Articoli marcati con tag ‘educazione’

 

Il 19 ottobre del 1969 muore a Perugia dopo una breve malattia ALDO CAPITINI (69 anni)  educatore, filosofo, politico e Antifascista.

 

vedi:  Il filosofo della Pace: ALDO CAPITINI

 

 

L’11 luglio 1966 muore a Roma dopo una breve malattia AUGUSTO MONTI  (85 anni) scrittore, docente, pedagogista, politico, Antifascista e Azionista.

 

Vedi:  La Resistenza di un educatore: AUGUSTO MONTI

 

Il 19 aprile (data ipotetica) del 65 d.C. muore suicida nella sua villa al quarto miglio dell’Appia Antica a Roma, per ordine dell’imperatore romano Nerone, LUCIO ANNEO SENECA (69 anni), filosofo, educatore, scrittore, drammaturgo e politico.

 

Vedi:  19 aprile 2024. Morte di un maestro di saggezza.

 


 

 

 

Il 23 gennaio del 1799 viene inaugurata a Napoli la Repubblica.

 

Vedi:   Una Repubblica a Napoli



 

Il 30 dicembre 1997 muore a Trappeto (PA) dopo una breve malattia DANILO DOLCI (73 anni) sociologo, educatore e attivista sociale e della non violenza come logica dell’impegno politico.

 

vedi:  Un uomo solidale: DANILO DOLCI



Fra i metodi moderni di propaganda il più influente è quello denominato educazione […].

Si può sperare che col tempo qualcuno riesca a persuadere qualcuno di qualsiasi cosa se riesce a catturare il paziente giovane e se lo Stato fornisce denaro e attrezzature. Leggi il resto di questo articolo »

 

 

E quest’ascia cala su bambini, ragazzi e giovani. Un massacro a scuola. Un massacro di bambini e ragazzi che rende la famigerata “strage degli innocenti” di Erode il grande ( descritta nel Vangelo di Matteo al cap.2) quasi uno scherzo. Leggi il resto di questo articolo »

Gli antichi dittatori caddero perché non sapevano dare ai loro soggetti sufficiente pane e circensi, miracoli e misteri. E non possedevano un sistema veramente efficace per la manipolazione dei cervelli.

In passato liberi pensatori e rivoluzionari furono spesso i prodotti della educazione più ortodossa e più osservante. Leggi il resto di questo articolo »

Per soffocare in anticipo ogni rivolta, non bisogna essere violenti.

I metodi del genere di Hitler sono superati. Basta creare un condizionamento collettivo così potente che l’idea stessa di rivolta non verrà nemmeno più alla mente degli uomini.

L’ideale sarebbe quello di formattare gli individui Leggi il resto di questo articolo »

Il 26 giugno del 1967 muore a Firenze

DON LORENZO MILANI

(1923- 1967)


 

“ O Italiani!  non obbliate  giammai, che il primo passo a produrre uomini grandi sta nello onorare i già spenti.”

Giuseppe Mazzini, daDe l’amor patrio di Dante ”, 1826

 

Nel Diario minimo del 22 giugno 2012 ricordavamo questa straordinaria frase del giovane Mazzini e crediamo che possa e debba essere riferita ad un uomo grande come don Lorenzo Milani. 55 anni fa moriva fisicamente ma, come tutti coloro che hanno donato la propria vita per la liberazione dell’uomo, don Lorenzo è vivo e onorarlo ( senza inutili retoriche celebrazioni) vuol dire fare nostro il suo esempio, il suo impegno, il suo sacrificio per poterci migliorare. Tutti noi a rischio continuo di peggiorare nella mediocrità e nella banalità e nella complicità con un modo di vivere che distrugge le coscienze e l’animo.

