Pensieri Urgenti

“Non mi piacciono i beati.
Quelli che credono di essere della grazia
perché non hanno la forza per essere della natura.
Quelli che credono di essere nell’eterno
perché non hanno il coraggio di essere nel tempo.
Quelli che credono di essere con Dio
perché non stanno con le persone.
Quelli che credono di amare Dio
perché non amano nessuno”

(Charles Peguy)


Beatitudini capitali

Beati i ricchi, perché di essi è il mondo e quanto contiene.
Beati i gaudenti: non avranno mai bisogno di consolazione.
Beati gli arroganti: avranno sempre l’ultima parola.
Beati i profittatori e gli operatori di ingiustizia: non dovranno mai dire grazie a nessuno.
Beati i guerrafondai: la cifra dei loro affari sarà direttamente proporzionata al numero degli ammazzati e degli invalidati dalle loro guerre.
Beati gli adulatori: per loro tutte le porte saranno sempre aperte.

“Crescete come buoni rivoluzionari. Siate sempre capaci di sentire nel più profondo di voi stessi ogni ingiustizia commessa contro chiunque in qualsiasi parte del mondo: è la qualità più bella di un rivoluzionario “

Che Guevara, in una lettera ai figli negli ultimi anni

Poche cattedrali di canti e oro,
molte cappelle di fango ed assi.
Pochi ricchi addestrati all’indifferenza,
molti poveri esperti in passione condivisa.
Pochi letterati calcolatori e prudenti,
molti semplici che sanno di fede e di speranza.
Pochi dottori molto sicuri della loro dottrina,
molti testimoni che ascoltano la verità.
Poco potere di farisei e sacerdoti di carriera,
molto servizio umile ai fratelli più piccoli.
Pochi progetti di dollari e marchi,
molti lavoretti di sudore e canto.
Poche cerimonie in palazzi e caserme,
molte feste in villaggi e quartieri marginali.
Poche benedizioni di armi, banche e governi,
molte marce per la pace, la giustizia e la libertà.
Poco timore del Dio del castigo e della morte,
molto rispetto per il Dio dell’amore e della vita.
Poco culto di spalle al popolo
al Cristo re eterno nell’alto dei cieli.
Molto amore e fedeltà al Gesù di Maria,
Compagno, Profeta, Figlio del Padre.
Poco, sempre meno, molto, sempre più.

Ronaldo Muñoz, teologo cileno,  in “La Chiesa che amo”  2007

Essere tranquilli, gentili, pazienti, generosi, essere forti, coraggiosi, concentrati, determinati non dipende né dalla forma né dalla misura che si ha, non dipende dalla lingua che parliamo,né dal colore della nostra pelle né dalla nostra età ma dipende soltanto da quanto spazio aperto c’è in noi per accogliere la saggezza ed il buon cuore che ci offre la natura della Vita.

dal Progetto Didattico “Spazio al Silenzio”
di Dinajara Doju Freire

“…Ancor più che fuori, le cause della guerra sono dentro di noi. Sono in passioni come il desiderio, la paura, l’insicurezza, l’ingordigia, l’orgoglio, la vanità… Dobbiamo cambiare atteggiamento. Leggi il resto di questo articolo »

” Dovete abituarvi anche a questa atrocità del dubbio, a dibattere veramente i problemi,

ma veramente, non formalmente, si applaudono sempre dei luoghi comuni, bisogna ragionare, non applaudire o disapprovare”.

P.P. Pasolini   in un  incontro con i giovani della FCGI nel 1975

«La Chiesa sta divenendo per molti l´ostacolo principale alla fede. Non riescono più a vedere in essa altro che l´ambizione umana del potere, il piccolo teatro di uomini che, con la loro pretesa di amministrare il cristianesimo ufficiale, sembrano per lo più ostacolare il vero spirito del cristianesimo».

Joseph Ratzinger, prima della sua trasformazione…

Vangelo di Luca 14, 25-33

Siccome molta gente andava con lui, egli si voltò e disse: “Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo.Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento? Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda un’ambasceria per la pace. Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo. Leggi il resto di questo articolo »

La persona deve essere distinta dall’individuo. L’individuo non è altro che una semplice astrazione, cioè la selezione, a scopi pratici,d i alcuni aspetti della persona. La mia persona, invece, si trova anche nei ‘miei’ genitori, nei ‘miei’ figli, nei ‘miei’ amici, nei ‘miei’ nemici, nei ‘miei’ antenati e nei ‘miei’ discepoli. La mia persona si trova anche nelle ‘mie’ idee, nei ‘miei’ sentimenti e nei ‘miei’ averi… Un individuo è un nodo isolato; una persona è tutto il tessuto che sta intorno a quel nodo, frammento del tessuto totale che costituisce il reale.E’ innegabile che il tessuto, senza i nodi, si disferebbe; ma i nodi, senza il tessuto, non esisterebbero neppure. Una difesa troppo accanita dei miei diritti ndividuali, ad esempio, può comportare ripercussioni negative, cioè ingiuste, su altri e forse anche su me stesso.

