IL DOVERE DELLA MEMORIA. Calendario laico dei Santi.

Il 23 gennaio del 1799 viene inaugurata a Napoli la Repubblica.

D’ispirazione giacobina e “sorella” della Repubblica rivoluzionaria francese la Repubblica Napoletana ( o Repubblica Partenopea) venne guidata da un governo provvisorio e costituente di 20 membri ( poi 25, tutti di estrazione nobiliare, borghese, artigiana e di notevole cultura) che cercheranno di promuovere un superamento della mentalità feudale del regno borbonico e una promozione umana attraverso l’educazione popolare alla cittadinanza e alla responsabilità: per questo il 12 febbraio 1799 verrà pubblicato il Catechismo nazionale pe’l cittadino.

Il 1 aprile venne presentata una bozza di Costituzione elaborata sul modello della Costituzione francese del 1783 ma la breve vita della Repubblica non permetterà la sua applicazione. Leggi il resto di questo articolo »

Il 20 gennaio 1944 muore ucciso da tedeschi in battaglia presso Monte Torre Maggiore vicino Terni GERMINAL CIMARELLI ( 33 anni) operaio, Antifascista e comandante di una formazione partigiana garibaldina.

Cimarelli nacque a Terni in una famiglia di estrazione popolare e iniziò a lavorare molto giovane come operaio tracciatore presso le Acciaierie di Terni avvicinandosi alle idee socialiste e nel 1932 al Partito Comunista d’Italia clandestino. Nel 1934 militava pienamente nel ristretto gruppo comunista ternano anche se era stato iscritto d’ufficio ai fasci giovanili e, dal maggio 1934, al Partito nazionale fascista.

Nonostante questo, Cimarelli veniva vigilato continuamente dalla polizia in quanto considerato seguace delle idee comuniste: infatti Cimarelli era un attivo propagandista all’interno delle Acciaierie e più volte venne fermato e diffidato. Il 25 agosto 1936 venne arrestato con altri operai, perchè implicato nella diffusione di manifestini sovversivi inneggianti ai Repubblicani spagnoli e alla vittoria del proletariato, e condannato a cinque anni di confino di polizia alle isole Tremiti. Leggi il resto di questo articolo »

Il 18 gennaio 2016 muore a Torino dopo una breve malattia MASSIMO OTTOLENGHI (100 anni, nome di battaglia Bubi) avvocato, magistrato, scrittore, Partigiano, Azionista e Antifascista.

Ottolenghi nacque a Torino in una famiglia ebraica della buona borghesia locale: il padre era docente di diritto internazionale e amico di Luigi Einaudi ( futuro presidente della Repubblica dal 1948) e venne espulso dall’università di Torino dopo l’approvazione delle leggi razziali, nel 1938. Per questo fatto, Ottolenghi, che già aveva conosciuto l’antifascismo in famiglia, rafforzò ancora di più le sue convinzioni. Leggi il resto di questo articolo »

Il 5 gennaio 1984 muore a Catania ucciso da mafiosi con cinque colpi di pistola GIUSEPPE FAVA (59 anni) giornalista, scrittore e autore di opere teatrali.

Fava nacque a Palazzolo Acreide (SI) da una famiglia di media borghesia. Nel 1943 si laureò in giurisprudenza all’Università di Catania e nel 1952 divenne giornalista professionista. Dopo aver collaborato a numerose testate regionali e nazionali nel 1956 venne assunto all’Espresso Sera di Catania di cui fu caporedattore fino al 1980.

Pur interessandosi di calcio e spettacoli cominciò ad intervistare alcuni boss di Cosa Nostra come Vizzini e Genco Russo. In seguito il proprietario di Espresso Sera non lo nominò direttore perché Fava mostrava già di essere poco controllabile. Nel 1980 gli venne affidata la direzione del Giornale del Sud di Catania in cui formò una redazione vivace e giovane ( era presente anche il figlio Claudio) che rese il giornale un quotidiano coraggioso alla ricerca decisa della verità per “realizzare giustizia e difendere la libertà”, come Fava scrisse l’11 ottobre del 1981. Il giornale cominciò a denunciare le attività di Cosa Nostra, molto attiva a Catania nel traffico di droga ( gestito da uno dei più feroci boss mafiosi: Nitto Santapaola alleato di Totò Riina) . Leggi il resto di questo articolo »

Il 5 gennaio 1937 muore in combattimento ad Algora (Spagna) GUIDO PICELLI (47 anni) orologiaio, attore, politico, Ardito del popolo, volontario in Spagna e Antifascista.

Picelli nacque a Parma in una famiglia umile e cominciò giovanissimo ad apprendere il mestiere di orologiaio. A 17 anni decise di seguire una compagnia di attori girovaghi ma la sua forte opposizione al fascismo e l’impegno politico militante cominceranno da subito ad occupare la sua vita anche se l’amore per il teatro non verrà mai meno. Si iscrisse al Partito socialista italiano e, con l’entrata dell’Italia nella Prima Guerra mondiale, si arruolò volontario nella Croce Rossa perchè convinto neutralista.

