Articoli marcati con tag ‘generosità’
Il 23 agosto del 1927 venivano giustiziati sulla sedia elettrica nel penitenziario di Charlestown (Boston, USA) gli anarchici italiani NICOLA SACCO, operaio in un calzaturificio, e BARTOLOMEO VANZETTI, piccolo venditore di pesce.
Venivano uccisi dall’intolleranza e dal fanatismo del potere americano con un’accusa infamante e ingiusta costruita a tavolino per colpire, attraverso di loro, il movimento anarchico che difendeva i diritti degli operai sfruttati nelle fabbriche e lottava contro le condizioni in cui versavano gli immigrati italiani che, allora, erano considerati gli “sporchi brutti e cattivi”. I due anarchici verranno totalmente riabilitati il 23 agosto del 1977 dal governatore del Massachusetts Michael Dukakis. La nostra memoria sia un atto di gratitudine e di riconoscimento per il seme di libertà e giustizia che insieme con i loro Compagni hanno comunque diffuso. Leggi il resto di questo articolo »
Strade. Piazze. Gli eroi confiniamoli li. Dedichiamo loro dei luoghi. Per ricordarli o forse piuttosto per allontanarli da noi. Per farne figure estranee, un po’ stucchevoli. Persino quella parola, eroe, l’abbiamo consumata, destinata alle cerimonie. A quegli articoli sui giornali tutti pieni di superlativi, per risparmiare al cronista e ai lettori la fatica di cercare il termine giusto. Di capire davvero. Non uomini e donne come noi, ma nomi su una lapide. Corona di fiori o, se non ci hanno lasciato la pelle, titolo onorifico. Inno e bandiera tricolore. Lacrimuccia. E tutti a casa. Poi d’un tratto te lo trovi accanto, l’eroe. Alla stazione di Genova Brignole un martedi all’alba. Sei ancora incerto tra i sogni della notte e i pensieri del giorno che ti aspetta. In fondo al binario arriva il tuo treno per Roma, ma ecco che d’improvviso il macchinista aziona la sirena, una, due, cinque volte. Non capisci. Finché ti guardi davanti e vedi una ragazza distesa in mezzo ai binari. In un istante capisci che devi decidere. Che cosa? Leggi il resto di questo articolo »
Questo libro racconta un mondo, quello della solidarietà, di cui non si sa abbastanza. Tra sms che salvano, adozioni a distanza, partite del cuore, campagne televisive, azalee e arance benefiche, quanti milioni di euro raccolti arrivano a chi ha bisogno? La risposta che viene fuori dalle testimonianze di cooperanti italiani e internazionali e dai più recenti dati di bilancio (quando sono disponibili: in Italia non c’è l’obbligo di pubblicare un vero e proprio bilancio economico-finanziario) è che tra profit e non profit c’è ormai poca differenza. Migliaia di associazioni sono in lotta una contro l’altra per i fondi, quelle più grandi spendono milioni per promuoversi e farsi conoscere, intanto le più piccole sono schiacciate dalla concorrenza. Gli stipendi dei manager del settore non profit sono ormai uguali a quelli dellemultinazionali (la buonuscita milionaria di Irene Khan, ex segretario generale di Amnesty International, è solo la punta dell’iceberg). Ma i soldi non sono che una parte della questione, c’è molto altro da sapere. Che fine fanno i vestiti che lasciamo ai poveri? Come funziona il sistema delle adozioni internazionali? E il commercio equo e solidale? La filantropia ha fatto cose importanti, ma è anche il simbolo del fallimento della politica. Gli esseri umani non dovrebbero dipendere dalla generosità di altri. Se poi questa generosità diventa un business è importante raccontarlo per impedire che qualcuno si arricchisca sulla buona fede dei donatori. Il lato b delle ONG e di questo mondo fatto di tanti soldi che girano e in ben pochi caso finiscono ai destinatari indicati negli intenti di queste associazioni. Un libro altamente inquietante, un’altra fotografia dell’orrore del nostro tempo di cui dobbiamo avere consapevolezza. Leggi il resto di questo articolo »