IL SONNO DELLA RAGIONE PRODUCE MOSTRI
Mai come all’epoca del progetto criminale globale chiamato Grande Reset il sonno della ragione ( se ce l’hanno) di politicanti, governicchi, amministratorucoli locali, pseudo-scienziatucoli ( e covidioti) li trasforma in mostri e li rende atti a produrre mostruosità per essere totalmente proni, asserviti, supini, prostrati, bocconi, piegati alla visione psicopatica di coloro che hanno ideato e guidano il Grande Reset: gli iper-miliardari ( banchieri ed industriali) che compongono l’aristocrazia finanziario-usuraia, la vera padrona del mondo ( leggi QUI).
La vera testa del mostro e delle mostruosità in corso e in preparazione.
Un mostro, che con le sue frasette e definizioni dolciastre e melliflue ( transizione energetica, transizione ecologica, transizione digitale, transizione sanitaria) da imbonitori di fiere paesane, nasconde il suo volto di lupo rapace e famelico dietro la maschera di una placida pecora ( leggi o rileggi QUI) che vuole solo il nostro bene.
Il volto di chi programma, progetta, pianifica, architetta la nostra folle futura “nuova normalità” come una gabbia senza via d’uscita ( leggi o rileggi QUI e QUI e soprattutto QUI).
L’aristocrazia finanziario-usuraia ( con i suoi accoliti di politicanti asserviti) segue perfettamente quanto scrisse il pubblicitario statunitense Edward Bernays ( padre delle pubbliche relazioni e della moderna pubblicità, 1891-1995) nell’incipit del suo libro più famoso, Propaganda, del 1928:
“La manipolazione consapevole e intelligente, delle opinioni e delle abitudini delle masse svolge un ruolo importante in una società democratica; coloro i quali padroneggiano questo dispositivo sociale costituiscono un potere invisibile che dirige veramente il paese.”
“la manipolazione occulta è necessaria alla democrazia. Noi siamo in gran parte governati da uomini di cui ignoriamo tutto, ma che sono in grado di plasmare la nostra mentalità, orientare i nostri gusti, suggerirci cosa pensare. Un governo invisibile plasma le nostre menti. “
“ Abbiamo lasciato volontariamente a un governo invisibile il compito di passare al vaglio le informazioni per individuare il problema principale e ricondurre la scelta a proporzioni realistiche. Accettiamo che i nostri dirigenti e gli organi di stampa da loro utilizzati, ci indichino le questioni considerate di interesse generale. Accettiamo che una guida morale, un pastore, uno studioso, o semplicemente un’opinione diffusa ci prescrivano un codice di comportamento sociale standardizzato al quale ci conformiamo per la maggior parte del tempo.”
“Si possono criticare certi fenomeni, in particolare la manipolazione delle informazioni, l’esaltazione dell’individualismo e tutto il battage pubblicitario intorno ai personaggi politici, ai prodotti commerciali o alle idee sociali. Queste attività sono però necessarie per una vita ben ordinata. Le tecniche usate per inquadrare l’opinione pubblica sono state inventate e poi sviluppate via via che la società diventava più complessa e l’esigenza di un governo invisibile si rivelava sempre più necessaria.”
“La macchina a vapore, la stampa e l’alfabetizzazione di massa hanno strappato il potere ai sovrani per consegnarlo al popolo che lo ha ricevuto in retaggio. Il suffragio universale e la generalizzazione dell’istruzione hanno rafforzato questo processo. Oggi tuttavia si profila una reazione, la minoranza ha scoperto di poter influenzare la maggioranza in funzione dei suoi interessi; ormai è possibile plasmare l’opinione delle masse per convincerle a orientare nella direzione voluta la forza che hanno da poco acquisito. Un processo inevitabile, data la struttura attuale della società.”
Quindi la propaganda, la pubblicità sono l’organo esecutivo delle false democrazie, del potere profondo, del deep state, del governo invisibile dell’ èlite dei super-miliardari.
Un soft power, un potere soffice ( espressione coniata da un figuro come Joseph Nye (1937), professore di Haward negli USA e consigliere di molti governi americani), apparentemente non coercitivo, non violento ma che cerca di persuaderci non ( apparentemente) imponendosi.
