è riprovevole; e, quindi, contribuiscono – purtroppo, qui è confermato – a creare un pensiero dominante. La trattazione, infatti, congiunta di immigrazione e sicurezza, e quindi la loro assimilazione, consolida la convinzione che i responsabili dell’ insicurezza siano i migranti, e quindi autorizza tutti i cittadini ad assumere comportamenti discriminatori e di rifiuto…
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, colleghi…
SARA CUNIAL (MISTO). …minando la sicurezza interna e foraggiando lo scontro sociale. Ciò è proprio quello che vuole, questo Governo, per mantenere i propri privilegi indirizzando la protesta e la rabbia sociale verso i veri capri espiatori del momento. Meno immigrati poveri uguale più sicurezza: è uno slogan dove la Lega, in parte ancora Nord, ha semplicemente sostituito la parola “immigrati” a quella di “terroni”, ma è un’equazione che, purtroppo, il Movimento 5 Stelle ha sempre condannato, e oggi non lo fa più.
Questo problema non può essere risolto a valle, se non rivediamo il modello di società e di sviluppo neoliberista che abbiamo imposto anche a questi Paesi, che estrae, depreda e soggioga le popolazioni, cosi come sta avvenendo da nord a sud di questo Paese. E quindi dobbiamo combattere l’estrattivismo energetico, il land grabbing, l’attacco ai beni comuni, lo smantellamento delle comunità locali derubate anche delle risorse umane, l’industria delle anni – e dico di tutte le anni, anche di quelle chimiche e fisiche che ammalano noi e l’ambiente – e quindi i finanziamenti ai Paesi in guerra, la distruzione dell’ambiente e delle risorse naturali, sapendo infatti che non può esistere giustizia sociale senza giustizia ambientale.
E tutto questo lo ritroviamo anche sul nostro territorio, appunto, da nord a sud Italia; ed è colpa nostra colpa, del nostro stile di vita, delle lobby a cui affidiamo costantemente la nostra sovranità. Invito, quindi, tutti i colleghi alla coerenza, non solo il Movimento 5 Stelle, ma anche quelli che appartengono alle forze politiche che hanno votato a favore dell’intervento militare in Libia voluto dal nostro caro Presidente Napolitano, una delle ragioni per l’incremento dei flussi anche da parte di questo Paese.
Il testo unico dell’immigrazione, cosi come modificato dall’articolo 1 di questo decreto, assegna al Ministro dell’Interno poteri a dir poco eccessivi in Tema di coordinamento dei controlli sulla frontiera terrestre e marittima. Abbiamo, infatti, cercato, insieme alle colleghe Giannone. Vizzini e Benedetti, di arginare questo strapotere in Commissione, però purtroppo senza successo.
Questo provvedimento riguarda la sovranità, infatti, ma non il sovrano o. per lo meno, non un’istituzione o una figura istituzionale, perché ricordo a tutti, qui dentro, che l’unico sovrano riconosciuto dalla nostra Costituzione è il popolo: popolo a cui viene tolta, ancora una volta, la propria capacità di autodeteminarsi; popolo che, per sentirsi più sicuro, chiede a gran voce al suo Ministro dell’Interno di occuparsi dei veri problemi del Paese, delle vere emergenze, com’è tra le sue prerogative.
E quindi dovrebbe: garantire acqua e cibo pulito e sani alle mamme no-Pfas e ai propri figli contaminati, o magari garantire che lo studio per la determinazione della correlazione causa -effetto di queste sostanze venga iniziato dalla regione Veneto, accusata addirittura di inerzia (c’è un ritardo solo di tre anni dell’Istituto superiore di sanità); garantire sicurezza nei cantieri della superstrada Pedemontana veneta, soggetti ai crolli delle volte a causa dei materiali scadenti utilizzati; garantire sicurezza alle tasche anche dei veneti, che dovranno pagare la Pedemontana a peso d’oro (dai 3 miliardi iniziali si è passati solo a 15 miliardi grazie al giochetto del project financing, tanto caro al “governatore” leghista veneto); sicurezza agli abitanti della Vallugana. Che non possono vivere al sicuro nelle proprie case perché impediti dall’inquinamento che tale opera illegale porta con sé, tale opera così come tutte le grandi opere inutili; ai genitori, che non si sentono sicuri di portare i propri figli a scuola, perché qualche imprenditore amante troppo del prosecco a tutti i costi ha deciso di coltivarlo nel cortile proprio della scuola o addirittura nel giardino delle case, con buona pace della proprietà privata violata; garantire giustizia per lo scandalo MOSE, che vede il sindaco Orsoni salvato dalla prescrizione; garantire il ristoro ai risparmiatori truffati nel sistema criminoso delle banche venete, avallato anche da una politica locale compiacente; garantire sicurezza ai coltivatori e ai cittadini siciliani e pugliesi, che si vedono incendiare i propri campi di grano e gli oliveti dalle agromafìe (finalmente posso dirlo senza aver paura di essere espulsa); dare un secco “no” promesso in campagna elettorale alla ratifica dei trattati internazionali, come ad esempio il CETA che minano i nostri agricoltori e imprenditori; garantire giustizia nei confronti del general contractor Cmc, una delle maggiori aziende di appalti nazionali coinvolta anche nel TAV – o forse dovrei dire TAV zero, dato che proprio ieri abbiamo avuto conferma che sarà solo il primo -, accusato per affari torbidi in Kenya, un noto Paese del nord di questa Europa.
