Diciamo subito che noi non abbiamo nessuna simpatia per putin. E’ un autocrate con modi e politiche dittatoriali. Ma ancor meno, molto meno, abbiamo simpatia per l’ipocrisia, da qualsiasi parte sia espressa. E questa “guerra nella guerra” è anche un’altra esplosione d’ipocrisia sorretta da una propaganda mediatica disgustosa ( e da nugoli di covidioti belanti), come quella per il covid.
L’ipocrisia dei “buoni” ( che saremmo noi europei ( soprattutto italiani), americani, canadesi, australiani ecc.). I “buoni” contrapposti al “cattivo” di turno (putin) dopo altri mille “cattivi” che i “buoni” ci hanno fatto ingoiare in decenni di propaganda asfissiante. Ma erano proprio tutti “cattivi”??
I “buoni” che dicono, come i buoi, “cornuto all’asino”. Putin è un dittatore guerrafondaio, “cattivo”, mentre i nostri schwab, bill gates, biden, draghi, funzionarucci europei, Big Money, Big Pharma, Big Tech sono “buoni” che hanno impostato una dittatura sanitaria globale e un soffocamento delle libertà, dei diritti, delle Costituzioni. Verso le prossime dittature già programmate: ecologica, ambientale, tecnologica, digitale…
Uno, il “cattivo”, vorrebbe impadronirsi dell’Europa. Gli altri, i “buoni” invece non vogliono impadronirsi di nulla a parte il mondo, i nostri corpi, la nostra dignità. E che volete che sia in confronto all’Ucraina?
Si, ha ragione il grande scrittore americano Tennessee Williams (1911- 1983): il bugiardo fa già schifo ma un bugiardo pure ipocrita, che si presenta “buono” e difensore “della civiltà e della pace” fa vomitare all’infinito.
I nostri “buoni” ci hanno ricoperto di bugie sullo pseudo-virus e sui vaccini ( sieri genici) micidiali ed ora sono i “buoni”, puri e duri, che difendono la civiltà occidentale. Ma andate a c….
Come abbiamo già fatto con un primo articolo ( leggi QUI ) continuiamo ad offrire spunti di riflessione alternativi alla canea propagandistica su questa “guerra nella guerra”. Per farsi un’idea personale, libera ed informata.
E se si dice giustamente NO alla guerra di putin occorre dire anche NO alla guerra del Grande Reset, se non vogliamo essere ipocriti. (GLR)
Spread, Isis, Covid: se la guerra russa mette fine alla farsa
«Candidate Putin al Nobel per la Medicina: in sole 48 ore ha debellato il Covid, facendolo sparire dalla faccia della Terra». Così recita un “meme” che sta circolando sul web, mentre la popolazione di Kiev assiste con angoscia alla guerra improvvisamente riesplosa nelle strade dopo la finta rivoluzione del 2014. Allora, i cecchini sparavano sulla folla inerme, perché venisse incolpato il morente governo filo-russo di Viktor Yanukovic, detronizzato dalle truppe “colorate” di Obama e Soros. In campo c’erano anche le milizie (con tanto di bandiera nazista) che in quei giorni bruciarono vivi i sindacalisti di Odessa, asserragliati nel loro palazzo e intenzionati a resistere a un golpe bianco che si stava drammaticamente tingendo di rosso. Riecco dunque la guerra classica, a rubare purtroppo la scena: il vecchio spettacolo orrendo (bombe, missili, cannonate) rispunta dopo due anni di guerra subdola, asimmetrica e mediatica, combattuta contro la popolazione mondiale – in particolare quella occidentale – in nome di una presunta emergenza sanitaria, con l’obiettivo di cambiare i connotati dell’umanità.
Oggi, gli analisi più onesti si sforzano di leggere gli eventi in termini tradizionalmente geopolitici riconoscendo le ragioni del risentimento russo, dopo il tradimento – da parte degli Usa – risalente ai tempi dei Bush: non era affatto previsto (anzi: era solennemente vitetato) che la Nato venisse estesa ai Paesi Baltici, alla Polonia, a Romania e Bulgaria. Figurarsi poi all’Ucraina. Negli ultimi decenni, la Russia è stata costantemente accerchiata e attaccata: in Cecenia e nel Daghestan, in Georgia, in Siria. La minaccia – spesso affidata anche a manovalanza terroristica – ha scosso l’Armenia, si è introdotta in Kazakhstan; la stessa mano ha tentato di abbattere il regime bielorusso di Lukashenko, satellite di Mosca, fiero avversario della narrazione “pandemica”. Anni fa, in previsione delle Olimpiadi Invernali di Sochi, Vladimir Putin rivolse all’Occidente uno storico appello: mettere da parte il passato e provare a diventare veri amici, in una prospettiva di collaborazione senza precedenti. Obama rispose con il gelo, poi con il “regime change” a Kiev, mentre i tagliagole dello Stato Islamico terrorizzavano la popolazione siriana.
