Pensieri Urgenti

Da quando l’uomo non crede più all’inferno, ha trasformato la sua vita in qualcosa che somiglia all’inferno. Non può farne a meno.

Ennio Flaiano

Una delle punizioni che ti spettano per non aver partecipato alla politica è di essere governato da esseri inferiori.

Platone,  V sec. a.C.

 

vedi: L'occasione della nostra vita

Fu nell’adolescenza che sentii, con assoluta certezza, di non esser tanto chiamato ad agire, nella vita, quando ad esprimere. Ma con altrettanta certezza sentii che non avrei potuto esprimermi se non avessi avuto il coraggio di essere, anzitutto, nell’agire, un uomo comune che si guadagna il pane vendendo qualsiasi merce, all’infuori della poesia.

Chi è salito più in alto? 

Perchè io voglio scendere, quanto è salito.

  Povero e orfano di padre, la povertà mi aveva negato gli studi universitari. Ma ero terribilmente fiero della responsabilità della mia posizione di povero. Ritenevo che in una società savia, ogni uomo avrebbe dovuto iniziare la vita nella posizione di povero, per poter imparare ad essere giusto…

Posso chiedermi a volte se avessi il diritto di infliggere tante sofferenze ai miei cari; ma non mi pento, per quanto riguarda me, di aver accettato di essere un uomo comune, pur di conservarmi il rispetto della mia anima.
Gli uomini comuni me ne hanno ampiamente compensato, riconoscendomi, e facendomi compagnia ineffabile, attraverso tutti i casi della mia vita.

 

Piero Jahier,  poeta,  1960

Avere il coraggio di dire ai giovani che essi sono tutti sovrani, per cui l’obbedienza non è più una virtù, ma la più subdola delle tentazioni, che non credano di potersene far scudo né davanti agli uomini né davanti a Dio, che bisogna che si sentano ognuno l’unico responsabile di tutto. A questo patto l’umanità potrà dire di aver avuto in questo secolo un progresso morale parallelo e proporzionale al suo progresso tecnico.

don Lorenzo Milani,  Lettera ai giudici, 1965

La questione dei beni comuni è la cartina di tornasole dello stato di salute di una demo­crazia. Dove non c’è altra legge al di fuori di quella del mercato non c’è posto per i beni comuni, quei beni condivisi che appartengono all’u­manità. (…) L’idea neoliberista che il mo­vente essenziale dell’essere umano sia solo quello di massimizzare pia­ceri, comfort e proprietà, in una pa­rola utilità, è ideologia pura, con­traddetta dai fatti. L’ homo non è solo oeconomicus e le relazioni tra in­dividui non sono solo mercantili. (…) Oggi una delle reazioni alle di­seguaglianze economiche è pro­prio quella di scambi gratuiti e di servizi pubblici. Ma solo la costru­zione di una nuova etica può ren­dere possibile la società del Convi­vialismo. Una passione quasi reli­giosa, uno slancio delle coscienze come quelli che stavano dietro la nascita del liberalismo o del socialismo. Senza sogni collettivi e grandi ideali il nuovo non avanza.

Alain Caillé, fondatore, assieme a Serge Latouche, del MAUSS, il movimento antiutilitarista

L’amore per se stessi quando supera il limi­te diventa una perversa pas­sione sia per chi ne è invaso sia soprattutto per gli altri che egli vuole render suoi soggetti, di­struggendone l’indipendenza e trasformandola in amore verso di lui. Se l’uomo affetto da tale perversa passione si trova al vertice della società, gli effetti che ne derivano sono ancora più sconvolgenti poi­ché ogni equilibrio tra le varie istituzioni viene distrutto ed ogni libertà confiscata.

François de La Rochefou­cauld, dalla prima delle sue «Maximes Morales», 1657

La questione che oggi abbiamo di fronte non è chi sta al potere, las­sù in alto, né in che modo qualunque persona, gruppo o partito otten­gono una posizione di potere, se per mezzo di elezioni o in qualunque al­tro modo. La questione poggia sulla natura stessa del sistema di potere nello Stato nazione come struttura di dominazione e controllo. «Non ar­rivare a innamorarsi del potere», ci ammoniva Foucault. Cadono in de­lirio, innamorati del potere, coloro che lo esercitano dopo averlo conqui­stato, ai vertici del Potere statale o nel più insignificante municipio. Per­ché alla fine dei conti il potere è una relazione, non una cosa che si pos­sa distribuire, qualcosa che gli uni hanno e altri no, qualcosa che possa essere conquistato ed esercitato per scopi differenti, come uno strumen­to qualsiasi. Nel quadro dello Stato nazione, il potere esprime una rela­zione di dominazione e controllo, una relazione nella quale una delle par­ti domina e controlla l’altra parte per realizzare ciò che desidera, siano alti ideali o piccoli affari. Chi lotta per prendere il potere acquisisce il virus del dominio e del controllo e lo applica senza vergogna sui suoi stessi compagni di lotta.