Picelli venne ugualmente spostato in fanteria come sottotenente di complemento e l’esperienza del fronte, che gli varrà una medaglia di bronzo al valore, lo porterà ad acquisire doti organizzative e militari che rivelerà durante le Barricate antifasciste del 1922. L’esperienza della guerra infiammò l’impegno politico di Picelli e, dal primo dopoguerra, divenne promotore e protagonista a Parma di una sezione della Lega proletaria adoperandosi per l’assistenza agli ex combattenti e alle loro famiglie. Leggi il resto di questo articolo »

Il 3 gennaio 1892 muore a Casatico (Mantova) dopo una breve malattia FRANCESCO SILIPRANDI ( 76 anni) giornalista, possidente terriero, Patriota Risorgimentale italiano.

Siliprandi nacque a Curtatone (Mantova) in una famiglia benestante di possidenti terrieri e nonostante la sua origine borghese aderì fin da giovane alle idee mazziniane che lo portarono ad un primo arresto nel 1847 per aver partecipato a dimostrazioni contro gli austriaci. Leggi il resto di questo articolo »

Il 4 gennaio 1975 muore a Roma dopo una lunga malattia CARLO LEVI (73 anni) scrittore, pittore, politico, giornalista, medico, Antifascista e Azionista.

Levi nacque a Torino in un’agiata famiglia ebraica e fin da ragazzo si dedicò con passione alla pittura che coltiverà per tutta la vita anche con importanti successi. Nel 1917 si iscrisse alla Facoltà di Medicina dell’Università di Torino e dal 1918 entrò in rapporto con PIERO GOBETTI facendo parte del suo gruppo che mirava alla “Rivoluzione liberale”. Scriverà:

“Scrivere di Piero Gobetti, significa, per noi della nostra generazione, fare della autobiografia”

Levi si laureò in Medicina divenendo per alcuni anni assistente presso la  Clinica medica dell’Ateneo torinese e fece dei viaggi a Parigi in cui decise di dedicarsi definitivamente alla pittura. Dal 1931 partecipò al movimento antifascista ‘Giustizia e Libertà’, fondato a Parigi da CARLO ROSSELLI nel 1929, e scrisse  per lo stesso vari saggi.  Ciò causò il suo primo arresto per due mesi nel 1934.  Al secondo arresto, nel maggio 1935, seguì  la condanna al confino in Lucania. Leggi il resto di questo articolo »

Il 4 gennaio 1947 muore a Sciacca (AG) ucciso da mafiosi con una raffica di mitra ACCURSIO MIRAGLIA (51 anni) industriale, politico, segretario della Camera del Lavoro locale e dirigente comunista.

Miraglia nacque a Sciacca (PA) in una famiglia di media borghesia e compì studi tecnici. Dopo essersi diplomato iniziò a lavorare al Credito Italiano di Catania e dopo un anno venne trasferito, come capo ufficio, a Milano dove conobbe parecchie personalità politiche ed uomini di cultura. A Milano rimase colpito dal pensiero anarchico socialista di Michail Bakunin (1814- 1876) e si unì al gruppo anarchico di Porta Ticinese: con loro iniziò la sua attività politico-sociale unendosi con la classe operaia che lottava per una vita più dignitosa nelle fabbriche. Licenziato per le sue lotte accanto agli operai ritornò a Sciacca dove svolse un’attività imprenditoriale ittica e divenne ricco commerciante di ferro e metalli. Leggi il resto di questo articolo »

Il 1 gennaio 2003  muore a Montemagno di Camaiore (Lucca) dopo una lunga malattia GIORGIO GABER (64 anni, nome d’arte di Giorgio Gaberscik) cantautore civile, commediografo, regista, attore teatrale e autore del Teatro Canzone.

“Secondo me gli italiani e l’Italia hanno sempre avuto un rapporto conflittuale, ma la colpa non è certo dell’Italia, ma degli italiani, che sono sempre stati un popolo indisciplinato, individualista, se vogliamo un po’ anarchico e ribelle, e troppo spesso cialtrone.”

Giorgio Gaber, da Quando parla Gaber, 2012 Leggi il resto di questo articolo »

Il 30 dicembre 1997 muore a Trappeto (PA) dopo una breve malattia DANILO DOLCI (73 anni) sociologo, educatore e attivista sociale e della non violenza come logica dell’impegno politico.

Dolci nacque a Sesana, paese oggi in Slovenia, nella famiglia di un ferroviere siciliano e compie i primi studi in Lombardia diventando geometra nel 1943 e insieme acquisisce la maturità artistica: Dolci era attratto dalla musica classica e da autori impegnati moralmente come Tolstoj, Voltaire e Seneca.

Durante gli anni del fascismo sviluppò presto una decisa avversione alla dittatura: durante una sua breve residenza a Tortona strappò manifesti propagandistici del regime e nel 1943, dopo aver rifiutato la divisa della RSI, tentò di attraversare il fronte ma venne arrestato a Genova dai fascisti. Riuscì a fuggire e si rifugio in Abruzzo. Leggi il resto di questo articolo »

Il 28 dicembre 1943 muoiono torturati e fucilati dai fascisti presso il poligono di tiro di Reggio Emilia i 7 FRATELLI CERVI: GELINDO (43 anni),  ANTENORE (38 anni), ALDO (34 anni), FERDINANDO (32 anni), AGOSTINO (28 anni), OVIDIO (25 anni), ETTORE (22 anni) tutti contadini, antifascisti, Partigiani.