Lo stesso soft power che vuole convincerci, persuaderci, indurci “garbatamente e sofficemente” a fare del 5G ( e poi del 6G prossimo) il centro della nostra vita, lo scopo del nostro esistere, l’asse portante dei nostri giorni senza il quale non si può vivere.
Se poi ne moriremo ( di 5G e 6G) a loro, quelli del soft power dell’aristocrazia finanziario-usuraia e dei loro accoliti politici, quelli della testa del mostro non fregherà un’emerita ma…, anzi! (GLR)
DISCONNESSI DAY: SCIOPERO DIGITALE CONTRO L’AUMENTO DELL’ELETTROSMOG
Il 30 Aprile l’Italia si disconnette
Sciopero digitale contro l’aumento d’elettrosmog: il 30 Aprile l’Italia si disconnette nel Disconnessi Day
La disobbedienza tecnologica contesta la manovra del Governo Meloni e l’arroganza della lobby 5G.
In applicazione dell’art.10 delle legge n° 214 del 30/12/23, martedì 30 Aprile 2024 entrerà in vigore la norma che – per la prima volta nella storia italiana – legittima l’innalzamento dei limiti soglia d’inquinamento elettromagnetico, consentendo alle circa centomila stazioni radio base e antenne di telefonia mobile già operative sul territorio nazionale di aumentare la densità di potenza dell’irraggiamento nell’aria pubblica di agenti possibili cancerogeni con picchi anche di 100 volte in più rispetto a quanto fino ad oggi consentito.
Si tratta di un vero e proprio trattamento sanitario obbligatorio per tutta la popolazione italiana, atteso come l’infrastruttura tecnologica potrà poi essere implementata anche nella misura del 50% di antenne in più per ogni singolo Comune.
In sostanza, a breve saremo invasi da molte più antenne sempre più potenti; siamo alla viglia di uno tsunami elettromagnetico dalle proporzioni inimmaginabili, avviate le trattative di Governo anche per ingolfare i cieli del 5G irraggiato dallo spazio.
Ci troviamo quindi ad un bivio, nel punto di non ritorno, assenti il diritto alla disconnessione e all’autodeterminazione digitale nella libertà di scelta tecnologica.
A nulla sono finora valsi i ripetuti appelli della comunità medico-scientifica internazionale indipendente nell’invito rivolto a Governo e maggioranza parlamentare di non macchiarsi di questa grave responsabilità politica, sociale e sanitaria.
A nulla sono poi servite le numerose petizioni popolari girate all’esecutivo con le centinaia di miglia di firme prodotte da cittadini contrari, così come vane sono state le tante manifestazioni, i sit-in, i convegni e le azioni politiche e giudiziarie sinora intraprese, compreso pure uno sciopero della fame e l’opposizione di 600 Comuni critici e/o contrari alla sperimentazione a cielo aperto di una tecnologia priva del cosiddetto rischio zero.
Il 5G, come ogni altra tecnologia wireless, non è infatti solo un pericolo sanitario e ambientale ma anche un’arma militare, oltre che la rete principale su cui si sta costruendo l’impalcatura del nuovo controllo sociale con la conversione del Paese nella società dei Gigabit, ovvero quel distopico scenario di orwelliana memoria finalizzato alla costruzione della tecnogabbia nella gestione algoritmica della vita, dalla culla alla tomba.
Per dissentire dalla spericolata manovra, per protestare e mandare un segnale forte, in controtendenza e inedito al Governo Meloni, denunciando al contempo l’arroganza delle multinazionali straniere del 5G sempre più padrone delle scelte dei decisori pubblici, in concomitanza con l’entrata in vigore della legge che aumenterà l’elettrosmog in tutta Italia, viene proclamata una giornata di sciopero digitale.
Nel Disconnessy Day le sigle aderenti all’iniziativa invitano tutti i cittadini consapevoli a spegnere qualsiasi dispositivo digitale connesso e smart, cioè a fare a meno per ininterrotte 24 ore nell’intera giornata di martedì 30 Aprile 2024 dell’uso del wireless, Wi-Fi, Smartphone, cellulari, social, Internet, moneta elettronico-digitale, identità digitale, Intelligenza artificiale e ogni altra applicazione, prodotto, servizio e/o tecnologia legata e riconducibile alla transizione digitale della Quarta Rivoluzione Industriale, una narrazione a senso unico di falso progresso e futuro antiumano calatoci dall’alto, a cui però nessuno ha fornito il consenso e l’assenso nella partecipazione da cavia umana per una sperimentazione che costruisce un modello di società totalitaria senza precedenti.