Gustavo Esteva, allievo di Ivan Illich, studioso delle popolazioni indigene, 2009

 

Stampa Articolo Stampa Articolo       Manda via Mail questo articolo Manda via Mail questo articolo

Quando discuti con un avversario, prova a metterti nei suoi panni. Lo comprenderai meglio e forse finirai con l’accorgerti che ha un po’, o molto, di ragione. Ho seguito per qualche tempo questo consiglio dei saggi. Ma i panni dei miei avversari erano così sudici che ho concluso: è meglio essere ingiusto qualche volta che provare di nuovo questo schifo che fa svenire.

Antonio Gramsci,   da    La nostra città futura. Scritti torinesi (1911-1922)

 

vedi: Pensiero Urgente n.237)

 

Giovani, nei vostri occhi splende un lampo di quella vita italiana che fu e che sarà, ma che oggi si  giace soffocata, segreta. Voi fratelli direte quando tornate in Italia, alle vostre madri, ai vostri parenti, agli amici che avete trovato fuori dall’Italia fra gl’Italiani quello che non avete potuto trovare in Italia. Un insegnamento fondato sull’amore, sulla riverenza alla patria, sull’adorazione della verità.

Giuseppe Mazzini,  1841

 

Vedi:  La patria è un valore, il nazionalismo no


Beatissimo Padre, adoro Dio e un’idea che mi pare di Dio: l’Italia una, angelo di unità morale e di civiltà progressiva per le nazioni d’Europa.  Non v’è uomo, non dirò in Italia, ma in Europa, che sia più potente di voi. Voi dunque avete immensi doveri. Per opera del tempo e affrettate dai vostri predecessori e dall’alta gerarchia della Chiesa, le credenze sono morte. Il cattolicesimo si è perduto nel dispotismo, il protestantesimo si perde nell’anarchia. Guardatevi intorno, troverete superstiziosi e ipocriti; non credenti.  Vi chiamo, dopo tanti secoli di dubbio e di corruttela, ad essere apostolo dell’eterno Vero. Siate credente. Aborrite dall’essere re, politico, uomo di Stato. Unificate l’Italia, la patria vostra.

Giuseppe Mazzini,  dalla   Lettera a Pio IX,   8 settembre 1847

Noi non vediamo

e non udiamo coloro che soffrono: tutto ciò che è spaventoso

si svolge dietro le quinte. 

Tutto sembra calmo,

appare piacevole; Leggi il resto di questo articolo »

Nei paesi più poveri della Terra i bambini, per imparare a vivere, devono frequentare la scuola del mondo alla rovescia, dove apprendono che la povertà è il giusto casti­go per l’inefficienza; che la disuguaglianza è una legge naturale che ha come corollari il razzismo e il maschilismo; che la realtà è quella che si vede in televisione; che il cri­mine è nero o giallo o di altri colori, ma mai - o quasi - bianco, e così via. Il piano di studi prevede corsi obbligatori di impo­tenza, amnesia e rassegnazione, grazie ai quali gli oppressi del pianeta imparano a subire la realtà invece di cambiarla, a di­menticare il passato per permettere ai ditta­tori di ogni tempo di restare impuniti, ad accettare passivamente il futuro, perché tentare di immaginarselo è un vizio che vie­ne regolarmente punito… Nel mondo cosi com’è, il mondo alla rovescia, i paesi che custodiscono la pace universale sono quelli che fabbricano più armi e quelli che ne vendono di più agli altri paesi; le banche di mag­gior prestigio sono quelle che riciclano più nar­codollari o che custodiscono denaro rubato; le industrie di maggior successo sono quelle che avvelenano il pianeta; e la salvezza dell’ambien­te è l’affare più brillante delle imprese che lo di­struggono … Il mondo alla rovescia ci allena a vedere il prossimo come una minaccia e non co­me una promessa, ci riduce alla solitudine e ci consola con droghe chimiche e con amici ciber­netici