I Fratelli Cervi erano nati tutti a Campegine (RE) e appartenevano a una famiglia di contadini con radicati sentimenti antifascisti. Il nucleo familiare era caratterizzato dalla forte personalità della madre GENOEFFA COCCONI (1876- 1944) e dall’impegno sociale e politico del padre ALCIDE (1875- 1970). Di formazione cattolica, Alcide ( per breve tempo legato al partito popolare di LUIGI STURZO (1871- 1959)) sposò nel 1919 Genoveffa Cocconi, dalla quale ebbe nove figli, due femmine e sette maschi. Alcide aderì poi con passione agli ideali socialisti ed  educò i figli all’amore per la libertà e la giustizia sociale. Leggi il resto di questo articolo »

Il 26 dicembre 1954 muore a Firenze dopo una lunga malattia AMELIA PINCHERLE ROSSELLI (84 anni) scrittrice, Antifascista, Azionista e madre di ALDO, CARLO e NELLO ROSSELLI.

Amelia nacque a Venezia da una famiglia dell’alta borghesia ebraica, ultima di cinque figli (era sorella di Carlo Pincherle padre dello  scrittore Alberto Pincherle noto come Moravia). La famiglia aveva forti tradizioni risorgimentali: nelle sue Memorie, scritte tra il 1931 e il 1946, Amelia mise in luce i cardini attorno ai quali ruotò la sua infanzia e che tanto influenzarono la sua vita di donna: la fascinazione per i moti del ’49 veneziano e per il senso del dovere mazziniano che permeò quella generazione, la leva di un altruismo spinto all’eccesso, la tendenza alla solitudine e l’acuta osservazione dell’ambiente circostante in chiave teatrale. Leggi il resto di questo articolo »

Il 23 dicembre 1946 muore a Baucina (PA) ucciso con cinque colpi di pistola sparati da un gabellotto mafioso NICOLO’ AZOTI (37 anni) ebanista, sindacalista CGIL e segretario della Camera del Lavoro locale.

Azoti, falegname ebanista, nei difficili anni del dopoguerra cominciò ad interessarsi fortemente alle misere condizioni dei contadini ed iniziò ad organizzarli nella Cgil per battersi per la riforma agraria e provare ad applicare le disposizioni fissate dai decreti Gullo del 1944 che, attraverso l’abolizione del latifondo e il superamento delle condizioni di povertà dei contadini, tentavano di rimettere in discussione il sottosviluppo del nostro mezzogiorno.

Divenne quindi segretario della Camera del lavoro di Baucina, fondò l’ufficio di collocamento e progettò la costituzione di una cooperativa agricola. Tutto questo rese inevitabile lo scontro con gli interessi degli agrari. Come sempre avviene in questi casi, in un primo momento ad Azoti  venne proposto di “lasciar perdere” in cambio di vantaggi personali, poi, dopo il rifiuto, alle minacce seguì l’agguato: la sera del 21 dicembre 1946, fu colpito da 5 colpi di pistola sparategli alle spalle.

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Il 17 dicembre 1944 muore uccisa con un colpo di pistola alla nuca sparata da SS tedesche a San Cesario sul Panaro (MO) GABRIELLA DEGLI ESPOSTI ( 32 anni, nome di battaglia Balella)  massaia, Antifascista e Partigiana.

Degli Esposti nacque Calcara, una frazione di Crespellano poco distante dalla Via Emilia, nella pianura bolognese,  in una famiglia contadina emiliana dalle idee socialiste.

Finite le scuole elementari Gabriella inizia a lavorare in una fabbrica di salumi e conosce BRUNO REVERBERI che di mestiere fa il casaro. I due si innamorano e insieme condividono la passione politica: entrambi credono nel comunismo e nell’antifascismo. Leggi il resto di questo articolo »

Il 12 dicembre 1944 muore a Lizzano in Belvedere (BO) ucciso in combattimento contro i tedeschi ANTONIO GIURIOLO ( 32 anni, nome di combattimento  Capitan Toni) insegnante, alpino, Azionista, Antifascista e Partigiano.

Giuriolo nacque ad Arzignano (VI) nella famiglia di un avvocato socialista e si trasferì molto presto a Bologna, poi a Vicenza e nel 1930 sì iscrisse alla facoltà di lettere di Padova dove si laureò nel 1935 e in seguito si affermò come brillante insegnante di lettere e di valido critico letterario. Intanto aveva svolto anche il servizio militare ed era entrato in contatto con NORBERTO BOBBIO (1909- 2004). Divenne uno dei dirigenti del movimento di Giustizia e Libertà nel Veneto e nell’estate del 1942 sarà tra i fondatori del Partito d’Azione, alternando l’attività politica clandestina agli studi umanistici nei quali era particolarmente versato. Leggi il resto di questo articolo »

L’ 8 dicembre 1981 muore a Roma dopo una lunga malattia FERRUCCIO PARRI (91 anni, nome di battaglia Maurizio), insegnante, politico, giornalista, Azionista, Antifascista, capo della Resistenza italiana e presidente dell’unico governo fondato sulla Resistenza nel 1945.

