Articoli marcati con tag ‘governo’

Il governo presieduto da Ferruccio Parri fu in carica dal 21 giugno 1945 al 10 dicembre 1945, ma venne sfiduciato e messo in crisi il 24 novembre del 1945. Fu il primo governo dopo la Liberazione del 25 aprile 1945, l’unico fondato sul CLN e sull’esperienza Partigiana, l’unico guidato da un Partigiano, Parri, che era stato uno dei capi della Resistenza Italiana. Parri apparteneva al Partito d’Azione che fu l’anima di questo governo.

 

Da un articolo di Ferruccio Parri apparso sull’«Astrolabio» nel gennaio 1972. Ora in: Ferruccio Parri, Scritti, 1915-1975, Feltrinelli, Milano 1976. Leggi il resto di questo articolo »

In ogni caso, il taglio dei parlamentari si colloca in alta classifica tra le pessime modifiche della Costituzione tentate o fatte. Dimostra come di una sola vera riforma il paese avrebbe bisogno, ed è mettere in sicurezza la Costituzione innalzando il quorum della metà più uno dei componenti sufficiente in seconda deliberazione per la sua modifica. Leggi il resto di questo articolo »

Applausi per le parole con cui la senatrice a vita, sopravvissuta ad Auschwitz, vota la fiducia a Conte. “Basta dileggiare gli avversari”. E chiede una commissione parlamentare sull’hate speech.

“Chi salva una vita salva il mondo intero”, dice la sopravvissuta Liliana Segre. Gliel’hanno insegnato da piccola, l’ha appreso dal Talmud. E chissà quante volte questa massima gli è esplosa nella coscienza, da bambina perseguitata dai nazifascisti, da adolescente rinchiusa ad Auschwitz, da adulta che assiste alle ingiustizie del mondo. Leggi il resto di questo articolo »

Siamo di fronte a piccoli personaggi frutto della selezione a rovescio della classe politica, prodotta dalla caduta delle alternative vere, non ci sono più destra e sinistra; da sistemi elettorali maggioritari che trasformano le minoranze in grandi maggioranze vuote; e poi della selezione mediatica, di cui il social è oramai una variante. Leggi il resto di questo articolo »

Appello

Il momento è serio: è il momento di essere seri. Non possiamo dire che c’è un pericolo fascista, e subito dopo annegare in quelle incomprensibili miserie di partito che hanno così tanto contribuito al discredito della politica e alla diffusa voglia del ritorno di un capo con “pieni poteri”. I limiti del Movimento 5 Stelle e del Partito democratico sono tanti, gravi ed evidenti. Ma se, per entrambi, può esistere il momento del riscatto: ebbene, è questo. Leggi il resto di questo articolo »

Necessario, possibile, suicida? Proviamo a ragionare sul governo M5S-Pd senza evitare nessuna delle numerose pietre d’inciampo. Prima questione: Salvini è un pericolo per la democrazia? Se sì, sono ragionevoli anche i salti mortali per evitare le urne, altrimenti è più giusto e anzi doveroso andare subito al voto, che pure darebbe probabilmente al capo putinista la maggioranza assoluta in parlamento. Pericolo per la democrazia significa fascismo incombente, regime che lo prepara e avvicina a grandi passi. Leggi il resto di questo articolo »

Questi quattordici mesi di governo gialloverde ci hanno consegnato una certezza: gli italiani sono innamorati di Giuseppe Conte. Sulla scorta di una proverbiale isteria di massa, il premier uscente è stato eletto dalla stragrande maggioranza dell’opinione pubblica come salvatore della patria, trovandosi a ricoprire il ruolo di protagonista indiscusso di questo agosto monopolizzato dalla politica. Leggi il resto di questo articolo »

