Una mia amica che lavora nel sociale mi ha raccontato una storia bellissima. Protagonista è un signore bulgaro di nome Milko. Nel suo paese di origine Milko era a capo di una azienda di ricambi meccanici. Non se la passava male. Poi il regime comunista crollò e molte imprese del paese entrarono in crisi. L’impresa dove lavorava Milko dichiarò bancarotta e tutti i dipendenti furono costretti a cercare altrove. Milko venne in Italia per ritrovare un po’ di quella tranquillità perduta. Ma qui non riuscì davvero ad avviare una nuova vita. Oggi Milko vive in una macchina parcheggiata in periferia. Ma nonostante la fatica del vivere senza fissa dimora ha deciso che anche così poteva dare una mano agli altri. Milko oggi è diventato un barbiere di strada. Taglia i capelli ai passanti per due euro. Ogni giorno sistema il suo sgabello di fronte l’ostello della Caritas, a Roma, e subito si forma una fila notevole di clienti. A tagliarsi i capelli sono soprattutto persone senza fissa dimora, molti stranieri, ma anche tanti italiani… La mountain bike con cui Milko viene al lavoro ogni giorno è stracolma dei ferri del mestiere. Ci sono forbici, specchi, rasoi, spazzole, ma anche un otre pieno di generosità. Milko ha poco, ma quel suo poco lo condivide. Invece quanti, mi chiedo, hanno tantissimo, ma sono indifferenti al prossimo? Gramsci diceva di odiare gli indifferenti, perché «l’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita». Milko con il suo gesto piccolo, ma grandissimo ci spinge invece a fare, a non essere indifferenti. Fare ognuno come può. Sarebbe bello se nel 2011 questa Italia che oggi sembra chiusa in se stessa, paurosa, incattivita, egoista si trasformasse in un fiore che condivide il suo polline. Sarebbe bello che l’Italia fosse un po’ come Milko.
Igiaba Scego l’Unità 5 gennaio 2011
vedi: GLI INDIFFERENTI E GLI UOMINI MEDI