Articoli marcati con tag ‘laicità’

1 ottobre 2013
21:00a23:00

Egregio Signor candidato alla presidenza del Consiglio dei Ministri, come molti altri elettori ed elettrici non ho ancora scelto per chi votare alle prossime elezioni politiche. Mancano, a mio avviso, proposte convincenti di cambiamenti profondi, di riforme incisive e durature non solo per affrontare la crisi economica e soprattutto per affrontare lo sfacelo della politica e il degrado della vita civile, che ci affliggono non meno della crisi economica. Le scrivo per chiederle di pronunciarsi in modo esplicito e vincolante su alcuni temi che non sono al centro della campagna elettorale; sono problemi che attengono ai diritti, alle libertà, alla cittadinanza; questioni tipicamente «liberali», cioè legate a una cultura che non ha mai mobilitato i due grandi partiti di massa protagonisti di decenni della storia politica della nostra Repubblica. Leggi il resto di questo articolo »

28 maggio 2013
21:00a23:00

VEDI:    26 giugno 2022. Morte di un maestro di educazione. 

Don Milani, l’educazione come «ultima frontiera»

Don Milani, il Vangelo secondo Socrate

 

Il lettore di questo giornale sa che sono un suo collaboratore con una rubrica settimanale e con qualche altra rapsodica «incursione» che mi viene richiesta di tanto in tanto. Spesso approfitto dello spazio concessomi per scrivere di Medioriente e specificamente di conflitto israelo-palestinese (fatto). Ogni volta che, sulla dolorosa questione, esprimo le mie idee strettamente personali e, ribadisco «strettamente personali» perché non rappresento nessuno, piovono contro di me le accuse di ebreo antisemita, nemico del popolo ebraico o traditore (opinioni). Questo avviene tramite mail, post e dichiarazioni su vari blog e siti inviatimi da fanatici, farabutti o sbroccati di varia risma (opinione). Alcune persone, sia amici che detrattori, ritengono che ciò che dico e penso, anche a causa della passione partecipante con cui mi esprimo, abbia un’influenza rilevante a causa della mia notorietà e che quindi dovrei essere cauto (opinione). Io sostengo invece che ogni essere umano, in democrazia, sia libero di esprimere come meglio crede le sue idee (opinione) e se coloro che non le condividono o vi si oppongono ravvisano nei suoi discorsi i reati di istigazione all’odio o al razzismo, possono rivolgersi all’Autorità giudiziaria per denunciarlo (fatto) in luogo di spargere vigliaccamente ripugnanti accuse protetti dalla libertà della rete (fatto). Leggi il resto di questo articolo »

Molto presto si è capito, guardando il dibattito tra i candidati alle primarie del centrosinistra, che qualcosa di essenziale mancava. Che il palcoscenico occupato dagli attori era simile a una sfera, di cui potevi ammirare o non ammirare la superficie, ma privata di centro. Non abbiamo contemplato il vuoto. Non era assente la voglia di fare politica: anche se voglia parecchio neghittosa, perché restituire alla politica l’importanza perduta implicherebbe riconoscere peccati di omissione non indifferenti, passati e presenti.

La bussola c’era, nella sua sferica forma: quel che l’occhio non percepiva era il perno che fissa l’ago magnetico, e che gli dà la sua linea di forza. Cosa dovrebbe esserci, al centro di uno schieramento che dice di battersi per una sinistra progressista? Per forza una tradizione, una storia, un tempio, meglio ancora un Pantheon che contiene le tombe dei propri uomini illustri. L’ago magnetico non può che partire da lì, altrimenti si muove impazzito in ogni sorta di direzione, senza mai segnalare con chiarezza il Nord. Quando il centro è ovunque e da nessuna parte, sostituito dalle persone che parlano agli elettori (la persona Bersani, o Vendola, o Renzi, o Tabacci, o Puppato) vuol dire che dietro la loro divina genialità — la loro maschera — non esistono genealogie né memoria storica di sé. Leggi il resto di questo articolo »

 

Nella notte tra il 1 e il 2 novembre  1975 all’Idroscalo di Ostia

PIER PAOLO PASOLINI

viene ucciso dalle trame oscure del nostro Paese.