Eduardo Galeano (1940- 2015), scrittore messicano,    in  ”A testa in giù!” con sottotitolo: “La scuola del mondo alla rovescia“, 1999

Perché proprio in Italia ha avuto successo l’esperimento politico di trasformare -senza violenza- una repubblica democratica in una corte che ha al centro un signore circondato da una pletora di cortigiani ammirati e invidiati da una moltitudine di persone di animo servile.” La risposta è nella debolezza morale “ovvero la poca stima di se stessi, che a volte si maschera di arroganza, che rende inclini ad accettare di dipendere da altri uomini. Dato che ritengo di valere poco, perché non dovrei servire i potenti, se ne traggo profitto?

Maurizio Viroli, storico e filosofo,   in  ”La libertà dei servi“, 2010

 

vedi: La libertà dei servi

Perché il Sud sta votando in massa chi li chiamava terroni, ladri e fannulloni?


Abbiamo il vizio  di abituarci a tutto. Non ci indignano più le bidonville; né la schiavitù dei raccoglitori di caucciù; né fa più notizia l’apartheid, né i milioni di morti di fame, ad ogni anno. Ci abituiamo, limiamo gli spigoli della realtà, per non ferirci, e la inghiottiamo tranquillamente. Ci disintegriamo. Non è solo il tempo che ci scorre via, è la qualità stessa delle cose che arrugginisce. Ciò che è più esplosivo diventa routine e conformismo; la contraddizione della croce è ormai soltanto un ornamento su una scollatura mondana, o sul giubbotto di un Hitler. Leggi il resto di questo articolo »

Quando dò ai poveri da mangiare, dicono che sono un bravo vescovo.  Se chiedo perché i poveri non hanno da mangiare dicono che sono un comunista… Molti vorrebbero che il povero dicesse sempre: ‘È volontà di Dio’ che io viva così. Non è volontà di Dio che alcuni abbiano tutto e altri non abbiano nulla. Non può essere di Dio. Di Dio è la volontà che tutti i suoi figli siano felici.

 

Mons. Oscar Romero, arcivescovo di San Salvador,   1978

 

L'ARCIVESCOVO DEVE MORIRE. Oscar Romero e il suo popolo

Romero. Il coraggio di un vescovo 31 anni dopo

24 marzo 2012.  ROMERO, la profezia  di un vescovo.

 

 

 

Stampa Articolo Stampa Articolo       Manda via Mail questo articolo Manda via Mail questo articolo

 

… Chè se i Gesuiti, gettata via la sottana, assunsero l’uniforme di generali, per vendere colla patria il sangue dei soldati, figlioli o fratelli nostri, non può, non dee la Nazione lasciarsi lordare dalle infamie d’una congrega che dalla reggia ove sta consigliera, giunge sino alle orecchie del povero che prega Iddio. I martiri di Goito, di Curtatone, di Somma Campagna, di Volta non ponno esser morti per una menzogna.

E noi dichiariamo questi sensi perchè non siamo vili e nemici di noi stessi, perchè siamo degni dei nostri riconosciuti diritti, de’ nostri padri, del nome Italiano, della grandezza avvenire e della libertà – senza cui tutto è nulla, e “Iddio si ritira da un Popolo”.

 

Goffredo Mameli,     da ” Ai popoli d’Italia“,  1848,  scritto dopo l’armistizio alla fine della I guerra d’Indipendenza

 

vedi:

FRATELLI D'ITALIA. PAGINE POLITICHE

Stampa Articolo Stampa Articolo       Manda via Mail questo articolo Manda via Mail questo articolo

 

Se continua così, le nazioni di tutto il mondo produrranno presto generazioni di macchine utili, docili, tecnicamente perfezionate, piuttosto che cittadini completi che possono pensare da soli, criticare la tradizione e comprendere il significato delle sofferenze di un’altra persona.


Martha Nussbaum, filosofa americana    Not for Profit 

 

Stampa Articolo Stampa Articolo       Manda via Mail questo articolo Manda via Mail questo articolo

L’Italia vive a vari livelli economici, culturali, storici. Questa varietà di livelli si rifrange negli individui, facendone dei casi sempre in po’ impalpabili, sfuggenti, difficilmente definibili. D’altra parte ciò non li preserva dallo standard, dal conformismo, la standardizzazione si supera soltanto con la coscienza critica, con un alto, sviluppato, adulto, senso civile: e questo purtroppo non è il caso degli italiani, che sono dunque da una parte instabili, misteriosi, irrazionali – tendenti a sfuggire alle definizioni della media – d’altra parte sono elementarmente parificati e codificati, tendenti a rientrare sempre in un tipo medio meccanicamente fisso.