Parri nasce a Pinerolo (TO) da una famiglia di origini marchigiane, quarto di cinque figli. Il padre, insegnante di letteratura italiana e fervente mazziniano, spinse la famiglia a spostarsi frequentemente a causa del suo lavoro scolastico. Dopo aver completato gli studi liceali, Parri si iscrisse nell’autunno del 1908 alla facoltà di lettere dell’Università di Torino, scegliendo l’indirizzo storico-geografico.

Da studente divenne un appassionato lettore delle molteplici riviste fiorentine, in particolare de La Voce di Giuseppe Prezzolini (1882- 1982), che arricchì la sua educazione mazziniana ricevuta in famiglia e che gli indicò il compito che le nuove generazioni dovevano fare proprio, ovvero battersi per una riforma etica della politica e promuovere l’educazione civile del popolo italiano. Leggi il resto di questo articolo »

Monumento ai Martiri di Belfiore, Mantova

Il 7 dicembre 1852 nella valletta di Belfiore, località all’entrata occidentale di Mantova, vennero impiccati dagli austriaci il sacerdote ENRICO TAZZOLI (40 anni), il medico mantovano CARLO POMA (29 anni), il pittore ritrattista GIOVANNI ZAMBELLI ( 28 anni) ed altri due patrioti veneziani ANGELO SCARSELLINI ( 29 anni) e BERNARDO  DE CANAL (28 anni).

Tra il novembre 1851 e il luglio 1855 undici patrioti italiani furono giustiziati nella valletta di Belfiore. Di questi, nove appartenevano a comitati rivoluzionari di ispirazione mazziniana formatisi nel Lombardo-Veneto a partire dal 1850.

Il Comitato più importante fu quello mantovano le cui basi vennero poste in una riunione del 2 novembre 1850 e che ruotava intorno alla figura di don Enrico Tazzoli, sacerdote di orientamento mazziniano che teneva contatti con le cellule rivoluzionarie di Verona, Brescia, Venezia, Milano e Padova. Leggi il resto di questo articolo »

Lapide nel luogo dell'assassinio, Piazza di Spagna, Roma

Il 4 dicembre 1943 venne ucciso da un fascista della Guardia Nazionale con un colpo di pistola in piazza di Spagna a Roma  MARIO FIORETTI (31 anni) magistrato e Antifascista socialista.

Fioretti nacque in una famiglia della piccola borghesia romana e compì studi giuridici divenendo un giovane giurista dalle grandi prospettive: docente di diritto romano e di diritto civile e magistrato appena ventottenne. Visse profondamente valori antifascisti legati al pensiero socialista e non accettò di mortificare la propria, dirompente intelligenza osservando lo stile di un regime feroce e grossolano e di un Paese che da vent’anni era incatenato ad esso: dopo l’8 settembre 1943 entrò, infatti, nella Resistenza romana. Leggi il resto di questo articolo »

Il 4 dicembre 1945 viene ucciso a Ventimiglia di Sicilia (PA) con colpi di lupara da parte di sicari mafiosi GIUSEPPE PUNTARELLO ( 53 anni) autista di una ditta di trasporti e segretario della sezione locale del PCI.

Puntarello nacque a Comitini (AG) e nel 1932 si stabilì a Ventimiglia di Sicilia dove trovò lavoro, si sposò ed ebbe cinque figli. Era una persona semplice e nel 1939 fu costretto anche ad emigrare per due anni ad Asmara, in Eritrea, e al ritorno a Ventimiglia cominciò ad interessarsi della questione contadina aderendo al Partito comunista e fondando la Camera del lavoro locale.

Intanto Puntarello svolgeva le mansioni di autista di autobus. Da diversi anni ormai conduceva l’autobus lungo la linea Ventimiglia-Palermo e viceversa, alternandosi nella guida con un compagno di lavoro, pure lui di Ventimiglia. Leggi il resto di questo articolo »

Il 3 dicembre del 1944 muore fucilato a Centallo (Cuneo) ad opera delle Brigate Nere DUCCIO GALIMBERTI (Tancredi Galimberti detto Duccio, 38 anni)  avvocato, Antifascista, Azionista e capo partigiano delle formazioni  “Giustizia e Libertà”.

Galimberti nacque a Cuneo in una famiglia benestante: suo padre era  un avvocato, politico, parlamentare e ministro fascista e sua madre una studiosa di letteratura inglese di origini austriache. L’ambiente familiare ebbe grande influenza nella formazione culturale di Galimberti che ereditò dal padre la predilezione per gli studi giuridici e dalla madre la passione per la letteratura e le simpatie mazziniane. A soli sedici anni conseguì la maturità liceale e iniziò a collaborare al giornale paterno La Sentinella delle Alpi e nel 1924 scrisse il saggio Mazzini politico: in esso venivano analizzati i valori fondamentali della dottrina politica mazziniana e la  concezione che  MAZZINI aveva dello Stato. Leggi il resto di questo articolo »

Il 28 novembre 1946 muore a Calabricata (Catanzaro)  uccisa da un colpo di fucile GIUDITTA LEVATO ( 31 anni) contadina.