 

Generalmente i profeti vengono eliminati o pesantemente emarginati. Anche il vangelo lo afferma decisamente: “Nessun profeta è bene accetto nella sua patria” (Luca 4,21-30). Nel pensiero comune il profeta è uno che prevede il futuro, come un indovino o un medium. Ma questo è il frutto dell’ignoranza religiosa in cui siamo stati quasi tutti lasciati, nonostante la presenza massiccia della Chiesa: presenza non tanto educativa ma di controllo e di potere. Nella Bibbia i profeti ( Isaia, Geremia e gli altri) non prevedono il futuro ma aiutano i loro contemporanei a comprendere meglio ciò che accade e quali sono le conseguenze delle scelte che vengono fatte. In questo senso il profeta ” prevede il futuro”: più lucido, attento e appassionato dei suoi contemporanei vede già dove può portare un modo di vivere, una politica sociale, un comportamento collettivo. Il profeta può far questo partendo da una sua intima convinzione di fede o da una lettura razionale e laica della realtà. Ma il risultato è lo stesso: il profeta ( parola greca che significa “parlare al posto di qualcuno” che sia Dio o la coscienza comune, ma significa anche ” parlare DAVANTI a qualcuno” cioè esporsi, porsi di fronte agli altri) grida, avverte, incita, spiega, denuncia e per questo diventa oggetto d’odio per il Potere, ma anche per il popolo medio che non ama essere disturbato o inquietato. Leggi il resto di questo articolo »

3 marzo 2013
17:00a20:00

VEDI: Pasolini:  morte di un profeta laico.

5 marzo 2012. Pasolini compie 90 anni.

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19 febbraio 2013
21:00a23:00

 

 

vedi:   17 febbraio 2012. Giordano Bruno 412 anni dopo...

17 febbraio 2013
17:00a20:00

 

VEDI: Pasolini:  morte di un profeta laico.

5 marzo 2012. Pasolini compie 90 anni.

 

 

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10 febbraio 2013
17:00a20:00

 

vedi:

vedi: 6 marzo 2011. Una Repubblica e l’Italia in un albergo.

6-13 febbraio 2011. Una settimana repubblicana.

 

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30 dicembre 2012
17:00a20:00

VEDI: Pasolini:  morte di un profeta laico.

5 marzo 2012. Pasolini compie 90 anni.

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16 dicembre 2012
17:00a20:00

 

Nulla mi pare più contrario al mondo moderno di quella
figura,
di  quel Cristo, mite nel cuore ma mai nella ragione;la figura del Cristo dovrebbe avere, alla
fine, la stessa violenza di una resistenza, qualcosa che contraddica
radicalmente la vita come si sta configurando all’uomo
moderno:
la sua grigia orgia di cinismo, ironia,
brutalità pratica, compromesso, conformismo, glorificazione della propria
identità nei connotati di massa, odio per ogni diversità, rancore teologico
senza religione…”

PIER  PAOLO  PASOLINI
 

(1964, in occasione dell’uscita del  film “Vangelo  secondo Matteo”)

 

 

 

 vedi: Pasolini:  morte di un profeta laico.

5 marzo 2012. Pasolini compie 90 anni.

 

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23 settembre 2012
16:00a18:00

vedi:

L'ULTIMO GIORNO DEL PAPA RE

14 gennaio 2011. Una Breccia ad Ostia.

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Il leggero, ma regolare, incremento della elevata secolarizzazione della nostra società fa apparire la realtà italiana del tutto analoga a quella dei Paesi dell’Europa occidentale. Vari studi sociologici recenti, mettendo in discussione il «classico» paradigma della secolarizzazione come esito inarrestabile dei processi di modernizzazione, vedono nella realtà europea un’eccezione rispetto al trend che sembra invece caratterizzare, con una varietà di fenomeni, le Americhe, l’Africa e l’Asia, dove sembra invece affermarsi una tendenza alla «desecolarizzazione». Al di fuori dell’Europa, le religioni sono in ripresa sui piani del believing, behaving e belonging, cioè della fede abbracciata e personalmente affermata, del comportamento convinto e del senso di appartenenza.  In queste brevi riflessioni ispirate al VII Rapporto sulla secolarizzazione pubblicato da Critica liberale, voglio però soffermarmi su un altro aspetto.