Alla fine la spina del governo potrebbe averla staccata Matteo Salvini. Il Jep Gambardella della politica non voleva solo partecipare ai governi, voleva avere il potere di farli fallire. Ieri è stata una giornata di frenetiche riunioni, un viavai agitato tra Palazzo Chigi e il Quirinale. Tutti, però, conoscevano l’esito finale, ufficializzato alle 19:53 da una nota della Lega in cui si legge: “Non c’è più una maggioranza”. Consapevole di viaggiare a vele spiegate verso il 40% dei consensi, Salvini è pronto al voto di ottobre – approvazione di Mattarella permettendo – e a porre fine a quello che verrà ricordato come uno dei peggiori governi della storia repubblicana. In attesa del prossimo. Leggi il resto di questo articolo »

Appello

Caro direttore, è una normativa perfino peggiore della precedente, questo “decreto sicurezza bis” in procinto di passare al vaglio del Senato. Finalità e scopi restano però gli stessi: restringere sempre più l’area dei diritti e dunque della civiltà. Leggi il resto di questo articolo »

Raniero La Valle

Care Amiche ed Amici,

la Camera ha approvato il secondo decreto sicurezza di Salvini dopo aver espresso su di esso un voto di fiducia al governo con 325 voti contro 248. Il decreto è incostituzionale non solo in quanto a singoli articoli della Costituzione e del diritto internazionale che lasciamo ai giuristi e al presidente della Repubblica di valutare ai fini di accertarne l’illegittimità, ma sopratutto è in antitesi con lo spirito globale della Costituzione, con la sua stessa ragion d’essere che com’è noto non è la ragion di Stato ma la ragione delle persone umane come cittadini, non come individui isolati ma come membri di comunità politiche. Leggi il resto di questo articolo »

Venerdì Il Fatto ha pubblicato numerose lettere arrivate in redazione dopo l’annuncio del Sì al Tav da parte del premier Conte, accompagnato dagli interventi di Tomaso Montanari e Stefano Feltri sul tema delle responsabilità dei Cinque Stelle in questa fase storica. Il dibattito continua: ecco cosa ci scrive un lettore e cosa risponde Montanari. Leggi il resto di questo articolo »

Lo Stato deve educare, se la politica usa parole brutali, l’etica svanisce nella piazza.

Il compito di uno Stato di diritto è garantire libertà e sicurezza ai cittadini. Se il capitano di una nave vìola la legge è doveroso (e automatico) che lo Stato provveda, con le competenze e gli organismi adeguati, a indagare ed eventualmente a punire il capitano. Con le aggravanti e le attenuanti del caso. Leggi il resto di questo articolo »

No al Pd, sì a Bossi e Bannon: ecco le vere radici del Movimento 5 Stelle. Casaleggio senior ispirò la campagna pro-Brexit e per M5S dettò la linea: mai con i dem. Dopo le accuse e gli arresti al Campidoglio, un libro svela le origini reali del Movimento e la rete sovranista che l’avvolge.

Ce lo vedete il braccio destro di Bannon a lezione da Casaleggio? I pezzi grossi pro-Brexit che volano a Milano per prendere ispirazione in via Morone 6? Grillo che parla di sovranismo nel 2013? Di Maio che dialoga con Savona già nel 2016? Eppure è accaduto. Granelli che spiegano come il Movimento Cinque Stelle che governa con la Lega sia l’esecuzione di una spinta che viene da lontano. Leggi il resto di questo articolo »

La riduzione del numero dei parlamentari attualmente in discussione ha motivazioni solo di risparmio, senza alcun riguardo al ruolo che il Parlamento deve svolgere. Questa modifica della Costituzione può essere l’inizio di un cambio preoccupante della democrazia nel nostro Paese, delle sue regole, della sua capacità di composizione dei conflitti. Il parlamento ha un ruolo centrale nella nostra Costituzione e le motivazioni del taglio del numero dei parlamentari sono al di sotto della sua importanza nel nostro assetto istituzionale. Leggi il resto di questo articolo »

L’inchiesta di Report. Dietro la nascita dell’esecutivo Conte il ruolo dell’ex consigliere di Donald Trump che esalta l’efficienza del modello Auschwitz.

