NOTIZIE  103   9/7/2022

ANNO III DEL REGIME SANITARIO-DIGITALE

 

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Come sono capaci di cambiare idea questi pseudo-medici e pseudo-esperti, in prima linea fino a pochi mesi fa per condannare medici ed esperti onesti che dicevano le stesse cose. Ma non vi preoccupate: appena il padrone abbaia si rimetteranno in linea. Intanto queste riflessioni sono fondamentali per comprendere la stupidità micidiale dei tamponi. Vi raccomandiamo di leggere qui: Pericolo tamponi (1): Una dittatura basata sui tamponi

 

I medici dicono stop a «tamponi per tutti!», adesso non ha più senso

Dagli infettivologi friulani a Matteo Bassetti al primario del Niguarda, tutti d’accordo: i test a tappeto fanno grossi danni. «I pazienti arrivano per altre patologie, poi li scopriamo positivi e la gestione diventa un problema. Senza contare i colleghi costretti a rimanere a casa». Il prof Massimo Crapis: «Per separare gli infetti, non riusciamo a ricoverare pazienti con Tbc».

Ci siamo rinchiusi in una gabbia mentale, abbiamo gettato la chiave e adesso ne paghiamo amaramente le conseguenze. L’ossessione per il rischio zero e la sorveglianza si è rivelata la peggiore ferita aperta dalla mala gestione del Covid degli ultimi due anni, e produce danni anche ora che il green pass non è più in funzione. Da giorni si moltiplicano gli appelli riguardanti l’aumento dei contagi, ma la crescita dei casi di positività, in sé, non rappresenta affatto un dramma.

A ben vedere, gli unici veri danni che ci tocca affrontare sono quelli causati dalle cosiddette misure di protezione, le quali invece di proteggerci continuano a renderci la vita impossibile.

Dopo qualche settimana di rinnovata psicosi, ora finalmente qualcuno comincia a rendersi conto del problema, e suggerisce una vita di uscita semplice quanto efficace: bisogna semplicemente, farla finita con i tamponi a tappeto. A proporre questa soluzione non sono i soliti pericolosi terrapiattisti, ma medici blasonati i quali, nei mesi passati, hanno spesso approvato i provvedimenti restrittivi, ma che ora devono fare i conti con l’amara realtà ( i voltagabbana opportunisti di sempre.  GLR).

È il caso dell’infettivologo Massimo Crapis, a capo di una delle principali strutture ospedaliere del Friuli Venezia Giulia. Assieme ad alcuni colleghi ha proposto alla Regione guidata da Massimiliano Fedriga di dismettere i test di massa. «Dobbiamo arrivare a non fare più i tamponi a chi non presenta sintomi seri della malattia», ha detto al Gazzettino. «Facciamo l’esempio di un ospedale.

Oggi scopriamo positivi perché facciamo sempre il tampone a tutti. Ma nel nostro caso abbiamo persone che al massimo hanno la necessità di rimanere a casa uno o due giorni. I sintomi sono generalmente molto blandi. E se non facessimo il tampone a tutti avremo trovato sicuramente meno positivi». Insomma, bisogna limitarsi a sorvegliare gli anziani e chi soffre di altre patologie: «Dobbiamo dedicarci a loro. Sono loro che il tampone dovrebbero farlo e che la mascherina dovrebbero tenerla ( tanto i vecchi sono carne da macello, no?  GLR). Il tutto contando su monoclonali e antivirali, che ora abbiamo», afferma Crapis. A quanto sembra, queste idee sono condivise pure da Fabio Barbone, capo della task force regionale del Friuli Venezia Giulia.

Un altro che cose simili le dice da tempo è Matteo Bassetti. «I tamponi bisogna smettere di farli agli asintomatici ma anche ai paucisintomatici», dichiara alla Verità. «In questo quadro i tamponi di controllo diventano una cosa senza senso». Bassetti introduce anche un altro tema centrale: la situazione delle strutture sanitarie. «Dobbiamo lavorare soprattutto sui numeri ospedalieri», dice. «Oggi su dieci pazienti che entrano, nove non arrivano per il Covid, ma per tutt’altro. Però hanno tampone positivo». Come è facile immaginare, questo modo di contare i positivi produce artificialmente un allarme ingiustificato. «Stiamo fornendo numeri, anche all’estero, che non riflettono minimamente la realtà dell’Italia», continua Bassetti. «Oggi non c’è emergenza».