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Il 17 febbraio del 1600 veniva bruciato vivo dall’Inquisizione, in Campo di Fiori a Roma, il filosofo e monaco GIORDANO BRUNO  da Nola (1548- 1600).

 

E noi, per quanto ci troviamo in situazioni inique … tuttavia serbiamo il nostro invincibile proposito … tanto da non temere la morte stessa. Ho lottato, è già tanto, ho creduto nella mia vittoria… È già qualcosa essere arrivati fin qui: non aver temuto morire, l’aver preferito coraggiosa morte a vita da imbecille.


da   De Monade, numero et figura


Se questa scienza che grandi vantaggi porterà all’uomo, non servirà all’uomo per comprendere se stesso, finirà per rigirarsi contro l’uomo.”
“Verrà un giorno che l’uomo si sveglierà dall’oblio e finalmente comprenderà chi è veramente e a chi ha ceduto le redini della sua esistenza, a una mente fallace, menzognera, che lo rende e lo tiene schiavo… l’uomo non ha limiti e quando un giorno se ne renderà conto, sarà libero anche qui in questo mondo.”

da    Spaccio de la bestia trionfante


La  lotta di Giordano Bruno, la sua testimonianza e la sua resistenza per la libertà di pensiero e di ricerca, per una visione universale della vita e dell’uomo, per la dignità,  per una storia libera da dogmatismi religiosi e politici sono ancora un valore assoluto per noi, da perseguire con coraggio e con la stessa sua disponibilità al sacrificio.



Il 9 febbraio del 1849 venne inaugurata, al Campidoglio, la Repubblica Romana.

Un’esperienza straordinaria di democrazia, laicità e partecipazione popolare che sarà difesa, mesi dopo, con grande coraggio e immensi sacrifici. Un’evento fondamentale per il Risorgimento Italiano e per la storia dell’Europa da cui ancora, l’Italia di oggi e  tutti noi, dobbiamo trarre esempio e forza per la nostra resistenza democratica e civile.

W LA REPUBBLICA ROMANA !! Leggi il resto di questo articolo »

Dopo un ventennio in cui è stata bandita quasi fosse un’istanza utopica se non un intralcio all’opulenza oggi, sopraggiunta la crisi con un significativo aumento delle sue vittime, si invoca l’equità e se ne afferma la necessità, ci si appella alla giustizia e all’uguaglianza, salvo ribellarvisi quando queste chiedono sacrifici a tutti e non solo «agli altri». Ci rendiamo conto della barbarie che abbiamo voluto accogliere, dello scadimento cui abbiamo abbandonato tanti valori necessari alla semplice convivenza civile? Leggi il resto di questo articolo »

 

 

 

vedi: 20 marzo 2011. Le sante e il garibaldino.,

14 gennaio 2011. Una Breccia ad Ostia.

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La Chiesa italiana è chiamata a dare il suo contributo per il risanamento del deficit nazionale. In una fase di tagli pesantissimi generalizzati, chi è percettore di un flusso ingente di finanziamenti pubblici non può sentirsi “al di sopra delle parti”. Partecipare è un dovere morale.  Nei tempi antichi, in casi d’invasione e di assedi, si fondevano i calici e gli ori dei templi per  finanziare la difesa della città o riscattare i prigionieri. Altrettanto vale oggi, quando il nemico – più  insidioso e distruttivo – è annidato nelle finanze pubbliche e può essere debellato soltanto se  veramente tutti, e non solo le famiglie a reddito fisso, partecipano ai sacrifici.  Sbaglierebbe la gerarchia ecclesiastica a scrollarsi di dosso la richiesta, etichettandola come anticlericale o animata da spirito antireligioso. È vero il contrario. Il dovere di mettere mano alle proprie disponibilità nasce (dovrebbe nascere) da una considerazione anche religiosa del “bene comune” e dello stesso destino dello stato sociale. Leggi il resto di questo articolo »