Mi ricorda tanto la questione relativa al site manager di TAP zero, il famoso Elia, condannato a 6 anni per omicidio colposo e disastro per la strage di Viareggio, oppure lo scandalo tangenti ENI, in Nigeria, ma la lista sarebbe veramente troppo lunga, la lista delle illegalità permesse in questo Paese, ai danni anche di altri Paesi. Siete riusciti a far dimettere addirittura Cantone, presidente dell’ANAC.
Chiedo, quindi, al Ministro dell’Interno di aiutarci: aiutarci, magari, anche a casa nostra, cosa che dovrebbe essere nelle sue prerogative. I cittadini sono stanchi, delusi, arrabbiati e indignati. La risposta non può essere la repressione, come prevede la seconda parte del provvedimento.
Fatalità, proprio in questi giorni sono stati ricordati e ricordiamo i fatti orribili di Genova 2001, della Diaz e Bolzaneto, dove degli aguzzini prostrati agli ordini di qualche carnefice politico sono stati protagonisti di pagine tristi e disumane, infangando l’avocazione di chi lavora nelle forze dell’ordine italiane. Genova 2001 ci dice ancora oggi che. quando il potere si sente minacciato, lo Stato di diritto viene sospeso, ovunque.
Lo ha detto in audizione il segretario generale del Sindacato italiano dei lavoratori di polizia: la ricerca del consenso, da una parte, carica sulle spalle delle forze di polizia le aspettative dei risultati promessi con la propaganda, mentre, dall’altra, specie durante le occasioni di protesta, inasprisce la contrapposizione tra i cittadini dissenzienti, che vengono etichettati come nemici e chi è deputato a far rispettare la legalità, ancora una volta visto come il nemico dei nemici.
Questo peggiorato clima di relazioni sociali che vede nella sola repressione di condotte ritenute deviatiti o comunque difformi e in contrasto con il pensiero e i desiderata di chi governa, rischia di portare alla strumentalizzazione delle forze di polizia, viste come braccio armato violento dell’Esecutivo del momento, quasi a voler tornare indietro di quarantanni, ma io direi anche di cento.
Questo provvedimento ci dimostra come la vita umana, sia essa di straniero o immigrato, come vi piace chiamarli, o di connazionale che invoca giustizia e riscatto, può essere merce di scambio politico per la tenuta del Governo e delle nostre poltrone, e questa voi osate chiamarla sovranità.
Ebbene, la solidarietà, così come l’indignazione, non possono essere mai rese reati e sono inarrestabili, ce lo dimostrano e continueranno a dimostrarcelo le comunità presìdi disseminati nel territorio a difesa dei nostri beni comuni. Non riuscirete a trasformare l’Italia in una arena tra prede e predatori, perché gli intolleranti – anzi, Umberto Eco avrebbe detto razzisti -, per nostra fortuna sono una razza in via d’estinzione.
Mi rammarica, Presidente, pensare di aver contribuito a portare la prima forza del Paese, nata con i banchetti e nelle manifestazioni di piazza contro questa egemonia del potere, a sottoscrivere questo disegno, certificandosi stampella della Lega. Ma forse tutto questo era già deciso nel 2012, quando ancora la Lega chiamava, appunto, terroni la maggior parte dei colleghi del Movimento 5 Stelle.
E noi, inconsapevoli attivisti, siamo stati ingannati ed, a nostra volta, abbiamo ingannato.
Ebbene, da questo loop si può uscire, riprendendosi e facendo proprie la dignità e l’onestà tanto sbandierate. Altrimenti, e viceversa, la responsabilità per aver ceduto a questo ricatto di aver portato il Paese alla deriva culturale sarà vostra e solo vostra, perché ci sarà il vostro nome a fianco di quest’orribile disegno, e non ci saranno rosari regalati da qualche istituzione padronale che vi garantiranno il perdono, purtroppo, di tutti i cittadini italiani e dei vostri figli.
Vi lascio con una frase: “C’è condanna e condanna: per me, questi quattro mesi per la rottura dei sigilli nei cantieri TAV sono una medaglia al valore civile, perché non sempre la giustizia coincide con la legalità. Ghandi e Pertini, purtroppo, lo sperimentarono duramente sulla propria pelle”. Questa frase era riportata, il 3 marzo del 2014, nel Blog delle stelle ed era la dichiarazione di Beppe Grillo, condannato appunto ai quattro mesi per la rottura dei sigilli nel cantiere TAV
(Applausi di deputati dei gruppi Misto, Partito Democratico e Liberi e Uguali).
Articoli che vi raccomandiamo di leggere:
Terrore sanitario (7). La denuncia di due deputati.