Articoli marcati con tag ‘guerra’

Sono trascorsi 69 anni da quella terribile mattina del 12 agosto del 1944 quando in un piccolo borgo arroccato sulle Alpi Apuane la furia nazista uccise 560 civili di cui 130 bambini. Le atrocità commesse dalle SS furono sconvolgenti. Giunsero a far partorire una donna, Evelina, e prima di ucciderla, dinanzi ai suoi occhi, spararono alla tempia del figlioletto. Furono trovati ancora uniti dal cordone ombelicale.Quella mattina di 69 anni le SS, guidate da alcuni fascisti locali, a Sant’Anna portarono l’inferno in un luogo che si riteneva fosse lontano dai venti di guerra. Ma quel giorno oltre all’eccidio delle 560 vittime, avvenne un crimine ancora maggiore che è la morte dell’uomo, della sua umanità. Un crimine, o meglio un suicidio, che la storia ci ricorda troppe volte accadere, basti pensare ai campi di concentramento, alle tante guerre che incendiano il mondo. Leggi il resto di questo articolo »

Un libro assolutamente necessario da leggere per la nostra consapevolezza, come altri che consigliamo  nella nostra rubrica ” Libri necessari”. Consapevolezza dei tempi orribili che viviamo, tempi che richiedono da ognuno di noi il coraggio di scelte di resistenza alla corruzione, alla banalità morale, alla “marcescenza” ( come si esprime Pasolini) che caratterizza in particolare il nostro Paese. Ma questo enorme castello di ipocrisia e violenza riguarda tutto il mondo. Un mondo basato sui soldi che continuiamo a chiamare “civile”.  Sorgono allora delle domande: dove arriva la nostra piccola complicità personale a questo sfacelo? La mia piccola vita riesce a portare un po’ di speranza? Cerco percorsi di formazione personale per poter vivere con maggiore responsabilità e poter prendere posizioni politiche e civili? Leggi il resto di questo articolo »

il dibattito

Disquisendo della memoria della seconda guerra mondiale, lo storico inglese Tony Judt parla di “eredità maledetta”. Per lo scontro di civiltà che incarnò quel conflitto globale e per le sue truculente appendici (la Shoah, le deportazioni, la bomba atomica). Ma anche per il racconto mitizzato di quelle vicende. Con la (comoda) attribuzione alla Germania nazista di tutte le responsabilità e la presunzione di innocenza degli altri. Compreso chi, come l’Italia, vantava la primogenitura mondiale del fascismo e aveva collaborato strettamente con Hitler e i suoi atroci crimini.

A distanza di settant’anni da quei fatti, il nostro Paese non si è ancora liberato di quell’“eredità maledetta”. E la visione autoassolutoria, con il corollario dello stereotipo de Il cattivo tedesco e il bravo italiano, come titola il saggio di Filippo Focardi (Editori Laterza, 288 pagine, 24 euro), resiste nell’immaginario collettivo. Per dirla altrimenti, ampi settori dell’opinione pubblica italiana condividono il giudizio buonista su Benito Mussolini formulato da Silvio Berlusconi il 27 gennaio scorso. Leggi il resto di questo articolo »

È impressionante il mutismo che regna, alla vigilia delle elezioni in Italia e Germania, su un tema decisivo come la guerra. Non se ne parla, perché i conflitti avvengono altrove.Eppure la guerra da tempo ci è entrata nelle ossa.  Non è condotta dall’Europa, priva di un comune governo politico, ma è ormai parte del suo essere nel mondo. Se alla sterminata guerra anti-terrorismo aggiungiamo i conflitti balcanici di fine ’900, sono quasi 14 anni che gli Europei partecipano stabilmente a operazioni belliche. All’inizio se ne discuteva con vigore: sono guerre necessarie oppure no? E se no, perché le combattiamo? Sono davvero umanitarie, o distruttive? E qual è il bilancio dell’offensiva globale anti-terrore: lo sta diminuendo o aumentando? I politici tacciono, e nessuno Stato europeo si chiede cosa sia quest’ Unione che non ha nulla da dire in materia, concentrata com’è sulla moneta. L’Europa è entrata in una nuova era di guerre neo-coloniali con gli occhi bendati, camminando nella nebbia. Leggi il resto di questo articolo »

In Libia nel 2011, i francesi, gli inglesi e gli americani intervennero a sostegno dei ribelli contro Gheddafi con il quale, peraltro, avevano fornicato fino a pochi mesi prima. Non furono i ribelli a rivendicarsi in libertà, gliela regalò la superpotenza dell’Occidente con i suoi caccia, i bombardieri, gli aerei-robot (droni) la sua tecnologia. In Mali sta avvenendo il contrario. I francesi, con l’appoggio logistico degli inglesi e degli americani, intervengono a favore del governo di Bamako contro i ribelli islamici che, con l’appoggio della maggioranza della popolazione (l’80 % è di religione musulmana) da qualche anno hanno preso il potere del Mali del Nord fondando uno Stato indipendente che dal maggio 2012 ha una sua capitale, Gao. Adesso, con l’aiuto degli alleati Tuareg, puntano su Bamako per unificare il Paese sotto la legge della Sharia. Leggi il resto di questo articolo »

Quali sono i criteri con cui la crudeltà, ampiamente mostrata dai media vecchi e nuovi, è occasione di sdegno o di intervento “umanitario”? La risposta è che lo sdegno dipende da un complesso di circostanze, tra cui gli interessi materiali in gioco e la fondamentale indifferenza delle opinioni pubbliche occidentali. Come si è determinata questa strana mescolanza di insensibilità e moralismo? Riprendendo il tema della crudeltà nel mondo classico e moderno, come si manifesta soprattutto nella letteratura e nella cultura di massa, il saggio analizza la complessità dello “sguardo” come ottica culturale: non è la crudeltà a essere finita ma il nostro sguardo culturale a non vederla più.

È così che dalla fine della guerra fredda, ormai da quasi venticinque anni, l’Occidente combatte guerre in mezzo mondo senza che la sua vita quotidiana sia alterata e in un’indifferenza appena venata di voyeurismo. Ricorda lo stesso Dal Lago: “Non abbiamo il diritto di considerarci più umani, tolleranti e sensibili dei romani o dei greci (o di qualsiasi altra cultura, passata o presente), ma solo diversamente tali.” (p. 40). A sorprendere noi spettatori moderni è forse la difficoltà di ricostruire l motivazioni celate dietro la crudeltà odierna, ragioni che vanno cercate al di là della retorica passione per il sangue della nostra specie, che trova poco fondamento scientifico, ma che invece, esplorando con attenzione le dinamiche geopolitiche, possono trovare indizi preziosi nel determinare le cause scatenanti.

Non certo per giustificare quello che accade, ma per comprenderlo meglio e, forse, trovare il modo di gestire crisi e conflitti con altri mezzi che non siano solo quelli delle armi. Un libro necessario per scoprire ancora di più l’orrore dell’epoca che viviamo e la necessità che ognuno di noi “curi” il proprio miglioramento personale.

di  Alessandro Del Lago,  ed. Raffaello Cortina  2012,  € 13,50

 

vedi: I ragazzi non sanno più essere empatici: l'esempio lo danno i genitori

Se i buoni diventano cattivi


Mi dispiace ma non sono d’accordo. e non mi serve di invocare le ragioni del pacifismo. mi basta prendere atto del reale. La riforma delle forze armate che sta per essere votata anche dal Partito democratico fa male all’Italia. È frutto di un’idea vecchia, pericolosa e insostenibile. Aumenta le spese militari e la spesa pubblica. E chi sta pensando di cambiare e ricostruire il nostro Paese non può non saperlo. Capisco le ragioni di chi crede che nonostante le lacrime di tante famiglie l’Italia debba continuare a comprare cacciabombardieri, droni, missili, bombe laser, blindati, portaerei, elicotteri e sottomarini. Capisco chi è convinto che l’Italia debba continuare a fare la guerra in Afghanistan e magari domani in qualche altra parte del mondo come abbiamo fatto in Iraq e in Libia. Per loro questa riforma è «indispensabile, essenziale ed epocale». Consentirà alle vecchie gerarchie militari di convertire i posti di lavoro in armamenti e giochi di guerra.