Giuditta nacque in una frazione di Albi (Catanzaro) in una semplice famiglia contadina e crebbe dividendosi tra il lavoro nei campi e le faccende domestiche con pochissimi studi. A 21 anni si sposò e divenne madre di due figli, ma ben presto fu costretta a prendersi totalmente cura della famiglia perché il marito fu chiamato alle armi. Giuditta coltivò la terra, raccolse il grano e diede il pane ai propri figli in modo tale da sopperire all’ assenza del padre. Dopo la guerra il marito tornò a casa ma la serenità familiare venne presto sconvolta dalle lotte per le rivendicazioni delle terre. Leggi il resto di questo articolo »

Il 26 novembre 1944 muore fucilata dai nazifascisti a Pavullo nel Frignano (Modena) IRMA MARCHIANI (33 anni, nome di battaglia Anty) ricamatrice, modista e Partigiana.

Irma nasce a Firenze ma a quattro anni la sua famiglia si trasferisce a Santo Stefano di Magra (La Spezia). Cresce in una famiglia apertamente antifascista, tant’è che il padre ferroviere fu licenziato nel 1923 a causa delle sue idee politiche e un fratello fu tra gli organizzatori italiani di Soccorso Rosso Internazionale (organizzazione internazionale connessa all’Internazionale Comunista, fondata nel 1922 per svolgere il compito di “Croce Rossa internazionale politica”). Leggi il resto di questo articolo »

Il 25 novembre 1945 muore a Cattolica Eraclea (AG) dopo essere stato gravemente ferito con due bombe a mano lanciate da sicari mafiosi GIUSEPPE SCALIA (39 anni) contadino e sindacalista socialista.

Scalia, nato in una modesta famiglia di contadini, finita la guerra immediatamente si era posto con altri contadini alla testa del movimento bracciantile che lottava per l’assegnazione delle terre incolte e l’attuazione della riforma agraria ( secondo la legge Gullo dell’ottobre del 1944) e fu tra i fondatori della cooperativa agricola La Proletaria. Per la sua azione di lotta, convinta e coraggiosa, venne scelto quasi subito per la carica di segretario della Camera del lavoro di Cattolica Eraclea. Leggi il resto di questo articolo »

Il Governo Parri

Il 24 novembre 1945 a Roma venne proditoriamente messo in crisi il  GOVERNO presieduto da FERRUCCIO PARRI (1890- 1981): l’unico governo italiano ispirato dalla Resistenza, fondato sul CLN ( Comitato di Liberazione Nazionale) e con un Partigiano alla guida. Il Governo continuerà con attività provvisorie fino al 10 dicembre 1945.

Il Governo Parri era composto da una coalizione politica che comprendeva i partiti del CLN: Partito d’Azione, Partito Comunista italiano, Democrazia Cristiana, Partito Socialista italiano di unità proletaria, Democrazia del Lavoro, Partito Liberale italiano. Il Governo, inaugurato il 21 giugno del 1945, durò 157 giorni.

Il programma del Governo Parri era basato sulla difesa della sovranità dello Stato Italiano ( non sovranismo), su una pedagogia popolare repubblicana morale e civile, su un antifascismo radicale fondato sui valori e sulla Memoria della Resistenza e dei suoi Caduti, su un progetto di profonda giustizia sociale, su una forte laicità dello Stato, su un profondo lavoro per preparare la Costituzione, su una decisa lotta alla partitocrazia e su una netta equidistanza tra USA e URSS che si preparavano ad inaugurare la stagione della “Guerra Fredda”. Il progetto del Governo proponeva di risanare l’economia frenando l’inflazione galoppante; di avviare la ricostruzione materiale del Paese; di avviare la ricostruzione morale. Leggi il resto di questo articolo »

La Val d'Enza

Tra il 20 e il 25 novembre 1944 presso la Val d’Enza (tra Massa Carrara, Parma e Reggio Emilia) si svolse una dura battaglia tra partigiani e militi fascisti e tedeschi in cui vengono uccisi in combattimento o fucilati combattenti e civili.

A Rabona il 20 novembre trovarono la morte i garibaldini ARTEMIO GOMBIA ( Tony) ERASMO TORRICELLI (Vincere) GIOVANNI VECCHI (Corsaro) VITTORIO PRANDI (Francesco).

Furono fucilati dopo la cattura CARLO TEGGI (Smit) ERIO TONDELLI (Pippo) SILVIO FERRARI (Bruno) AROLDO MONTANARI (Nando, morì nel  lager di Mauthausen il 20 aprile 1945). Leggi il resto di questo articolo »

Il 16 novembre 1879 muore ad Udine suicida con due colpi di pistola GIOVANNI BATTISTA CELLA (42 anni, detto Titta) avvocato, imprenditore, Patriota risorgimentale italiano e volontario garibaldino.