Don Lorenzo fu un RESISTENTE alla violenza in tutte le sue forme e la sua arma di RESISTENZA fu l’educazione, la scuola che doveva essere il mezzo  affinchè  i “figli dei poveri” potessero crescere in consapevolezza e conoscenza per poter RESISTERE alla violenza dei “padroni”, delle economie feroci, dell’ignoranza ( soprattutto quella istituzionalizzata) e dell’abbrutimento derivante dalla società dei consumi. Fu un maestro di educazione, don Lorenzo, per gli ultimi e non solo per quelli di Barbiana ma anche per chi  socialmente ultimo non è ma è schiavo, servo senza esserne cosciente. Leggi il resto di questo articolo »

 

Di fronte allo sfacelo della Repubblica Italiana, provocato dal progetto criminale globale chiamato Grande Reset ( paraventato dietro una maleficamente geniale emergenza sanitaria: leggi i tanti articoli che trovi QUI) e dai suoi complici nostrani ( i nostri s-governanti, la massa di covidioti inebetiti e ottusi, giornaloni, mediconi, pseudo-scienziatoni e avvoltoi vari), è più che mai urgente la MEMORIA di oggi 9 febbraio 2022: la nascita della Repubblica Romana del 1849 ( vedi QUI) che fu il momento più alto del Risorgimento. Leggi il resto di questo articolo »

 

 

Il progetto criminale globale chiamato Grande Reset ( vedi qui con molta attenzione:  https://www.gruppolaico.it/category/rassegna-stampa/emergenza-rassegna-stampa/ ) non prevede la DIGNITA’.

Per il Grande Reset, sostenuto da governi complici come il nostro, la DIGNITA’ è qualcosa di obsoleto, di non efficiente, di anti economico. La DIGNITA’ non è prevista nella costruzione della “Nuova normalità”, del nuovo uomo patologizzato in eterno e quindi soggetto Leggi il resto di questo articolo »

“È possibiledata l’inconsistenza etica dei nostri governanti, che queste disposizioni siano dettate in chi le ha prese dalla stessa paura che esse intendono provocarema è difficile non pensare che la situazione che esse creano è esattamente quella che chi ci governa ha più volte cercato di realizzare: che si chiudano una buona volta le università e le scuole e si facciano lezioni solo on line, che si smetta di riunirsi e di parlare per ragioni politiche o culturali e ci si scambino soltanto messaggi digitali, che ovunque è possibile le macchine sostituiscano ogni contatto – ogni contagio – fra gli esseri umani.”

Giorgio Agamben, filosofo   in  Contagio

 

 

La spallata finale alla scuola

Condivido completamente questo articolo del professore e nostro collaboratore, Salvatore A. Bravo. Si rende assolutamente necessaria una mobilitazione di tutto il mondo della scuola, studenti, docenti e genitori per fermare questo “progetto” di demolizione della scuola che il ministro Azzolina sta portando avanti con solerzia. Aggiungo (anche per esperienza personale diretta) che la Dad (Didattica a distanza) può servire tutt’al più per una breve fase emergenziale ma NON può certamente diventare la normalità.

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Vedi e ascolta: Diritto di resistenza

https://www.youtube.com/watch?v=hNEkqjiTP3I

Paolo Becchi è professore ordinario di Filosofia del Diritto presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Genova ed editorialista di Libero e de Il sole 24 ORE.


 

(L’articolo che segue è del 2010, al tempo del governo Berlusconi. Ma ciò su cui riflette è di estrema attualità e assolutamente rapportabile alle situazioni di oggi e al governo populista dell’emergenza senza fine che ci domina, certamente non migliore di quello di Berlusconi. g.l.r.) Leggi il resto di questo articolo »

È possibiledata l’inconsistenza etica dei nostri governanti, che queste disposizioni siano dettate in chi le ha prese dalla stessa paura che esse intendono provocarema è difficile non pensare che la situazione che esse creano è esattamente quella che chi ci governa ha più volte cercato di realizzare: che si chiudano una buona volta le università e le scuole e si facciano lezioni solo on line, che si smetta di riunirsi e di parlare per ragioni politiche o culturali e ci si scambino soltanto messaggi digitali, che ovunque è possibile le macchine sostituiscano ogni contatto – ogni contagio – fra gli esseri umani.

Giorgio Agamben, filosofo   in  Contagio

 

Essere umani: il Rinascimento

È tempo di un nuovo Rinascimento, di progresso etico, ma non di separare i bambini ed allontanarli tra loro. Leggi il resto di questo articolo »

Il 29 marzo (1849, n.d.r.) ebbe luogo l’elezione del Triumvirato, del quale io feci parte e che pubblicò il seguente programma. ( Giuseppe Mazzini)

 

 

Manifesto del Triumvirato della Repubblica Romana (Armellini, Mazzini, Saffi), 5 aprile 1849

 

CITTADINI!

