Articoli marcati con tag ‘disonore’
- Se un condannato per mafia e stragi come Giuseppe Graviano avesse dichiarato che ho pesanti responsabilità per attività terroristiche e sono colluso con la criminalità organizzata, sarei io ad esigere un contraddittorio davanti a un giudice e, per essere sicuro che la mia onorabilità fosse agli occhi della pubblica opinione più chiara del sole, farei di tutto affinché televisioni e giornali assistessero al dibattimento.
Se un galantuomo e giornalista stimato come Ferruccio De Bortoli avesse scritto in un libro che ho esercitato pressioni indebite affinché un importante istituto bancario intervenisse per salvare una banca a rischio di collasso per la mala gestione di mio padre e di altri, raccoglierei i miei risparmi per querelare il De Bortoli e, prima ancora che la giustizia completasse il suo lungo e lento iter, lo sfiderei a un pubblico contraddittorio davanti a televisioni e alla presenza di giornalisti al fine, ancora una volta, di difendere il mio onore. Leggi il resto di questo articolo »
Il nostro sistema politico non si propone di imitare le leggi di altri popoli: noi non copiamo nessuno, piuttosto siamo noi a costituire un modello per gli altri. Si chiama democrazia, poiché nell’amministrare si qualifica non rispetto ai pochi, ma alla maggioranza. Leggi il resto di questo articolo »
NON possiamo distogliere lo sguardo dai mali profondi dell’Italia, quelli che continuano a corrodere la società. Abbiamo appena assistito all’accettazione strutturale della corruzione, visto che condannati e inquisiti non sono stati non dico almeno biasimati, ma dotati di un paracadute politico con candidature alle elezioni europee e locali. Vi è una morale da trarre da questa vicenda? Ve ne sono almeno tre. La prima riguarda il significato assunto dalle leggi in queste materie; la seconda evoca l’onore perduto della politica; la terza richiama l’impossibile ricostruzione di un’etica civile. Leggi il resto di questo articolo »
La vita è una milizia (vivere militare est). Ai più coraggiosi, a quelli che primeggiano sono affidate le prove più rischiose, la fatiche più ardue. Sono loro stessi a volerlo. Ci sono quelli, invece, che si lasciano mollemente andare in uno stato di squallida inerzia, mentre gli altri si affaticano. Sono al sicuro, ma con disonore.
Lucio Anneo Seneca (I sec d. C.), Ad Lucilium 96, 5
vedi: L’inquietudine dello stoico Seneca che ci mette di fronte a noi stessi.
Ecco perché dico no al sarcasmo