Raimond Panikkar, teologo

TUTTO E’ IN LUI

Non ho nulla da donare all’altro,
ho solo il dovere di aprirlo alla sua vita,
di permettergli di essere ciò che è,
infinitamente più bello e più ricco di ciò che non sarebbe
se io tentassi di arricchirlo dall’esterno
cercando di “formarlo” .

Tutto è già in lui
poiché la sorgente è nel profondo del suo essere.
ma ci sono tanti e tanti ostacoli
che ne impediscono lo scaturire!
Io devo essere colui che lo aiuta
a far saltare le rocce
e rompere le pietre di cemento,
attorno a lui,
ma più ancora, in lui.

Io devo essere colui che lo aiuta a scavare,
a sviscerare, sempre di più sviscerare,
per raggiungere quella sorgente
da cui zampillerà la vita.

Michel Quoist

Il compito centrale della Chiesa, cioè, è quello di difendere le proprie verità, il proprio potere, il proprio influsso sulla società, i propri diritti e le proprie prescrizioni? O, al contrario,il compito centrale della Chiesa è promuovere lo sviluppo dei popoli, alleviare la sofferenza degli ultimi di questo mondo, mettersi dalla parte di quelli che sono considerati i “nessuno” della terra? Ero a Roma il giorno in cui seppelli­rono Giovanni XXIII, in un funerale semplice, di pomeriggio, con piazza San Pietro piena di gente semplice, di gente del popolo, che piangeva (sic) la morte di quell’uomo semplice ed umile. Leggi il resto di questo articolo »

E’ buio dentro di me, ma presso di te c’è luce.

Sono solo, ma tu non mi abbandoni.

Sono impaurito, ma presso di te c’è aiuto.

Sono inquieto, ma presso di te c’è pace.

In me c’è amarezza, ma presso di te c’è pazienza.

Io non comprendo le tue vie, ma tu conosci la mia via.

 

Dietrich Bonhoeffer, Natale 1943, carcere di Tegel, Berlino

 

vedi:  Così fu ucciso Bonhoeffer teologo devoto a Dio e al mondo


La messa in latino… Un grande passo di crescita e di verità evangelica…  Riconciliarsi con i lefreviani, i conservatori, i teocon/teodem, i fondamentalisti e integralisti cattolici è un grande progetto. Conviene. In genere questi signori appartengono alle aree di potere, politico ed economico, sono vicini ha chi ha in mano le leve del comando o le gestiscono essi stessi.  Riconciliarsi con la Teologia della Liberazione, con le Comunità di Base, con preti o laici dissidenti, con i vari Jon Sobrino è inutile, non conviene. In genere sono lontani dalle logiche di potere, non amano i privilegi e credono ancora in una Chiesa povera a servizio dei poveri e che sia coscienza critica dei potenti;  e poi parlano più di Vangelo che di Pio V…  No! Meglio gli altri e questi invece condanniamoli.   Non c’è niente da fare: l’attuale gestione della Chiesa non si smentisce mai.

«L’urto tra lo Spirito di Cristo e mondanità è ineluttabile, e già si vede che l’ubriacatura consumistica e eroticizzata dell’Occidente provoca una senescenza precoce dei sensi, un abitare nelle terre del nonsenso, una bulimia del “tutto e subito” che soffoca. In tale contesto oggi i cristiani non solo non sono perseguitati, ma neppure osteggiati, anzi sono invocati. Noi oggi assistiamo addirittura a un diffuso atteggiamento di benevolenza nei confronti della chiesa, da parte dei Cesari di oggi soprattutto. Leggi il resto di questo articolo »

Per uno come Welby le chiese erano chiuse.  Per uno come Bush le chiese erano stra-aperte. Mentre proprio per uno come lui dovevano essere chiuse.