In realtà, un aspetto realmente emergenziale della faccenda esiste, ma a crearlo è proprio l’insistenza sui tamponi (insistenza secondo i piani del Grande Reset e della dittatura sanitaria.  GLR). Lo ha chiarito molto bene Massimo Puoti, primario di Malattie infettive dell’ospedale Niguarda, parlando ieri con Repubblica. La sua radiografia della situazione è precisa e inquietante. «Più che l’ondata, ci spaventa la logistica ospedaliera», ragiona il primario. «Non abbiamo mai avuto un’ondata durante l’estate e questo al nostro interno crea problemi, perché ci sono le chiusure di reparti collegate al minore afflusso di pazienti, che tra l’altro consentono le ferie del personale che sono necessarie in ragione del superlavoro di questi anni».

Puoti, dal campo, conferma ciò che dice Bassetti: «L’aumento c’è, ma i pazienti entrano per mille motivi e vengono trovati positivi al Covid, anche se asintomatici o con pochi sintomi. Quindi dobbiamo tenerli isolati, come prevedono le regole (regole secondo i piani del Grande Reset e della dittatura sanitaria.  GLR). Bisogna riconvertire spazi e letti, riorganizzare tutto. Ormai siamo abituati, ma è faticoso. […] Cominciamo ad avere anche sanitari che si infettano e devono stare a casa. Questo crea ulteriori complicazioni, perché bisogna incastrare le malattie, con le ferie, con i turni per coprire i reparti pieni di pazienti. È tutto abbastanza difficile dal punto di vista logistico».

Siamo di nuovo allo stesso punto. I pazienti, persino quelli molto fragili, non presentano complicazioni polmonari causate dalle nuove varianti del virus. «Nelle rianimazioni la maggior parte delle persone non ha la polmonite come nella prima e seconda ondata, ma hanno altre problematiche collaterali ed un tampone positivo», dice Puoti. E conclude: «Se non sapessimo che è il Covid e non fossimo passati da questi due anni tragici di pandemia, non saremmo in questa situazione che ha del paradossale, in fondo ( chi lo dice da due anni è stato punito o emaeginato. Ricordatelo!  GLR)».

Insomma, il Covid non sta dando problemi gravi, ma se si fanno tamponi si trovano i positivi, e questi positivi vanno isolati o – se si tratta di professionisti ospedalieri – devono restare a casa, provocando una carenza di personale molto difficile da fronteggiare. Eppure, ancora adesso si continuano a fare test a persone che al massimo hanno un raffreddore o qualcosa di simile. Persino Andrea Crisanti, il guru del tracciamento, è arrivato ad ammettere che la nuova ondata «sarà come una vaccinazione di massa». Certo, non ci aspettiamo che Crisanti arrivi a contestare i suoi amati tamponi, ma le sue parole contribuiscono a disegnare un quadro piuttosto chiaro.

Al quale tocca aggiungere una valutazione di tipo, diciamo, psicologico. Il sistema dei tamponi e del tracciamento è una delle più robuste colonne su cui si fonda il meccanismo liberticida del green pass. Se non si provvede ora a superare la psicosi da sorveglianza, fra pochi mesi l’intera macchina discriminatoria al servizio della Cattedrale sanitaria riprenderà, fatalmente, a funzionare. C’è un solo modo per impedirlo: basta tamponi, adesso.

https://www.laverita.info/ 5/7/2022

 

 

 

 

Prof. Zangrillo: «Lavativi seriali non vengono a lavorare perché positivi al test Covid-19»

È evidente, anche per i più sciocchi (sicuro??  GLR), che bisogna cambiare le regole. Il personale sanitario ospedaliero da diversi mesi fa sapere che le attuali varianti procurano dei normali raffreddori, e che coloro i quali vengono ricoverati sono colpiti da patologie ben più gravi, ma a causa del “tamponamento” continuo, e costante, cresce il numero di positivi al Covid-19. E così, il Professor Alberto Zangrillo, primario dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione Generale dell’ Ospedale San Raffaele di Milano, esprime tutto il suo disappunto con un tweet: «Accade che lavativi seriali, positivi al test #COVID19, non lavorino per settimane, sebbene asintomatici. Così si distrugge il Paese». Ministro Speranza, batta un colpo.

https://www.lapekoranera.it/   8/7/2022

 

 

 

Non sanno quello che fanno e dicono. Ma non vanno perdonati!