“Chiediamo quindi solennemente a tutti i cittadini preoccupati per il futuro delle generazioni presenti e future di boicottare tutti i prodotti direttamente o indirettamente legati al 5G e al suo mondo. Se sei incoraggiato a passare al telefono o al piano 5G, anche a un prezzo basso, rispondi di no”, invitano in Francia.
“Boicotta il 5G: i telefoni 5G richiederanno un maggiore consumo di energia e aumenteranno l’impronta di carbonio del settore wireless, destinato a diventare i principali consumatori di energia al mondo nei prossimi 5 anni. I telefoni 5G aumenteranno le capacità di sorveglianza del ‘fratello maggiore’ della grande tecnologia e di altri settori e consentiranno di estrarre i tuoi dati personali”, ripetono in Australia.
E noi in Italia? Vogliamo fermarli? Allora fermiamoci e disconnettiamoci.
Senza la linfa vitale, in assenza di digitale e rete wireless di quinta generazione, il sistema tecnocratico è destinato ad implodere.
Non è più tempo di mezze misure né di compromessi, agire ora vuol dire assumersi la responsabilità di riprendersi la scelta e la libertà sul proprio destino.
Il 30 Aprile viviamo disconnessi per mettere in moto un processo virtuoso di autodeterminazione.
Aderiscono all’iniziativa del Disconnessi Day
Anasinta
Associazione Dicentra
Associazione Italiana Elettrosensibili
Associazione Kairos
Becciolini Network
Border Nights
Carpi Consapevole
Cittadinanza Attiva per la Tutela dell’Elettrosmog di San Casciano Val di Pesa (Firenze)
Coordinamento Paradiso Bologna
Comitato Oltre la MCS
Comitato Teodora Ravenna
Comitato Toscano MCS
Gruppo Esseri Umani Abruzzo
Gruppo Pistoia Valdinievole Nuova
I guardiani del cielo
Io non pago Italia
Movimento Libertà Livorno
Movimento di Resistenza Umana
Movimento SìAmo
Noi con IppocrateOrg
No Paura Day
No ZTL Italia
Oasi Sana
Pace Ultima Chiamata
Ribelli dentro
Uniamoci Trentino
3V
9MQ
#Stop5G Emilia
Sei un comitato? Un’associazione? Un gruppo? Vuoi aderire al DISCONNESSI DAY? Scrivici alla email stop5gmeeting@gmail.com
MELONI APPIATTITA ALLA LOBBY 5G: ITALIA INVASA DI NUOVE ANTENNE PIÙ POTENTI
Non è bastato il pericolosissimo, contestato e controverso aumento dei limiti sogli d’inquinamento elettromagnetico diventato legge il 31 Dicembre 2023.
Con un nuovo decreto legislativo sul Codice delle Comunicazioni elettroniche, già approvato in via preliminare a Palazzo Chigi nel Consiglio dei Ministri, adesso Giorgia Meloni, Adolfo Urso e Raffaele Fitto vogliono pure passare all’incontrollata predazione dei territori per velocizzare senza più freni l’installazione di antenne 5G in tutti i Comuni d’Italia.
La scusa è quella di velocizzare i tempi nell’agevolazione burocratica della posa di nuove stazioni radio base che, col wireless, irraggiano agenti possibili cancerogeni nell’aria.
Niente più vincoli, deroghe al controllo delle Arpa regionali, addio ai regolamenti municipali, addio ai Piani per la localizzazione delle antenne (quelli che individuano siti sensibili come scuole, ospedali, case di cura).
Insomma, ipersemplificazione massima delle procedure come una vera e propria deregolamentazione legalizzata, l’assalto finale alla diligenza di un Paese svenduto nell’aria pubblica e nel proprio suolo: dopo aver aumentato i livelli di esposizione per la popolazione, ora si aumentano le antenne e ripetitori, ovunque, mentre con Starlink Elon Musk – in trattiva con Open Fiber e Governo – sta pianificando l’assalto dal cielo per inondarci di radiofrequenze 5G sopra le nostre teste.
