“La proposta di prorogare per tutto l’anno lo stato d’emergenza è per molti versi discutibile. Lo è sia con riguardo alle attuali circostanze epidemiche, che non paiono esigere questa misura; sia per il significato simbolico che assume, dato che, socialmente, trasmette insicurezza e allarme ai cittadini, mentre politicamente sembra servire a sorreggere e rafforzare un governo sempre più sfilacciato.”
Carlo Galli in Terrore sanitario (25). Emergenza infinita? (2)
Lo stato d’emergenza senza l’emergenza
Dunque, dopo il più rigido, insensato e liberticida lockdown del mondo civile, il Governo italiano proroga lo stato di emergenza fino al 15 ottobre. Uno stato di emergenza senza emergenza, così come ha sottolineato l’illustre giurista Sabino Cassese (vedi sotto, n.d.r.), che rappresenta un unicum in Europa.
Ora, facendo un passo indietro, gli intollerabili arresti domiciliari di massa, anch’essi senza paragoni nel citato mondo civile, erano stati giustificati con la necessità di non ingolfare ulteriormente le terapie intensive, le quali avevano rischiato di mandare al collasso il sistema sanitario di alcune regioni del Nord, arrivando ad impegnare oltre 4.200 posti letto.
Ma oggi, con 38 persone complessivamente ricoverate nelle medesime terapie intensive, proprio non si riesce a comprendere la ratio scellerata di ostinarsi a mantenere in allarme una popolazione già oltremodo sconvolta da mesi e mesi di terrorismo mediatico.
E se prima il fine della tutela collettiva della salute poteva costituire una parvenza di giustificazione nel privare nel modo che abbiamo vissuto le principali libertà costituzionali dei cittadini, adesso la vergognosa strumentalizzazione di una malattia clinicamente scomparsa da mesi appare in tutta la sua indecenza.
D’altro canto, come ha giustamente sottolineato il giurista Giovanni Guzzetta, intervenendo ai lavori del convegno di alcuni uomini liberi raccolti da Vittorio Sgarbi e Armando Siri nella biblioteca del Senato, il costituzionalismo nasce e si fonda sul presupposto di contrastare la logica che ogni emergenza, reale o inventata, ci porta in “dono”, ossia che il fine giustifica sempre e comunque i mezzi.
Ed è bastato dipingere un virus opportunista, nel senso che colpiva soprattutto le persone più fragili, come la peste del terzo millennio, per distruggere un attimo decenni di libertà democratiche che molti di noi davano oramai per acquisite.
Invece, come dimostra l’impudente atto di procrastinare lo stato d’emergenza senza alcuna ragione evidente, gli uomini al potere, con una tardiva e blanda reazione da parte dell’opposizione – quest’ultima terrorizzata dalla paura di passare per alleata del Covid-19, ci hanno fatto compiere un preoccupante passo indietro proprio sul piano delle irrinunciabili garanzie costituzionali.
Era comunque evidente da tempo che Giuseppe Conte e soci avrebbero allungato ulteriormente una condizione sempre più surreale di semiparalisi del sistema. Continuando colpevolmente a spacciare i contagi per la malattia, quest’ultima sempre considerata mortale dagli utili idioti di regime, essi stavano preparando la strada per un tale, nefando scopo liberticida.
A questo punto mi aspetto soprattutto dall’opposizione, ma anche dalla componente più responsabile della società italiana, una forte, decisa e civile reazione a questo incredibile stato di fatto. Uno stato di grande emergenza democratica che neppure durante gli anni bui del terrorismo aveva raggiunto le attuali dimensioni.
Il rischio è che, quando tra pochi mesi il Paese dovrà affrontare i grandi problemi sociali ed economici causati dal lockdown, chi governa ne approfitterà ulteriormente per utilizzare la leva dei pieni poteri conferiti da una perenne condizione emergenziale. Con questa gente oramai c’è da aspettarsi di tutto.