Cella nacque ad Udine da una famiglia della media borghesia d’origine carnica. Seguì regolarmente gli studi secondari per iscriversi poi alla facoltà di legge presso l’università di Padova, ma presto fu preso dalla passione risorgimentale.

Nella Seconda Guerra d’Indipendenza (1859) Cella s’arruolò nei Cacciatori delle Alpi di GARIBALDI e vi restò fino allo scioglimento del corpo avvenuto a Milano. L’anno dopo fu dei Mille, segnalandosi per coraggio fin dallo sbarco a Marsala e poi nell’entrata a Palermo; dopo la battaglia del Volturno, a cui prese parte, ottenne il grado di sottotenente. Educato agli ideali mazziniani e ad una profonda solidarietà, provvide col suo denaro alle necessità dei commilitoni feriti presso l’ospedale di Napoli. Leggi il resto di questo articolo »

Il 10 novembre 1944 viene fucilato a Modena da un plotone di fascisti della GNR GIACOMO ULIVI (19 anni) studente di legge all’università di Parma e Partigiano.

Ulivi nasce a Baccanelli di San Pancrazio Parmense (PR) il 29 ottobre 1925 in una famiglia della media borghesia che si era trasferita a Roma a un anno dalla sua nascita, per poi spostarsi a Bruxelles.  Ulivi completò il liceo a Parma in anticipo ( tra i suoi insegnanti ebbe il poeta Attilio Bertolucci) e si iscrisse alla facoltà di medicina dell’università locale ma quasi subito si trasferì alla facoltà di legge.

Già in questo periodo Ulivi maturò le proprie convinzioni antifasciste per cui l’8 settembre 1943, libero da obblighi di leva, aderì attivamente alla Resistenza, svolgendo funzioni di collegamento tra i CLN di Parma e di Carrara e tra i partigiani con gli ufficiali inglesi, oltre alla diffusione della stampa clandestina.

Ulivi venne arrestato a Parma l’11 marzo 1944 (mentre la madre veniva anch’essa arrestata, minacciata e sottoposta a interrogatori), ma riuscì ad evadere e continuò la sua attività per il CLN di Modena: qui venne nuovamente arrestato ma riuscì nuovamente ad evadere.

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L’8 novembre 1947 viene ucciso dalla mafia a Marsala (TP) con colpi di fucile VITO PIPITONE  (39 anni) contadino e dirigente della Confederterra locale.

Padre di quattro figli, Pipitone era un convinto sostenitore della possibilità di applicare anche in Sicilia la nuova legislazione in materia di agricoltura varata dal governo nazionale e dal ministro Fausto Gullo (ottobre 1944). Dirigente della Camera del lavoro di Marsala, da tempo si batteva per i diritti dei contadini: un onesto stipendio, la giornata lavorativa di 8 ore e la pensione.

Il sindacalista aveva portato avanti anche diverse battaglie contro il latifondo ed era riuscito a strappare ai notabili vari feudi, tra cui alcuni in contrada Fiocca, tra Marsala e Mazara del Vallo. Leggi il resto di questo articolo »

Il 5 novembre del 1977  muore a Firenze dopo una lunga malattia GIORGIO LA PIRA (73 anni) politico, docente universitario, Padre  costituente, Sindaco di Firenze, pacifista, Antifascista e frate laico francescano e domenicano.

La Pira nasce a Pozzallo (RG), in Sicilia, primogenito di una famiglia di umili condizioni e a prezzo di grandi sacrifici riesce a diplomarsi in ragioneria. Il giovane La Pira è affascinato da poeti come Gabriele D’Annunzio e Tommaso Marinetti e dal loro ideale di cambiamento dei costumi ma in seguito rimase fortemente colpito dall’ascolto di un coro di suore, con cui intuì una dimensione ulteriore, finchè nel 1924 approdò alla conversione cristiana con un desiderio di consacrazione per cui diverrà frate laico terziario domenicano già nel 1925, a Messina, assumendo il nome di fra Raimondo. Successivamente divenne frate laico terziario francescano. La Pira scelse di essere “libero apostolo del Signore“, come lui stesso si definì cercando la sua missione nella società. Leggi il resto di questo articolo »

Il 3 novembre del 1915  muore a Corleone (PA) ucciso a colpi di rivoltella dalla mafia BERNARDINO VERRO (49 anni) sindacalista, politico e sindaco di Corleone.

Verro nacque a Corleone e da ragazzo venne espulso dalle scuole del Regno; trovò un lavoro all’ufficio anagrafe bestiame del Comune ma venne licenziato per aver fondato nel 1892 un circolo di ispirazione repubblicana, “La Nuova Età”; infine si iscrisse al neonato Partito socialista

In Italia, da poco unificata e in un Mezzogiorno ancora profondamente agricolo e latifondista, la terra era un bene per pochi. Proprietari terrieri e gabellotti facevano il bello e il cattivo tempo della situazione. E ai contadini era concesso solo di lavorare con grande fatica e poca remunerazione. Leggi il resto di questo articolo »

Il 27 ottobre del 1553 a Ginevra fu messo al rogo dai calvinisti come eretico MICHELE SERVETO (Miguel Servet y Reves, 42 anni) teologo, umanista e medico spagnolo.