Da cinque giorni noi siamo rivestiti d’un sacro mandato dall’Assemblea. Abbiamo maturamente interrogato le condizioni del paese, quelle della patria comune, l’Italia, i desiderî dei buoni, e la nostra coscienza; ed è tempo che il popolo oda una voce da noi; è tempo che per noi si dica con quali norme generali noi intendiamo soddisfare al mandato. Leggi il resto di questo articolo »

Saluti romani, no baci: l’Italia in quarantena si è bevuta il cervello. Il contagio che più preoccupa è quello dell’isterismo assecondato dalla classe politica, che si è messa al rimorchio della “percezione” per inseguire like e consensi. E fa follie invece di governare. Dati, statistiche numeri, non contano più un fico secco: l’importante è spararla grossa per inseguire le paure. Come fa Salvini.


Ricordo che durante il governo di solidarietà nazionale il presidente Giulio Andreotti, per spiegare gli effetti dei provvedimenti assunti dall’esecutivo per combattere l’inflazione e la crisi economica, annunciò seraficamente in tv che gli italiani dovevano limitarsi ad acquistare meno orchidee. Leggi il resto di questo articolo »

Ferruccio Parri, 1890- 1981

Gentile dottor Augias, in questi giorni dovremmo ricordare la figura di Ferruccio Parri, politico di limpida moralità nato il 19 gennaio 1890, 130 anni fa, a Pinerolo. Leggi il resto di questo articolo »

Gattalico, località Campi Rossi, provincia di Reggio Emilia. Era il 25 luglio 1943 quando la famiglia Cervi, a seguito della caduta del regime fascista e il conseguente arresto di Mussolini, decise di organizzare una grande festa offrendo pastasciutta a tutti i residenti della zona. Il podere nel quale si svolsero i festeggiamenti era stato acquistato dalla famiglia e le sue terre erano state rese coltivabili grazie a moderne tecniche di agricoltura, mentre parte dei 20 ettari di terreno che lo componevano erano stati dedicati all’allevamento di mucche e api. Leggi il resto di questo articolo »

Norma Rangeri, giorni addietro, nel suo fondo dal titolo “Baciare il rospo“, concludeva l’articolo con queste precise parole: «… Però una cosa deve prevalere, la decisione di non consegnare il paese ai fascio-leghisti». Comincio da questo pensiero conciso che rivela una sacrosanta angoscia per l’emergenza democratica che stiamo vivendo, perché lo condivido e perché, allo stato delle cose, non ha alcuna alternativa realistica. Leggi il resto di questo articolo »

Applausi per le parole con cui la senatrice a vita, sopravvissuta ad Auschwitz, vota la fiducia a Conte. “Basta dileggiare gli avversari”. E chiede una commissione parlamentare sull’hate speech.

“Chi salva una vita salva il mondo intero”, dice la sopravvissuta Liliana Segre. Gliel’hanno insegnato da piccola, l’ha appreso dal Talmud. E chissà quante volte questa massima gli è esplosa nella coscienza, da bambina perseguitata dai nazifascisti, da adolescente rinchiusa ad Auschwitz, da adulta che assiste alle ingiustizie del mondo. Leggi il resto di questo articolo »

Appello

Il momento è serio: è il momento di essere seri. Non possiamo dire che c’è un pericolo fascista, e subito dopo annegare in quelle incomprensibili miserie di partito che hanno così tanto contribuito al discredito della politica e alla diffusa voglia del ritorno di un capo con “pieni poteri”. I limiti del Movimento 5 Stelle e del Partito democratico sono tanti, gravi ed evidenti. Ma se, per entrambi, può esistere il momento del riscatto: ebbene, è questo. Leggi il resto di questo articolo »

Lo Stato deve educare, se la politica usa parole brutali, l’etica svanisce nella piazza.