Non ci sono parole da aggiungere. Invece c’è assolutamente bisogno di UN’ALTRA CHIESA, che sia assolutamente una CHIESA ALTRA da come è ridotta…

“Spesso mi chiedo perché un “istinto cristiano” mi spinga frequentemente verso le persone non-religiose piuttosto che verso quelle religiose, e ciò assolutamente non con l’intenzione di fare il missionario, ma potrei quasi dire “fraternamente”. Mentre davanti alle persone religiose spesso mi vergogno a nominare il nome di Dio – perché in codesta situazione mi pare che esso suoni in qualche modo falso, e io stesso mi sento un po’ insincero (particolarmente brutto è quando gli altri cominciano a parlare in termini religiosi; allora ammutolisco quasi del tutto, e la faccenda diventa per me in certo modo soffocante e sgradevole) – davanti alle persone non-religiose in certe occasioni posso nominare Dio in piena tranquillità e come se fosse una cosa ovvia. Le persone religiose parlano di Dio quando la conoscenza umana (qualche volta per pigrizia mentale) è arrivata alla fine o quando le forze umane vengono a mancare – e in effetti quello che chiamano in campo è sempre il deus ex machina, come soluzione fittizia a problemi insolubili, oppure come forza davanti al fallimento umano; sempre dunque sfruttando la debolezza umana o di fronte ai limiti umani; questo inevitabilmente riesce sempre e soltanto finché gli uomini con le loro proprie forze non spingono i limiti un po’ più avanti, e il Dio inteso come deus ex machina non diventa superfluo; per me il discorso sui limiti umani è diventato assolutamente problematico (sono oggi ancora autentici limiti la morte, che gli uomini quasi non temono più, e il peccato, che gli uomini quasi non comprendono?); mi sembra sempre come se volessimo soltanto timorosamente salvare un po’ di spazio per Dio; – io vorrei parlare di Dio non ai limiti, ma al centro, non nelle debolezze, ma nella forza, non dunque in relazione alla morte e alla colpa, ma nella vita e nel bene dell’uomo. Raggiunti i limiti, mi pare meglio tacere e lasciare irrisolto l’irrisolvibile. La fede nella resurrezione non è la “soluzione” del problema della morte. L’“aldilà” di Dio non è l’aldilà delle capacità della nostra conoscenza! La trascendenza gnoseologica non ha nulla che fare con la trascendenza di Dio. È al centro della nostra vita che Dio è aldilà. La Chiesa non sta lì dove vengono meno le capacità umane, ai limiti, ma sta al centro del villaggio. Così stanno le cose secondo l’Antico Testamento, e noi leggiamo il Nuovo Testamento ancora troppo poco a partire dall’Antico. Attualmente sto riflettendo molto su quale aspetto abbia questo cristianesimo non-religioso, e quale forma esso assuma; te ne scriverò presto ancora e più a lungo. Forse a questo proposito a noi che ci troviamo al centro tra est ed ovest tocca un compito importante.”

Dalla lettera del 30 aprile del 1944 di Dietrich Bonhoeffer dal carcere di Tegel ad Eberhrd Bethge  (  D. Bonhoeffer,  Resistenza e Resa, ed, Paoline)

La Chiesa è ammalata di potere. Da tempo. Invece di essere solo l’annunciatrice del Vangelo e di testimoniarlo nell’essere senza potere in questo mondo, fa il contrario. Forse non crede alla forza della fede e preferisce affidarsi ai potenti. Anzi sicuramente è così.  Questo non riguarda tutti credenti, certo, ma soprattutto che detiene l’autorità, quasi tutti i “capi” e i loro seguaci acritici.  L’unica predica credibile è essere come Gesù che “salvava” gli uomini non contando nulla nella sua società, perchè la Chiesa o porta un modo d’essere, un messaggio che è “stoltezza” per questo mondo e “sapienza” per Dio, come dice il Vangelo, o essa non serve a nulla, anche se è applaudita nelle piazze. Perdiamo tempo in “affari moralistici” quando il vero e unico peccato è il “potere”, ancor più che la ricchezza. Con il potere non passerà mai il Vangelo. Mai. E la Chiesa fallisce nel suo apparente “vincere”….

“C’è all’orizzonte un persecutore insidioso, un nemico che lusinga, non flagella la schiena, ma ci accarezza il ventre, non ci confisca i beni, ma ci fa ricchi; non ci imprigiona spingendoci verso la libertà, ma ci onora nel palazzo spingendoci alla schiavitù; non ci stringe i fianchi con catene, ma vuole il possesso del nostro cuore; non ci taglia la testa con la spada, ma ci uccide l’anima con il denaro, il potere, il successo, i primi posti nella nostra società.”

S.Ilario di Poitiers (Contra Costantium 5)   V sec.