Serveto nasce a Villanueva (Spagna), un piccolo villaggio a novanta chilometri da Saragozza, in una famiglia di un notaio, rigorosamente cattolica e  abbastanza agiata. In un primo momento Serveto era stato destinato al sacerdozio, cosa che non avvenne, ed ebbe una solida cultura umanistica, sviluppando un’ottima conoscenza di latino, greco, ebraico, filosofia e matematica.

A 14 anni Serveto si mise al servizio di Juan de Quintana, un francescano minorita, docente all’Università di Parigi e interessato alla figura di Erasmo da Rotterdam. Serveto completò poi i suoi studi all’Università di Tolosa (Francia). Viaggiò al seguito di Quintana e nel 1530 assistette a Bologna all’incoronazione di Carlo V (di cui Quintana era divenuto, da poco, confessore) da parte del papa Clemente VII. Incoronazione che siglò la pace tra Impero e Chiesa, mettendo fine alle guerre d’Italia. Leggi il resto di questo articolo »

Il 23 ottobre del 1867 muore a Roma a Villa Glori ucciso in combattimento ENRICO CAIROLI (27 anni) medico e Patriota risorgimentale italiano.

Enrico nacque a Pavia,  quarto figlio di CARLO e di ADELAIDE BONO CAIROLI (1806- 1871), e intraprese studi di medicina che interruppe nel 1859 allo scoppio della seconda guerra d’indipendenza per parteciparvi combattendo col grado di caporale tra i Cacciatori delle Alpi di GARIBALDI. Terminata la guerra e rientrato a Pavia, riprese gli studi, interrompendoli nuovamente per prender parte, nella 7ª compagnia comandata dal fratello BENEDETTO, alla spedizione dei Mille (1860). Leggi il resto di questo articolo »

Il 22 ottobre del 1880 muore a Pozzuoli (NA) dopo una breve malattia SALVATORE MORELLI (56 anni) politico, avvocato, scrittore, giornalista, Patriota risorgimentale italiano.

MORELLI nacque  a Carovigno (Brindisi) da una famiglia della media borghesia. Intraprese i suoi primi studi classici nel seminario di Brindisi e verso il 1840 si recò all’università di Napoli per studiare giurisprudenza allargando le sue conoscenze con molti intellettuali meridionali. Divenne presto pubblicista dedicandosi a una intensa attività giornalistica. Ma la figura che più influì sul giovane Morelli fu quella di MAZZINI alle cui idee rimase legato tutta la vita: si affiliò alla Giovine Italia e,  tornato nelle zone di Brindisi nel 1846, s’impegnò nella diffusione dei valori liberali e democratici per poi intraprendere un’attività politica più nettamente sovversiva.

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Il 19 ottobre del 1969 muore a Perugia dopo una breve malattia ALDO CAPITINI (69 anni)  educatore, filosofo, politico e Antifascista.

Capitini nacque a Perugia da una famiglia dalle scarse risorse economiche. Per tutta la prima giovinezza, dopo gli studi della scuola tecnica e dell’istituto per ragionieri, compì i suoi studi in campo filosofico e letterario da autodidatta, studiando anche dodici ore al giorno. Con il suo lavoro ininterrotto di approfondimento culturale inizia anche un percorso di approfondimento spirituale che continuerà a seguire per tutta la vita. In questo periodo incontra il pensiero di GANDHI e fa propria l’idea della nonviolenza. Leggi il resto di questo articolo »

Orlandini nel 1943

Il 18 ottobre del 1977 muore a Pianzano di Carpineti (RE) dopo una breve malattia DOMENICO ORLANDINI (64 anni, nome di battaglia Carlo))  presbitero, partigiano e antifascista.

Don Orlandini nacque a Poiano, piccola frazione di Villa Minozzo (RE) e dopo il Seminario venne ordinato sacerdote il 9 giugno 1940. Nel settembre dello stesso anno fu inviato come viceparroco a Montecchio Emilia (RE) dove maturò definitivamente un deciso antifascismo che espresse continuamente anche quando divenne parroco nel 1941 ( dopo essere stato arruolato come cappellano negli Alpini) nel paese natale. Amico di un altro grande prete antifascista, don PASQUINO BORGHI (1903- fucilato il 30 gennaio 1944 a Reggio Emilia), venne proposto dai fascisti per il confino ma riuscì ad evitarlo con la caduta del fascismo, il 25 luglio 1943. Leggi il resto di questo articolo »

Il 15 ottobre del 1920 muore a Palermo ucciso da un sicario della mafia GIOVANNI ORCEL (33 anni)  tipografo e sindacalista socialista.