Il compito di uno Stato di diritto è garantire libertà e sicurezza ai cittadini. Se il capitano di una nave vìola la legge è doveroso (e automatico) che lo Stato provveda, con le competenze e gli organismi adeguati, a indagare ed eventualmente a punire il capitano. Con le aggravanti e le attenuanti del caso. Leggi il resto di questo articolo »

Icona pop da un lato, pensatore tanto prolifico quanto sconosciuto (ma solo in Italia) dall’altro: questo è per il pubblico, in estrema sintesi, Antonio Gramsci. Chiunque è in grado di riconoscere la sua immagine, con gli occhiali tondi e la capigliatura increspata, e si sarà imbattuto almeno una volta nelle sue massime “odio gli indifferenti” o “istruitevi, agitatevi, organizzatevi”. Gramsci fu però molto più di questo: uomo politico capace e lungimirante, contribuì a fondare il Partito Comunista d’Italia nel 1921, diventando anche un esponente di rilievo della delegazione italiana al Comitato Esecutivo dell’Internazionale Comunista tra il 1922 e il 1923, e seppe rinnovare in modo radicale il pensiero marxista per fornire una lettura lucida e concreta della società del suo tempo. Leggi il resto di questo articolo »

Il caso della professoressa Rosa Maria Dell’Aria, colpita da sanzione disciplinare perché avrebbe omesso di vigilare sul contenuto di un lavoro dei suoi studenti è di inaudita gravità: perché chiama in causa fondamentali principi costituzionali, quali la libertà di insegnamento (art. 33), il diritto all’istruzione (art. 34), la libertà di manifestazione del pensiero (art. 21). Si tratta di diritti che Norberto Bobbio considera presupposti necessari a rendere realmente tale una democrazia. Leggi il resto di questo articolo »

I politici parlano poco degli adempimenti dei quali tutti devono farsi carico che costituiscono la condizione per le prerogative dei singoli.

Se riavvolgete il nastro delle dichiarazioni di politici, professori, giornalisti, laici, religiosi e così via degli ultimi anni scoprirete che la parola più usata è «diritto», seguita da «lotta alle disuguaglianze», «non lasceremo indietro nessuno» e «eliminare o ridurre la povertà»; la parola meno usata è «dovere» seguita da «rafforziamo le nostre coscienze». Eppure se ci riflettiamo bene non possono esistere i diritti senza i doveri. Leggi il resto di questo articolo »

Anche Elena Ferrante aderisce a “La Storia è un bene comune”, l’appello di Andrea Camilleri, Andrea Giardina, e Liliana Segre lanciato due giorni fa su “Repubblica”. Un sì, quello della scrittrice italiana più amata nel mondo, che arriva in un giorno di fortissima mobilitazione: si aggiungono fra i tanti la presidente dell’Anpi Carla Nespolo; il segretario della Cgil Maurizio Landini; filosofi come Massimo Cacciari; editori come Carlo Feltrinelli. Le firme sono già numerosissime, qui riusciamo a pubblicarne solo una parte. Ma recupereremo tutte le altre  nei prossimi giorni: la battaglia per non “dismettere” lo studio del passato a scuola continua. Ecco il testo del documento: Leggi il resto di questo articolo »

Da “DOVERI DELL’UOMO” di Giuseppe Mazzini (1860)

dai capitoli  LA FAMIGLIA, L’EDUCAZIONE e I DOVERI DELL’UOMO


Poche madri, pochi padri, in questo secolo irreligioso, intendono segnatamente nelle classi agiate, la gravità, la santità della missione educatrice : poche madri, pochi padri pensano che le molte vittime, le lotte incessanti e il lungo martirio dei nostri tempi sono frutto in gran parte dell’egoismo innestato trenta anni addietro nelle anime da madri deboli o da padri incauti i quali lasciarono che i loro figli s’avvezzassero a considerare la vita non come dovere e missione, ma come ricerca di piaceri e studio del proprio benessere.

E potete educare con la parola. Parlate loro di Patria, di ciò ch’essa fu, di ciò che deve essere. Leggi il resto di questo articolo »

Memoria. Lo studioso porta alla luce per Donzelli esempi eroici di educatori perseguitati e uccisi dal regime di Mussolini. Le storie di dodici insegnanti che si opposero alla dittatura nel libro di Massimo Castoldi. Quanto pesano la dignità, il coraggio di un maestro per far sì che i bambini a lui affidati crescano nel rispetto delle regole dei rapporti umani cancellati dal fascismo. Leggi il resto di questo articolo »

Ognuno vuole che suo figlio sia un winner (vincitore), non perché sia un lupo, ma perché crediamo che ci sia solo questa alternativa.