In auto ci sono l’uomo forte della destra mondiale e un emissario della Lega. Il primo è Steve Bannon, l’ex capo stratega di Donald Trump, ora diventato ideologo dell’internazionale populista, grande ammiratore del modello organizzativo del campo di sterminio nazista di Auschwitz, definito, letteralmente, «una figata, ingegneria di precisione all’ennesima potenza, fatta da Mercedes, Kropp, Hugo Boss… un complesso industriale istituzionalizzato per eccidi di massa». Leggi il resto di questo articolo »

La gente ha paura. La gente ha paura degli autobus. Si incendiano. Oppure non arrivano. La gente ha paura delle scale mobili della metropolitana. I gradini sono pericolosi per le gambe. La gente ha paura delle banche: chi ha detto che i soldi lì siano al sicuro? La gente ha paura degli alberi. Durante le tempeste cadono. La gente ha paura delle case. Cadono i cornicioni. La gente ha paura delle scuole. La caduta dei controsoffitti è frequente, i gradini delle vecchie scale senza manutenzione si spezzano. Leggi il resto di questo articolo »

Sì, confermo la notizia. Verrò processato. Verrò processato per aver definito il ministro dell’Interno “ministro della Mala Vita”. Ribadisco pienamente la mia definizione, ne difendo la legittimità e vado con serenità e con certa fierezza a farmi processare. Io, cittadino come tanti, come tutti, sarò processato; il ministro, invece, ha deciso di sottrarsi al processo, seriamente e giustamente spaventato dal fatto che la sua condotta nel caso Diciotti possa farlo condannare. Ha usato lo schermo e il ricatto politico per ottenere l’appoggio del suo alleato di governo, quel M5S che doveva fare da argine ai movimenti xenofobi e che ha finito per essere la loro stampella al Governo. Leggi il resto di questo articolo »

Il populismo ha realizzato, a sua insaputa, una delle profezie dell’autore del “Capitale”. Viviamo infatti in un mondo in cui i governanti sono schiavi degli umori e dell’applausometro dei follower: un insieme di monadi cariche di odio. Le persone possono finalmente esprimere le loro opinioni, hanno gli strumenti e il tempo per farlo, e queste opinioni sono per lo più manifestazioni di paura, odio, invidia. Leggi il resto di questo articolo »

Ha impressionato vedere ad Afragola il gesto di sottomissione verso un uomo simbolo di un partito che ha sempre odiato il Meridione, convinto che i meridionali fossero il male. Il Mezzogiorno ancora una volta — come sempre — diventa solo il luogo dal quale dragare preferenze e clientele. Ma la stessa terra farà rovinosamente cadere il governo del cambiamento

Sono cresciuto in una terra dove vedere baciare le mani di un uomo era cosa comune, nessuno si stupiva, è antica sintassi mafiosa. Vedevo i boss soprattutto durante le festività – prima che cadessero in latitanza o avessero, in clima di faida, paura di uscire in strada — salutare e girare per negozi ricevendo spesso come omaggio il bacio sulle nocche. Il baciamano mi creava disagio quando a farlo era un anziano che si piegava verso la mano di in giovane capo. Leggi il resto di questo articolo »

Istituzioni a confronto

La disobbedienza civile non vale solo nei regimi dispotici. È, anzi, il sale della democrazia. A provocarla è, come ha scritto Hannah Arendt nel 1970, «l’incapacità del governo di funzionare adeguatamente». I cittadini sono assaliti dal dubbio sulla legittimità di una legge. Non sanno, però, come esprimerlo, perché l’opposizione è affievolita o tace del tutto. Il timore è di restare inascoltati, mentre il governo insiste in quelle iniziative «la cui legalità e costituzionalità suscitano molti interrogativi». Leggi il resto di questo articolo »

Mi è capitato di trovarmi in Paesi in cui stava per avvenire un colpo di Stato. Grecia, 1967, Perù 1990. Vedi soldati di certi reparti speciali (divise e dotazioni diverse) presidiare certi punti ritenuti cruciali, vedi masse di soldati in silenzio e in ordine in strade laterali. Vedi i carri armati, a volte in lunghe file, come per occupare un Paese straniero. Questo ti colpisce se ti accade di vedere il Paese in cui sta per compiersi un colpo di Stato: quel Paese è diventato nemico di se stesso. O, se volete, quel Paese ha generato un comportamento così intollerabile che bisogna rimuoverlo con le armi, come un invasore. Leggi il resto di questo articolo »

Il riformismo scolastico neoliberista. Da tempo si preparano i presupposti culturali per fornire al suicidio nazionale i mezzi più adatti a realizzarsi. Si pensi al bando della geografia nell’insegnamento scolastico o all’abolizione del tema di storia dagli esami della maturità, una vera mutilazione culturale decisa dal Miur.