Il blocco atlantico ha le carte in regola, per dettare le sue condizioni: dopo aver raso al suolo l’Iraq e l’Afghanistan, facendo volare lo jihaidsmo, gli “esportatori di democrazia” hanno distrutto un altro paese, la Libia, e assassinato l’ennesimo leader locale in grado di arginare i Fratelli Musulmani. Qualcosa del genere accadde anche in Egitto con la caduta del despota Mubarak, dopo il discorso incendiario di Obama. Ed era solo l’antipasto per arrivare all’altro bersaglio grosso: la Siria di Bashar Assad, figlio di Hafez Assad, un tempo alleato di Saddam Hussein e Muhammar Gheddafi. Una cancrena inarrestabile, quella del terrorismo pilotato, che invece è stata poi arginata proprio dalla Russia. E’ lo stesso potere che – anche attraverso la Bielorussia – si è opposto alla dominazione Covid, denunciandone il carattere golpista e corruttivo. Lo stesso Putin si è distinto anche nello smascherare la distorsione politica messa in piedi, sempre sulla base di menzogne, per trasformare la crisi ecologica del pianeta in un progetto autoritario, se non totalitario, cavalcato dalle élite finanziarie dell’Occidente.
Probabilmente mai, negli ultimi cent’anni, si era scesi così in basso: l’impero marittimo euro-atlantico, mercantilista e bellicista dietro il paravento della democrazia e della libertà (in casa propria), dopo le atomiche sui civili di Hiroshima e Nagasaki deve ancora scontare l’infame, sanguinosa menzogna dell’11 Settembre, e oggi parla attraverso l’ometto finito alla Casa Bianca nel 2020 in mezzo al colossale imbroglio del voto postale e dei software di Dominion.
E’ esattamente il potere che ha trasformato la Cina nel paese-mostro della tessera a punti che misura la buona condotta del suddito, il potere che – d’intesa coi cinesi – ha trasformato un ipotetico virus (mai isolato biologicamente) in una micidiale arma di distruzione di massa: distruzione sociale, politica, economica, psicologica. E’ il potere che ieri usava lo spread e oggi il Tso, i lockdown, i coprifuoco, il Green Pass. Il potere che finge di idolatrare Greta, per imporre la sua legge possibilmente con le buone, ma – nel caso, come si è visto – anche con le cattive. Ora, in modo drammatico, le cannonate russe sembrano interropere questa farsa mondiale, fondata sull’ipnosi.
Nessuno azzarda previsioni precise, sugli eventuali sviluppi dell’improvviso cambio di copione. La sensazione, però, è che un’intera epoca stia letteralmente per crollare, in modo pericoloso e inevitabilmente rovinoso.
Giorgio Cattaneo, https://www.libreidee.org/ 26/2/2022
Il solito, ipocrita Occidente terrorista: Putin “aggressore”
«Ora tutti danno del matto scriteriato a Vladimir Putin, ma i veri folli siamo noi, che ci stiamo bevendo la narrazione patetica che dalla sala ovale della Casa Bianca ci è piombata in testa come verità assoluta: quella dell’Occidente e in primis dell’America come paladina dei diritti inderogabili delle nazioni». Così “Libero”, in un editoriale che commenta la reazione militare russa alle reiterate provocazioni atlantiche in Ucraina, paese “prenotato” ufficialmente per l’ingresso nella Nato in violazione di ogni precedente accordo. Traduzione pratica nei nostri media: Putin avrebbe violato il diritto internazionale, calpestato la sovranità di uno Stato tutelato dall’Onu, riconosciuto ufficialmente e sostenuto militarmente due territori del Donbass (Est dell’Ucraina) che si sono proclamati repubbliche indipendenti. “Libero” punta il dito contro il vizietto storico dell’Occidente: l’interferenza “umanitaria”. «Se osservatori non sempre disinteressati colgono in una certa zona del mondo il prevalere di un tiranno crudele, allora è concesso mandare truppe, rimpiazzare i presidenti, commissariare un paese. È successo in Somalia nel 1993, in Bosnia-Erzegovina fino al 1996».