Una manovra particolarmente insidiosa, quella dell’ennesimo decreto legislativo, visto che entro la fine di Aprile proprio Regioni e Comuni saranno chiamati ad esprimersi sulla legge che fa schizzare l’elettrosmog.
Ma a quanto pare, evidentemente in una botte di ferro tra opposizione assente, maggioranza parlamentare compiacente e municipi poco graffianti e incisivi, il Governo Meloni dimostra apertamente di non temere affatto l’ipotizzata impuntatura degli enti locali, anzi, e con quest’ulteriore decreto ad esclusivo appannaggio delle richieste della lobby del 5G, se ancora ce ne fosse bisogno chiarisce inequivocabilmente di volersi assumere una gravissima responsabilità politica nella predazione dei territori, fregandosene di vincoli ambientali, paesaggistici e di appelli sanitari alla prevenzione del danno.
Il vero volto della transizione digitale è questo. Totalitario e distopico.
“Il testo aggiorna e adegua le disposizioni vigenti all’evoluzione, veloce e incisiva negli ultimi anni, della tecnologia relativa ai servizi di comunicazione elettronica (connessione 5G) – recita il comunicato stampa del Consiglio dei Ministri diffuso il 19 Dicembre 2023 – in particolare l’innovazione e la realizzazione delle infrastrutture digitali (ripetitori per le connessioni 5G; cavi in fibra ottica), sostenute anche dal PNRR. A tal fine sono apportati correttivi anche alle disposizioni procedurali in un’ottica di semplificazione e riduzione dei tempi burocratici”.
La proposta arriva dal Ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il PNRR Raffaele Fitto e dal solito Ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.
Per capirne di più, abbiamo ascoltato il parere di Giuseppe Teodoro, tecnico, vice-presidente di Ecoland, già intervenuto nel teatro d’inchiesta FUORI ONDA per denunciare i pericoli del 5G.
Più che un’intervista, quelli che seguono sono commenti di Teodoro ad ogni passaggio del decreto legislativo di riforma del Codice delle Comunicazioni elettroniche, così come già approvato in sede preliminare dal Governo Meloni.
I punti incriminati, sono maggiormente tre, eccoli in esclusiva su OASI SANA:
Art. 1, comma 6. Viene aggiunto all’art. 8 del D.lgs. 259/2003 il comma 2-bis, che dispone che: “Le Regioni e gli Enti locali favoriscono la realizzazione delle reti di comunicazione elettronica non limitando a particolari aree del territorio la possibilità di installazione”.
COMMENTO di GIUSEPPE TEODORO: “Tale disposizione mira a sottrarre ai comuni il potere regolamentare di gestire la localizzazione degli impianti attraverso una analitica pianificazione, secondo i criteri indicati dall’art. 8, comma 6 della Legge 36/2001. E poiché esso e l’unico strumento a disposizione degli enti locali per razionalizzare nel proprio territorio le infrastrutture, secondo criteri di composizione delle esigenze di copertura del servizio radioelettrico e di tutela della popolazione dalla esposizione ai campi elettromagnetici e di salvaguardia dell’ambiente, non e opportuno accogliere una disposizione che estende illimitatamente la disponibilità dei territori ad accogliere sorgenti di emissione elettromagnetica”.
Art. 1, comma 18. Vengono apportate modifiche all’art. 43 del D.lgs. 259/2003, in particolare all’art. 4 e sostituito dal seguente: “L’autorizzazione all’installazione delle reti pubbliche di comunicazione elettronica comprende la valutazione di compatibilità delle relative opere infrastrutturali con la disciplina urbanistica ed edilizia e costituisce titolo unico per la loro installazione”.
COMMENTO di GIUSEPPE TEODORO: “Tale disposizione, in un’ottica di eccessiva semplificazione, tende ad accorpare la valutazione dell’autorizzazione alla installazione di infrastrutture con quella relativa alla disciplina urbanistica delle stesse. Essa rappresenta una pericolosa forzatura, in quanto rischia di privare l’ente locale del suo potere di verificare la compatibilità urbanistica dell’impianto ai sensi del D.P.R. 6 giugno 2001 n. 380 (cfr. in tal senso ex multis: Corte Costituzionale, Sentenze: n. 129 del 23 marzo 2006; n. 265 del 21 giugno 2006 e Ord. n. 203 del 18 maggio 2006; Corte di Cassazione Penale, sez. III, n. 12318, del 23 marzo 2007; Consiglio di Stato sez. VI n. 1768 del 2008; Consiglio di Stato, Sez. VI, n. 3534 del 15 giugno 2006; Consiglio di Stato, Sez. VI, n. 4000 del 26 luglio 2005)”.
