Articoli marcati con tag ‘federalismo’

Il 5 febbraio del 1869 muore a Lugano (Svizzera) dopo una breve malattia CARLO CATTANEO (68 anni) insegnante, scrittore, politico, filosofo e Patriota Risorgimentale italiano.

Cattaneo nacque a Milano nella famiglia medio borghese di un orologiaio. La sua infanzia trascorse tra Milano e il paese di Casorate (Pavia) dove era nato il padre e qui cominciò ad usare la biblioteca di un suo prozio sacerdote appassionandosi alla lettura dei classici.

Questa iniziale passione culturale lo spinse inizialmente a proseguire i suoi studi in alcuni seminari del milanese ma già a diciassette anni decise di continuare la sua formazione in vari licei di Milano. Questo fatto lo portò a frequentare il mondo intellettuale milanese estremamente vivace ed inoltre cominciò a curare interessi scientifici e storici. Leggi il resto di questo articolo »

Il 5 febbraio 1944 muore nel carcere di Regina Coeli (Roma), per le conseguenze delle torture subite, LEONE GINZBURG (35 anni) letterato, Antifascista, Azionista e Partigiano.

Ginzburg nacque ad Odessa (Ucraina) in una famiglia ebraica colta e agiata. Dal punto di vista religioso i genitori erano rispettosi di una tradizione ebraica priva di dogmi mentre Leone si sarebbe sempre considerato un “libero pensatore”. Presso la famiglia viveva dal 1902, come istitutrice, l’italiana Maria Segre che insegnò a Leone ed ai suoi due fratelli il francese e l’italiano e favorì rapporti con l’Italia fin dal 1910.

Tra il 1914 e il 1919 Ginzburg studiò in varie città italiane e nel 1920 si stabilì a Torino. Nel 1921 i Ginzburg si spostarono ancora una volta: andarono a Berlino dove il padre aveva avviato una nuova società commerciale assieme a un amico. Nell’autunno 1923, mentre il padre restava in Germania per lavoro, la famiglia ritornò a Torino e tra il 1924 e il 1927 Ginzburg concluse gli studi laureandosi in Lettere Moderne. Leggi il resto di questo articolo »

ANDARE alla radice. Negli anni che precedettero la fine della Seconda guerra mondiale e il crollo dei regimi fascisti e nazisti in Europa, avvicinandosi il momento della ricostruzione politica e morale del Continente, in ambienti intellettuali che guardavano lontano, dal passato al futuro, si fece strada una convinzione: lo Stato nazionale e sovrano aveva compiuto il suo ciclo plurisecolare, liberando in fine il suo fiele velenoso. Già al termine della Prima guerra mondiale, ci fu chi — Luigi Einaudi — l’aveva definito “idea feconda di male”. Al termine della seconda, l’assolutezza del potere ch’esso rivendicava a sé si era pienamente manifestata nel modo più tragico. Leggi il resto di questo articolo »

Sono trascorse due settimane dall’approvazione in prima lettura, a Palazzo Madama, della riforma del Senato. Ma, prima di commentarla, il professor Gustavo Zagrebelsky, presidente emerito della Corte costituzionale, si è preso il suo tempo. Ciò che ne pensa è noto. A marzo ha firmato l’appello di Libertà e Giustizia, di cui è presidente, contro la “svolta autoritaria” segnata dal Patto del Nazareno per il combinato disposto della riforma costituzionale e di quella elettorale (il cosiddetto Italicum), beccandosi del “gufo”, del “professorone” e del “solone”. In aprile ha guidato la manifestazione di L&G a Modena “Per un’Italia libera e onesta”. A maggio ha inviato un lungo testo con una serie di proposte alternative – pubblicato dal Fatto Quotidiano – alla ministra delle Riforme Maria Elena Boschi, che l’aveva invitato a un convegno di costituzionalisti a cui non aveva potuto partecipare: la ministra s’era impegnata a diffonderlo, ma poi non se n’è più saputo nulla. Ai primi di agosto, nel pieno delle votazioni al Senato, ha scritto un editoriale su Repubblica intitolato “La Costituzione e il governo stile executive”, in cui ha cercato di spiegare il senso di ciò che sta accadendo. Ora accetta di riparlarne con Il Fatto. A partire dal memorandum 2013 di JP Morgan che, come abbiamo scritto l’altro giorno, presenta straordinarie somiglianze con l’agenda Renzi. Leggi il resto di questo articolo »

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