La nostra è una società che ha paura, che si sente in trappola, che teme il futuro, non più agognato come promessa ma temuto come minaccia. In questo clima di sfiducia e di rottura del legame sociale, si è scelto di trasformare la trasmissione pedagogica in una educazione attraverso l’informazione, per competenze. Leggi il resto di questo articolo »

Negli spazi pubblici delle nostre città si moltiplicano in questi giorni i presepi. Nella mia Firenze, il presidente del consiglio regionale della Toscana, Eugenio Giani (Pd), ne ha fatto realizzare una mostra nella sede del Consiglio, e ha teorizzato: “Con la mostra dei presepi in Consiglio regionale lanciamo un messaggio politico istituzionale, perché il presepe è al centro della nostra tradizione e deve caratterizzare gli spazi pubblici”.

D’altra parte, l’esempio viene dal vertice della Repubblica: il 12 dicembre il presidente Sergio Mattarella ha inaugurato al Quirinale, la casa di tutti gli italiani, un grandioso presepe materano. E durante il discorso alla nazione del 2015, alle spalle di Mattarella era stato disposto a favore di telecamera un presepe napoletano sotto una campana di vetro. Leggi il resto di questo articolo »

Evasione fiscale. Corruzione. Eccesso di burocrazia. Lentezza della giustizia. Crollo demografico. Divario tra Nord e Sud. Difficoltà a convivere con l’euro. Questi I sette peccati capitali dell’economia italiana (Feltrinelli) secondo la diagnosi di Carlo Cottarelli, uno dei nostri economisti più competenti e meno sospettabili di partigianeria politica. Leggi il resto di questo articolo »

Il filosofo: “Tutti devono avere la possibilità di diventare uomini”

Nella Gramscimania che dilaga dall’Oceano Pacifico all’Atlantico, la riflessione sulla scuola è rimasta incomprensibilmente sullo sfondo. E il merito del saggio di Giuseppe Benedetti e Donatella Coccoli è aver orientato un fascio di luce su questo aspetto ignorato anche dalla più recente letteratura pedagogica (Gramsci per la scuola. Conoscere è vivere, ed. L’asino d’oro, con una prefazione di Marco Revelli). Leggi il resto di questo articolo »

Pare incredibile ma sopravvivono ancora, annidate in remote foreste e rovine, sparute tribù di Ingenui, che senza nulla sospettare della modernità e del progresso coltivano idee arcaiche e risibili. Credono che la storia serva a capire la differenza tra fascismo e Resistenza o fra dittature e democrazie; o in che cosa la Rivoluzione francese cambiò il mondo, o fin dove giunse l’Impero Romano. C’è perfino chi ritiene che studiare filosofia significhi leggere Platone o Kant; che la matematica vada intesa come supremo strumento di conoscenza e di analisi del mondo e del pensiero. E così via, di superstizione in superstizione. Leggi il resto di questo articolo »

Non solamente violazioni della privacy, ma anche danni alla salute. Mai come in questo momento il mondo digitale sembra essere messo sotto accusa. E si tratta di accuse pesanti, soprattutto per quanto riguarda le conseguenze sulle future generazioni. A dirlo è Manfred Spitzer, direttore della Clinica psichiatrica e del Centro per le Neuroscienze e l’Apprendimento dell’Università di Ulm, già professore ad Harvard e autore di numerosi saggi che focalizzano diversi problemi legati all’utilizzo massiccio di digital media (Demenza digitale e Solitudine digitale, ed. Corbaccio, 2016).

La tesi è lapidaria: l’abuso dei nuovi strumenti rende «malati» e gli effetti creano conseguenze drammatiche, sia sulle capacità cognitive che sull’empatia necessaria per avere rapporti sociali fisiologici. Leggi il resto di questo articolo »

C’è una generazione di bulli maleducati, ma la colpa è nostra. Perchè abbiamo paura di pronunciare una parola: autorità