Art. 1, comma 20. Modifiche all’art. 45 del D.lgs. 259/2003, con l’inserimento di un nuovo comma 4-bis: “…sono soggette ad autocertificazione di attivazione […] le installazioni e le modificazioni, ivi comprese le modificazioni delle caratteristiche trasmissive degli impianti di cui al presente articolo, degli impianti radioelettrici per trasmissione punto-punto e punto-multipunto e degli impianti radioelettrici per l’accesso a reti di comunicazione ad uso pubblico con potenza massima al connettore d’antenna inferiore o uguale a 10 watt e con dimensione della superficie radiante non superiore a 0,5 metri quadrati”.
Comma 4-ter: “…l’installazione e l’attivazione di apparati di rete caratterizzati da una potenza massima trasmessa in uplink inferiore o uguale a 100mW, e da una potenza massima di connettore di antenna, in dowlink, inferiore o uguale a 5 W, e aventi un ingombro fisico non superiore a 20 litri, possono essere effettuate senza alcuna comunicazione all’ente locale e agli organismi competenti ad effettuare i controlli di cui all’art. 14 L. 36/2001”.
COMMENTO di GIUSEPPE TEODORO: “Tale disposizione introduce l’ennesima procedura semplificativa per le tipologie di impianti che raggiungono una potenza di 10 watt, derogando ai vincoli di controllo che spetterebbero agli enti locali, ma anche alle Arpa regionali”.
Art. 1, comma 26. Modifiche all’art. 54-bis del D.lgs. 259/2003: “nei casi di installazione delle infrastrutture di cui agli articoli 44, 45, 46, 47 e 49…”.
COMMENTO di GIUSEPPE TEODORO: “Con tale disposizione si apportano modifiche alla norma che fa eludere l’applicazione del vincolo paesaggistico di cui all’art. 142, comma 1, lett. h) d.lgs. 42/2004 ad alcune tipologie di impianti radioelettrici, estendendo tale deroga anche agli impianti temporanei (art. 47) e a quelli per il cui impatto e contemplata l’autorizzazione dell’ente locale (art. 44). Si tratta di una disposizione irricevibile, poiché , estendendo la deroga per il controllo del vincolo paesaggistico ad ogni tipologia di impianto, consente, di fatto, la localizzazione delle infrastrutture di comunicazione elettronica in ogni ambito del territorio, senza alcun limite di carattere ambientale”.
Maurizio Martucci, https://oasisana.com/ 8/1/2024
6G, L’INTERNET DEI CORPI
Copertura completa del mondo con le radiofrequenze a microonde millimetriche per integrare spazio-terra-uomo-tecnologia, fondere il fisico col biologico e il digitale per finire nelle connessioni neurali, potenziare il corpo con nanotecnologie nell’ibridazione della specie, ma pure per realizzare scenari fantascientifici con ologrammi a grandezza naturale, realtà aumentata e chip fotonici ubiqui.
E’ questo l’obiettivo del 6G, il wireless di sesta generazione in agenda per il 2030 nell’Internet of bodies, il network planetario di reti tra persone viventi e cibernetica.
In questa puntata con Maurizio Martucci andremo alla scoperta di progetti e programmi di connessione e trasformazione dell’essere umano.
Contributi di Riccardo Cassinadri (ingegnere elettronico) e Costantino Ragusa (saggista, attivista).
Vedi e ascolta QUI
DALLA RETE
Vedi qui: DALLA RETE: appuntamenti ed informazioni.
ANNO V DEL REGIME SANITARIO- ECOLOGICO- DIGITALE
Vedi qui: INIZIATIVE E FIRME DI RESISTENZA
IMPORTANTI DOCUMENTI DA SCARICARE QUI
Vedere con attenzione il docufilm “Invisibili” sui DANNI DELLO PSEUDO-VACCINO: QUI
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912 studi scientifici sui danni del vaccino LEGGERE QUI
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