Leggi il resto di questo articolo »

Il lettore di questo giornale sa che sono un suo collaboratore con una rubrica settimanale e con qualche altra rapsodica «incursione» che mi viene richiesta di tanto in tanto. Spesso approfitto dello spazio concessomi per scrivere di Medioriente e specificamente di conflitto israelo-palestinese (fatto). Ogni volta che, sulla dolorosa questione, esprimo le mie idee strettamente personali e, ribadisco «strettamente personali» perché non rappresento nessuno, piovono contro di me le accuse di ebreo antisemita, nemico del popolo ebraico o traditore (opinioni). Questo avviene tramite mail, post e dichiarazioni su vari blog e siti inviatimi da fanatici, farabutti o sbroccati di varia risma (opinione). Alcune persone, sia amici che detrattori, ritengono che ciò che dico e penso, anche a causa della passione partecipante con cui mi esprimo, abbia un’influenza rilevante a causa della mia notorietà e che quindi dovrei essere cauto (opinione). Io sostengo invece che ogni essere umano, in democrazia, sia libero di esprimere come meglio crede le sue idee (opinione) e se coloro che non le condividono o vi si oppongono ravvisano nei suoi discorsi i reati di istigazione all’odio o al razzismo, possono rivolgersi all’Autorità giudiziaria per denunciarlo (fatto) in luogo di spargere vigliaccamente ripugnanti accuse protetti dalla libertà della rete (fatto). Leggi il resto di questo articolo »

Dopo il collasso del contraltare sovietico le Democrazie, Stati Uniti in testa, hanno inanellato, in vent’anni, otto guerre di aggressione. La “guerra democratica” non si dichiara, ma si fa, con cattiva coscienza, chiamandola con altri nomi. Col grimaldello dei “diritti umani” si è scardinato il diritto internazionale sul presupposto che l’Occidente, in quanto cultura superiore (moderna declinazione del razzismo), portatore di valori universali, i suoi, ha il dovere morale di intervenire ovunque ritenga siano violati. Il nemico, allora, non è più, schmittianamente, uno “justus hostis“, ma solo e sempre un criminale. Essenzialmente tecnologica, sistemica, digitale, condotta con macchine e robot, la “guerra democratica” evita accuratamente il combattimento, che della guerra è l’essenza, perdendo così, oltre a ogni epica, ogni dignità, ogni legittimità, ogni etica e persino ogni estetica. Un libro di grande importanza per capire quale tipo di democrazia vige in Occidente e in Italia e per prendere posizione contro le “false guerre umanitarie”.

di   Massimo Fini,   ed. Chiarelettere  2012,   € 14,90

“Le democrazie fanno le guerra. Da quando è caduta l’Unione Sovietica ne hanno inanellate otto di cui forse solo la prima n aveva una qualche giustificazione, ovvero il primo conflitto del Golfo. Le altre sono sette guerre di aggressione. Però la caratteristica della guerra democratica è che non la si dichiara, ma la si fa. La si chiama con altri nomi: operazioni di peacekeeping, operazione umanitaria, difesa dei diritti umani. Ma sono guerre a tutti gli effetti …

Gli Occidentali credono non tanto nella democrazia ma nel loro modello di sviluppo. Pensano che sia il migliore dei mondi possibili e di avere il diritto e il dovere di andare a insegnarlo agli altri popoli. Ma il totalitarismo occidentale è tanto pericoloso perché in certa misura è inconscio. L’ho chiamato “il vizio oscuro dell’Occidente”, ovvero il credere di essere democratico ed essere invece totalitario.”

Massimo Fini, 2012

vedi:   La balla della lotta al terrorismo

Francia: almeno smettiamola con le chiacchiere

Questa è la lettera che Lelio Basso (1903- 1978) - uno dei padri della Costituzione italiana- scrisse all’allora ministro della Difesa Arnaldo Forlani che decise di sospendere la parata militare del 2 giugno 1976 dopo il terremoto che sconvolse il Friuli.

Lelio Basso

Sono personalmente grato al ministro Forlani per avere deciso la sospensione della parata militare del 2 giugno, e naturalmente mi auguro che la sospensione diventi una soppressione. Non avevo mai capito, infatti, perché si dovesse celebrare la festa nazionale del 2 giugno con una parata militare. Che lo si facesse per la festa nazionale del 4 novembre aveva ancora un senso: il 4 novembre era la data di una battaglia che aveva chiuso vittoriosamente la prima guerra mondiale. Ma il 2 giugno fu una vittoria politica, la vittoria della coscienza civile e democratica del popolo sulle forze monarchiche e sui loro alleati: il clericalismo, il fascismo, la classe privilegiata. Perché avrebbe dovuto il popolo riconoscersi in quella sfilata di uomini armati e di mezzi militari che non avevano nulla di popolare e costituivano anzi un corpo separato, in netta contrapposizione con lo spirito della democrazia? Leggi il resto di questo articolo »

Tutti ci stiamo trasformando, senza quasi accorgercene, in tecnici della crisi che traversiamo: strani bipedi in mutazione, sensibili a ogni curva economica tranne che alle curve dell´animo e del crimine. L´occhio è fisso sullo spread, scruta maniacalmente titoli di Stato e Bund, guata parametri trasgrediti e discipline finanziarie da restaurare al più presto. Fino a quando, un nefasto mattino, qualcosa di enorme ci fa sobbalzare sotto le coperte del letto e ci apre gli occhi: un male oscuro, che è secrezione della crisi non meno delle cifre di bilancio ma che incide sulla carne viva, spargendo sangue umano. La carneficina alla scuola ebraica di Tolosa è questo sparo nel deserto, che ci sveglia d´un colpo e ci immette in una nuova realtà, più vasta e più notturna. Come in una gigantesca metamorfosi, siamo tramutati in animali umani costretti a vedere quello che da mesi, da anni, coltiviamo nel nostro seno senza curarcene.

Leggi il resto di questo articolo »

Sulla retorica del “siamo tutti americani” che avvolse (e ancora avvolge), l’intero Occidente dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 il filosofo francese Jean Baudrillard scrisse, con crudezza, con lucidità e con coraggio (e ce ne voleva moltissimo in quel momento) “che l’abbiamo sognato quell’evento, che tutti senza eccezioni l’abbiamo sognato – perché nessuno può non sognare la distruzione di una potenza, una qualsiasi, che sia diventata tanto egemone – è cosa inaccettabile per la coscienza morale dell’Occidente, eppure è stato fatto, un fatto che si misura appunto attraverso la violenza patetica di tutti i discorsi che vorrebbero cancellarlo” (J. Baudrillard, Lo spirito del terrorismo, 2002). Per tutta la vita ho sognato che bombardassero New York e non posso essere così disonesto con me stesso e con i lettori da negarlo ora che il fatto è avvenuto. Leggi il resto di questo articolo »

Le chiamano guerre senza uomini, unmanned wars, e stanno stravolgendo il nostro rapporto con i conflitti militari e anche col potere. Protagonista è un velivolo che non ha bisogno di pilota perché basta schiacciare da lontano un bottone, e l’aggeggio parte: si chiama drone. A seconda della convenienza esplora terreni oppure decima persone: è un proiettile che varca oceani. Traiettoria, bersaglio, funzioni sono decisi da impenetrabili cerchie di tecnici e politici. Dopo aver bramato per anni guerre a zero morti, adesso Washington predilige guerre a zero uomini. Costano meno, e soprattutto non sono politicamente dannose: l’avversario stramazza, ma svanisce il rischio di veder tornare le salme dei nostri soldati. La connessione tra potere e opinione pubblica si spezza, così come si spezza il nesso tra guerra, legge, democrazia. Non solo. Hai l’impressione che il mondo non sia che un video con playstation, azionato da ignoti individui al servizio di un centro sfuggente che s’avvale impunemente dell’extraterritorialità: come la smisurata mappa di Borges, che «aveva l’immensità dell’impero e coincideva perfettamente con esso». Leggi il resto di questo articolo »

Giustizia è fatta, ha detto Obama annunciando l’uccisione di Bin Laden. È stato eliminato, ha detto invece Netanyahu. Le due frasi esprimono entrambe un profondo compiacimento per la notizia, ma anche un atteggiamento e una valutazione molto diversa nei confronti del medesimo evento, che per ambedue — e non solo per essi, ma per la stragrande maggioranza di noi — è un lieto evento. Forse dubbioso e incerto nelle modalità in cui è avvenuto e nelle comunicazioni ufficiali, ma indubitabile per quanto riguarda la sua sostanza ossia la morte del maggiore responsabile, istigatore e organizzatore dell’inaudita strage dell’ 11 settembre. Anch’essa rivela punti oscuri, che hanno destato dubbi e illazioni, anche se è difficile, quasi grottesco pensare che gli Stati Uniti — il cui potere, Machiavelli insegna, gronda anch’esso di lacrime e sangue come ogni potere — potessero architettare non solo un’ecatombe dei propri cittadini ma anche un’umiliante messinscena della propria vulnerabilità, un immane e riuscito attentato al proprio prestigio.

Leggi il resto di questo articolo »

Festeggiata con grida di trionfo negli Stati Uniti, l’uccisione di Bin Laden crea nelle menti più sconcerto che chiarezza, più vertigine che sollievo. La storia che mette in scena somiglia ben poco a quel che effettivamente sta accadendo nel mondo: è parte di una guerra contro il terrore che gli occidentali non stanno vincendo in Afghanistan, e da cui vorrebbero uscire senza aver riparato nulla. È un’operazione che rivela la natura torbida, mortifera, dell’alleanza tra Usa e Pakistan: una potenza, quest’ultima, che usa il terrorismo contro Afghanistan e India, e che per anni (cinque, secondo Salman Rushdie) ha protetto Bin Laden. Che lo avrebbe custodito fino a permettergli di costruirsi, a Abbottabad, una casa-santuario a 800 metri dal primo centro d’addestramento militare pakistano. Ma l’operazione nasconde due verità ancora più profonde, legate l’una all’altra. La prima verità è evidente: Bin Laden era già morto politicamente, vanificato dai diversi tumulti arabi, e la cruenza della sua esecuzione ritrae un Medio Oriente e un Islam artificiosi, datati, che ancora ruotano attorno a Washington. Il terrorismo potrebbe aumentare, anche se l’America, che ha visto migliaia di connazionali morire nelle Torri Gemelle, gioisce comprensibilmente per la giustizia-vendetta. Come in M – Il mostro di Düsseldorf l’assassino è stato punito, ma l’ultima scena manca: quella in cui una mano potente agguanta il colpevole, lo sottrae alla giustizia sommaria, lo porta in tribunale. La parola che sigilla il filmdi Fritz Lang è: «In nome della legge». Leggi il resto di questo articolo »