«Caro Peyretti, sono qui in questo bel paesetto del cuneese in casa di amici […]. Mi sono portato qui un fascio di lettere alle quali non avevo mai risposto. Ce n’è una sua del 22 maggio scorso. Non prego, se per preghiera s’intende invocare aiuto, o peggio benefici, o premi, o salvezza in situazioni difficili. Ma se per preghiera s’intende, come dice lei, ‘apertura verso il mistero che ci avvolge’, prego anch’io come tanti altri. Ma è preghiera, questa? La preghiera implica che ci sia qualcuno che ascolta. La preghiera non può essere soltanto riflessione interiore sul mio destino, sul male, sulla origine e la fine delle cose, una riflessione in cui nessuno mi ascolta, e che rivolgo soltanto a me stesso…». Leggi il resto di questo articolo »

L a pluralità delle concezioni etiche e delle visioni filosofiche e religiose del mondo è una realtà irriducibile e ostinata. Una realtà da sempre all’origine, nella storia umana, di conflitti e anche di tragedie; all’origine, pertanto, del problema eminentemente politico di come stabilire regole di convivenza, le regole dell’ordine sociale. E le regole istituzionali tipiche dell’Europa e più ampiamente dell’Occidente sono le regole della «società aperta». La società aperta è aperta al maggior numero possibile di idee e ideali diversi e magari contrastanti, ed è chiusa solo ai violenti e agli intolleranti. E se più d’una sono le ragioni storicamente via via addotte a supporto della società aperta, nevralgiche a tal proposito risultano la consapevolezza della fallibilità della conoscenza umana, la consapevolezza che dai fatti non sono derivabili valori, la consapevolezza che le «verità» delle fedi scelte e abbracciate possono venir proposte e non imposte.

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Roberta De Monticelli è docente di Filosofia della persona presso l’università Vita-Salute del San Raffaele di Milano. Il testo di cui pubblichiamo un brano è tratto dalla premessa a un volume, in uscita per Chiarelettere con il titolo A che serve avere le mani pulite se si tengono in tasca (pp. 112, € 7), in cui sono raccolti alcuni scritti di don Lorenzo Milani, il priore di Barbiana, relativi alla vicenda che nel 1965 lo coinvolse in un processo per apologia di reato, per avere difeso l’obiezione di coscienza alla leva militare. Don Milani (Firenze 1923-1967) è stato un prete scomodo per la Chiesa, che nel 1954 lo esiliò in una minuscola comunità sopra Firenze: Sant’Andrea a Barbiana. Di qui, con i suoi ragazzi avviò una straordinaria avventura umana e spirituale, culminata nel maggio del 1967 con la pubblicazione di Lettera a una professoressa. Leggi il resto di questo articolo »

L’accoglienza da parte del tribunale di Firenze della petizione fatta da un signore settantenne (sostenuto dalla figlia avvocato) di usufruire dell’amministratore di sostegno – figura istituita nel gennaio 2005 dal legislatore allo scopo di fornire un’assisten­za di carattere economico – per rifiutare, nel caso di stato di incoscienza, alcuni trat­tamenti medici, ha suscitato (e non poteva che suscitare) reazioni contrastanti, ripor­tando alla ribalta l’annosa questione delle scelte relative alle situazioni di fine vita. Le difficoltà della politica a legiferare – si pen­si soltanto al faticoso iter della legge sul «te­stamento biologico», approvata dal Senato in una forma considerata da molti (giu­stamente) insoddisfacente e da tempo in at­tesa di essere discussa dalla Camera – spin­ge la magistratura, pressata da richieste sem­pre più insistenti, a fare opera di supplenza. Al di là degli inevitabili conflitti che questo produce e che sono, in primo luogo, adde­bitabili all’inefficienza della politica, la sen­tenza, anticipata peraltro da un’altra ana­loga del tribunale di Modena del 2008, me­rita di essere fatta oggetto di attenta consi­derazione, soprattutto per gli importanti risvolti di carattere etico. Leggi il resto di questo articolo »

