Pensieri Urgenti

Migliorare voi stessi ed altrui: è questo il primo intento ed è la suprema speranza d’ogni riforma, d’ogni mutamento sociale. Non si cangiano le sorti dell’uomo, rintonacando, abbellendo la casa dov’egli abita: dove non respira un’anima d’uomo ma un corpo di schiavo, tutte le riforme sono inutili; la casa rabbellita, addobbata con lusso, è sepolcro imbiancato, e non altro.  Non dite: l’Umanità è troppo vasta, e noi troppo deboli. Dio non misura le forze, ma le intenzioni.Si tratta dunque di trovare un principio educatore superiore… che guidi gli uomini al meglio, che insegni loro la costanza nel sacrificio, che li vincoli ai loro fratelli senza farli dipendenti dall’idea d’un solo o dalla forza di tutti. E questo principio è il DOVERE.

Giuseppe Mazzini,    Doveri dell’uomo,  1860

“Tutto ciò che vi è di più caro e di più santo, di più adorabile e di più amabile, viene spento da questa fangosità, che bacia senza amore e applaude senza convinzione.  La fede, l’amicizia possono essere tradite da questa gente “esperta”, che mercanteggia su tutto e di tutto fa denaro, e che crede di potersi salvare dalla disperazione costruendosi intorno una cintura blindata di biglietti di banca”.

Don Primo Mazzolari, 1950

“Al di sopra del papa, come espressione della pretesa vincolante dell’autorità ecclesiastica, resta comunque la coscienza di ciascuno, che deve essere obbedita prima di ogni altra cosa, se necessario anche contro le richieste dell’autorità ecclesiastica. L’enfasi sull’individuo, a cui la coscienza si fa innanzi come supremo e ultimo tribunale, e che in ultima istanza è al di là di ogni pretesa da parte di gruppi sociali, compresa la Chiesa ufficiale, stabilisce inoltre un principio che si oppone al crescente totalitarismo”.

Joseph Ratzinger, al tempo del Concilio Vaticano II

I moralisti considerano volentieri la santità come un lusso. Essa è una necessità.
È la santità,   sono i santi che mantengono quella vita interiore senza la  quale l’umanità si degraderà fino a morire..

Georges Bernanos, 1937

Ora che è morto Borsellino, nessuno può capire che vuoto ha lasciato nella mia vita. Tutti hanno paura ma io l’unica cosa di cui ho paura è che lo Stato mafioso vincerà e quei poveri scemi che combattono contro i mulini a vento saranno uccisi. Prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combatterete la mafia che c’è nel giro dei tuoi amici, la mafia siamo noi ed il nostro modo sbagliato di comportarsi…

Dal diario di Rita Atria, 17 anni, testimone di giustizia, morta per mafia nel 1992

 

vedi:  Pensiero Urgente n.227)

Intelligenza, dammi il nome esatto delle cose!
La mia parola sia la cosa stessa.
creata nuovamente dal mio spirito. Attraverso di me vadano tutti
coloro che le ignorano,alle cose; attraverso di me vadano tutti
quelli che le hanno scordate, alle cose; attraverso di me vadano tutti
coloro che le amano, alle cose…. Intelligenza, dammi
il nome esatto, tuo,  loro e mio, delle cose!

Juan Ramon Jiménez, scrittore spagnolo,  premio nobel 1956.

Non esistono grandi scoperte né reale progresso finché sulla terra esiste un bambino infelice.

