Articoli marcati con tag ‘Alfio Caruso’

Diciotto anni dopo ignoriamo chi azionò il telecomando della strage di via D’Amelio, in cui vennero macellati Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta. Oggi sappiamo soltanto che Cosa Nostra partecipò alla preparazione dell’attentato e che Borsellino non fu ucciso per il fallimento della trattativa condotta dai carabinieri con Riina attraverso la mediazione di Vito Ciancimino. La minuziosa rilettura d’ingialliti verbali, le dichiarazioni di antichi testimoni, l’incrociarsi di vecchie e nuove verità aprono uno scenario rabbrividente. Sullo sfondo campeggia inquietante il Ros dei carabinieri: a che gioco giocava? Assodato che fu Provenzano a consegnare Riina, quali garanti dal gennaio ’93 hanno protetto la latitanza di «zu Binnu», non a caso arrestato dalla polizia? Un filo rosso lega via D’Amelio a Capaci. Falcone e Borsellino puntavano su Milano, da oltre vent’anni vera capitale della mafia. All’interno dei suoi insospettabili salotti i boss avevano trovato i complici ideali per riciclare e moltiplicare le centinaia di miliardi guadagnati con il traffico internazionale degli stupefacenti. L’appoggio di banchieri, imprenditori, finanzieri aveva consentito alle «famiglie» siciliane di trasformarsi in un impero economico capace di condizionare la vita del Paese: molti, dunque, volevano stoppare i due magistrati palermitani. Nei suoi cinquantasette giorni di corsa contro la morte Borsellino aveva capito il complesso meccanismo di quattrini e di complicità nel quale persino Riina e Provenzano agivano spesso da pupi, anziché da pupari. Ma lo Stato, nel cui nome Paolo sfidava il Male, fece ben poco per proteggerlo. Questo libro vi racconta come e perché. Un altro prezioso libro per capire in quale assurdo Paese viviamo…

di Alfio Caruso,  ed. Longanesi  2010,  €  14,25

 

vedi: 

MAFIA PULITA

L'AGENDA ROSSA DI PAOLO BORSELLINO

PERCHE' NON POSSIAMO NON DIRCI MAFIOSI

Il libro racconta duemila e più anni di storia e di vita siciliana attraverso episodi grandi e piccoli che risalgono al tempo degli arabi e dei fenici. I principi alla base della mentalità mafiosa sono spesso condannati solo a parole e praticati invece su larga scala da chi può permetterselo; ed è chiaro che, finché persiste questo tipo di mentalità, la delinquenza organizzata non cesserà di trovare nuovi adepti e nuovi referenti.

di Alfio Caruso,  ed. Longanesi  2002,   € 10,00

 

vedi: Mafia, l'altra faccia del potere

IL CASO AMBROSOLI. MAFIA, AFFARI, POLITICA.

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