Il decantato diritto internazionale? Regolarmente ritoccato «a misura del più forte, che non sempre è quello buono». In Kosovo, «senza neppure il minimo cenno di approvazione dell’Onu», nel 1999 la Nato attaccò la Serbia, «accusata di crimini orrendi nella provincia già autonoma di Pristina a maggioranza albanese-musulmana», ma in realtà «i report erano falsi come quelli di Giuda». Non solo: «Noi italiani bombardammo Belgrado per ragioni umanitarie, persino un ospedale. Poi garantimmo una resa onorevole a Milosevic, il presidente comunista di Belgrado, invano difeso dalla Russia e da scrittori come Solzenicyn, spergiurando che il Kosovo sarebbe rimasto sacro suolo della Serbia». In quel caso «la Nato intervenne, inventando panzane, per costituire uno stato mafioso-islamico nel cuore dell’ Europa: fu un’operazione condotta da Bill Clinton e Joe Biden». E vogliamo parlare dell’Iraq? Nel 2003, con l’aiuto di servizi segreti europei, «gli Stati Uniti costruirono false prove del possesso, da parte di Saddam Hussein, di armi di distruzione di massa. Guerra di liberazione? È servita a insediare l’Isis».
Altro capitolo, la Libia: «La Nato ha deciso che Gheddafi era cattivo e i jihadisti di Allah buoni». In pratica, sempre secondo “Libero”, «sostenemmo i tagliagola tagliando la gola a noi stessi (per gola qui si intendono i rifornimenti energetici) e consegnando il nostro paese a essere meta di migranti usati come armi di destabilizzazione». Dopo la Libia toccò alla Siria, e via così. Oggi, «Putin ha applicato il medesimo criterio dei precedenti punti “americani”: in particolare, il riferimento è all’Iraq e al Kosovo». L’adesione dell’Ucraina alla Nato? Più che prevedibile, nonostante fosse stata osteggiata già nel 2008 sia da Prodi che dalla Merkel. Ma ora, «il dispiegamento di forze e missili occidentali con basi in Romania, Polonia e Paesi Baltici è un bigliettino di inimicizia sfacciato». Quanto alla popolazione russofona del Donbass e di Odessa: «C’è qualcuno che osi negare sia vessata, ridotta a “dilly”, cittadini di serie B, dall’attuale regime sponsorizzato dall’Occidente per essere una spina nel fianco della Russia?».
Il quotidiano di Sallusti parla di «un secondo livello di ipocrisia», e spiega: «Putin in questi giorni ha reso semplicemente ufficiale ciò che era già reale dal 2014». Ovvero: «Sin dall’invasione e annessione della Crimea, il Donbass è sotto sovranità russa: non c’è servizio segreto occidentale che non lo sappia. Persino le forze militari con divisa ucraina lì servono Mosca. Ci sono stati referendum, in Donbass, dove plebiscitariamente la popolazione ha optato – secondo il principio di autodeterminazione – per l’indipendenza da Kiev». E dunque: «Il principio di autodeterminazione vale solo quando lo decidono gli americani? Anche loro, in fin dei conti, alcuni secoli fa, si dichiararono indipendenti dalla Gran Bretagna, o ci sbagliamo?». Osserva “Libero”: «La storia si muove. Il diritto internazionale si modella in una lotta impari tra puri ideali e sporca forza. Di solito vince la forza». E Putin si è mosso ora «non perché impazzito», ma per ragioni di politica interna («individuare un’aggressione esterna raggruma il popolo intorno al capo») e anche «per mostrare agli europei chi è davvero Biden.
L’uomo della Casa Bianca? «Se ne frega degli interessi e del benessere dei popoli alleati, e fa di tutto per creare le condizioni – esasperando il conflitto diplomatico, muovendo l’esercito – per inimicare la Russia e gli Stati europei». In altre parole: «Che importa a Biden se la bolletta della luce triplica a Bari e a Torino, se i forni di Mestre si spengono e non sciolgono più il vetro perché il gas è troppo caro?». “Libero” cita una riflessione di Jeffrey Sachs, della Columbia University, pubblicata in queste ore sul “Financial Times”. «Gli Stati Uniti – scrive Sachs – dovrebbero garantire alla Russia che l’Ucraina non entrerà mai nella Nato, chiedendo in cambio il completo ritiro delle forze russe dalla regione del Donbass e l’annullamento del riconoscimento dell’indipendenza delle due repubbliche separatiste, oltre alla smobilitazione delle truppe al confine con l’Ucraina, insieme a garanzie sul riconoscimento della sovranità di Kiev». Aggiunge l’analista: «Se gli Usa non proporranno questo accordo, dovrebbero farlo Germania e Francia». Sempre che non sia troppo tardi, ormai, vista la portata dell’offensiva militare russa scatenata contro l’Ucraina.
https://www.libreidee.org/ 24/2/2022
PAPPAGALLI A GETTONE
Nonostante si sia fatto il callo a tutto, riesce ancora a suscitare stupore il modo in cui i padroni del discorso sono capaci, ogni volta, di produrre bispensiero e dissonanza cognitiva. Sulla guerra in Ucraina, è tutto un appellarsi al diritto internazionale violato, all’invasione di uno stato sovrano, all’occupazione militare illegittima.