Credo di poter dire che in nessuna fase storica, per lo meno in età contemporanea, le classi dirigenti italiane e soprattutto il suo ceto politico, abbiano manifestato una così accanita volontà di autodistruzione, un tanto esplicito “istinto di morte”, come accade da noi da alcuni anni. Leggi il resto di questo articolo »

I leader dell’attuale governo italiano sono orgogliosi di definirsi “populisti”. Non sono gli unici a rivendicare quel titolo. Il populismo è in ascesa ovunque. Nel 2017, il Cambridge Dictionary lo definì la parola dell’anno. Eppure non c’è un consenso sulle cause che lo hanno generato e diffuso.

Per alcuni, il populismo ha dato voce all’ansia economica prodotta dal processo di globalizzazione in settori della popolazione penalizzati da quest’ultima. Per altri, è stato la reazione alla messa in discussione delle identità culturali tradizionali da parte delle innovazioni indotte dal processo di globalizzazione. Per altri ancora, è nato dalla frustrazione di una globalizzazione che ha reso i governi nazionali responsabili verso i mercati internazionali piuttosto che verso i loro elettorati domestici. Leggi il resto di questo articolo »

Norberto Bobbio

Questo articolo di NORBERTO BOBBIO (1909- 2004) comparve nel 1958 sulla rivista “Risorgimento” che, in occasione del primo decennale della Costituzione, aveva promosso un’ inchiesta. Nello stesso anno venne poi pubblicato sul bollettino dell’ Università di Torino.

 

Quando parliamo di democrazia, non ci riferiamo soltanto a un insieme di istituzioni, ma indichiamo anche una generale concezione della vita. Nella democrazia siamo impegnati non soltanto come cittadini aventi certi diritti e certi doveri, ma anche come uomini che debbono ispirarsi a un certo modo di vivere e di comportarsi con se stessi e con gli altri. Leggi il resto di questo articolo »

“Bisogna ricominciare a distinguere che altro è il lavoro professionale redditizio e altro l’ufficio politico gratuito, e che chi mescola le proprie cariche politiche con i propri affari personali, inquinando nello stesso tempo la vita privata e la vita pubblica, le ragioni della politica e quelle della scienza e dell’arte, non è un grande politico, né un grande scienziato, ma è semplicemente un miserabile cialtrone”.

Chi pensate lo abbia scritto? Un antiberlusconiano invasato, da anni in attesa di veder finalmente approvata una vera legge sul conflitto d’interessi? Un antirenziano moralista che storce il naso davanti alle riunioni di corrente tenute da Matteo Renzi negli uffici dell’azienda farmaceutica di famiglia del capogruppo Pd al Senato, Andrea Marcucci? O peggio ancora un indefesso populista demagogicamente convinto che “la politica non è una professione e che gli onori si chiamano così perché non danno guadagno”. Leggi il resto di questo articolo »

IL POTERE dei monumenti appare oggi inversamente proporzionale al potere della politica. Lo suggeriscono le dichiarazioni con cui vari esponenti del Partito democratico propongono di cancellare le iscrizioni dei monumenti fascisti. Ieri il deputato Emanuele Fiano ha espresso il suo consenso (poi derubricato a una meno impegnativa neutralità) rispetto alla proposta di Luciano Violante di abradere la scritta «Mussolini Dux» dall’obelisco del Foro Italico.