 

Albert Einstein (1879-1955), fisico tedesco e Premio Nobel nel 1921

 

 


Chiunque  studia, non la storia dei greci e dei romani come ci hanno insegnato a scuola, ma la storia della specie umana, sa che nei momenti critici della sua evoluzione  all’improvviso, di fronte ad una sfida mortale, è emersa una risposta creativa. Allora, io sono sicuro che noi assisteremo a risposte creative straordinarie. Non lo dico facendo l’indovino, ma proprio facendo  l’ascoltatore di ciò che batte nel cuore dell’umanità. Ne vedo i segni. Sono sostanzialmente ottimista, ma non volontaristicamente, perché sarei un malato di mente, ma il mio è un ottimismo “tragico”, che passa attraverso l’analisi razionale della realtà, che è un’analisi sconfortante. Però attraverso il cumulo delle foglie secche, io vedo qui una gemma verde, là una gemma verde e dico: non ci spaventiamo, c’è primavera. E parlo laicamente, non attingendo alla mia speranza teologale, che è un dono che non posso presupporre in tutti gli altri, ma è laica perché parte dall’analisi della ragione, di una ragione ispirata soltanto  da questa apertura “etica” a tutte le culture e a tutte le attese del mondo.

Ernesto Balducci,    da  “Un testimone del nostro tempo”, 1990

 

vedi:  Speranza (senza ottimismo)

In questa notte scura, qualcuno di noi, nel suo piccolo, è come quei “lampadieri” che, camminando innanzi, tengono la pertica rivolta all’indietro, appoggiata sulle spalle, con il lume in cima. Così, il lampadiere vede poco davanti a sé  -ma consente ai viaggiatori di camminare più sicuri. Qualcuno ci prova. Non per eroismo o narcisismo, ma per sentirsi dalla parte buona della vita. Per quello che si è.

Tom Benetollo – già Presidente Nazionale  ARCI

Qualunque sia la carriera che sceglierete, medico, avvocato, insegnante, permettetemi di proporvi una seconda vocazione. Diventate strenui difensori dei diritti umani. Fate che questo diventi parte centrale della vostra vita. Vi renderà migliori medici, migliori avvocati, migliori insegnanti”

Lanza del Vasto

Forse la vera differenza non è tra credenti e non credenti, ma tra coloro che pensano e si interrogano e coloro che non pensano e non si interrogano più.

Norberto Bobbio, 1975

“Se ragioniamo, il nostro interesse e quello della “cosa pubblica” insomma, finiscono per coincidere. Appunto per questo dobbiamo curarla direttamente, personalmente, come il nostro lavoro più delicato e più importante. Perché da questo dipendono tutti gli altri le condizioni di tutti gli altri. Se non ci appassioniamo a questo, se noi non lo trattiamo a fondo, specialmente oggi, quella ripresa che speriamo, a cui tenacemente ci attacchiamo, sarà impossibile. Per questo dobbiamo prepararci. Può anche bastare, sapete, che con calma cominciamo a guardare in noi, e ad esprimere desideri. Come vorremmo vivere domani? No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perché non ne avete più voluto sapere! “

Giacomo Ulivi, 19 anni, fucilato dai nazifascisti il 10 novembre 1944 a Modena in Piazza Grande

«È giusto credere in un unico essere, quale che sia. Osserviamo gli stessi astri, ci è comune il cielo, ci circonda il medesimo universo: cosa importa se ciascuno cerca la verità a suo modo? Non c’è una sola strada per raggiungere un mistero così grande»

Quinto Aurelio Simmaco nel 382

Dio mi sta bene, e anche la patria e la famiglia; ma il trilogismo Dio-Patria-Famiglia non mi sta più bene. Dico no a quel dio usato come cemento nazionale, a quella patria spesso usata per distruggere altre patrie, a quella famiglia chiusa nel proprio egoismo di sangue. Non mi riconosco tra quei cittadini ligi e osservanti che vanno in chiesa senza fede, che esaltano la famiglia senza amore, che osannano alla patria senza senzo civico !

Adriana Zarri, teologa

“Tutto ciò che è necessario per il trionfo del male, è che gli uomini buoni non facciano niente”

Edmund Burke

“QUANDO L’ANIMA CI FA SENTIRE ESTRANEI A CIO’ CHE CI CIRCONDA E’ UNA FORTUNA; SIGNIFICA CHE CI CHIAMA A STRADE NUOVE”

Anonimo

Le vie della violenza: la ricchezza senza lavoro, il piacere senza coscienza, la conoscenza senza carattere, il commercio senza moralita’, le scienze senza umanita’, il Culto senza sacrificio, la politica senza principi.