Intervista a Gino Strada di Wanda Marra

L’opinione pubblica tace e le coscienze dormono, ma secondo il leader di Emergency, nonostante sia stato preso alla sprovvista, “il movimento arcobaleno reagirà”“La guerra è stupida e violenta. Ed è sempre una scelta, mai una necessità: rischia di diventarlo quando non si fa nulla per anni, anzi per decenni”. Gino Strada, fondatore di Emergency (che tra l’altro proprio in questi giorni sta lanciando il suo mensile E, in edicola dal 6 aprile), mentre arriva il via libera della comunità internazionale all’attacco contro la Libia e cominciano i primi bombardamenti, ribadisce il suo “no” deciso alla guerra come “mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, citando la Costituzione italiana. Leggi il resto di questo articolo »

Il 15 febbraio 1966, il Tribunale di Roma assolveva don Lorenzo Milani dall’accusa di apologia di reato per essersi espresso a favore dell’ dell’obiezione di coscienza al servizio militare. Don Milani aveva 42 anni ed era parroco di 42 anime! Lo scriveva lui stesso. A quella sentenza non potevo essere presente – frequentavo soltanto la terza liceo classico ed ero a Lucca – ma dall’eco data dalla stampa alla notizia, percepivo che rappresentava una pietra miliare nella vicenda civile e religiosa del nostro paese. Mi sembra bello ricordare quell’avvenimento, a poche settimane dalla celebrazione dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Perché la Lettera ai cappellani militari, la Lettera ai giudici e la motivazione stessa della sentenza partono sì dal problema allora rovente dell’obiezione di coscienza al servizio militare, ma contribuiscono ad un esame critico di tutta la storia nazionale seguita all’Unità. Leggi il resto di questo articolo »

Crediamo nella eguaglianza di tutti gli esseri umani a prescindere dalle opinioni, dal sesso, dalla razza, dalla appartenenza etnica, politica, religiosa, dalla loro condizione sociale ed economica.

Ripudiamo la violenza, il terrorismo e la guerra come strumenti per risolvere le contese tra gli uomini, i popoli e gli stati. Leggi il resto di questo articolo »

La ragione principale per cui la guerra c’è ancora non sta né in un segreto desiderio di morte della specie umana, né in un insopprimibile istinto di aggressione, né infine e più plausibilmente, nei seri pericoli economici e sociali che il disarmo comporta, ma nel semplice fatto che sulla scena politica non è ancora comparso nessun mezzo in grado di sostituire questo arbitro definitivo degli affari internazionali(…)

Il guaio non è tanto che non abbiamo abbastanza sangue freddo da pensare l’impensabile, quanto piuttosto che non pensiamo.

Hannah Arendt  (1906-1975),  filosofa tedesca

 

Vedi:  Il muro e il pensiero

 


 


L’assemblea applaude un uomo di mezza età che – imbarazzato o intimorito dalla vicinanza del potente – non riesce o non vuole prendere le distanze dalla richiesta formulata a mo’ di battuta “avrei una ragazza da sistemare… tra questi stands…”. E la risposta è “ci penso io”. Chi è quell’uomo? E chi sono quelli che applaudono? Credo che possono essere la nostra fotografia. Di ognuno di noi quando, per paura, sudditanza, comodità o interesse, preferiamo assecondare, dare il consenso invece che esprimere il dissenso. Leggi il resto di questo articolo »


Stiamo entrando nel decimo anniversario della guerra contro l’Afghanistan: è un momento importante per porci una serie di domande. In quel lontano e tragico  7 ottobre 2001 il governo USA , appoggiato dalla Coalizione Internazionale contro il terrorismo, ha lanciato un attacco aereo contro l’Afghanistan. Questa guerra continua nel silenzio e nell’indifferenza, nonostante l’infinita processione di poco meno di 2.000 bare dei nostri soldati morti. Che si tratti di guerra è ormai certo, sia perché tutti gli eserciti coinvolti la definiscono tale , sia perché il numero dei soldati che la combattono e le armi micidiali che usano non lasciano spazio agli eufemismi della propaganda italiana che continua a chiamarla “missione di pace”.  Si parla di 40.000 morti afghani(militari e civili), e il meccanismo di odio che si è scatenato non ha niente a che vedere con la pace. Come si può chiamare pace e desiderare la pace, se con una mano diciamo di volere offrire aiuti e liberazione e con l’altra impugniamo le armi e uccidiamo? Leggi il resto di questo articolo »

Il volume raccoglie una serie di lettere inedite e alcune comparse sul “Corriere della Sera”. Con queste corrispondenze – da Kabul, Peshawar, Quetta, ma anche da Orsigna, Firenze, Delhi e dal suo rifugio sull’Himalaya – Tiziano Terzani comincia un pellegrinaggio di pace tra Oriente e Occidente. Leggi il resto di questo articolo »

“…Ancor più che fuori, le cause della guerra sono dentro di noi. Sono in passioni come il desiderio, la paura, l’insicurezza, l’ingordigia, l’orgoglio, la vanità… Dobbiamo cambiare atteggiamento. Leggi il resto di questo articolo »

 

Hai sempre presente l'orrore di Gaza?

Ma tu dov'eri?

GLR-NOTIZIE-FLASH  76 - 24/9/2024. La spietatezza d'Israele.

UNA PARTITA DI CALCIO ALLA FACCIA DI GAZA.

GLR CONSIDERAZIONI  67. Uccidere bambini.

Gaza e le Olimpiadi dell'ipocrisia.

Hai scordato Gaza?

Ma ti ricordi l'orrore di Gaza?

Una guerra nella guerra (18). Genocidio come politica.

Una guerra nella guerra  (17).  Un cuore nero su Gaza.

GLR-CONSIDERAZIONI  61. Dov'è la tua "zona d'interesse"?

GLR-NOTIZIE-FLASH  69 - 16/2/2024. I numeri di un genocidio.

PAROLE DI EBREI PER GAZA

Ma ti ricordi Gaza?

Nel giorno della "memoria corta" un messaggio da Gaza.

I Magi non troveranno nessuno.

Gesù e Gaza.

Un atroce Natale da strage.

GLR-CONSIDERAZIONI  56. Cuori di pietra.

Una guerra nella guerra (14). Mattatoio Gaza.

GLR-NOTIZIE-FLASH  66 - 15/11/2023. Azioni di coraggio.

Una guerra nella guerra (13).  La lunga radice della violenza e della follia.

Una guerra nella guerra  (12). Forse un giorno ci vergogneremo…

Una guerra nella guerra  (11). Guerre che convengono, assai.

GLR-NOTIZIE-FLASH  65 – 30/10/2023.  Un’atroce guerra e una decisa Resistenza.

La “democrazia” dei lager

GLR-NOTIZIE  121 - 22/10/2023.  Milioni di persone in solidarietà con la Palestina.

Una guerra nella guerra  (10). Ariecco i “buoni-buoni” e i “cattivi-cattivi”.  (3)

Una guerra nella guerra  (9).  Ariecco i “buoni-buoni” e i “cattivi-cattivi”.  (2)

Una guerra nella guerra (8). Ariecco i “buoni-buoni” e i “cattivi-cattivi”.

 

 


 

 

 

(allargare le immagini e fate circolare queste informazioni)

 

 

 

 

La lacerante testimonianza di una dottoressa che ha prestato servizio presso la Striscia di Gaza.

“Non ci sono parole che possano trasmettere adeguatamente il dolore e la depravazione di questa aggressione”.  Dott.ssa Tanya Haj-Hassan “I palestinesi non hanno bisogno della nostra pietà, non hanno bisogno della nostra lode. Hanno bisogno della nostra solidarietà significativa e sincera. E non c’è tempo per la disperazione”. – Dott.ssa Tanya Haj-Hassan – [26 novembre 2024]

Tanya Haj Hassan (Aiuto medico per i palestinesi) in occasione della Giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese 2024.

 

Ascolta e vedi  QUI ( in lingua inglese, possibilità di traduzione)

 

 

 

 

Israele e i “diritti biblici”: la risposta di Noam Chomsky

In meno di 30 secondi il grande intellettuale statunitense mette la parola fine sulla pretesa “biblica” dello stato di Israele sulla terra appartenente al popolo palestinese.

 

Ascolta e vedi QUI

 

 

 

 

Il grido delle madri dei palestinesi incarcerati in Israele, senza voce né processo

«Mio figlio è in carcere da due anni e mezzo» dice Hanan all’Indipendente, la foto di un giovane sorridente sulla trentina impressa nella gigantografia che tiene stretta. Vuole raccontare Hanan, negli occhi si legge la paura per quel figlio che non sente ormai da più di un anno. «La situazione in prigione è molto brutta adesso» dice. «Non sappiamo più niente, perché non abbiamo più possibilità di comunicare con loro, in nessun modo. Nessuna istituzione, croce rossa o associazione dei diritti umani, nessun avvocato li può raggiungere per dirci come stanno. Siamo molto preoccupate per i nostri figli.» E aggiunge. «Spero che la mia voce raggiunga il mondo intero, e che qualcuno ci aiuti».