Il parallelo con quanto accade negli Stati Uniti non regge. Lì a chiedere, o ad attuare, l’abbattimento delle statue dei generali sudisti e dei politici schiavisti è una agguerrita opposizione civica che contesta un presidente che, in modo inaudito, simpatizza con quella terribile storia. È Trump, insomma, ad aver ridato forza e vita a quelle statue: e chi le abbatte cerca di abbattere Trump, almeno in effigie. Un fenomeno comprensibile, anche se pieno di contraddizioni e di pericoli, come ha ben spiegato Ian Buruma. Leggi il resto di questo articolo »

L’11 luglio 1969 muore a Zurigo dopo una lunga malattia GIACOMO BRODOLINI (49 anni) sindacalista, politico Azionista e Socialista e ministro.

Brodolini nacque a Recanati (Macerata) in una famiglia della buona borghesia e compì gli studi liceali a Bologna. Subito dopo la maturità nel 1940 venne chiamato alle armi come ufficiale di complemento in Albania e Grecia. Al ritorno fu mandato in Sardegna fino all’armistizio dell’8 settembre del 1943.

In Sardegna conobbe l’azionista EMILIO LUSSU (1890- 1975), sua moglie JOYCE LUSSU (1912- 1998) e la loro cerchia di ardenti amici antifascisti che completarono la sua formazione politica che lo portò ad entrare nel Partito d’Azione nel 1946, divenendone un attivo militante  anche come dirigente del partito nelle Marche. Leggi il resto di questo articolo »

  • Se un condannato per mafia e stragi come Giuseppe Graviano avesse dichiarato che ho pesanti responsabilità per attività terroristiche e sono colluso con la criminalità organizzata, sarei io ad esigere un contraddittorio davanti a un giudice e, per essere sicuro che la mia onorabilità fosse agli occhi della pubblica opinione più chiara del sole, farei di tutto affinché televisioni e giornali assistessero al dibattimento.

Se un galantuomo e giornalista stimato come Ferruccio De Bortoli avesse scritto in un libro che ho esercitato pressioni indebite affinché un importante istituto bancario intervenisse per salvare una banca a rischio di collasso per la mala gestione di mio padre e di altri, raccoglierei i miei risparmi per querelare il De Bortoli e, prima ancora che la giustizia completasse il suo lungo e lento iter, lo sfiderei a un pubblico contraddittorio davanti a televisioni e alla presenza di giornalisti al fine, ancora una volta, di difendere il mio onore. Leggi il resto di questo articolo »

Prima di Mani pulite lo scritto su tangenti e politica – 1991

Pubblichiamo un’ampia sintesi della prefazione che Stefano Rodotà nel 1991 scrisse per il libro “Milano degli scandali”

Sono, queste, cronache di ordinaria corruzione. In esse non si riflette una patologia, ma quella che ormai sta diventando (è già diventata ?) la fisiologia dell’intero sistema politico – amministrativo dell’Italia repubblicana. Non sono cronache di una lontana provincia, isolate e dissonate, ma del centro produttivo del Paese (…) La corruzione si è fatta da tempo metodo di governo. Negli ultimi anni è divenuta qualcosa di più: cultura diffusa, che ispira comportamenti politici e stili di vita di un’intera classe dirigente politica, amministrativa, imprenditoriale, la quale ostenta con durezza i panni del realismo e disprezza il moralismo. Leggi il resto di questo articolo »

Il 21 giugno 1945 viene inaugurato a Roma il GOVERNO presieduto da FERRUCCIO PARRI: l’unico governo italiano ispirato dalla Resistenza, fondato sul CLN ( Comitato di Liberazione Nazionale) e con un Partigiano alla guida.

Il Governo Parri era composto da una coalizione politica che comprendeva i partiti del CLN: Partito d’Azione ( a cui apparteneva Parri), Partito Comunista italiano, Democrazia Cristiana, Partito Socialista italiano di unità proletaria, Democrazia del Lavoro, Partito Liberale italiano. Fu l’unico Governo veramente di coalizione nella storia dell’Italia del dopoguerra. Il Governo durerà 157 giorni: sarà proditoriamente messo in crisi il 24 novembre 1945 e continuerà con attività provvisorie fino all’8 dicembre 1945. Leggi il resto di questo articolo »

