Articoli marcati con tag ‘giovanilismo’

Il telefonino nelle aule come strumento didattico? La logica sembra quella del «visto che, tanto vale». Ma a cosa ci può portare?

I telefonini nelle scuole: finora vietatissimi, da adesso in poi è possibile che entrino a pieno diritto nelle aule come strumento didattico innovativo. Non è ancora detto, non è certo. Una commissione ministeriale ci lavorerà nei prossimi giorni. Ma è nell’aria, era da tempo prevedibile che arrivassimo a questo, nella nostra forsennata rincorsa a essere sempre più nuovi, tecnologici, digitali. Ma mi sgomenta lo schema logico-argomentativo, che sembra essere alla base del ragionamento, e mi par tipico dei nostri tempi: lo schema del «visto che, tanto vale». Visto che il telefonino è entrato nelle nostre vite quotidiane, tanto vale farlo entrare anche nella scuola. Ovvero: sarebbe innaturale vietare a scuola qualcosa che, fuori della scuola, è normalmente, proficuamente e collettivamente in uso. Leggi il resto di questo articolo »

Gustavo Zagrebelsky. Per l’ex presidente della Consulta la riforma del Senato sommata all’Italicum “realizza il sogno di ogni oligarchia: umiliare la politica a favore delle tecnocrazie”. Intervista di Ezio Mauro

PROFESSOR Zagrebelsky, dunque più che a un referendum saremmo davanti a un golpe, come sostiene il fronte del “no” alla riforma che lei guida insieme a altri dieci ex presidenti della Consulta, e a molti costituzionalisti? Non lo avete mai sostenuto nemmeno davanti agli abusi di potere di Berlusconi e alle sue leggi ad personam: cos’è successo?
«Nel “fronte del no” convergono preoccupazioni diverse, come è naturale. Vorrei però che si lasciassero da parte le parole a effetto. L’atmosfera è già troppo surriscaldata. Contesto la parola golpe, non l’allarme. Come si fa a non vedere che il potere va concentrandosi e allontanandosi dai cittadini comuni? Non basta per preoccuparsi?». Leggi il resto di questo articolo »

Le Florentin», soprannome attribuitogli dalla stampa francese per sottolineare una certa spregiudicatezza nell’uso delle leve del potere. Del resto, lo stesso presidente francese si dichiarò ammiratore e lettore di Niccolò Machiavelli, oltre che del Rinascimento italiano. Agli inizi del Novecento era stato, invece, Benedetto Croce a ragionare sul complesso rapporto fra potere, etica e politica, affermando che nel governo della cosa pubblica l’etica è data dall’efficienza nel conseguire l’interesse collettivo e non dall’adesione ad astratte formule moralistiche. Si tratta di una linea di pensiero di cui Machiavelli (insieme a Dante, l’autore italiano più universale) è certamente il capostipite, seguito da Hobbes, Locke, Weber. Tutto ciò, naturalmente, non significa venir meno, e Croce lo chiarisce bene, ai principi di un’etica collettiva e soprattutto dell’onestà personale. Leggi il resto di questo articolo »

Se la politica è l’arte delle combinazioni che serve a tenere insieme le contraddizioni evitando che scoppino, il nostro sembra essere sempre meno un tempo politico e sempre più un tempo conflittuale. Nutriamo dentro di noi, nel nostro modo di pensare noi stessi rispetto agli altri, fratture che eleviamo a culture, cioè a visioni generali della vita, e che, perciò, diventano difficilmente componibili. Forse, la più profonda perché legata alla biologia, è la frattura generazionale. Leggi il resto di questo articolo »

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