 

Pier Paolo Pasolini,  1971

 

Stampa Articolo Stampa Articolo       Manda via Mail questo articolo Manda via Mail questo articolo

Se il diritto all’esistenza é il primo inviolabile diritto d’ogni uomo, chi può comandare il sacrificio dell’esistenza di alcuni uomini per il miglioramento d’altri uomini? Lo comanderete in nome della Patria, della Società, della moltitudine dei vostri fratelli? Cos’é la Patria, per l’opinione della quale io parlo, se non quel luogo in cui i nostri diritti individuali sono più sicuri ? Cos’é la Società, se non un convegno di uomini, i quali hanno pattuito di mettere la forca di molti in appoggio dei diritti di ciascuno ? Leggi il resto di questo articolo »


Parlo nel tempo dell’umanità corrotta,
dell’infanzia violata e dei corpi artefatti.

Parlo nel tempo di chi elemosina le briciole di una quotidiana certezza,
come fiere che si divorano per la stessa pietanza,
e tacciono
per non essere cacciate dalla mensa del padrone. Leggi il resto di questo articolo »

Ora invece la terra

si fa sempre più orrenda:

il tempo è malato

i fanciulli non giocano più

le ragazze non hanno

più occhi

che splendono a sera. Leggi il resto di questo articolo »

Speriamo di poter avere il coraggio di essere soli e l’ardimento di stare insieme, perché non serve a niente un dente senza bocca, o un dito senza mano.  Speriamo di poter essere disubbidienti, ogni qualvolta riceviamo ordini che umiliano la nostra coscienza o violano il nostro buon senso.  Speriamo di poter meritare che ci chiamino pazzi, come sono state chia­mate pazze le Madri di Plaza de Mayo, per commettere la pazzia di rifiutarci di dimenticare ai tempi dell’amnesia obbligatoria. Speriamo di poter essere così cocciuti da continuare a credere, contro ogni evidenza, che vale la pena di essere uomini.  Speriamo di poter essere capaci di continuare a camminare per i cammi­ni del vento, nonostante le cadute e i tradimenti e le sconfitte, perché la storia continua, dopo di noi, e quando lei dice addio, sta dicendo: arri­vederci. Speriamo di poter mantenere viva la certezza che è possibile essere com­patrioti e contemporanei di tutti coloro che vivono animati dalla volontà di giustizia e dalla volontà di bellezza, ovunque nascano e ovunque viva­no, perché le cartine dell’anima e del tempo non hanno frontiere.

 

Eduardo Galeano,   scrittore uruguayano

Manda via Mail questo articolo Manda via Mail questo articolo

 

Vi sono momenti della storia, nei quali tutto quello che si può fare è tenere accesi piccoli fuochi nella notte, proteggendoli dalla tempesta e da chi li vuole spegnere a colpi di prepotenza, di avvocati e di leggi, perchè, a notte e bufera finite, il villaggio dovrà pur ricominciare a cuocere e scaldarsi.

Gilles Deleuze,   filosofo francese

Cercare la colpa è molto più facile e più rassicurante che non interrogarci sulle responsabilità che possono anche coinvolgerci, metterci in gioco. La colpa permette di incontrare il colpevole, o presunto tale. E in questo modo ci permette di liberare la nostra coscienza. Liberarla da quei sottili vincoli che ci uniscono gli uni agli altri. La responsabilità invece è un itinerario molto più complesso, perché ci obbliga a ragionare, a stare nei termini della corresponsabilità. Dalla colpa alla Responsabilità è itinerario di difficile attuazione, perché sembra quasi, e in questi tempi lo si vive quotidianamente, che abbiamo bisogno di colpe, di colpevole, di liberarci dai sensi di colpa, mentre dovremmo ritrovare una capacità adulta, serena, di assumere le nostre responsabilità e la vera maturità del nostro vivere. E a questo proposito don Tonino Bello scriveva: “Noi non solo dobbiamo correre in aiuto del fratello che geme sotto la sua croce personale, ma dobbiamo anche individuare, con coraggio e intelligenza, le botteghe dove si fabbricano le croci collettive.. E piccole succursali di queste botteghe, veramente oscure, esistono anche nelle nostre città“.