 

Covid, Ministero Salute in confusione. Costa: «Basta allarmismi». Speranza: «Pandemia ancora in corso»

Ho sempre detto che l’obiettivo è arrivare a convivere con il Covid e convivere significa, a mio avviso, prendere anche in considerazione l’ipotesi che chi è positivo e asintomatico possa evitare isolamento e la quarantena. Basta allarmismi. Ad affermarlo oggi è il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, ai microfoni di RaiNews24. Ma se se da una parte Costa spinge su questa linea, dall’altra il ministro Roberto Speranza frena: “La sfida della pandemia è ancora aperta. Siamo ancora dentro la partita del virus”. Il Ministero della Salute, insomma, va in confusione.

Quello fatto sui temi dell’isolamento e della quarantena, prosegue Andrea Costa “è un ragionamento che andrà fatto più avanti, ma prima o poi dovremo porci il problema, altrimenti rischiamo di ribloccare il Paese. Oggi abbiamo non solo positivi asintomatici che sono in casa a fare la quarantena ma anche inconsapevolmente sono in giro”.

Credo che convivenza significhi prendere atto che siamo in una fase endemica. Ovviamente – precisa il sottosegretario alla Salute – dobbiamo attendere che passi questo momento di innalzamento dei contagi, che fortunatamente non sta producendo una pressione sui nostri ospedali, dove i numeri sono ancora ampiamente sotto controllo. Credo – conclude infine – che dobbiamo veicolare correttamente prudenza e senso di responsabilità e non messaggi di allarmismo e di paura” ( lo dice lui che è stato uno dei più terribili “terrorizzatori” fino a qualche mese fa. Mah!   GLR).

Di altra idea è invece il ministro della Salute Roberto Speranza ( e che te pare!  GLR): “La sfida della pandemia è ancora aperta. Anche i dati questi giorni ci indicano che siamo ancora dentro questa partita, pur avendo strumenti che ci mancavano negli anni precedenti, nella prime fasi di battaglia contro il Covid”. Lo afferma al Pharma & Life Sciences Summit del Sole 24 Ore. “In questa fase nuova della sfida, abbiamo oggettivamente condizioni diverse, con cui possiamo provare ad aprire una stagione diversa di investimenti”. La vera sfida, conclude infine Speranza, “è trasformare la più grande crisi vissuta negli ultimi decenni in una possibilità di ripartenza per le politiche della salute” ( o forse la sua lurida poltrona… GLR).

https://www.ilgiornaleditalia.it/  4/7/2022


 

Due governatori che si rimangiano le dure posizioni che hanno assunto nei mesi passati. Ve le ricordate? Ma appena il padrone abbaia si rimetteranno in linea.

 

Giovanni Toti: «Allarmano gli italiani con dati Covid sbagliati. Roma batta un colpo»

Sul Covid «assisto a un surreale dibattito estivo, basato su dati errati. E ogni ragionamento fatto su dati sbagliati non può che portare a errate conclusioni. Quasi che qualcuno, già stufo di stare sotto l’ombrellone, sperasse di tornare all’epoca delle mascherine anche sulla battigia (questo è sicuro, vedasi speranzello.  GLR)». Lo scrive il presidente della Liguria e di Italia al Centro, Giovanni Toti sui social.

«Il Covid circola molto tra di noi? Certamente sì. Questo ha effetti sui ricoveri ospedalieri in proporzione? No. I dati che ogni sera allarmano gli italiani – sottolinea Toti – sono dati sbagliati. O meglio, raccolti con metodologie di altri tempi. Siccome il Covid circola, è ovvio che anche tra chi viene ricoverato in ospedale sia presente ma ogni 10 ricoverati con il virus solo 3 vanno al pronto soccorso per i sintomi del virus. Gli altri 7, che le nostre statistiche registrano come pazienti Covid, sono persone che vanno in ospedale per tutt’altro: incidenti domestici o automobilistici, problemi cardiaci, altre infezioni, problemi di chirurgia generale. Nulla a che fare con la polmonite da virus. Però, siccome all’ingresso in ospedale vengono sottoposti a tampone, scoprono di essere positivi e diventano pazienti Covid».