Perché i laici cristiani sono assenti dal dibattito politico? Perché la  scomparsa della Dc ha trasformato la Chiesa nell’utilizzatrice diretta dei voti dei fedeli

Interrogato sulle ragioni per le quali il laicato cattolico oggi sembra tacere, senza reagire alle invasioni di campo della Chiesa, ho così risposto: purtroppo a tacere oggi non è solo il laicato cattolico – salvo eccezioni – ma è l’Italia tutta – salvo eccezioni – di fronte allo scempio che l’attuale classe politica di governo sta infliggendo al Paese; c’è una società intera che subisce e che tace, senza che prenda forma una reazione adeguata volta a salvare le istituzioni democratiche e la stessa anima del Paese corrotta dal nuovo fascismo. C’è una crisi della laicità che non è solo dei cattolici ma è anche della società e della cultura  denominata laica. Ciò dipende dal fatto che la laicità, nella sua accezione moderna e nella sua realizzazione politica come Stato laico e democratico, non è sufficientemente fondata. La laicità non è laicamente fondata – cioè basata su ciò che c’è di più umano nell’uomo, ovvero sulla sua libertà – perché storicamente è stata costruita per sottrazione alla religione (“come se Dio non ci fosse”) anziché sullo scioglimento del vincolo imposto dal sacro. Leggi il resto di questo articolo »

C’è la versione dei vertici dello Stato e della Chiesa cattolica: il crocifisso è obbligatorio nelle scuole statali, e in altri uffici pubblici, per due motivi: in quanto simbolo culturale, perché rappresenta la tradizione, l’identità e i valori del Paese; in quanto simbolo religioso, perché è maggioritario e passivo, piace ai più e non mira a convertire i meno, che dunque possono e devono tollerarlo. È una versione sconosciuta alla nostra Costituzione e mai recepita dal Parlamento italiano e dalla Corte costituzionale. Leggi il resto di questo articolo »

Intervista a Gustavo Zagrebelsky     a cura di Jean-Jacques Peyronel e Luca Maria Negro

È d’accordo nel considerare il 17 febbraio 1848 come una tappa fondamentale della lunga battaglia per la libertà di coscienza in Europa?

«Se c’è un elemento caratteristico dell’Europa, che fa parte della sua cultura, che dovrebbe renderci orgogliosi della nostra storia, è questo punto: l’Occidente con tutti i suoi vizi e limiti ha affermato la libertà di coscienza. Si può prendere il 17 febbraio per parlare di libertà di coscienza, ma forse sarebbe bene partire non solo dalla Riforma luterana ma da molto prima: dai valdesi medioevali. La libertà di coscienza viene normalmente riconosciuta da tutti gli studiosi di cose costituzionali come la base, la premessa di tutte le altre libertà. Può stupire che nella nostra Costituzione non si parli di libertà di coscienza. Questo perché la libertà di coscienza avrebbe equiparato in dignità tutte le coscienze. C’è un’uguale libertà ma la coscienza di qualcuno è un po’ più uguale delle altre. Credo che sia difficile per la Chiesa cattolica riconoscere che fuori della Chiesa ci può essere una coscienza che va rispettata come quella di coloro che stanno nella Chiesa». Leggi il resto di questo articolo »

C’è qualcosa, nel successo strappato a Sanremo dalla canzone di Vecchioni, che intrecciandosi con altri episodi recenti ci consente di vedere con una certa chiarezza lo stato d´animo di tanti italiani: qualcosa che rivela una stanchezza diffusa nei confronti del regime che Berlusconi ha instaurato 17 anni fa, quando pretese di rappresentare la parte ottimista, fiduciosa del Paese. Una stanchezza che somiglia a un disgusto, una saturazione. Se immaginiamo i documentari futuri che riprodurranno l’oggi che viviamo, vedremo tutti questi episodi come inanellati in una collana: le manifestazioni che hanno difeso la dignità delle donne; la potenza che emana dalle recite di Benigni; il televoto che s’è riversato su una canzone non anodina, come non anodine erano le canzoni di Biermann nella Germania Est o di Lounes Matoub ucciso nel ’98 in Algeria. Può darsi che nei Palazzi politici tutto sia fermo, che il tema dell’etica pubblica non smuova né loro né la Chiesa. Ma fra i cittadini lo scuotimento sfocia in quest’ansia, esasperata, di mutamento. Leggi il resto di questo articolo »