 

Continua la lettura QUI

 

 

 

 

LA FEROCIA D’ISRAELE

 

 

 

 

Chayei Sarah: la “festa” che i coloni israeliani celebrano assaltando i palestinesi di Hebron

Musica e canti, balli, alcool e preghiere. Una festa religiosa condita di attacchi e incursioni contro la comunità palestinese che già vive segregata dal 1997 nella stessa città, al-Khalil per il mondo arabo, Hebron per quello ebraico. Sono decine di migliaia i coloni israeliani e i sionisti provenienti dall’estero che venerdì 22 e sabato 23 novembre si sono radunati nella città contesa per festeggiare il Shabbat Chayei Sarah, “la giornata di Sara”. Una festa che ricorda la moglie di Abramo sepolta nella famosa Cava dei patriarchi, che da anni si trasforma in una sorta di pogrom contro i palestinesi che abitano quei quartieri e non solo. Anche quest’anno non sono mancati attacchi a case, macchine e negozi palestinesi, tentativi di incendio e marce massive, anche se in misura leggermente inferiore al solito.

 

Continua la lettura QUI

 

 

 

 

I crimini di guerra disgustosi dei soldati israeliani sono stati smascherati

Testimonianze agghiaccianti di cani soldato utilizzati per violentare i prigionieri, soldati israeliani che fanno saltare in aria le case dei palestinesi per poi distruggere con mazze quel che ne rimane, l’ipocrisia dei servi occidentali che continuano a blaterare sulla sicurezza di israele mentre israele incendia il mondo, il coraggio dei giornalisti uccisi, la resistenza di un popolo allo stremo! “Nessuno può dire che non sapeva .. gli israeliani non potevano dircelo in modo piu esplicito cosa stavano facendo, attraverso la loro retorica, i materiali che hanno pubblicato sui social media, e i loro stessi canali di informazione ci stavano dicendo che questo era un esercizio di pulizia etnica, e molto probabilmente un esercizio di genocidio, lo hanno detto in modo palesemente chiaro e se siamo ignoranti, lo siamo volutamente…” Grande lavoro di documentazione, con un VIDEO impegnativo di 17 minuti di durata, Richard Sanders racconta i crimini di israele documentati dai soldati israeliani. Video imperdibile da diffondere con tutti i mezzi.

 

Ascolta e vedi QUI

 

 

 

 

L’ESTREMA FEROCIA D’ISRAELE IN LIBANO.

Abbattere un edificio di civili in Libano in questo modo dimostra soltanto, per l’ennesima volta, che lo stato ebraico e i suoi leader sono soltanto degli sporchi assassini. Lo stato ebraico è nemico dell’umanità.

Cesare Sacchetti


Ascolta e vedi QUI

 

 

 

 

LA FEROCIA D’ISRAELE

 

 

 

 

 

L’EX chirurgo Nizam Mamode è crollato, mentre raccontava al CIS, ciò a cui ha assistito a Gaza.

L’EX chirurgo NHS Nizam Mamode è crollato in pianto, mentre raccontava al comitato internazionale per lo sviluppo, ciò a cui ha assistito mentre lavorava come chirurgo a Gaza [13 novembre 2024]. Attivare i sottotitoli in italiano cliccando sulla rotellina.

 

Ascolta e vedi QUI

 

 

 

 

 

LA FEROCIA D’ISRAELE

 

 

 

 

 

È tutto loro quello che luccica!

Netanyahu  e Gallant in realtà più che subire “conseguenze di non poco conto” sono stati “graziati”, non più rei di genocidio ma solo di “banali” crimini di guerra, d’altra parte commessi anche dalla controparte palestinese…

 

Continua la lettura QUI

 

 

 

 

 

LA FEROCIA D’ISRAELE

 

 

 

 

 

 

Pino Arlacchi – Una imbarazzata, vile e indecente passività

Una imbarazzata, vile, indecente indifferenza di fronte ad un genocidio che si svolge davanti i nostri occhi sembra paralizzare la comunità internazionale da un anno a questa parte. Con il pretesto di vendicare una strage di innocenti a sua volta subita, uno stato assassino sta sterminando senza ritegno la popolazione inerme di un altro stato con lo scopo dichiarato di volerla annientare fisicamente e farla fuggire dalla propria terra….

 

Continua la lettura  QUI

 

 

 

 

 

LA FEROCIA D’ISRAELE

 

 

 

 

S’E'  SVEJATO ? NON TANTO.

 

 

 

 

 

Israele. Dall’ONU nuove accuse di genocidio a Gaza

 

Scarica il PDF e leggi

lonu-accusa-israele-di-genocidio

 

Leggi anche QUI

 

 

 

 

 

FEROCIA D’ISRAELE IN LIBANO

 


 

 

 

 

 

 

 

 

Perché quello israeliano è un genocidio: intervista alla Relatrice ONU Francesca Albanese

Nei giorni scorsi, la Relatrice Speciale dell’ONU per i Territori Occupati Palestinesi, Francesca Albanese, ha presentato il proprio rapporto ufficiale nel quale si dettaglia come quello israeliano a Gaza sia da considerare, alla luce del diritto internazionale, un genocidio. Lo stesso report, che si intitola senza giri di parole Il genocidio come cancellazione coloniale, accusa i governi occidentali di aver garantito a Israele un’impunità che gli ha permesso di «diventare un violatore seriale del diritto internazionale». La relatrice italiana, ma che da molti anni vive all’estero, è stata attaccata con inaudita violenza: l’ambasciatrice statunitense all’ONU l’ha accusata di antisemitismo, mentre la lobby filo-israeliana UN Watch ha lanciato una campagna per cacciarla dalle Nazioni Unite con l’accusa di diffondere «antisemitismo e propaganda di Hamas». Accuse surreali alle quali risponde anche in questa intervista rilasciata in esclusiva a L’Indipendente…

 

Continua la lettura QUI

Poi ri-leggi QUI

 

 

 

 

ANCORA LA FEROCIA D’ISRAELE

 

 

 

 

 

 

Genocidio di Gaza: 30 gruppi ebraici sostengono la relatrice ONU Francesca Albanese

Dopo la pubblicazione del suo ultimo rapporto Genocide as Colonial Erasure, (Il Genocidio come Cancellazione Coloniale), unito alla proposta di considerare la sospensione di Israele dall’ONU, si sono susseguiti gli attacchi contro la Relatrice Speciale delle Nazioni Unite per i Territori Occupati Palestinesi Francesca Albanese. L’ambasciatore israeliano all’ONU Danny Danon, l’ambasciatrice statunitense Linda Thomas-Greenfield, così come numerose organizzazioni pro-israeliane hanno gridato all’antisemitismo, chiedendo che le venisse revocato il mandato. Israele e numerosi Stati occidentali non voglio infatti che si parli di genocidio, tacciando di antisemitismo ogni critica alla politica coloniale israeliana e alle sue conseguenze…

 

Continua la lettura QUI

 

Poi ri-leggi QUI

 

 

 

 

La ‘guerra delle olive’ dei coloni (e della polizia) ai palestinesi in Cisgiordania

All’ombra del conflitto a Gaza (e con gli Hezbollah libanesi a nord) gli israeliani stanno perpetrando una “politica” di violenze contro agricoltori e terre. Una “politica” di Stato che unisce movimenti pro-occupazione e istituzioni. Con Ben Gvir una vera e propria task force contro gli attivisti stranieri che sostengono i palestinesi, a colpi di arresti ed espulsioni….

 

Continua la lettura QUI

 

 

 

 

Anna Foa: “Il suicidio di Israele”

Anna Foa, storica e saggista, intervistata da Marco Damilano, motiva il titolodel suo ultimo libro, “Il suicidio di Israele“: “Quello che succede oggi in Medio Oriente e per Israele è un vero e proprio suicidio guidato dal suo governo contro cui molti israeliani lottano con tutte le loro forze senza riuscire a fermarlo.”

 

Ascolta e vedi QUI

 

 

 

 

MEDIO ORIENTE, ISRAELE ATTACCA CENTRO UNICEF: ERANO IN CORSO VACCINAZIONI ANTIPOLIO SUI BAMBINI

Le bombe di Israele continuano a colpire anche le aree protette dal diritto internazionale come quelle dell’UNICEF. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha comunicato che i raid di Tel Aviv hanno preso di mira anche un centro di vaccinazione antipolio nel nord della Striscia, dove “sei persone, tra cui quattro bambini, sono rimaste ferite”. La vaccinazione, intrapresa proprio dall’UNICEF e dall’OMS, era ripresa esattamente nello stesso giorno, il 2 novembre. Israele, dal canto suo, nega di essere responsabile dell’attacco sulla sede di assistenza delle Nazioni Unite…

Ascolta e vedi QUI

 

 

 

 

“VIVIAMO IL TEMPO PIU’ BUIO NELLA STORIA DELL’EBRAISMO”

Moni Ovadia è intervenuto all’assemblea popolare organizzata a Roma presso lo Spin time lab ( 27/10/2024), promossa da Ugo Mattei e che ha visto la partecipazione di decine di associazioni, comitati e organizzazioni da tutta Italia. Per sottolineare l’urgenza di creare legami di resistenza e di interrompere la nefasta deriva verso la guerra verso cui l’Occidente è indirizzato, Ovadia ha letto la poesia di Ivo Andrić ( Scrittore, poeta e diplomatico serbo, 1892-1975) Il ponte”. Inoltre, riferendosi agli attacchi di Israele sulla popolazione civile della Striscia di Gaza, Ovadia ha detto che quello attuale “è il tempo più buio nella storia dell’ebraismo”.