«Capite che questo modo di raccogliere i dati falsa ogni ragionamento, sia sulla pericolosità della malattia, sia sull’organizzazione ospedaliera. Siccome le regole ancora in vigore ci costringono ad aprire reparti Covid a seconda del numero dei ricoverati – ricorda Toti -, presto saremo costretti a riaprire questi reparti in cui però ricoverare pazienti che hanno bisogno di tutt’altre cure. Una sorta di ‘ghetto Covid’ per cittadini con il Covid, ma ricoverati per altro ( ma lo sa cosui che è questo che vuole il Grande Reset?  GLR)».

Toti si domanda se «vi sembra normale che si discuta sulle mascherine all’aperto e non sul fatto che i dati utilizzati e diffusi sulla pandemia siano incongruenti con la situazione? Il Governo cambi queste assurde regole. Per quanto riguarda la Liguria – conclude – domani riunirò la nostra sanità e chiederò di trasmettere almeno i doppi dati: quelli dei ricoverati secondo le regole del Governo e quelli che realmente sono in ospedale per Covid. Così almeno tra noi ci capiremo, in attesa che qualcuno batta un colpo a Roma ( andate a vedere cosa diceva toti qualche mese fa. Che capriole!  GLR)».

https://www.lapekoranera.it/   4/7/2022

 

 

Ospedali veneti a corto di personale, Zaia rivuole in corsia i no vax sospesi: «Basta, tanto il vaccino è superato»

Con 200.000 prestazione da smaltire, il governatore chiede il reintegro di 4.500 sanitari.

Il governatore del Veneto, Luca Zaia, vuole che gli operatori sanitari non vaccinati tornino a lavorare. «L’ho già detto al ministro della Sanità», ha dichiarato al Gazzettino, che «bisogna reintegrare i sospesi, tutti i medici, gli infermieri e gli operatori che non si sono vaccinati e sono a casa. La loro “pena” l’hanno espiata (pena? sono criminali?  GLR): non hanno lavorato, sono rimasti senza stipendio, poi alcuni si sono ammalati, sono tornati per un periodo con i loro anticorpi».

Il presidente del Veneto sa che ci sono 200.000 prestazioni sanitarie da smaltire nelle strutture, tra visite, esami, interventi saltati durante la pandemia. Spera di farlo entro il prossimo dicembre e con un impegno di spesa di 45 milioni di euro. Poi ci sono gli accessi al Pronto soccorso, passati da 1.200 a 5.000 al giorno e il problema è sempre quello: manca personale. Le aziende sanitarie prendono dottori dalle cooperative, la Regione ha deciso di pescare medici di base dai corsi triennali di formazione e di mandare nei settori di emergenza giovani al primo anno di specializzazione, eppure non basta.

Gli organici non consentono di far fronte alla richiesta di camici bianchi, «è da anni che denuncio la programmazione sanitaria sbagliata», tuona Zaia che si ritrova con 4.500 medici e infermieri sospesi. «Io sono uno che la legge la rispetta», precisa, ma «non è questione di sì vax o no vax, il punto è che cosa vogliamo fare con il personale sospeso. Vogliamo fargli un vaccino che per le nuove varianti forse è superato? Diventerebbe un fatto burocratico a questo punto, più che sanitario», obietta il governatore, mostrando buon senso in un clima di ritorno all’allarme Covid e all’invito a inocularsi quarte dosi.

Esattamente un anno fa, quando in Veneto partirono le prime lettere di sospensione ai sanitari che non si erano vaccinati contro il Covid, Zaia annunciò che venivano «congelati» i provvedimenti «perché intervenire su un contratto di lavoro, già datato, giuridicamente si presta a un ricorso». Poi, comunque, fioccarono lettere e sospensioni, ma il presidente di Regione già sottolineava: «Chi ha fatto il decreto sulla obbligatorietà non ha tenuto conto della mancanza di medici».