Il 15 febbraio 1966, il Tribunale di Roma assolveva don Lorenzo Milani dall’accusa di apologia di reato per essersi espresso a favore dell’ dell’obiezione di coscienza al servizio militare. Don Milani aveva 42 anni ed era parroco di 42 anime! Lo scriveva lui stesso. A quella sentenza non potevo essere presente – frequentavo soltanto la terza liceo classico ed ero a Lucca – ma dall’eco data dalla stampa alla notizia, percepivo che rappresentava una pietra miliare nella vicenda civile e religiosa del nostro paese. Mi sembra bello ricordare quell’avvenimento, a poche settimane dalla celebrazione dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Perché la Lettera ai cappellani militari, la Lettera ai giudici e la motivazione stessa della sentenza partono sì dal problema allora rovente dell’obiezione di coscienza al servizio militare, ma contribuiscono ad un esame critico di tutta la storia nazionale seguita all’Unità. Leggi il resto di questo articolo »

Diteci se guardando cos’è l’Italia e gli italiani in genere, diteci se è esagerato dedicare una settimana alla Repubblica Romana, la settimana intorno al 9 febbraio, 162° anniversario della sua nascita. Diteci se è troppo vivere degli incontri ( ed altri fuori di questa settimana) per respirare aria fresca e pulita ricordando quegli eventi che videro per pochi mesi nascere una speranza di vita democratica e laica che mai più avremmo conosciuto. Diteci se è troppo guardare a quei giorni lontani per sentirli vicini e trovarne forza per resistere alla barbarie e alla volgarità che avanza ogni giorno. Diteci se è troppo far risuonare tra noi queste parole di Mazzini:

La Repubblica è anzitutto principio d’amore, di maggior incivilimento, di progresso fraterno con tutti e per tutti, di miglioramento morale, intellettuale, economico per l’universalità dei cittadini… è il principio del bene su quello del male, del diritto comune sull’arbitrio di pochi, della Santa Eguaglianza sul Privilegio e il Dispotismo…Leggi il resto di questo articolo »

Ancora una esagerazione nel campo della religione di chiesa che fa notizia in questa strana epoca post-moderna dei botti mediatici a ripetizione che nascondono il vero senso della vita e della storia. L’esagerazione questa volta è duplice. È esagerata prima di tutto la decisione papale di beatificare Karol Wojtyla, papa Giovanni Paolo II, in tutta fretta, a soli sei anni dalla morte, avvenuta il 2 aprile del 2005, in deroga alle norme canoniche che prevedono si aspettino cinque anni dalla morte solo per aprire il processo canonico arrivando poi in tempi non brevi alla beatificazione. In secondo luogo c’è la data scelta per il rito della beatificazione: il primo maggio prossimo, data laicamente sacra per il mondo del lavoro a livello mondiale. Leggi il resto di questo articolo »

Per una sera abbiamo provato ad aprire una breccia nel muro del conformismo clericale, nella parete dell’indifferenza che ci circonda e parlare della Breccia di Porta Pia del 20 settembre del 1870 di cui, quest’anno, ricorre il 140° anniversario. Abbiamo provato a farlo in un incontro proposto oggi presso lo chalet della LIPU di Ostia, il Centro Habitat Mediterraneo, vicino al Porto Turistico. Ringraziamo la squisita ospitalità di questo Centro che si occupa di difendere, curare e far conoscere gli uccelli proprio accanto al Parco Letterario dedicato a Pier Paolo Pasolini, nel luogo dove venne barbaramente ucciso e dove siamo stati la sera del 5 novembre per celebrare i 35 anni della sua morte. Leggi il resto di questo articolo »