 

Ascolta e vedi QUI

 

 

 

 

Espellere Israele dalle Nazioni Unite?

Lo scorso 26 ottobre, è comparsa sulle colonne del «Fatto Quotidiano» una articolata proposta di espulsione dello Stato d’Israele dall’Organizzazione delle Nazioni Unite. A formularla è stato Pino Arlacchi, sociologo di fama internazionale con trascorsi come docente universitario, sottosegretario generale delle Nazioni Unite, direttore dell’ufficio delle Nazioni Unite per il controllo delle droghe e la prevenzione del crimine, direttore generale dell’ufficio delle Nazioni Unite a Vienna, consulente della Commissione Parlamentare sul fenomeno della mafia e consigliere del ministro degli Interni Vincenzo Scotti. In questa veste, ha ispirato il progetto esecutivo da cui è nata la Direzione Investigativa Antimafia (Dia). Parliamo di quali conseguenze comporterebbe per Israele l’espulsione delle Nazioni Unite, e delle possibilità che una prospettiva del genere acquisisca concretezza, proprio assieme a Pino Arlacchi.

 

Ascolta e vedi QUI

 

 

 

 

Israele, parla uno dei 130 soldati che si rifiutano di combattere: «Questa guerra deve finire»

Questa guerra deve finire. A dirlo non sono dei pacifisti, ma dei soldati israeliani. Con una lettera aperta, inviata al ministro della Difesa israeliano Gallant, 130 riservisti israeliani hanno dichiarato il rifiuto di partecipare alla guerra fino a quando non ci sarà un accordo per liberare gli ostaggi ancora nella Striscia di Gaza. I soldati che hanno firmato il testo rischiano fino a un anno di carcere. Il documento, sottoscritto a settembre, è diventato pubblico pochi giorni fa. Uno di loro è Dan Eliav, riservista di Sde Nitzan, un moshav nel sud di Israele, a poco più di sette chilometri dalla Striscia di Gaza….

 

Continua la lettura QUI

 

 

 

 

Genocidio come cancellazione coloniale

Il crimine di tutti i crimini”. Così il Tribunale penale internazionale per il Ruanda ha dichiarato genocidio nella sentenza definitiva di Procuratore contro Akayesu , il caso contro il sindaco di Taba, Ruanda, per crimini contro l’umanità. Oggi, quel crimine si ripete, come la Relatrice speciale delle Nazioni Unite sui Territori palestinesi occupati Francesca Albanese descrive dolorosamente nel suo ultimo rapporto .

Albanese si unisce al conduttore Chris Hedges in questa puntata di The Chris Hedges Report per analizzare il suo rapporto e presentare le prove inconfutabili che Israele sta attivamente commettendo un genocidio del popolo palestinese.

Gli atti di uccisione, le uccisioni di massa, l’inflizione di torture psicologiche e fisiche, la devastazione, la creazione di condizioni di vita che non permetterebbero alla gente di Gaza di vivere, dalla distruzione degli ospedali, allo sfollamento di massa e alla mancanza di una casa mentre le persone venivano bombardate quotidianamente, e la fame: come possiamo leggere questi atti in modo isolato?” chiede Albanese.

Il Relatore speciale delle Nazioni Unite delinea chiaramente i passaggi e le condizioni richieste per soddisfare la classificazione di genocidio e, nel caso di Gaza, è innegabile. Albanese dice a Hedges: “Ciò che è rilevante per stabilire che c’è genocidio non è solo l’intento dietro questi crimini, enunciato nell’Articolo II della Convenzione sul genocidio; è l’intento generale, l’intento specifico, di distruggere le persone, il gruppo nel suo insieme, o in parte, come tale. E qual è il gruppo qui? Sono i palestinesi“.

Nel resto del suo rapporto, Albanese descrive nei dettagli la straziante morte e distruzione che i palestinesi sopportano quotidianamente in innumerevoli forme, insieme all’orrore sofferto dai non palestinesi a Gaza. Albanese documenta numeri da record: il numero più alto di giornalisti uccisi , il numero più alto di funzionari delle Nazioni Unite uccisi , il numero più alto di ospedali presi di mira , la distruzione di tutte le università , il tasso più rapido di carestia della popolazione . È chiaro, secondo Albanese, che la portata della devastazione che gli israeliani stanno infliggendo è una catastrofe da terra bruciata.


Ascolta e vedi QUI

( in lingua inglese. Modificando le opzioni è possibile avere una traduzione con sottotitoli in italiano)

 

 

 

 

Rabbino di New York: “E’ in corso un Olocausto. Non siete ebrei”

A protestare contro i massacri di Israele a New York ci sono anche rabbini che manifestano la loro vicinanza alle sofferenze del popolo palestinese. Rivolgendosi a chi inneggiava al regime sionista, il rabbino usa queste parole: “E’ in corso un genocidio. E’ in corso un Olocausto”. E ancora: “Voi sionisti state massacrando migliaia di palestinesi”. Infine: “Non siete ebrei, siete contro la Torah”. Non c’è video più potente per smantellare in un colpo solo tutti i castelli di carta di menzogne del circo mediatico che vuole associare il sionismo all’ebraismo.


Ascolta e vedi QUI

 

 

 

 

ISRAELE BOMBARDA EDIFICI CIVILI

 

 

 

Israele continua a fare strage di civili mentre a Doha riprendono i colloqui di pace

Leggi QUI

 

 

 

 

 

Il Secondo Olocausto e le Nazioni Unite – Pino Arlacchi

L’AntiDiplomatico intervista l’ex vicesegretario delle Nazioni Unite: “Non ci sono qui camere a gas, ma sono all’ opera gli stessi infernali meccanismi del primo Olocausto


Leggete con grande attenzione l’intervista QUI

 

 

 

 

 

Moni Ovadia: La lettera di un ebreo agli ebrei

L’intervento di Moni Ovadia all’evento “BASTA ARMI – L’Italia ripudia la guerra” a Roma (3/6/2024).

 

Ascolta e vedi QUI

 

 

 

 

BOMBARDAMENTI E VACCINI

Un ragazzo bruciato vivo dalle bombe israeliane si chiamava Shaaban e aveva 20 anni. Studiava ingegneria e in questi mesi, da fratello maggiore, si è preso cura della sua famiglia. Ha costruito la tenda dove viveva con i suoi cari e dove è morto bruciato vivo. I terroristi israeliani, come i nazisti, bruciano le persone. I terroristi israeliani, come i nazisti, bruciano le persone. I terroristi israeliani, come i nazisti, bruciano le persone.

La lotta al terrorismo è una scusa, l’obiettivo è la pulizia etnica della Palestina e del Libano del Sud. I terroristi israeliani, fanatici e messianici, vogliono occupare l’intera Palestina e poi spingersi oltre. C’è chi sogna la creazione della Grande Israele. Sono i ministri israeliani a dirlo.

Il sistema mediatico italiano, eticamente corrotto, non vi dirà mai la verità (salvo eccezioni). Avete il dovere di cercare autonomamente le informazioni. Dovete aprire gli occhi, non potete voltarvi dall’altra parte. Viviamo in un Belpaese che di fatto dà copertura politica, mediatica e militare ad un gruppo di volgari assassini al comando in Israele.

Il fatto che gli israeliani, dopo aver bombardato per un anno case, scuole ed ospedali, ed aver distrutto ogni infrastruttura necessaria per la sopravvivenza a Gaza, a partire dalle fonti di acqua potabile, abbiano interrotto le ostilità per “vaccinare” 640 mila bambini palestinesi contro un virus inesistente, con il supporto logistico di Indonesia ed Emirati Arabi Uniti, non ha suscitato l’attenzione meritata.

Va precisato che si è trattato di un nuovo “vaccino”, non passato attraverso le varie fasi degli studi clinici ed approvato con procedura d’emergenza, che sembra oramai diventata cosa consueta. Lo stesso vaccino orale nOPV2 era stato somministrato (sempre grazie all’emergenza) due anni fa in Congo, causando immediatamente paralisi fra i bambini come riportato anche da Science.

Gianni Lannes, giornalista  16/10/2024

 

 

 

 

Gaza, Israele rade al suolo un intero isolato residenziale: almeno 73 morti

Al quindicesimo giorno di assedio totale dell’area settentrionale della Striscia di Gaza, Israele non sembra volere dare tregua al governatorato di Nord Gaza, dove continua a compiere una strage dietro l’altra. Ieri, dopo avere bombardato due scuole, continuato l’assedio di un ospedale, sparato su un’ambulanza, bersagliato tende e rifugi per sfollati, e prelevato indiscriminatamente persone da deportare a sud, è arrivato l’ennesimo massacro: nella sera, l’aviazione israeliana ha lanciato un bombardamento su un intero blocco residenziale della città di Beit Lahia, uccidendo almeno 73 persone e ferendone decine. Molti sono ancora intrappolati sotto le macerie, e il numero delle vittime sembra destinato ad aumentare. Tra feriti e dispersi, non è ancora possibile definire il numero totale delle persone coinvolte, anche perché i medici stanno riscontrando sempre più difficoltà nel prelevare i corpi di defunti e feriti: dall’inizio dell’assedio, Israele ha infatti cinto l’intera area di carri armati e soldati, impedendo l’accesso a cibo, acqua, medicine, e carburante, e ha continuato a bersagliare gli operatori medici della zona….