Claudio Romiti L’Opinione 30/7/2020
Cassese: dal governo basta forzature si torni alla normalità
Il giurista: ecco il perché del mio intervento al convegno in Senato
Torniamo alla normalità, ma non abbassiamo le difese. Fermiamoci e adoperiamo gli strumenti ordinari, senza dimenticare i pericoli, questo l’invito dei giuristi all’incontro tenuto il 27 luglio scorso al Senato, per iniziativa dell’onorevole Sgarbi e del senatore Siri. Ero uno dei relatori da remoto all’incontro che ha suscitato interesse più per le mascherine del senatore Salvini che per gli argomenti. Accade di frequente nel nostro Paese. Così come è frequente l’attaccamento agli strumenti eccezionali.
Protrarre lo stato di emergenza costituisce una forzatura, sia illegittima, sia inopportuna. Illegittima perché dichiarare lo stato di emergenza quando un’emergenza non c’è, vuol dire adottare un atto amministrativo carente del suo presupposto.
Inopportuna perché produce tensioni invece di invitare alla normalità, con gravi conseguenze per l’economia.
Inoltre, è anche sproporzionata, perché per acquistare i banchi monoposto e le mascherine per le scuole — queste le motivazioni addotte per spiegare la proroga dell’emergenza — vi sono procedure urgenti, previste dalle norme esistenti.
Infine, qualora veramente si presentasse una situazione di emergenza, che richiede interventi rapidi, in non più di un’ora si potrebbe riunire il Consiglio dei ministri, a cui spetta la dichiarazione dello stato di emergenza.
L’ultimo, ma non meno importante, motivo per ritornare alla normalità è quello dettato dall’esperienza dei sei mesi di vita in emergenza. La concitazione e le incertezze del governo hanno fatto prendere strade sbagliate.
Hanno fatto dimenticare che la profilassi internazionale spetta esclusivamente allo Stato, provocando quindi una sovrapposizione di competenze tra Stato e autonomie. Hanno fatto limitare persino la libertà di culto, quando non era necessario. Hanno fatto emanare un decreto legge tanto incostituzionale che il governo stesso ha dovuto successivamente abrogarlo.
Hanno alimentato un delirio regolatorio fatto di molte decine di decreti legge, di dpcm, di circolari, di ordinanze, alimentati dalla preoccupazione sanitaria, che hanno creato però sconcerto e disorientamento.
Come unanimemente osservato, la società ha risposto compostamente e in maniera ordinata, evitando così guai peggiori.
Sabino Cassese, costituzionalista Il Corriere 28/7/2020
Menzogne virali!
«Le azioni del governo, come la chiusura delle frontiere, l’isolamento totale e un alto tasso di test Covid-19 non sono stati associati a riduzioni statisticamente significative del numero di casi critici o della mortalità complessiva”, si legge in uno studio, pubblicato sulla rivista online EClinicalMedicine di Lancet.
Insomma, l’isolamento ha fatto poca differenza per quanto riguarda il numero di morti per coronavirus, ha affermato uno studio. Ricercatori dell’Università di Toronto e dell’Università del Texas hanno rilevato che l’isolamento o meno di un Paese «Non è associato al tasso di mortalità del Sars CoV2».
Gli esperti hanno confrontato i tassi di mortalità e i casi in 50 Paesi gravemente colpiti fino al primo maggio e hanno calcolato che solo 33 persone su un milione erano morte a causa del cosiddetto nuovo coronavirus.
Questo studio ha dimostrato che l’imposizione di misure di isolamento è riuscita a impedire che gli ospedali venissero travolti, ma non si è tradotta in una riduzione significativa dei decessi.
Il lockdown per Coronavirus non ha fatto alcuna differenza relativamente al numero di morti.
In definitiva: le misure di isolamento non funzionano, ma i mass media continuano a sostenerle, negando l’evidenza. Forse perché i loro padroni – che dirigono già i politicanti fantoccio – vorrebbero controllare a manipolare l’intera popolazione mondiale.
Gianni Lannes in http://sulatestagiannilannes.blogspot.com 30/7/2020
“L’amore allontana la paura e, reciprocamente, la paura allontana l’amore. E la paura non sconfigge solo l’amore; anche l’intelligenza, la bontà, tutti i pensieri di bellezza e verità, è solo muta disperazione; e, infine, la paura arriva ad espellere l’uomo dall’umanità stessa.”
Aldous Huxley (1894- 1963) scrittore e filosofo britannico
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