Nei confronti di chi non voleva il vaccino, Zaia disse: «L’appello che faccio è alla coscienza, al buon cuore, nel senso che se fai questa professione devi metterti in sicurezza, non creare problemi ( anche se il vaccino crea problemi e ben gravi?  GLR)». I problemi, in realtà li hanno avuti soprattutto i sospesi, lasciati senza stipendio e che hanno potuto contare su brevi rientri al lavoro solo se finivano contagiati. Oggi, con migliaia di operatori sanitari costretti a restare a casa, mentre ospedali e strutture territoriali non sono in grado di offrire assistenza alla popolazione, il governatore chiede cambi radicali. Basta interventi punitivi, perché ci stiamo rimettendo tutti. «Io dico, si faccia un ragionamento serio sulla reintegrazione dei sospesi. Sarebbe linfa in più in un momento in cui siamo in difficoltà», manda a dire al ministro.

https://www.laverita.info/ 8/7/2022


 

Articolo che bene aiuta a capire la logica malvagia di una dittatura sanitario-digitale.

 

Quarta dose, l’assalto per smaltire i vaccini: comprate cinque per ogni italiano

Benché i dati provino che la terza dose non funziona, Speranza e gli esperti di regime spingono per la quarta. Evidentemente perché, come svelato dalla «Verità» e «Report», ne hanno comprate cinque per ogni italiano.

Da giorni medici, dirigenti ospedalieri e sanitari non fanno che ripetere lo stesso concetto: anche se i casi di Covid sulla carta aumentano, non c’è emergenza. Semmai, il vero problema riguarda il fatto che si continua impunemente a effettuare tamponi a tappeto, meccanismo che ovviamente conduce a un aumento spropositato del numero di positivi.

Parliamo di persone che mostrano pochi o nessun sintomo, e che andrebbero trattate come normalmente si fa con chi contrae una malattia respiratoria: qualche giorno di riposo e poi il ritorno alla normalità.

L’ossessione per il tamponamento di massa ( ma questa “ossessione” fa parte del progetto criminale di una dittatura sanitaria.  GLR) sta causando guai soprattutto alle strutture sanitarie, che perdono il personale in isolamento e devono gestire pazienti che entrano per le patologie più varie e poi al test si scoprono positivi. Un governo normale e un sistema mediatico sano, a questo punto, ascolterebbero gli appelli provenienti da tutta Italia (Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Liguria…) e provvederebbero a correggere la stortura. Invece dalle nostre parti che si fa? Semplice: si ignorano i problemi veri e si ingigantisce l’allarme su quelli fittizi.

I quotidiani, a dispetto di ciò che loro stessi hanno pubblicato nei giorni passati (sebbene sempre in maniera piuttosto defilata), spostano subito l’attenzione sulla curva in crescita. «Omicron dilaga», titola Repubblica. «Contagi record», fa eco il Corriere della Sera. Che poi i numeri siano dovuti al pasticcio che abbiamo appena illustrato sembra non importare a nessuno.

Come prevedibile, non importa nemmeno a Roberto Speranza, il quale ha accuratamente evitato di ascoltare le voci dei professionisti della salute per stare a sentire chissà quali altri richiami ( quelli dei gestori del Grande Reset, no?  GLR). La sua preoccupazione, in queste ore, è di invitare gli italiani a farsi il secondo booster (la famigerata quarta dose). «Il mio appello soprattutto ai più fragili è di fare subito il secondo richiamo e a tutte le persone di utilizzare la mascherina nelle situazioni a rischio, dove ci sono potenziali assembramenti o situazioni che possono favorire il contagio», dichiara il ministro.

È la solita vecchia panacea: puntura e mascherina, estate sopraffina. Il ministero della Salute si è addirittura premurato di lanciare una iniziativa promozionale in grande stile. Si tratta, spiega il comunicato ufficiale, di una «campagna di comunicazione lanciata dalla presidenza del Consiglio dei ministri e del ministero della Salute, che sarà diffusa sulle reti Rai, sul Web e sui social media». Per l’occasione sarà diffuso un video in cui si può ammirare «un nipote che accompagna la nonna ottantenne a farsi somministrare la quarta dose di vaccino dal medico curante ( ma non provate schifo? No?  GLR). Il claim e hashtag dello spot, in linea con quello dell’intera campagna vaccinale anti Covid, è. “Facciamolopernoi”».

Obiettivo di tutto l’ambaradan è «aumentare il numero dei vaccinati con la quarta dose, per proteggere la popolazione più fragile dal Covid-19 e ridurre il numero dei ricoveri ( alla barba degli effetti avversi e delle morte improvvise. Vedi sotto.  GLR)». Ed è molto interessante la precisazione che si legge nel comunicato stampa ministeriale: «Per ora, le categorie destinatarie della seconda dose booster sono anziani over 80, anziani residenti nelle Rsa, over 60 con condizioni di elevata fragilità, familiari e caregiver delle persone delle categorie destinatarie. Ma non è improbabile che la platea possa venire ampliata a altre fasce della popolazione».