“Quando in un dato Paese e in un dato momento della storia, vedo che gli applausi piovono, che la religione è onorata da tutti e che Dio come la Chiesa hanno un grande successo, ogni spirito prudente e veramente ispirato dalla fede sarà non già tranquillo, come sovente siamo stati, ma inquieto, temendo che sia qualche specie d’idolo che si adora al posto del vero Dio, e che sia qualche deformazione della religione ad avere un tale successo.”

card. John H. Newman ( Pensées sur l’eglise)   XIX sec.


“Non è irreligioso chi rinnega gli dei del volgo, ma chi le opinioni del volgo applica agli dei”!

Epicuro, filosofo greco V sec.  a.C.

Carissimi,

portando la sua testimonianza nell’ambito di una giornata di studi in memoria di Giuseppe Lazzati, tenutasi a Milano il 25 maggio dell’anno scorso, il card. Martini ricordava l’interrogativo che l’ex-rettore dell’Università Cattolica si era venuto ponendo nei suoi ultimi anni sulla capacità dei cattolici italiani di “pensare politicamente”. E lo riportava in questi termini: “I cristiani sanno pensare politicamente? Sanno uscire da un semplice entusiasmo per i valori ad una fatica nel tradurre questi valori in un contesto democratico, cercando il bene comune, il bene comune possibile concretamente in questo contesto?”. A noi, da dodicimila chilometri di distanza, guardando alle cose di casa vostra (che continua ad essere un po’  anche quella di qualcuno di noi), sembra di poter condividere il dubbio di Lazzati e la conclusione del card. Martini, che lo diceva riferibile anche al nostro tempo. C’è un’aria di rivalsa, una voglia di rivincita, di imporsi, costi quel che costi, strumentalizzando e lasciandosi allegramente strumentalizzare da forze che nulla hanno di cristiano, ma che sono disposte in compenso  a vendersi l’anima (in cui non credono), pur di salvare la “religione del lucro”, l’unico monoteismo da esse predicato e praticato. Che pure la Chiesa continua solennemente a condannare. Dando spazio a quella che (un po’ impertinentemente, com’è nel nostro stile) diremmo un’alleanza (matrimonio di fatto?) che di più contronatura non ce n’è: quella che un tempo si sarebbe detta “tra il diavolo e l’acqua santa”. Ma che oggi, per non demonizzare nessuno, preferiamo dire tra la logica del dominio e quella del dono, il vantaggio di pochi e il bene comune, l’affermazione di sé, a livello economico, politico e religioso (le tre tentazioni di Cristo) e la cura e preoccupazione per gli altri (tutti gli altri).

Comunità del Bairro   -  Brasile

Tempi bui. Per una Chiesa sempre più “ammalata” di potere. Per una laicità della società sempre più in crisi a causa di politici servili e incoscienti. Per un’indifferenza generale sempre più evidente e disperata. In tutto questo buio, nonostante tutto, occorre costruire una “RESISTENZA” delle coscienze libere e sensibili. Lo dobbiamo alla nostra dignità e a chi viene dopo di noi. Facciamo nostra questa poesia di Turoldo, il suo grido…

“Tempi malvagi ci sono toccati in sorte: stagioni
che non accennano a mutare………..
Da lungo sono spenti i candelabri,
il baliginio delle lampade all’altare ancora più agita le ombre per tutto
il tempio: è notte, fratello!
Una grande notte incombe sulla Chiesa.
Il concilio, uno scialo di speranze.
Sempre più rara, dovunque, la Parola
mentre di inutili parole, a ondate,
rimbomba il mondo”.

Padre   Davide Maria Turoldo

“Un giorno una grossa signora di campagna mi diceva con tono più tranquillo di questo mondo: -Credetemi, non c’è più gusto a vestir bene. Le mie contadine fanno più lusso di me-.

Allora è proprio vero che il possedere è poco gustoso; che occorre il sapore diabolico del confronto! L’Epulone, per poter godere il proprio banchetto ha bisogno che alla porta ci sia un lazzaro: le mie scarpe mi danno un crescendo di benessere se c’è qualcuno lungo la via che cammina a piedi nudi. Ed io che pensavo vero il contrario! Che il pane diventasse più gustoso quel giorno in cui, sedendomi a colazione potessi pensare che nessuna creatura è senza pane. Ma io vi assicuro che il mio letto sarebbe più riposante se avessi la certezza che tutti hanno un letto; più accogliente la mia casa quando tutti ne avranno una. Eppure, c’è ancora qualcuno che gode della disuguaglianza! C’è ancora qualcuno che ha bisogno di misurare il gusto del possedere sul niente degli altri! Quanta strada prima di capire che anche gli altri hanno diritto di vivere come noi!”

don Primo Mazzolari, 1949,  sul numero 6 di ADESSO,  rivista da lui fondata.

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