Corsi e ricorsi dell’onomastica: si chiamava Gasparri, ma non sedeva in Senato e vestiva la porpora del Segretario di Stato vaticano, l’uomo che nel 1923 aiutò Mussolini a far fuori uno dei suoi avversari più temibili, l’odiato don Sturzo. Il leader dei Popolari era passato all’opposizione e avrebbe votato contro la famigerata legge Acerbo che aboliva la proporzionale istituendo un premio di maggioranza su misura per le ambizioni totalitarie del fascismo. Ma il 10 luglio, senza preavviso, lasciò la guida del suo partito. Secondo il cardinale questo abbandono era un espresso desiderio del Santo Padre, il quale riteneva che “nelle attuali circostanze in Italia, un sacerdote non può, senza grave danno per la Chiesa, restare alla direzione di un partito, anzi dell’opposizione di tutti i partiti avversi al governo, auspice la massoneria come ormai è risaputo”. POCHI GIORNI prima, dai muri di Roma, il manifesto di una nuova organizzazione cattolica aveva invitato i fedeli a dare pieno sostegno alle camicie nere, in nome di “quei valori religiosi e sociali che costituiscono la base d’ogni sano reggimento politico” e a combattere le forze antinazionali contrarie a “un durevole ordine sociale cristiano e italiano”. Leggi il resto di questo articolo »

Sotto la pioggia. Ma abbiamo resistito con i coraggiosi presenti, che ringrazio. Dovevamo percorrere le strade dove rimangono i ricordi di Iside, la grande dea Madre egiziana, e del suo maggior tempio romano: l’Iseo. Siamo rimasti fermi, sotto gli ombrelli, lì davanti alla Minerva. Testardi a sfidare l’acqua. Faremo il percorso programmato domenica 23 gennaio, se non nevicherà… Ma mentre eravamo lì, testardi sotto gli ombrelli, abbiamo riflettuto su dove ci trovavamo: in  mezz’ettaro di città ( forse più, forse meno, non ha importanza) così carico di storia da far venire le vertigini. Uno spazio ristretto che è alla radice di conseguenze storiche straordinarie e drammatiche che arrivano fino ad oggi. Lì, tra via del Seminario, via dei Cestari, via del Gesù, piazza della Minerva, via di santa Caterina, piazza del Collegio Romano. Grossomodo. Leggi il resto di questo articolo »

A distanza di 15 secoli, Ipazia è ancora una ferita aperta. Dopo il film di Amenábar, Agorà, arrivato la scorsa primavera anche in Italia, vincendo tenaci e prevedibili veti, la tragica eroina del libero pensiero, icona di laicità, è al centro del nuovo libro di Silvia Ronchey, Ipazia. La vera storia (Rizzoli, pp. 319, e19). Filosofa, matematica e astronoma, docente nell’Accademia platonica di Alessandria d’Egitto, dove visse tra il 370 e il 415 d.C., Ipazia fu massacrata, letteralmente fatta a pezzi dal fanatismo della prima Chiesa cristiana locale, e segnatamente del suo patriarca Cirillo. Era il culmine di un crescendo di intolleranza (è del 391 un altro celebre misfatto, la distruzione
del Serapeo), dopo che l’editto di Costantino, nel 313, sembrava aver dischiuso le migliori speranze concedendo ai cristiani la libertà di culto: ma adesso le vittime erano i pagani. Leggi il resto di questo articolo »

In un momento particolarmente difficile per la vita politica italiana il cattolicesimo è assente, quasi silenzioso. Una preoccupazione della quale si è fatto interprete, fra gli altri, il cardinale Bagnasco, presidente dei Vescovi, che ha auspicato il ritorno a quelle «scuole di politica» che «ebbero una grande fioritura agli inizi degli anni novanta». I vescovi, dunque, rimpiangono gli anni nei quali i cattolici partecipavano alla vita politica italiana inquadrati con chiarezza e decisione in un partito ben preciso, quella Democrazia Cristiana che li univa e li qualificava. Leggi il resto di questo articolo »

La nostra Fiaccolata al Gianicolo dell’11 giugno 2009 per celebrare il 160° anniversario della Repubblica Romana è stata ed è un modo per servire la MEMORIA STORICA.