Ah, ma pensa un po’. Intanto si comincia con anziani e fragili, poi chissà… E come sempre quando c’è da alzare la tensione, ecco farsi vivi i sempre entusiasti profeti della Cattedrale sanitaria, tipo il fenomenale Pier Luigi Lopalco (quello che il virus non lo portavano i migranti ma i manager in business class), pronto a dichiarare che bisogna fare subito «il secondo richiamo» e non si deve nemmeno «aspettare il nuovo vaccino»Se la ragione non fosse già stata ampiamente annichilita, basterebbero le parole dei dirigenti sanitari sulla dannosità dei test massivi per capire quali azioni si dovrebbero realmente intraprendere.

Ma visto che la psicosi vaccinale domina, ci accontenteremmo che qualcuno di questi luminari fissati con la quarta dose ci esibisse non una, bensì mezza prova scientifica di ciò che afferma. Anche perché, a dirla tutta, i dati forniti dall’Istituto superiore di sanità mostrano che perfino la terza dose è piuttosto deludente.

Lo abbiamo scritto nei giorni scorsi: l’incidenza dei casi di Covid, a livello della popolazione generale, è pressoché identica in non vaccinati e tridosati: 1,69% contro 1,66. Di più: tra i 40 e i 59 anni, l’incidenza del virus è più alta tra chi è stato sottoposto al booster (che per tanti è obbligatorio). Tradotto: se la terza dose mostra di non funzionare, perché si insiste con la quarta?

E ancora: se il problema non sono i numeri dei malati ma i tamponi in eccesso, perché aumenta la pressione sulle nuove iniezioni? Di sicuro pesa il delirio sanitario. Ma ci viene anche un forte sospetto: che si continui a spingere il secondo richiamo perché ci sono tanti flaconi da smaltire (parole sante!!  GLR)

La VeritàReport, già un paio di settimane fa, hanno raccontato tutto senza timori: lo Stato italiano ha comprato qualcosa come 321 milioni di dosi di vaccini. Facendo qualche rapido conto, il nostro giornale ha mostrato che le nostre autorità sono pronte «a somministrare 6,48 dosi agli italiani che hanno accettato di fare le prime due iniezioni. Se, invece, contassimo l’intera popolazione, arriveremmo comunque a 5,3». In pratica ci sono un bel numero di dosi in eccesso, almeno due per ogni cittadino.

Ieri anche il Fatto è tornato sulla pratica, scrivendo che a oggi ci sarebbero 48 milioni di dosi inutilizzate, di cui 3,3 scadono entro agosto. Ed ecco il punto. I contratti capestro che abbiamo firmato ci hanno obbligato ad acquistare fiale in eccesso, e il giro di soldi non è certo piccolo ( per il nostro bene, no?  GLR). Non è che ora si spinge sul nuovo booster per consumare le scorte che rischiano di andare a male? Dite che facciamo brutti pensieri? Beh, non siamo di certo gli unici…

https://www.laverita.info/   7/7/2022

 

 

Ecco un altro essere che ora dice le cose che condannava quando nei mesi scorsi le dicevano medici non allineati. Ricordate? Ma appena il padrone abbaia si rimetterà in linea.

 

Covid, Crisanti: «Non muoiono i “no vax ma” i vaccinati fragili»

«Non abbiamo avuto il coraggio di dire sin dall’inizio che 160 morti al giorno non erano “no vax ma” erano persone vaccinate fragili»: è quanto ha afferma analizzando i numeri il professor Andrea Crisanti, ospite di David Parenzo e Concita De Gregorio a In Onda, su La7. Il microbiologo inoltre ha anche osservato: «il vero problema con il Covid è che dobbiamo proteggere i fragili, perché chi muore ogni giorno non sono i no vax ma parliamo nel 98% persone fragili vaccinate» «Siamo in ritardo con la quarta dose?», ha domandato Parenzo. «Il problema è come proteggere i fragili. Non c’è più accettazione sociale per le misure di limitazione. Quindi dobbiamo spiegare ai fragili che devono continuare a indossare le mascherine nei luoghi di assembramento ( si, papà…  GLR)», ha risposto Crisanti-

https://www.lapekoranera.it/7/7/2022

 

 

 

Si, c’è un giudice a Montevideo. Da noi?