Il Nuovo ha consumato se stesso perché senza progetto. Con il passato, ha buttato via anche il futuro. I suoi paladini si sono rivelati clamorosamente inadeguati alle sfide, hanno deluso chi voleva cambiare e tradito chi ci aveva creduto. Eppure di una nuova politica l’Italia ha bisogno. Grandi riforme, palingenesi giudiziarie, rivoluzioni liberali, rivolte in Rete, rottamazioni, referendum epocali. Per decenni l’Italia ha inseguito il mito del nuovo inizio. Leggi il resto di questo articolo »

Il “No” al referendum ha a che fare con l’evidenza che “il capo mentiva” sulle meraviglie delle riforme. Ironia che Conti abbia detto “quando un fiorentino dice che si ritira…”

Le ragioni della vittoria del no al referendum costituzionale del 2016 vanno certo individuate nell’implosione del nesso (costituzionalmente aberrante) del ‘governo costituente’: dove l’avversione per il governo si è rovesciata contro le riforme da esso propugnate. Ed è naturale che in un Paese in cui il 28,7% della popolazione è a rischio di povertà, dove il 48,9% non è in grado di fare una settimana di ferie all’anno e in cui la disoccupazione giovanile viaggia intorno al 40% il governo divenga un bersaglio. Leggi il resto di questo articolo »

Nel vuoto di sovranità seguito all’8 settembre elaborarono un insieme di norme che prefigurò il nuovo ordine democratico

L’8 settembre 1943 il vuoto di sovranità aperto dalla dissoluzione dello Stato regio fa del Centro-Nord una terra di nessuno giuridica nella quale, come nello stato di natura di Hobbes, non c’è ordine, non c’è legalità, c’è solo paura della morte. Paura che nasce sia dalla violenza predatrice e terroristica esercitata in modo organizzato dai nazifascisti, sia dall’arbitrio sregolato e illimitato dei singoli militi e poliziotti tedeschi e repubblichini. E di ritorno allo stato di natura parla la migliore storiografia degli ultimi decenni, da Claudio Pavone a Giovanni De Luna, per la quale, venuta meno la sovranità statale, ogni italiano si trova nella condizione di poter scegliere di far valere la propria sovranità individuale. Leggi il resto di questo articolo »

Intervista a Zygmunt Bauman (1925- 2017) sociologo e filosofo polacco

«Lo stato sociale è finito, è ora di costruire il “Pianeta Sociale”». Solo così, spiega Zygmunt Baumann, si potrà uscire dalla crisi globale che il mon­do contemporaneo sta vivendo. La politica deve avere la forza di reinventarsi su scala planetaria per affrontare l’emergenza am­bientale o il divario crescente tra ricchi e poveri. Altrimenti è con­dannata alla marginalità in una dimensione locale, con stru­menti obsoleti adatti a un mon­do che non esiste più. L’invento­re della “società liquida” non crede in una capacità di auto-riforma della politica, «meglio costruire un’opinione pubblica globale e affidarsi a organizza­zioni cosmopolite, extraterrito­riali e non governative».

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È il momento di reagire. Mentre la politica appare impotente di fronte a vicende che aumentano la distanza dai cittadini, travolta in modo trasversale dai casi Marra e Sala, e con un governo fotocopia di quello uscito sconfitto dal referendum costituzionale, non bisogna dimenticare che siamo all’indomani di un risultato epocale. Da una parte, Matteo Renzi rivela qual è il suo senso per la rottamazione. Leggi il resto di questo articolo »

Pubblichiamo stralci dell’intervento del professor Savatore Settis a un convegno sull’erosione delle democrazie promosso al Parlamento Europeo da Barbara Spinelli.