Mahatma Gandhi (1869- 1948), filosofo, politico e Animatore sociale indiano

 

 

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Una grande anima: GANDHI

Pensiero urgente n.286) Disubbidienza civile.

 


“Qual è dunque il compito del predicatore oggi ? Dovrei rispondere: fede, speranza e carità. Sembra una bella risposta. Ma vorrei dire piuttosto: coraggio. Ma no, neppure questo è abbastanza provocatorio per costituire l’intera verità… Il nostro compito oggi è la temerarietà
Perchè ciò di cui come Chiesa manchiamo non è certamente né di psicologia né di letteratura. Quello che a noi manca è una santa collera”.

(Parole del grande resistente contro Hitler, il pastore luterano danese, Kaj Munk ucciso dai nazisti nel 1944 )

« La democrazia non è solamente la possibilità ed il diritto di esprimere la propria opinione, ma è anche la garanzia che tale opinione venga presa in considerazione da parte del potere, la possibilità per ciascuno di avere una parte reale nelle decisioni. »

A.Dubček

Noi ci aspettiamo dalla Chiesa ciò che Dio
stesso si attende e cioè che essa formi degli uomini e delle donne veramente liberi, una specie
particolarmente incisiva di persone libere, per le quali la libertà non è solo un diritto, ma un peso, un
dovere, una responsabilità di cui renderanno conto a Dio

Georges Bernanos, 1941

Non essere amati è una semplice sfortuna; la vera disgrazia è non amare.

Albert Camus

Chiedendogli se avesse mai dubitato della sua esistenza, Padre Zanotelli rispose:

“Non una ma molte volte. Quando uno si trova in situazioni cosi’ assurde, davanti ad una sofferenza innocente, come e’ capitato a me a Korogocho, il primo dubbio che viene e’ proprio su Dio. Perche’ uno si chiede: ma se tu, Dio, ci sei, e’ impossibile che non intervenga di fronte ad una sofferenza cosi’ atroce. Ma oggi Dio e’ impotente, e’ malato. Potra’ guarire solo quando guariremo noi. Solo noi oggi possiamo far qualcosa. Dio non puo’ piu’. Ognuno di noi e’ importante perche’ vinca la vita…”. Dio non e’ onnipotente? “Piu’ ci rifletto e piu’ mi convinco che forse Dio non e’ l’onnipotente che pensiamo noi.  E’ il Dio della croce. Perche’ non ha ascoltato la preghiera di Gesu’ morente? e’ un mistero. Forse e’ un Dio debole, che si e’ autolimitato, che puo’ salvarci solo attraverso di noi”.

Alex Zanotelli,  padre comboniano

L’essenza
«Mi sembra, in particolare, che la relazione di un essere umano con l’altro essere umano (…) invece di essere presentata come una conseguenza dell’intelligenza, come una conseguenza della libertà, dovrebbe essere posta nella definizione stessa dell’uomo, sentita come la vocazione stessa dell’uomo. La vocazione dell’uomo è di riconoscere la sua dignità (…) e non di considerare l’intelligenza e la libertà semplicemente come le forme nelle quali può affermarsi. Su questo bisogna richiamare l’attenzione della gioventù (…) Bisogna insegnare tutto ciò (…) insistendo sul fatto che da principio l’uomo prende coscienza di se stesso in una bontà elementare riguardo all’altro essere, in una bontà costante, che trionfa di molte cadute, e che sussiste nelle condizioni più atroci».

Emmanuel  Levinas

“Ma cos’è la Carità? La prego a non voler rimpicciolire fino alla pusillanimità più meschina questo termine sacro. La Carità è anche violenza (violenza d’amore), la Carità è anche rampogna. Legga S.Paolo, legga S.Girolamo, legga santa Caterina da Siena o rilegga semplicemente – ma più attentamente – il Vangelo. Quando Cristo dice “guai a voi”, “ipocriti”, “sepolcri imbiancati” era mosso da carità come quando guariva i lebbrosi o sbendava Lazzaro richiamato dal sepolcro. La carità esige anche le parole dure, quando sono necessarie. Altrimenti, col bruciarci l’incenso l’un l’altro, finiremo con l’accecarci di più. Non si scandalizzi dunque, brava signora, delle parole forti, della carità che grida. Si scandalizzi piuttosto del quieto e sonnolente conformismo che ci sta prendendo…”.