Pfizer e vaccino anti-Covid sotto indagine: giudice in Uruguay vuole sapere componenti e efficacia

Pfizer e componenti del vaccino anti-Covid sotto indagine. In Uruguay il giudice del Tribunale per il contenzioso amministrativo (TCA)Alejandro Recarey vuole vederci chiaro. L’uomo, scrive Il Giornale d’Italia, ha intimato al governo uruguayano e alla Pfizer di produrre in aula una serie di documenti e informazioni dettagliate ( quando da noi?  GLR). Il termine di 48 ore concesso scade oggi, mercoledì 6 luglio, alle 14.00 ora italiana. Il giudice è stato attivato da una richiesta di protezione per la sospensione della somministrazione del vaccino nei bambini. Nel Paese il vaccino Pfizer può essere somministrato a partire dai 5 anni di età, su base volontaria. La decisione prevede che l’esecutivo ed l’aziende statunitense forniscano la documentazione sulla composizione dei vaccini, compresa l’eventuale presenza di “ossido di grafene” o “elementi nanotecnologici”.

Vaccino Pfizer: in Uruguay indagine per saperne i componenti
A essere richiesta in particolare è la composizione biochimica del vaccino. Il giudice ha chiesto inoltre informazioni sulla “sostanza chiamata RNA messaggero” e sulla sua funzione e dati che dimostrino la sua completa innocuità. Contestualmente il magistrato ha chiesto di conoscere come vengano distribuiti i diversi lotti e in base a quali criteri ( quando da noi?  GLR).

Pfizer: “Vaccino sperimentale? E’ veramente efficace?”
Il giudice Recarey ha chiesto che venga chiarito se il vaccino sia sperimentale o meno e che venga precisato “ciò che è scientificamente noto e non noto” riguardo la sua efficacia. Ha chiesto poi che vengano forniti i dati ufficiali che “dimostrino l’impatto negativo o positivo della cosiddetta vaccinazione sul numero di contagi e decessi diagnosticati con covid dall’inizio della campagna ad oggi”. E che venga indicato se sono stati condotti studi che spieghino “il notevole aumento dei decessi per covid-19 a partire da marzo 2021 rispetto all’anno precedente” ( quando da noi?  GLR).

Infine, il magistrato uruguayano, conclude Il Giornale d’Italia, ha chiesto alle autorità di comunicare se siano state studiate terapie alternative al vaccino Pfizer per curare il covid-19. E in caso di risposta negativa, ha chiesto che venga chiarito per quali ragioni tali soluzioni alternative non siano state esplorate ( quando da noi?  GLR),

https://www.lapekoranera.it/6/7/2022

 

 

 

 

Il Grande Reset è per la nostra felicità, il nostro bene,  il nostro piacere, la nostra contentezza, la nostra beatitudine… e la nostra miseria. Articolo di grande importanza e con ottimi spunti di riflessione. Se ne siamo ancora capaci…

 

MANGERETE INSETTI E SARETE FELICI

Insetti a tavola. È il nuovo menù servito ai bambini di alcune scuole elementari del Galles per incoraggiare il consumo di proteine alternative a quelle della carne bovina. Si tratta di un esperimento avviato dall’Università di Cardiff e dall’Università dell’Inghilterra occidentale (UWE Bristol). (1) La ricerca ha entusiasmato Beppe Grillo ( e che te pare… GLR) che non vede l’ora di mettere nel piatto degli studenti italiani grilli, locuste e tarme (i tre tipi di insetti autorizzati dalla UE):

“I bambini impareranno così i benefici nutrizionali e ambientali del consumo di insetti”Allo scopo di:  “ridurre i 64 milioni di tonnellate di anidride carbonica emesse ogni anno dalla produzione e dal consumo di prodotti a base di carne.”

Vorremmo fosse una battuta, se non fosse che il comico genovese non riesce più a far ridere nessuno, impegnato come è nella promozione dell’agenda globalista, di cui la crociata ecologista è uno dei principali obiettivi. Sulla pelle dei nostri figli, facendone, letteralmente, carne da macello. Dieta insettivora al posto della dieta mediterranea, a scuola, per rieducare le nuove generazioni alla mancanza di gusto, al digiuno delle nostre tradizioni e arruolarle nel nuovo culto ambientalista.