Quando a compiere le stesse mosse erano quelli che passavano per “esportatori della democrazia”, si parlava di missioni di pace, di operazioni di polizia internazionale, di caccia ai dittatori e tutela dei diritti umani.
Fioccano esperti ed espertesse, direttori di istituti, pappagalli a gettone, tutti pronti ad urlare alla minaccia russa e alla necessità di inasprire le sanzioni economiche e fare quadrato contro l’Ucraina aggredita, avamposto dell’Occidente ad Est. Quello delle sanzioni è proprio il cuore della questione: guardandosi bene dall’improvvisare una risposta militare che condurrebbe ad esiti disastrosi, le élite occidentali proveranno a stanare la Russia in una guerra asimmetrica che spargerà i suoi effetti soprattutto fra la popolazione inerme, già piagata da due anni di angherie pandemiche: a pagare i conti di queste asimmetrie saranno tutti quelli che dovranno saldare le bollette del gas o fare il pieno di benzina, e non in Russia, ma in Italia, Francia e Germania.
Proprio questo aspetto interessa ai grandi resettatori: si fregano le mani pensando all’economia di guerra prossima ventura. Passando al fronte bellico, emergono chiari i principi che hanno ispirato l’esercito russo nella sua azione finora chirurgica: distruzione delle infrastutture militari, degli aeroporti, delle fabbriche di armi, senza sfiorare obiettivi civili e senza avvalersi di bande di mercenari tagliagole. Basterebbe solo questo a sancire una profonda differenza fra il presunto imperialismo russo, che ha un raggio d’azione assai limitato, e l’acclarato imperialismo anglo-americano, che invece considera il mondo come il cortile di casa ed è disposto ad assecondare qualunque barbarie pur di raggiungere i suoi obiettivi.
Ma questo i professionisti dell’informazione non ce lo diranno. Ci diranno invece che chi perderà il lavoro lo dovrà ai russi cattivi, esattamente come ieri lo doveva al virus subdolo. L’Istituto Luce di mussoliniana memoria fa quasi tenerezza, al confronto.
https://comedonchisciotte.org/ 24/2/2022
Ed ora vedi e ascolta e pensa:
È guerra in Ucraina. Quel che non vi dicono…
Diego Fusaro, filosofo
https://www.youtube.com/watch?v=U5z3oEYCq8M
24/2/2022
A che gioco sta realmente giocando l’Ucraina di Zelensky? Una verità inquietante
Diego Fusaro, filosofo
https://www.youtube.com/watch?v=hq7UCCzkdbI
25/2/2022
Giulietto Chiesa: «La terza guerra mondiale partirà dall’Ucraina»
Era il 2015 e le parole di Giulietto Chiesa risuonano oggi ancor più di prima con una nuova potenza, quella della lucidità delle idee e di una straordinaria capacità di analisi.
«È l’inizio dell’offensiva diretta contro la Russia».
Giulietto Chiesa: “La Russia è un nostro amico, non è un nostro nemico”
Intervento di Giulietto Chiesa (Giornalista e politico) tratto dalla trasmissione Notizie Oggi Lineasera del 26 Gennaio 2018.
https://www.youtube.com/watch?v=wCy3gTSegZw
25/2/2022
Ed infine un altro video: ” Anno 2025: come finiremo”. Anche grazie a questa “guerra nella guerra”. Il progetto criminale globale chiamato Grande Reset con i suoi micidiali “stati terapeutici” che si stanno insediando ( in italia siamo già in fase avanzata grazie ai covidioti belanti) non si ferma, anzi. Roba da “buoni”, no?? (GLR)
ANNO III DEL REGIME SANITARIO
Raccolta di sospetti eventi avversi da “vaccini anti Covid-19”, in ordine cronologico, provenienti dalla stampa italiana e internazionale. Inseriti così come pubblicati in origine, anche in lingua originale non tradotta. Lista aggiornata continuamente.
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LEGGETE
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Terza guerra mondiale e Grande Reset
Il Grande Reset. La Grande Risistemazione (22). La porta sull'abisso.
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