Don Primo Mazzolari
Febbraio del 1950,: rispondendo ad una “pia donna” scandalizzata per la durezza del suo linguaggio contro le facili e inutili elemosine

“Pare che i vescovi siano sempre più esposti al farsi prefetti di un impero, oltre che apostoli di una chiesa; il papa sempre più monarca assoluto,oltre che papa… Quella unità che dovrebbe essere un valore sacramentale ed evangelico (“fà che siano una cosa sola…”) ecco che diventa una soggezione e una schiavi tù; e come, in politica, si va verso l’avvento di un unico governo mondiale, così pare che si imponga anche l’avvento  di un imperialismo dello spirito…Tanto più che la chiesa (e le chiese, più o meno) si sono spesso affermate quali forze di conservazione delle strutture e delle forme, anziché offrirsi quali energie rivoluzionarie e liberatrici”.

“Avremo tempi sempre meno ricchi di fantasia; controllo e burocrazia saranno note dominanti, camicie di forza che tutti indosseremo. Saranno tempi senza estro e anche senza profezia?”.

David Maria Turoldo da  “Chiamati ad essere”

Domani forse potremo sederci di fronte ai nostri figli e dir loro che siamo stati sconfitti. Ma non potremo guardarli e dir loro che vivono così perché abbiamo rinunciato a lottare.

Mahatma Gandhi (1869- 1948), filosofo, politico e Animatore sociale indiano

 

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Quando incontro qualcuno non gli chiedo da dove viene. Non mi interessa.

Gli chiedo dove va. Gli chiedo se posso fare un pezzo di strada insieme a lui.

Giovanni XXIII

“Non c’è dubbio (lo si vede dai risultati) che la televisione sia autoritaria e repressiva come mai nessun mezzo di informazione al mondo. Il giornale fascista e le scritte sui cascinali di slogan mussoliniani fanno ridere: come (con dolore) l’aratro rispetto a un trattore. Il fascismo, voglio ripeterlo, non è stato sostanzialmente in grado nemmeno di scalfire l’anima del popolo italiano;  il nuovo fascismo,  attraverso i nuovi mezzi di comunicazione e di informazione (specie, appunto,  la televisione) non solo l’ha scalfita,  ma l’ha lacerata, violata, bruttata per sempre.”


Pier Paolo Pasolini (dal Corriere della sera, 9 dicembre 1973

Abbiamo adunque con la Chiesa e con i preti noi Italiani questo primo obbligo, d’esser diventati sanza religione e cattivi; ma ne abbiamo ancora un maggiore, il quale è cagione della rovina nostra: questo è che la Chiesa ha tenuto e tiene questa nostra provincia divisa. E veramente alcuna provincia non fu mai unita o felice, se la non viene tutta alla ubbidienza d’una republica o d’uno principe, come è avvenuto alla Francia e alla Spagna. E la cagione che l’Italia non sia in quel medesimo termine, né abbia anch’ella o una repubblica o un principe che la governi, è solamente la Chiesa; perché avendovi abitato e tenuto imperio temporale, non è stata sí potente né di tal virtù che l’abbia potuto occupare il restante d’Italia e farsene principe; e non è stata, dall’altra parte, sí debile che, per paura di non perdere il dominio delle cose temporali, la non abbia potuto convocare uno potente che la difenda contra a quello che in Italia fusse diventato tropo potente».

Niccolò Machiavelli, Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio, I, 12.