Il combinato disposto fra nuova legge elettorale (Italicum) e riforma costituzionale mostra la chiara intenzione di far leva sull’astensionismo per controllare i risultati elettorali, restringendo de facto la possibilità dei cittadini di influire sulla politica. La nuova legge incorre nelle stesse due ragioni di incostituzionalità del defunto Porcellum. Prevede un premio di maggioranza per la lista che superi il 40% dei voti, e ammettiamo pure che sia ragionevole. Ma se nessuna lista raggiunge questa soglia, si prevede il ballottaggio fra le due liste più votate, delle quali chi vince (sia pure per un solo voto) conquista 340 seggi (pari al 54%). Se, poniamo, le prime due liste hanno, rispettivamente, il 21 e il 20%, e al ballottaggio prevale una delle due, a essa toccheranno tutti e 340 i seggi di maggioranza. Leggi il resto di questo articolo »

Arriva in libreria “Da Gelli a Renzi (passando per Berlusconi)”, dello storico Aldo Giannuli, edito da Ponte alle Grazie. Ne anticipiamo uno stralcio.

La loggia P2 ebbe carattere elitario, orientato a un controllo indiretto e occulto del potere. Aveva il suo “nucleo traente” nel “partito toscano” alleato al partito romano, con l’obiettivo di dar vita a un “terzo polo” bancario che consentisse l’accesso al “salotto buono della finanza”. La P2 realizzò una innovazione di metodo basata sulla “politica di relazione”. Per più versi differente è il renzismo, ma con punti di contatto. Leggi il resto di questo articolo »

Si deve dunque ritenere che esistano sei forme di governo, cioè le tre che tutti ammettono, e che abbiamo elencato [monarchia, aristocrazia, democrazia ], e tre simili a queste, cioè la tirannide, l’oligarchia, l’oclocrazia. In modo spontaneo e naturale sorge prima di ogni altra forma la monarchia, dalla quale deriva poi, in seguito a opportune correzioni e cambiamenti, il regno. Quando questo incorre nei difetti connaturati a sé e diventa tirannide, viene abolito e al suo posto subentra l’aristocrazia. Quando, in base a un processo naturale, essa degenera in oligarchia e il popolo, indignato, punisce l’ingiustizia di chi comanda, sorge la democrazia. Quando questa a sua volta diventa colpevole di illegalità e violenze, con il trascorrere del tempo si forma l’oclocrazia*.

Polibio (200- 118 a.C.) storico greco, da Storie VI,4,6-10

* populismo demagogico

 

vedi:  Potere concentrato e potere diffuso

Un posto al volante solo per chi vota Sì

La parabola della democrazia dei partiti

Pensiero Urgente n.274)


Discorso tenuto il 16/09/2016 a Messina nel Salone delle bandiere del Comune in un’assemblea sul referendum costituzionale promossa dall’ANPI e dai Cattolici del NO e il 17/09/2016 a Siracusa in un dibattito con il prof. Salvo Adorno del Partito Democratico, sostenitore delle ragioni del Sì.

Cari amici,

poichè ho 85 anni devo dirvi come sono andate le cose. Non sarebbe necessario  essere qui per dirvi come sono andate le cose, se noi ci trovassimo in una situazione normale. Ma se guardiamo quello che accade intorno a noi, vediamo che la situazione non è affatto normale. Che cosa infatti sta succedendo? Succede che undici persone al giorno muoiono annegate o asfissiate nelle stive dei barconi nel Mediterraneo, davanti alle meravigliose coste di Lampedusa, di Pozzallo o di Siracusa dove noi facciamo bagni e pesca subacquea. Sessantadue milioni di profughi, di scartati, di perseguitati sono fuggiaschi, gettati nel mondo alla ricerca di una nuova vita, che molti non troveranno. Qualcuno dice che nel 2050 i trasmigranti saranno 250 milioni. Leggi il resto di questo articolo »

IL MITO liberale e quello anarchico si incontrano in un punto: la possibilità e la desiderabilità che la società si governi da sola, senza un governo politico né una classe politica separata che ne diagnostichi i bisogni e imponga soluzioni. Robert Nozick dedicò a questa utopia anarco-liberista riflessioni importanti e più che mai attuali. Pochi anni fa il Belgio riuscì a cavarsela egregiamente senza un esecutivo per un anno e mezzo. Oggi una simile situazione si ripropone in Spagna, dove la società civile sembra farcela molto bene pur senza un esecutivo che funzioni e con la prospettiva di una nuova tornata elettorale che, si spera, faccia uscire il Paese dal blocco del tripolarismo. Leggi il resto di questo articolo »

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