Continua la lettura QUI


 

 

 

Gaza, corrono in strada per aiutare una persona ferita da un drone israeliano ma vengono attaccati e uccisi. Le immagini diffuse sui social.

Un bambino palestinese a terra dopo essere stato colpito da un quadricottero israeliano mentre era in bicicletta. Quando i civili disarmati sono arrivati ​​per soccorrerlo, gli aerei da guerra israeliani li hanno bombardati.


Ascolta e vedi QUI

 

 

 

 

Gaza ridotta alla fame. “Le famiglie anche non sfollate non riescono a comprare più niente”

Intervista ad un volontario di Gazzella Onlus a Gaza. “Le famiglie, anche quelle residenti e non sfollate, non riescono a comprare praticamente niente perché i prezzi di quel che si trova in un determinato giorno – e non è detto che l’indomani ci sarà ancora – è così alto da non permettere a persone normali di nutrirsi nemmeno col minimo necessario.”…

Continua la lettura QUI

 

 

 

Complicità

A Piazza Pulita – durante una trasmissione che ha raccontato in modo tutto sommato veritiero le nefandezze genocidarie commesse dallo Stato di Israele – ho notato un fenomeno che si ripete presso alcuni dei giornalisti esperti che parlano della crisi in Medio Oriente. Sono diversi da quei loro colleghi che nelle redazioni costituiscono una maggioranza complice, ignorante e priva di dignità, totalmente appiattita sulle veline di TeleNetanyahu. Se osservate un Corrado Formigli, così come una Monica Maggioni, o una Lilli Gruber, essendo stati a lungo nella “Serie A” dei corrispondenti di guerra (bravi o non bravi, non importa), non vedrete quelle negazioni dell’evidenza terrificanti di un Maurizio Molinari o di un qualunque parassita de “Il Foglio”. Sentirete analisi in cui le ragioni del popolo palestinese e le responsabilità del suprematismo israeliano totalmente egemonizzato dalle correnti più fosche del sionismo appaiono chiare e senza i soliti trucchi triviali. Hanno in un certo senso una reputazione da difendere presso la comunità internazionale dei colleghi e anche presso una parte non residuale del pubblico.

Tuttavia, riservano lo stesso una quota significativa della loro narrazione alla salvaguardia dello status quo. Evidentemente, frequentare le riunioni del Club Bilderberg fa diventare protettivi verso le cricche al potere. Maggioni, ad esempio, ha detto a un certo punto: «non vedo complicità da parte dei governi occidentali con Israele, c’è semmai il non sapere che pesci prendere». A Washington, a Berlino, a Roma, sarebbero dunque solo paralizzati dalla sorpresa, inerti per banale inettitudine. Io credo invece che continuare a fornire miliardi di dollari in armamenti micidiali, reprimere con misure poliziesche i movimenti di opposizione al genocidio e bloccare qualsiasi iniziativa diplomatica (non sto nemmeno a parlare di sanzioni) che possa minimamente intralciare i guerrafondai di Tel Aviv, tutte queste cose siano complicità piena, connivenza conclamata. L’Occidente c’è dentro fino al collo. E se qualcuno fischietta sperando di passare inosservato, come l’uomo del Colle che non dice nulla nemmeno quando Israele spara verso i suoi soldati, non è perché non sappia che pesci prendere. Ha scelto eccome la sua parte, a dispetto della coscienza di interi popoli.

Pino Cabras, da Rassegna di Arianna  18/10/2024

 

 

 

 

Gaza, Generale Mini: “Israele si sta comportando come uno Stato canaglia”

Convegno “Cessate il fuoco ora, a Gaza e in Ucraina! Prefigurare un percorso di pace oltre il cessate il fuoco: un mandato ONU per Gaza“, registrato a Roma martedì 6 febbraio 2024 L’evento è stato organizzato da Coordinamento per la Democrazia Costituzionale.

Ascolta e vedi QUI

 

 

 

 

Alessandro Orsini – A chi crede che le democrazie occidentali siano una civiltà moralmente superiore…

A chi crede che le democrazie occidentali siano una civiltà moralmente superiore alla Russia o all’Iran faccio notare che è in corso un genocidio a Gaza… Per mano delle democrazie liberali. A chi crede che l’Islam odi l’Occidente, faccio notare che esistono morti a sufficienza per sostenere la tesi opposta ovvero che l’Occidente odi l’Islam. Infatti, l’Occidente ha sterminato 41.000 musulmani a Gaza sparando su tutte le moschee. Pochi anni prima, le democrazie liberali avevano sterminato almeno 600.000 musulmani in Iraq sganciando bombe alla “israeliana”, cioè, secondo la tecnica “ndo cojo cojo”. Giorgia Meloni pone il veto a tutte le dichiarazioni congiunte con la Francia che chiedono di non vendere più armi a Netanyahu. Il governo Meloni continua a fornire assistenza militare a Netanyahu. Sempre per quel discorso del rispetto dei diritti umani.

Oggi le democrazie occidentali hanno bombardato l’Al-Aqsa Martyrs Hospital a Deir el-Balah provocando una nuova strage. Sempre per quel discorso che le democrazie occidentali sono moralmente superiori rispetto all’Iran. Giorgia Meloni pone il veto a tutte le dichiarazioni congiunte con la Francia che chiedono di non vendere più armi a Netanyahu. Il governo Meloni continua a fornire assistenza militare alla democrazia occidentale d’Israele. Sempre per quel discorso del rispetto dei diritti umani.

Due post X del 14 ottobre 2024

 

 

 

Alastair Crooke – Israele fa ciò che vuole; è sempre stato pianificato in questo modo

Leggi QUI

 

 

 

 

Il Medio Oriente sull’orlo del disastro

Lo scorso 1 ottobre, l’Iran ha sferrato l’attesa rappresaglia contro Israele, bersagliandolo con un nugolo di missili balistici. La decisione è maturata al culmine di una lunga fase di riflessione riguardo alle iniziative da adottare in risposta all’assassinio del capo dell’ufficio politico di Hamas di Ismail Haniyeh, perpetrato dai servizi di sicurezza israeliani a Teheran proprio mentre si celebrava la cerimonia di insediamento del neoeletto presidente Pezeshkian. Secondo alcune ricostruzioni, l’Operazione True Promise-2, scattata a pochi giorni di distanza dall’uccisione del segretario generale di Hezbollah Hassan Nasrallah nell’ambito di un pesante bombardamento israeliano, sarebbe stata ordinata direttamente dalla Guida Suprema Ali Khamenei con il sostegno dei Pasdaran, dopo che il governo era stato tratto in inganno dagli Stati Uniti con false assicurazioni circa la disponibilità del governo Netanyahu ad accettare un cessate il fuoco provvisorio nella Striscia di Gaza. Stando alle dichiarazioni di Netanyahu, la contro-ritorsione israeliana rispetto all’Operazione True Promise-2 è da considerarsi imminente. Tra gli obiettivi sensibili che potrebbero essere presi di mira figurano le infrastrutture energetiche della Repubblica Islamica, le cui autorità hanno fin da subito messo in chiaro che una qualsiasi forma di aggressione comporterebbe una ritorsione diretta contro il territorio israeliano e gli impianti petroliferi disseminati in tutto il Medio Oriente, oltre che l’ostruzione dello Stretto di Hormuz, attraverso cui transita il 30% circa del petrolio mondiale. Verso quale scenario ci stiamo orientando? Proviamo a comprenderlo assieme a Come Carpentier de Gourdon, politologo, consulente e saggista indiano con all’attivo collaborazioni con numerose testate internazionali.

Ascolta e vedi QUI

 

 

 

 

“I morti a Gaza sono 120 mila”: la lettera a Biden dei medici volontari nella Striscia

Un gruppo di 99 medici, chirurghi e infermieri specializzati statunitensi, che ha prestato volontariamente servizio nella Striscia di Gaza, ha inviato il 2 ottobre una lettera aperta al presidente americano Joe Biden e alla sua vice Kamala Harris. Nella lettera raccontano gli orrori che la popolazione palestinese sta vivendo da ormai un anno e denunciano che il numero reale delle vittime nell’enclave palestinese sarebbe molto superiore a quello delle stime ufficiali, che attualmente riportano circa 50.000 morti, la maggior parte dei quali bambini. «Siamo tra i pochi osservatori neutrali a cui è stato permesso di entrare nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre. […] Questa lettera e la sua appendice dimostrano, con prove incontrovertibili, che il bilancio delle vittime a Gaza da ottobre a oggi è molto più alto di quanto si creda negli Stati Uniti. È probabile che il numero effettivo dei morti in questo conflitto abbia già superato le 118.908 persone, una cifra impressionante: il 5,4% della popolazione di Gaza», scrivono nella missiva…

Continua la lettura QUI

 

 

 

 

Ricordando il 7 Ottobre 2023 Al Jazeera mostra Gaza prima e dopo un anno di  bombardamenti di Israele

Mentre i ridicoli Media italiani si prostrano al padrone sionista ricordando il 7 Ottobre 2023 in loop ed a reti unificate, Al Jazeera mostra Gaza prima e dopo un anno di  bombardamenti di Israele. La colonia Italia ha fondamentalmente tre padroni: USA, UK e Israele. Politica e Media seguono tutti lo stesso copione, medesimo programma per tutti, da ripetere a memoria e con accuratezza. Pena, la revoca dell’ incarico ed il pubblico ludibrio per essersi messo contro il proprio padrone. Ma mentre questi inneggiano i loro eroi criminali con le mani sempre più sporche di sangue, i sionisti continuano nella loro macabra danza della morte, nella loro totale, inumana, indifferenza.