Don Tonino Bello, nel 1992, scriveva:

“Voglio sfogare con qualcuno la tristezza che mi devasta l’anima in questi giorni, alla vista di tanti stranieri che hanno invaso l’Italia, e verso i quali la nostra civiltà, che a parole si proclama multirazziale, multiculturale, multietnica, e multireligiosa, non riesce ancora a dare accoglienze che abbiano sapore di umanità.
So bene che il problema dell’immigrazione richiede molta avvedutezza e merita risposte meno ingenue di quelle fornite da un romantico altruismo. Capisco anche le “buone ragioni” dei miei concittadini che temono chi sa quali destabilizzazioni negli assetti consolidati del loro sistema di vita. Ma mi lascia sovrappensiero il fatto che si stentino a capire le “buone ragioni” dei poveri allo sbando, e che, in quest’esodo biblico, non si riesca ancora a scorgere l’inquietante malessere di un mondo oppresso dall’ingiustizia e dalla miseria. […]
(È necessario) vincere gli istinti xenofobi che ci dormono dentro. Che si ammantano di ragioni patriottiche. Che scatenano, all’interno delle nostre raffinatissime città, inqualificabili atteggiamenti di rifiuto, di discriminazione, di violenza, di razzismo. E che implorano dalle istituzioni, con martellante coralità, rigorosi provvedimenti di forza. Siamo vittime di una insopportabile prudenza, e scorgiamo sempre angoscianti minacce dietro l’angolo.
Perché lo straniero mette in crisi sostanzialmente due cose:  la nostra sicurezza e la nostra identità”

A. Bello,   Ad Abramo e alla sua discendenza, Ed. La Meridiana, Molfetta, 1992, pag.157

“Le vere canaglie sono poche. I più sono mezze coscienze.

Il caso più pietoso è quello degli onesti che, per difendersi, devono fingere di essere volgari”.

Ignazio Silone

“Noi amiamo la nostra Chiesa, con i suoi limiti e le sue ricchezze, è nostra Madre. Per questo la rispettiamo, sognando che sia sempre bella: Una Chiesa dove è bello vivere, dove si può respirare, dire ciò che si pensa: una Chiesa di libertà. Una Chiesa che ascolta prima di parlare, che accoglie prima di giudicare, che perdona senza voler condannare, che annuncia invece di denunciare. Una Chiesa di misericordia. Una Chiesa dove il più semplice dei fratelli capisce ciò che l’altro dice, dove il più sapiente dei suoi capi sa di non sapere, dove è tutta la gente ad esprimersi e manifestarsi. Una Chiesa di saggezza. Una Chiesa dove lo Spirito Santo possa essere ancora invitato perché non tutto è già stato previsto, regolato e deciso in anticipo. Una Chiesa aperta. Una Chiesa in cui il coraggio del nuovo sia più forte dell’abitudine di fare come in passato. Una Chiesa dove si possa pregare nella propria lingua, esprimersi nella propria cultura, esistere secondo la propria storia. Una Chiesa di cui la gente non dica: “Guardate come sono organizzati” ma “Guardate come si amano”.

Mons. Guy Deroubaix, in “Faire l’Eglise du Christ”

«Può tuttavia accadere che un gusto eccessivo per i beni materiali porti gli uomini a mettersi nelle mani del primo padrone che si presenti loro. In effetti, nella vita di ogni popolo democratico, vi è un passaggio assai pericoloso. Quando il gusto per il benessere materiale si sviluppa più rapidamente della civilità e dell’abitudine alla libertà, arriva un momento in cui gli uomini si lasciano trascinare e quasi perdono la testa alla vista dei beni che stanno per conquistare. Preoccupati solo di fare fortuna, non riescono a cogliere lo stretto legame che unisce il benessere di ciascuno alla prosperità di tutti. In casi del genere, non sarà neanche necessario strappare loro i diritti di cui godono: saranno loro stessi a privarsene volentieri… Leggi il resto di questo articolo »

Si ha l’impressione che la stupidità non sia un difetto congenito, ma piuttosto che in determinate circostanze gli uomini vengano resi stupidi, ovvero si lascino rendere tali. Osservando meglio, si nota che qualsiasi ostentazione di potenza, politica o religiosa che sia, provoca l’istupidimento di una gran parte degli uomini. La potenza dell’ uno richiede la stupidità degli altri.