 

don Aldo Antonelli,  parroco di Antrosano

In tempi di transizione la parole tendono a separarsi dal loro senso consueto. A cambiare, come le cose, destinazione d’uso. A disseccarsi e ad uscire fuori corso. O a svuotarsi e diventare involucri vuoti buoni a tutti gli impieghi. O ancora a rovesciarsi, e ad assumere un significato opposto a quello originario.

Marco Revelli, storico     su  Carta  8/2010

 

Vedi:  Le parole rubate alla democrazia

Il dialogo contro la barbarie


Gli italiani non hanno un senso di missione… di dignità d’uomini e cittadini… sono rimasti servi nell’anima, nell’intelletto e nelle abitudini, servi a ogni potere costituito, a ogni meschino calcolo d’egoismo, a ogni indegna paura… Leggi il resto di questo articolo »

Lo sapevi, peccare non significa fare il male:
non fare il bene, questo significa peccare.
Quanto bene tu potevi fare! E non l’hai fatto:
non c’è stato un peccatore più grande di te.

Pier Paolo Pasolini,  da  ”A UN PAPA”   in La religione del mio tempo, Epigrammi, XII (1958)

 

Questi versi furono rivolti da Pasolini a Pio XII. Ma oggi li rivolgiamo a ciascuno di noi… per riflettere.

Oggi a Madrid domani a Roma, siamo antifascisti poiché non misuriamo la patria a cannoni ed a frontiere  ma con il nostro mondo morale e con la Patria di tutti gli uomini liberi.

Carlo Rosselli (1899-1937),  Scritti politici e autobiografici,  1936

 


Dobbiamo vivere la solidarietà con gli uomini senza rimetterne in questione le regole? Allora saremo impuri! Dobbiamo rimetterle in questione. Starci dentro standone fuori, per così dire. Ecco la contraddizione. È quella che noi viviamo. Secondo me, per quanto questa scelta sia deludente perché non ci consente mai un punto di armonizzazione dei contrari, è l’unica scelta che ci è possibile e che ci guida a comprendere perché non diciamo frasi fatte, imparate nell’educazione devota, quando diciamo che siamo tutti peccatori: ci siamo dentro. Leggi il resto di questo articolo »

La Speranza: quella ribellione che rifiuta il conformismo e la sconfitta, una Speranza che si chiama anche dignità, una patria senza nazionalità, un arcobaleno che è anche un ponte, il mormorio del cuore, la ribelle irriverenza che si prende gioco di frontiere, dogane e guerre.

Gustavo Esteva , attivista e intellettuale messicano


“Una volta il traditore era abominevole come Giuda; adesso da singolo è diventato legione e se ne vanta apertamente e attende fanaticamente il momento in cui la vittoria gli concederà la gioia e le attribuzioni dell’eroe”

“La fede, l’amicizia, la patria possono essere tradite da questa gente “esperta”, che mercanteggia su tutto e di tutto fa denaro, e che crede di potersi salvare dalla disperazione costruendosi intorno una cintura blindata di biglietti di banca”

don Primo Mazzolari       da   Adesso del 15 luglio 1950

La vita mi pesa, ma credo sia debito di ciascun uomo di non gettarla se non virilmente o in modo che rechi testimonianza della propria credenza.

Giuseppe Mazzini,  1862

Speriamo di poter avere il coraggio di essere soli e l’ardimento di stare insieme, perché non serve a niente un dente senza bocca, o un dito senza mano.

Speriamo di poter essere disubbidienti, ogni qualvolta riceviamo ordini che umiliano la nostra coscienza o violano il nostro buon senso.

Speriamo di poter meritare che ci chiamino pazzi, come sono state chia­mate pazze le Madri di Plaza de Mayo, per commettere la pazzia di rifiutarci di dimenticare ai tempi dell’amnesia obbligatoria.

Speriamo di poter essere così cocciuti da continuare a credere, contro ogni evidenza, che vale la pena di essere uomini.

Speriamo di poter essere capaci di continuare a camminare per i cammi­ni del vento, nonostante le cadute e i tradimenti e le sconfitte, perché la storia continua, dopo di noi, e quando lei dice addio, sta dicendo: arri­vederci.