Orcel nacque a Palermo primo di cinque fratelli, conseguì soltanto la licenza elementare per le precarie condizioni economiche della famiglia e giovanissimo entrò subito nel mondo del lavoro imparando il mestiere di tipografo compositore. Dopo essersi iscritto al Partito Socialista, Orcel organizzò la Lega dei Lavoratori e aderì al gruppo rivoluzionario formatosi attorno ai giornali Il germe e La Fiaccola e mise le sue qualità di oratore popolare al servizio di un’intensa attività sindacale frequentando la Camera del lavoro di Palermo. Leggi il resto di questo articolo »

L’8 ottobre del 1998 muore a Caccamo (PA) ucciso dalla mafia con colpi di fucile DOMENICO GERACI (44 anni), politico e sindacalista.

Caccamo venne definita da Giovanni Falcone “la Svizzera della mafia”. Probabilmente il giudice si riferiva alla disponibilità finanziaria della mafia locale ma potrebbe esserci un altro significato: Caccamo come una sorta di zona franca di Cosa nostra, un territorio sicuro, neutrale come la Svizzera in cui non si commettevano delitti e dove i mafiosi potevano trovare riparo. Nel 1993 il consiglio comunale venne sciolto per infiltrazioni mafiose.

In questo mondo era nato Geraci, detto anche Mico. Fece l’impiegato della Regione Sicilia e aveva un passato di militanza nella CISL  che lo aveva portato anche nell’ufficio di gabinetto dell’Assessorato Regionale all’Agricoltura. In seguito Geraci passò alla UIL e si affacciò in politica facendo il  consigliere nel comune di Caccamo. Nel 1994 divenne consigliere provinciale del Partito Popolare Italiano della provincia di Palermo. Leggi il resto di questo articolo »

Il 3 ottobre del 1931 muore sul mar Tirreno in un incidente aereo LAURO DE BOSIS (30 anni) scrittore, poeta e antifascista.

De Bosis era uno dei giovani intellettuali più in vista nel suo tempo: nacque a Roma ultimo di sette figli in una famiglia molto vivace dal punto di vista culturale che contribuì in maniera efficace alla impostazione della sua vasta cultura e allo sviluppo della sua  disposizione alla poesia ed alla critica letteraria. Si  laurò in chimica a Roma nel 1922 ma la sua passione rimase il mondo letterario.

De Bosis, di cultura monarchica, fu antifascista fin dalla marcia su Roma (1922) e nel 1924 si recò negli Stati Uniti per tenere conferenze di carattere storico, letterario e filosofico per conto della società Italia-America di New York. Qui continuò a mostrare la sua indignazione per i metodi della dittatura fascista in Italia e per la propaganda mussoliniana. Leggi il resto di questo articolo »

Il 27 settembre del 1956  muore a Firenze  PIERO CALAMANDREI (67 anni) Padre della Costituzione Italiana, “Cantore” della Resistenza, Padre Costituente e Combattente per la giustizia come giurista, come uomo politico, come uomo di cultura, Azionista e Antifascista.

Calamandrei è uno dei più grandi Maestri dimenticati: NORBERTO BOBBIO ( 1909- 2004 ) ci ha lasciato un ricordo che mostra il tratto fondamentale della sua vita e della sua opera:

“Il significato profondo della vita di Calamandrei, ciò che rese la sua figura umana così affascinante, si può riassumere brevemente in queste parole: passione e lotta per la giustizia. Combatté per la giustizia come giurista, come avvocato, come riformatore di leggi, come scrittore politico, come uomo politico, in genere come uomo di cultura”.

Di antica famiglia di giuristi (suo padre, professore e avvocato, deputato repubblicano d’ispirazione mazziniana), si era laureato a Pisa nel 1912 e nel 1915 diventa professore di diritto processuale civile all’Università di Messina e, tolta la parentesi della prima guerra mondiale, insegnerà a Modena (1918), a Siena (1920) e, dal 1924 sino ai suoi ultimi giorni, all’università di Firenze di cui fu rettore. Leggi il resto di questo articolo »

Il 27 Settembre 1960 viene ucciso a Lucca Sicula (AG) con vari colpi di lupara da parte di sicari mafiosi PAOLO BONGIORNO (38 anni) sindacalista e politico comunista.

Bongiorno, segretario della camera del lavoro di Lucca Sicula e  padre di cinque figli ed uno in arrivo,  venne ucciso alle 22.30 da ignoti killer nascosti dietro un muro: cadeva a pochi passi dalla sede di quella Camera del Lavoro dove ogni giorno coraggiosamente difendeva i diritti dei lavoratori. Proprio quella sera aveva presieduto una riunione della Commissione di collocamento e stava tornando a casa, soddisfatto per i risultati ottenuti.

Per il Partito Comunista di Lucca Sicula si trattò di un chiaro delitto politico organizzato dalla mafia locale, in considerazione del fatto che Bongiorno era un uomo di punta del PCI e si era distinto per la sua accesa lotta contro il tentativo della cosche locali di controllare il mercato del lavoro. Si trattò pertanto di una ritorsione. Il caso Bongiorno giunse in Parlamento e venne posto all’attenzione della commissione antimafia. Leggi il resto di questo articolo »

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