Leggi e vedi QUI ( in lingua inglese)


 

 

 

ASSEDIO ISRAELIANO NEL NORD DI GAZA

 

 

 

 

ANCORA BOMBARDAMENTI SUI CIVILI DI GAZA

 

 

 

 

ISRAELE NON RICONOSCE IL LIBANO COME UNO STATO SOVRANO

Franco Fracassi

Ascolta e vedi QUI

 

 

 

Israele compie un nuovo massacro in Cisgiordania, mentre allarga il fronte in Libano

Nel silenzio generale della maggior parte dei media occidentali, Israele ha compiuto un nuovo massacro nella Cisgiordania occupata, sferrando uno dei più gravi e letali attacchi aerei degli ultimi decenni sul campo profughi di Tulkarem. Allo stesso tempo proseguono i bombardamenti sulla capitale libanese Beirut e in altre zone del Paese, dove le forze israeliane hanno ordinato l’evacuazione di 35 villaggi nell’area meridionale, allargando così il fronte delle operazioni. In Cisgiordania, sono diciotto i palestinesi uccisi ieri sera da una bomba che ha preso di mira un caffè dove, secondo le informazioni, erano riuniti numerosi giovani…

Continua la lettura QUI

 

 

 

Bulldozer israeliani in Cisgiordania

 

 

 

 

Libano.

Cinquanta bambini tra gli oltre 550 uccisi negli attacchi israeliani in Libano

 

 

 

Israele è un problema di sicurezza internazionale

In Israele, le tensioni tra il premier Netanyahu e il ministro della Difesa Gallant, in atto da molti mesi per questi non riconducibili soltanto alla conduzione delle operazioni militari nella Striscia di Gaza, sembrano essersi acuite a causa delle divergenze insanabili tra i rispettivi punti di vista in merito all’opportunità di sferrare un attacco contro Hezbollah. Sul versante militare, migliaia di apparecchi cercapersone in possesso di altrettanti cittadini libanesi sono improvvisamente esplosi producendo morti e feriti. Da quanto appreso in seguito, un intermediario ungherese tra la società produttrice e il mercato libanese aveva piazzato microcariche ad alto potenziale all’interno dei congegni, detonati dietro impulso elettrico nell’ambito di un operazione che sembra ricondurre ai servizi di sicurezza israeliani. Le esplosioni hanno anticipato una serie di attacchi aerei israeliani contro il Libano meridionale. In precedenza, un missile balistico – apparentemente – ipersonico lanciato dagli Houthi ha raggiunto il territorio israeliano dopo aver violato le difese aeree israeliane e statunitensi. Parliamo di tutto questo insieme a Jacques Baud, saggista ed ex colonnello dell’intelligence svizzera specializzato in questioni russe ed europee, con impieghi presso la Nato e le Nazioni Unite.

 

Ascolta e vedi QUI

 

 

 

Raid di Israele periferia Beirut. Uccisi 5 bambini

20 Settembre 2024

Le forze di occupazione israeliane hanno riferito di aver effettuato un “attacco selettivo” questo pomeriggio a Beirut, la capitale del Libano…

 

Continua la lettura QUI

 

 


 

 

 

CISGIORDANIA COME GAZA: IL MASSACRO E’ GIA’ IN ATTO!

 

Franco Fracassi

cisgiordania-come-gaza-il-massacro-e-gia-in-atto


 

 

 

 

Israele ha di nuovo bombardato una scuola a Gaza, provocando una strage

13 SETTEMBRE 2024

 

Leggi QUI

 

 

 

 

Lo scolasticidio di Gaza

Mentre gli studenti di tutto il mondo si preparano ad affrontare un nuovo anno scolastico, per i bambini di Gaza la campanella non suona e difficilmente suonerà. Più di mezzo milione di bambini e adolescenti palestinesi non potranno tornare tra i banchi, dai loro compagni e insegnanti. E’ il secondo anno consecutivo.

La guerra ha privato del diritto allo studio circa 625.000 bambini e ragazzi in età scolare. Il loro percorso formativo è stato interrotto bruscamente l’anno scorso, senza la possibilità di riprendere almeno finché non sarà cessato il fuoco.

Gli istituti hanno fermato le lezioni e sono stati convertiti in rifugi, per ospitare le centinaia di migliaia di palestinesi sfollati. Molti edifici scolastici sono stati danneggiati dai bombardamenti, altri deliberatamente colpiti o addirittura fatti saltare in aria….


Continua la lettura QUI

 

 

 

 

ISRAELE BOMBARDA LE AREE UMANITARIE

 

 

 

 

Nel silenzio del mondo Israele sta trasformando la Cisgiordania in una nuova Gaza

 

Leggi  QUI

 

 

 

ANCORA RAID ISRAELIANI SU GAZA.

 

 

 

 

 

L’ORRORE DI GAZA AGGIORNATO.

 

Dati aggiornati al 31 agosto 2024 di Euro-Med Human Rights Monitor:

10% della popolazione di Gaza è stata uccisa, ferita, dispersa o detenuta. – 49.032 persone uccise, di cui: – 44.180 civili – 16.164 bambini – 10.399 donne

94.100 persone ferite,molte con amputazioni o menomazioni permanenti.

3.600 detenuti o forzatamente scomparsi.

1.240 operatori sanitari colpiti, di cui: – 523 uccisi – 717 feriti

76 operatori della difesa civile

72 giornalisti uccisi.

97% dell’acqua non è potabile.

96% della popolazione affronta una grave carenza di cibo.

90% della popolazione è stata forzatamente sfollata.

33% delle vittime sono bambini e 21% donne.(3/5)

89% dei detenuti ha subito torture fisiche. –

70% degli edifici della Striscia di Gaza distrutti o danneggiati.

A fronte di tutto ciò, oggi ( 31/8/2024) nei principali TG italiani non si parlava altro se non degli ostaggi israeliani.

 

 

 

 

 

Racconti da Gaza: vita sotto assedio di un operatore umanitario

 

Leggi QUI

 

 

 

 

VACCINAZIONE ANTIPOLIO A GAZA… LUCIDA FOLLIA!

 

 

 

 

A GAZA LA MORTE NON E’ PIU’ LO SCENARIO PEGGIORE

 

Leggi QUI

 

 

 

 

ITALIA CONTRO GAZA…

 

 

 

 

Censura di Facebook su Palestina

La censura di Facebook su contenuti che trattano il conflitto in Palestina è un problema grave. Molte testimonianze di abusi, violenze e sofferenze subite dalla popolazione palestinese vengono sistematicamente rimosse o oscurate, rendendo difficile per gli utenti ottenere una visione completa e imparziale della situazione. Questa censura non solo distorce la realtà, ma impedisce anche il libero flusso di informazioni, un elemento essenziale per la formazione di opinioni critiche e consapevoli. Inoltre, la censura di Facebook non si limita solo alla rimozione di contenuti, ma spesso colpisce anche gli utenti che cercano di diffondere queste informazioni, attraverso la sospensione temporanea o permanente dei loro account. Questa repressione delle voci critiche rappresenta un attacco diretto alla libertà di espressione, un diritto fondamentale che dovrebbe essere garantito a tutti, indipendentemente dalla loro posizione politica.

Il conflitto in Palestina è una questione complessa e dolorosa, e richiede un dibattito aperto e trasparente. Censurare le informazioni su questo tema non solo ostacola la comprensione del conflitto, ma contribuisce anche a perpetuare l’ingiustizia e la disuguaglianza. Facebook, come piattaforma globale, ha la responsabilità di garantire che tutti i punti di vista siano rappresentati e che le voci dei più vulnerabili non vengano messe a tacere.In un’epoca in cui la verità è spesso manipolata e distorta, è più importante che mai difendere il diritto alla libertà di espressione.

Franco Fracassi, giornalista libero.

 


 

 

 

GAZA: BAMBINI A PERDERE!

Ogni giorno che ero lì vedevo un bambino colpito alla testa“. La testimonianza shock di un medico Usa di ritorno da Gaza

Se pensate a qualcosa di tremendo che sta accadendo nel mondo, sta avvenendo a Gaza e alla gente di Gaza.” Nel video avete la testimonianza di due medici statunitensi che sono tornati dopo una missione a Gaza.

Il bombardamento non spiega i bambini colpiti alla testa. Voglio dire, letteralmente ogni giorno che ero lì vedevo un bambino colpito alla testa. Mentre ero lì ho tenuto un diario e l’ho letto solo perché alcuni giornalisti me l’hanno chiesto. E letteralmente ogni giorno che ero lì vedevo un bambino colpito alla testa. Non è un incidente. È un deliberato attacco ai bambini per ucciderli. È un omicidio.

 

Vedi e ascolta QUI

 

 

 

 

LA PARALISI STRATEGICA D’ISRAELE

Mentre all’interno della Striscia di Gaza la devastazione di edifici e terreni coltivabili procede e il conto delle vittime non accenna a rallentare, l’esercito israeliano consolida il controllo delle aree perimetrali dell’angusto fazzoletto di terra, impiantandovi basi militari e infrastrutture nell’ambito di un’operazione che sembra puntare al prolungamento a tempo indeterminato dell’occupazione. Parallelamente, le forze armate israeliane continuano a bersagliare obiettivi in Libano, Siria e addirittura Iran, confidando sul supporto incondizionato degli Stati Uniti. Il cosiddetto Asse della Resistenza, dal canto suo, reagisce contestualmente a una strategia di logoramento intesa a sconfiggere Israele per consunzione. Quanto ancora può reggere questa situazione?