Dietrich  Bonhoeffer  1943

 

vedi: Così fu ucciso Bonhoeffer teologo devoto a Dio e al mondo


“Signore,

come abbiamo potuto

confondere

la nostra Fede

col marmo degli altari

e delle statue,

che Ti abbiamo costruito? Leggi il resto di questo articolo »

Per quanto il mondo possa sembrarti assurdo,

non dimenticare mai che offri un bel contributo

a questa assurdità con il tuo agire o con il tuo astenerti.


Arthur Schnitzler

“Fratello ateo,
nobilmente pensoso
alla ricerca di un Dio
che io non so darti,
attraversiamo insieme un deserto,
andiamo oltre la stessa foresta
delle fedi, liberi e nudi,
verso il nudo Essere e là
dove la parola muore
abbia fine il nostro cammino”

David Maria Turoldo

«Se io credessi che Cristo, il suo Vangelo, la sua Chiesa fossero un ostacolo alla marcia del proletariato verso i suoi destini di giustizia e di felicità, leverei il crocifisso dal mio altare e lo spezzerei davanti a tutti gridando: abbasso Cristo»

don Primo Mazzolari

AUGURI SCOMODI

Carissimi, non obbedirei al mio dovere di vescovo se vi dicessi “Buon Natale” senza darvi disturbo.Io, invece, vi voglio infastidire. Non sopporto infatti l’idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla routine di calendario.Mi lusinga addirittura l’ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati.Tanti auguri scomodi, allora, miei cari fratelli!Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticalie vi conceda di inventarvi una vita carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio.Il Bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, finché non avrete dato ospitalità a uno sfrattato, a un marocchino, a un povero di passaggio.Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la vostra carriera diventa idolo della vostra vita, il sorpasso, il progetto dei vostri giorni, la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate.Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla dove deporre con tenerezza il frutto del suo grembo, vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo struggimento di tutte le nenie natalizie, finché la vostra coscienza ipocrita accetterà che il bidone della spazzatura, l’inceneritore di una clinica diventino tomba senza croce di una vita soppressa.Giuseppe, che nell’affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le delusioni paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i tepori delle vostre tombolate, provochi corti circuiti allo spreco delle vostre luminarie, fino a quando non vi lascerete mettere in crisi dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i loro figli senza fortuna, senza salute, senza lavoro.Gli angeli che annunciano la pace portino ancora guerra alla vostra sonnolenta tranquillità incapace di vedere che poco più lontano di una spanna, con l’aggravante del vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfratta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la terra degli umili, si condannano popoli allo sterminio della fame.I Poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell’oscurità e la città dorme nell’indifferenza, vi facciano capire che, se anche voi volete vedere “una gran luce” dovete partire dagli ultimi.Che le elemosine di chi gioca sulla pelle della gente sono tranquillanti inutili.Che le pellicce comprate con le tredicesime di stipendi multipli fanno bella figura, ma non scaldano.Che i ritardi dell’edilizia popolare sono atti di sacrilegio, se provocati da speculazioni corporative.I pastori che vegliano nella notte, “facendo la guardia al gregge “, e scrutano l’aurora,vi diano il senso della storia, l’ebbrezza delle attese, il gaudio dell’abbandono in Dio.E vi ispirino il desiderio profondo di vivere poveri che è poi l’unico modo per morire ricchi.Buon Natale! Sul nostro vecchio mondo che muore, nasca la speranza.

don Tonino Bello   vescovo

Prima di tutti vennero a prendere gli zingari e fui contento perchè rubacchiavano.

Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perchè mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perchè non ero comunista.

Un giorno vennero a prendermi e non c’era rimasto nessuno a protestare.

Bertolt Brecht (1898- 1956) drammaturgo e poeta tedesco

 

vedi:  Pensiero Urgente n.265)


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