Certo di un imminente “disastro ambientale senza precedenti”, anche Bill Gates vuole rivoluzionare la nostra alimentazione dichiarando che, nel futuro, gli individui “dovrebbero mangiare solo carne sintetica“. (3) Infatti, ha lanciato la startup Beyond Meat che produce manzo in laboratorio ed è, filantropicamente, divenuto il maggiore latifondista degli Stati Uniti, dove coltiva cibi in plastica per salvare la Terra, seguito da altri imprenditori della Silicon Valley, pronti a colonizzare il nuovo, appetitoso (per loro), mercato. Hamburger sintetici sono già disponibili nei fast food americani di Burger King.

Il menù del futuro cucinato per noi dalle elites globaliste prevede, quindi, insetti e carne artificiale.

…….

Dopo “io resto a casa”, “w la pace, inviamo le armi”, è la volta di “io mangio insetti”. Vuoi la bistecca alla fiorentina? Sei un egoista, un irresponsabile, un devastatore del pianeta.

La strategia politica dell’emergenza perenne (ora sanitaria, ora bellica, ora ambientalista) serve ad abbattere lo stato di diritto delle democrazie a favore dello stato di eccezione delle oligarchie, veicolato dai prestanome ONU, OMS, ecc.

Come aveva scritto Naomi Klein fin dal 2008, l’economia dei disastri,  la “shock economy”, è il neoliberalismo imposto con lo shock. Strumentalizzando crisi globali, vengono emanate norme straordinarie tese a introdurre un nuovo modello socio-economico che cambia in maniera radicale abitudini e stili di vita. A cominciare dal cibo.

Lo shock food è la “shock economy” servita direttamente nei nostri piatti, vista anche la crisi alimentare che ci viene prospettata.

Il terrore e il disorientamento opportunamente diffusi impediscono la reazione delle popolazioni che, altrimenti, non accetterebbero mai una riforma che le rende sempre più povere per arricchire multinazionali e poteri finanziari. Con la pandemia sono già fallite molte aziende, la crisi del gas porterà ad un’ecatombe e, letteralmente, alla fame milioni di persone.

“Non avrete nulla e sarete felici“, ha sentenziato Klaus Schwab. Anche di mangiare grilli, perché il neoliberalismo autoritario si manifesta sotto la maschera dei buoni principi, come l’ecologia.

……

La dieta insettivora è isteria pseudo-ecologista, immiserimento della nostra cultura, anestesia dei sensi contro gli aromi delle cucine locali. È cibo anonimo, senza identità, pasto pronto in una bulimia di vacuità dove tutto fa brodo disperdendo i saperi locali, a vantaggio delle aziende globaliste che, insaziabili, gestiscono il nostro futuro alimentare.

La difesa della democrazia passa anche attraverso la difesa dell’infinita moltitudine dei sapori e dei saperi della nostra tradizione. Occorre riappropriarsi delle strade, tornare a frequentare il mercatino sotto casa, valorizzare i rapporti di prossimità e vicinanza, riscoprire il lato umano dietro i prodotti, le mani che li producono.

Contro l’egemonia delle industrie alimentari che schiacciano i piccoli agricoltori e allevatori, contro la logica della delocalizzazione che impoverisce il nostro territorio, contro i supermarket dove atterrano le fragole a gennaio annichilendo le stagioni, un tempo sacre.

Sonia Milone,  https://comedonchisciotte.org/    8/7/2022


 

 

avvocato e attivista statunitense, 1811-1874

 

 

Il sito di La PekoraNera riporta un prezioso elenco continuamente aggiornato di notizie su malori e morte improvvise, assolutamente in continuo aumento. I giornali citati nell’elenco quasi mai creano una correlazione tra vaccinazione e malori o morti improvvise.

Ma sappiamo ( o dovremmo sapere) che siamo sotto un regime sanitario, quindi… Comunque a voi leggere, sapere  e riflettere.

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Raccolta di sospetti eventi avversi da “vaccini anti Covid-19”, in ordine cronologico, provenienti dalla stampa italiana e internazionale. Inseriti così come pubblicati in origine, anche in lingua originale non tradotta. Lista aggiornata continuamente.

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