Speriamo di poter mantenere viva la certezza che è possibile essere com­patrioti e contemporanei di tutti coloro che vivono animati dalla volontà di giustizia e dalla volontà di bellezza, ovunque nascano e ovunque viva­no, perché le cortine dell’anima e del tempo non hanno frontiere.


Eduardo Galeano, scrittore uruguayano

Il trionfo del materialismo è la vera prerogativa del capitalismo, il quale poggia su quei due pilastri che sono la tecnica e l’economia. Queste dischiudono scenari senza scopi, senza fini, senza l’indicazione di un senso che non sia quello dell’autopotenziamento senza motivo, senza perché e senza uno straccio di risposta alle domande che gli uomini incessantemente si pongono circa il senso del loro esistere. L’ideologia comunista,  anche se dichiaratamente atea, era attraversata da motivi messianici di riscatto, versione laicizzata della redenzione; il suo tempo era escatologico, la sua utopia di giustizia non chiudeva la possibilità di un mondo diverso, il presente si configurava come oltrepassabile e non come monotona ripetizione dell’esistente senza residui di speranza.

 

 Umberto Galimberti,   La Repubblica   22.12.01


Ormai siamo tutti pronti a chinare il capo, a mantenere il posto, a guadagnare, a sopraffarci, a intrallazzare. È proprio la generazione che è corrotta, malata, che va spazzata via.

Mario Monicelli,  ai microfoni  di  Raiperunanotte, giugno 2010

La ragione principale per cui la guerra c’è ancora non sta né in un segreto desiderio di morte della specie umana, né in un insopprimibile istinto di aggressione, né infine e più plausibilmente, nei seri pericoli economici e sociali che il disarmo comporta, ma nel semplice fatto che sulla scena politica non è ancora comparso nessun mezzo in grado di sostituire questo arbitro definitivo degli affari internazionali(…)

Il guaio non è tanto che non abbiamo abbastanza sangue freddo da pensare l’impensabile, quanto piuttosto che non pensiamo.

Hannah Arendt  (1906-1975),  filosofa tedesca

 

Vedi:  Il muro e il pensiero

 


 


La Speranza non soggiorna nelle corti dei Potenti né si esibisce sui palcoscenici dei Filosofi. Veste il grembiule di una bambina piuttosto che i paramenti di un gran sacerdote o le decorazioni di un generalissimo. Possiamo trovarla e dialogare con lei nelle favelas, nelle carceri e negli ospedali piuttosto che nei saloni dei congressi o nelle grandi assemblee dei partiti al potere o nei solenni pontificali delle basiliche.

Ettore Masina 

La Speranza non nasce da una visione del mondo rassicurante e ottimista, bensì dalla lacerazione dell’esistenza vissuta e patita senza veli, che crea un’insopprimibile necessità di riscatto.


Claudio Magris,  da Utopia e disincanto

George Steiner e José Saramago hanno scel­to No come prima parola di un ideale lessico necessario. Una delle parole “più semplici e corte del voca­bolario”, osserva il primo. La parola “più urgente ed essenziale”, la “più selvaggia del vocabolario, secondo Emily Dickinson”, dice il secondo. È un’arte difficile e perduta, quella di dire no. “No alla brutalità della politica, no alla follia delle ingiustizie economiche che ci circondano, no all’invasione della burocrazia nella nostra vita quotidiana. No all’idea che si possano ac­cettare come normali le guerre, la fame, la schia­vitù infantile. C’è un bisogno enorme di tornare a pronunciare quella parola. E invece ne siamo incapaci.” Per acquiescenza, per scetticismo, per pura pigrizia. Non è mera negazione: il no può avere valo­re propositivo, costruttivo, creativo…


Gianrico Carofiglio,  da  La manomissione delle parole

 

vedi: 

LA MANOMISSIONE DELLE PAROLE

Sperare in qualche cosa, significa innanzitutto aver presente uno stato finale che si considera buono, desiderabile, valido. L’autentica speranza inoltre, è legata ad un progetto, sottintende un’azione; essa dunque ha un senso pieno solo se si accompagna ad un impegno.

Evandro Agazzi, filosofo    da  L’uomo, i limiti, le speranze.

 

vedi: Pensiero Urgente n.241). Umiltà.


Calendario eventi
luglio 2024
L M M G V S D
1234567
891011121314
15161718192021
22232425262728
293031EC
Cerca nel Sito
Newsletter
In carica...In carica...


Feed Articoli