Scenetta n. 1
Siamo in un bar molto elegante, un caffè storico nel centro di una grande città. Divanetti e poltroncine di velluto, boiserie, specchi, tappeti, e gran carrelli di dolci e salatini. Camerieri in livrea. Le cinque del pomeriggio. Entra una giovane coppia con bambino, sui quattro anni. Molto carino, riccioli biondi, camicia a quadri, jeans. Si siedono a un tavolino, sorridenti. Loro, si siedono, i genitori. Il bambino no. Il bambino si allunga, si sdraia, si divincola, si contorce, sul divanetto e poi per terra, dove comincia a strisciare, va sotto le sedie, ne esce, si mette a correre tra i carrelli, urla, saltella, sbraita. Mamma e papà si alzano a turno, cercando di riprenderlo, domarlo, acquietarlo. Alla fine, in due, lo riportano al tavolino, ma non riescono a farlo sedere. Il bambino ricomincia a sdraiarsi, strisciarsi, scivolare… Leggi il resto di questo articolo »

Antonio Gramsci 1891- 1937

Non si impara il latino e il greco per parlare queste lingue, per fare i camerieri o gli interpreti o che so io. Si imparano per conoscere la civiltà dei due popoli, la cui vita si pone come base della cultura mondiale.

La lingua latina o greca si impara secondo grammatica, un po’ meccanicamente: ma c’è molta esagerazione nell’accusa di meccanicità e aridità. Si ha che fare con dei ragazzetti, ai quali occorre far contrarre certe abitudini di diligenza, di esattezza, di compostezza fisica, di concentrazione psichica in determinati oggetti.

Uno studioso di trenta-quarant’anni sarebbe capace di stare a tavolino sedici ore filate, se da bambino non avesse «coattivamente», per «coercizione meccanica» assunto le abitudini psicofisiche conformi? Se si vogliono allevare anche degli studiosi, occorre incominciare da lì e occorre premere su tutti per avere quelle migliaia, o centinaia, o anche solo dozzine di studiosi di gran nerbo, di cui ogni civiltà ha bisogno. Leggi il resto di questo articolo »

“Bisogna ricominciare a distinguere che altro è il lavoro professionale redditizio e altro l’ufficio politico gratuito, e che chi mescola le proprie cariche politiche con i propri affari personali, inquinando nello stesso tempo la vita privata e la vita pubblica, le ragioni della politica e quelle della scienza e dell’arte, non è un grande politico, né un grande scienziato, ma è semplicemente un miserabile cialtrone”.

Chi pensate lo abbia scritto? Un antiberlusconiano invasato, da anni in attesa di veder finalmente approvata una vera legge sul conflitto d’interessi? Un antirenziano moralista che storce il naso davanti alle riunioni di corrente tenute da Matteo Renzi negli uffici dell’azienda farmaceutica di famiglia del capogruppo Pd al Senato, Andrea Marcucci? O peggio ancora un indefesso populista demagogicamente convinto che “la politica non è una professione e che gli onori si chiamano così perché non danno guadagno”. Leggi il resto di questo articolo »

Non saprei dire quanti altri giovani della mia generazione misero in soffitta Karl Marx dopo aver letto l’articolo Esiste una teoria marxista dello Stato? che Norberto Bobbio pubblicò nel 1975 su Mondoperaio, e ripubblicò nel 1976 nel libro Quale socialismo?, ma sospetto siano stati molti.

La risposta di Bobbio era netta: negli scritti di Marx e di Friedrich Engels, “una vera e propria teoria socialistica dello Stato non esiste”. A nulla valsero le centinaia di pagine scritte dagli intellettuali ‘organici’, come si diceva allora, al Partito comunista per confutare Bobbio e salvare Marx. Se Marx non aveva fornito una teoria dello Stato, come poteva essere guida intellettuale di un partito che aspirava a guidare lo Stato democratico? Leggi il resto di questo articolo »

Giuseppe Mazzini, 1805-1872

Ciò che veramente oggi ostacola notevolmente il progresso del principio democratico, è l’anarchia che prevale nella schiera dei suoi apostoli. Il partito democratico è, forse, l’unico in Europa che sia privo di un governo, che non abbia dirigenti qualificati, né un centro morale che lo rappresenti in Europa. Siamo credenti senza un tempio. Abbiamo ereditato dal passato una grande paura dell’autorità; temiamo a tal punto di essere inquadrati in reggimenti marcianti sulla strada maestra, che ciascuno di noi si avventura in scorciatoie, con il grande pericolo di andare fuori strada.

La libertà, che non è altro che un mezzo, è diventato un fine. Noi abbiamo lacerato la grande e bella insegna della Democrazia: il progresso di tutti per opera di tutti sotto la guida dei migliori e dei più saggi. … Leggi il resto di questo articolo »

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