Cerchiamo di comprenderlo assieme a Roberto Iannuzzi, arabista, saggista, analista geopolitico gestore del sito «Intelligence for the People».

 

Ascolta e vedi QUI

 

 

 

 

A GAZA SI UCCIDE ANCHE CON LA FAME

 

 

 

 

 

L’ONU chiede 7 giorni di tregua per vaccinare i bimbi di Gaza

L’Onu chiede 7 giorni tregua per vaccinare i bimbi di Gaza contro la polio. C’è l’urgenza di vaccinarne oltre 640.000. Ecco l’ennesima follia partorita dalle menti disturbate che lavorano presso le Nazioni Unite. Un circo Barnum tanto inutile quanto costoso. 40000 morti, un numero imprecisato di feriti, mutilati (di cui la maggior parte sono donne e bambini) e orfani, due terzi delle infrastrutture rasa al suolo, fame endemica, carenza di medicinali e ospedali, carestia, torture, pulizia etnica. Però per chiedere una tregua c’è voluto un caso di polio.

Questi sono matti da legare.

 

Ascolta e vedi QUI

 

 

 

 

 

Una delegazione delle Nazioni Unite è riuscita a raggiungere per la prima volta il nord di Gaza

Non c’è un solo edificio in piedi. È una landa desolata di macerie e distruzione

 

Vedi QUI

 

 

 

 

 

RAID ISRAELIANI

 

 

 

 

 

GAZA, ORRORI SOPRA ORRORI.

 

 

 

E’ una foto terribile che rappresenta cos’è un GENOCIDIO come quello di Gaza ( ignorato dai più).

 

 

 

 

Massacro d’israele in una scuola di Gaza: per la germania è autodifesa!

 

 

 

Il domicidio

GAZA. IL DOMICIDIO Israele ha distrutto il 63% delle aree residenziali di Gaza, un’azione definita “domicidio”, in una serie di attacchi sistematici contro abitazioni e infrastrutture civili che causano deliberatamente morte e sofferenza. Sono oltre 215.000 le unità abitative danneggiate o distrutte da ottobre 2023. Fonte: TRT World

 


 

 

 

Raid aerei israeliani su Gaza

 

 

 

 

Israele bombarda ancora una volta una scuola a Gaza: almeno 100 palestinesi uccisi.

 

Leggi  QUI

 

 

 

 

ORDINI DI EVACUAZIONE A GAZA

 

 

 

 

BOMBE SU UN CAMPO PALESTINESE

 

 

 

 

I mezzi di disinformazione e le scuole di Gaza

Ieri ( 4/8/2024) tutti i mezzi di disinformazione italiani hanno riportato la notizia dei due anziani cittadini israeliani uccisi a coltellate. Un attacco terroristico terrificante da condannare in ogni modo ovviamente. Pochi invece hanno dato notizia delle scuole bombardate dai terroristi israeliani a Gaza.

Per adesso siamo a 40 morti soprattutto donne e bambini. Le immagini sono raccapriccianti….

Continua la lettura QUI


 

 

 

ISRAELE BOMBARDA I BAMBINI

 

 

 

Verso l’unità palestinese

 

 

 

Bombardamenti vigliacchi

 

 

 

 

Gaza. quanti giornalisti uccisi…

 

 

 

 

Basta chiamarlo conflitto: in Palestina è genocidio!

Il silenzio dei politici e dei cittadini qualsiasi è COMPLICITA’

 

Matteo Gracis

Ascolta e vedi QUI

 

E dopo rileggere DIES IRAE

 

 

 

 

ATTACCO AD UNA SCUOLA UNRWA

 

 

 

 

 

Gaza, ennesima strage. Raid di Israele uccide 71 palestinesi, 289 i feriti

 

Leggi QUI

 

 

 

 

 

L’ultima strage israeliana: almeno 90 civili ammazzati per stanare (forse) un capo di Hamas

 

 

 

 

EVACUAZIONE A GAZA

 

 

 

 

Studio Lancet: Israele avrebbe ucciso 186.000 palestinesi a Gaza, il 7.9% della popolazione

 

Leggi QUI

 

 

 

 

La licenza di uccidere dell’esercito israeliano a Gaza

 

Leggi  qui

mi-annoiavo-e-ho-sparato

 

 

 

 

ANCORA RAID ISRAELIANI SU GAZA

 

 

 

 

L’esercito di Israele spara alla schiena a gente bendata

 

Vedi QUI

 

 

 

 

Gaza, Israele ordina l’evacuazione di Khan Yunis

 

 

 

ALTRI ATTACCHI ISRAELIANI A GAZA

 

 

 

 

ANCORA BOMBARDAMENTI ISRAELIANI

 

 

 

PROTESTE IN ISRAELE

 

 

 

 

ISRAELE CONTRO L’UNICEF

 

 

 

STUDENTI PER GAZA

 

 

 

 

RAPPORTO ONU: ISRAELE COLPEVOLE DI STERMINIO

 

 

 

 

ANCORA ORRORE A GAZA!

 

 

 

 

 

 

L’ORRORE CONTINUA: ISRAELE COLPISCE UNA SCUOLA A GAZA

 

 

 

 

URSULA VON DER LEYEN COMPLICE DI GENOCIDIO. DENUNCIATA ALLA CORTE INTERNAZIONALE

 

 

 

ANCORA MASSACRI A GAZA.

 

 

 

 

ISRAELE SOTTO ACCUSA

 


 

 

 

 

Chef Rubio, la lobby italiana-israeliana e il “gelocidio”

 

Leggi

chef-rubio


 

 

 

 

LA DIGNITA’ DI UN’UNIVERSITA’ USA

 

 

 

 

 

LA DIGNITA’ DI UNA FUNZIONARIA USA EBREA

 

 

 

 

 

 

“Insegnamento” di un Roschild morto nel 1812

 

 

Traduzione: Ricordatevi, figli miei, che tutta la terra deve appartenere a noi ebrei e che i gentili, essendo semplici escrementi di animali, non devono possedere nulla.

 

 

 

 

LA DIGNITA’ DI UN SOLDATO  USA

 

 

 

 

 

GAZA, 500 TRA MEDICI E INFERMIERI UCCISI DAL 7 OTTOBRE

 


 

 

 

BOMBARDAMENTI A JABALIA

 

 

 

 

 

“DOMINARE LA NARRATIVA SU GAZA”

 

 

 

 

Le atrocità commesse dal regime di apartheid di Israele

 


 

 

 

SEPOLTI VIVI A GAZA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’ITALIA COMPLICE DEL GENOCIDIO ISRAELIANO A GAZA


 

 

 

 

FOSSE COMUNI

 

Leggi QUI ( in lingua inglese)

 

 

 

 

 

 

ISRAELE STA SCRIVENDO UNA DELLE PAGINE PIU’  NERE DELLA STORIA

Matteo Gracis, giornalista indipendente

 

Vedi e ascolta QUI

 

 

 

 

IL GENOCIDIO COME POLITICA ESPLICITA


 

 

 

 

Ascolta e vedi QUI

( video appena censurato da X)

 

 

 

 

 

GAZA: ORRORE SENZA TREGUA

È drammatico lo scontro che sta avvenendo in Palestina da ormai 6 mesi tra Israele e Hamas, ma soprattutto lo è il disastro umanitario che ne consegue. Le trattative per un cessate il fuoco che si stanno svolgendo in queste ore al Cairo in Egitto non stanno avendo successo. In questa puntata ci occupiamo di un fatto che dal 7 ottobre ad oggi ha generato decine di migliaia di morti, soprattutto bambini, e che rischia di diventare un conflitto più vasto di tipo globale. Per farlo ne parliamo con il giornalista Davide Piccardo, Lorenzo Bernasconi (analista geopolitico) e Fulvio Grimaldi (giornalista).

 

Vedi e ascolta QUI

 

 

 

 

Nelle strade di Parigi si chiede, così, il cessate il fuoco a Gaza. Video della bellissima manifestazione.


Ascolta e vedi QUI

 

 

 

 

BOMBARDATO UN OSPEDALE

 

 

 

 

 

Al telegiornale ne parlano?


 

 

 

 

 

 

ISRAELE  VIETA LE CONSEGNE DI CIBO DELLE NAZIONI UNITE AI BAMBINI, AL NORD DI GAZA

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

Vivere nell’agonia: a Gaza Israele vieta gli anestetici

Dall’inizio della guerra a Gaza, l’occupazione israeliana ha vietato l’ingresso nella Striscia di anestetici, stampelle e pure datteri. Sono state vietate anche le apparecchiature mediche come bombole di ossigeno, ventilatori e sistemi di filtraggio dell’acqua.

Leggi QUI ( in lingua inglese)

 

 

 

 

UNA DONNA PER BENE

 

 

 

 

 

 

TORNA A  DALLA RETE

 

 

 


Calendario eventi
dicembre 2024
L M M G V S D
 1
2345678
9101112131415
16171819202122
23242526272829
3031EC
Cerca nel Sito
Newsletter
In carica...In carica...


Feed Articoli