La Memoria di quella straordinaria esperienza di DEMOCRAZIA, RES PUBLICA e LAICITA’ DELLE ISTITUZIONI  del 1849 è quanto mai necessaria per un Paese come il nostro che sprofonda  nel neorazzismo, nel fondamentalismo religioso, nel cinismo, nella  volgarità, e nella “mostruosità” dei singoli, non solo della classe politica e religiosa.

La nostra Associazione vuole continuare, con tutti coloro che ne avvertono l’importanza, a “FARE MEMORIA ( non semplice ricordo e senza inutili retoriche) dei momenti in cui nella nostra Storia si è cercato di creare un’Italia civile, libera e solidale. Non sono stati molti quei momenti, ma sono stati importanti e fondamentali.

L’ignoranza e la superficialità che caratterizza questi ultimi decenni ( come già denunciava Pasolini ) rischiano ogni giorno di più di annegarli nell’amnesia collettiva.  La perdita di MEMORIA STORICA rende la RAGIONE sempre più debole e vaga: e il SONNO DELLA RAGIONE  genera “mostri”.  Come quelli che stiamo vedendo… Leggi il resto di questo articolo »

 

LA LAICITA' VISTA DAI LAICI

Laicità: una, nessuna, centomila. Il dibattito in Italia è più che mai attuale, assumendo a volte toni aspri. Sollecitare la riflessione sulle questioni aperte, riunendo in modo sistematico più voci di intellettuali laici in un progetto unitario e unico nel suo genere, è lo scopo di questo libro con interventi di vari autori impegnati nel campo della laicità. Competenze ed esperienze diverse concorrono a disegnare un percorso in cui vengono toccate le tematiche più stringenti: definizioni di laicità, laicità e cittadinanza democratica, laicità e liberalismo politico, laicità e ruolo pubblico delle religioni, laicità e bioctica, laicità e diritto penale e civile.

AA.VV , a cura di Emilio D’Orazio,  ed. Università Bocconi  2009,  € 20,00

 

 

vedi: Unioni civili, non parliamo di laici contro cattolici


 

PERCHE' LAICO

PERCHE' LAICO

Da una parte le gerarchie ecclesiastiche condannano i presunti mali del “relativismo”, denunciano obliqui tentativi di ricacciare la fede nel privato e la Chiesa nelle sagrestie, indicano fini “non negoziabili”; dall’altra la cultura laica appare troppe volte timorosa, incapace di ritrovare la forza dei propri principi nella dimensione costituzionale. Solo rimuovendo fondamentalismi e arretratezze è possibile ritrovare la via della democrazia.

di Stefano Rodotà,  ed. Laterza  2009,  € 12,75

 

 

 

 

vedi: Unioni civili, non parliamo di laici contro cattolici

Rodotà:  una grande occasione perduta


DA ABORTO A ZAPATERO. UN VOCABOLARIO LAICOChe l’Italia sia una Repubblica laica lo ha ribadito anche la Corte Costituzionale con la sentenza 203 del 1989. Ma ogni giorno, anche se volessimo fare di tutto per non tenerne conto, non possiamo ignorare che l’Italia è anche il “giardino del papa”. Meglio, è il Paese della perenne questione cattolica. Questo libro ci aiuta a orientarci nelle tante questioni aperte e a volte complesse poste sul confine della laicità.

di Vladimiro Polchi,  ed. Laterza  2009, € 12,75

Chiunque  studia, non la storia dei greci e dei romani come ci hanno insegnato a scuola, ma la storia della specie umana, sa che nei momenti critici della sua evoluzione  all’improvviso, di fronte ad una sfida mortale, è emersa una risposta creativa. Allora, io sono sicuro che noi assisteremo a risposte creative straordinarie. Non lo dico facendo l’indovino, ma proprio facendo  l’ascoltatore di ciò che batte nel cuore dell’umanità. Ne vedo i segni. Sono sostanzialmente ottimista, ma non volontaristicamente, perché sarei un malato di mente, ma il mio è un ottimismo “tragico”, che passa attraverso l’analisi razionale della realtà, che è un’analisi sconfortante. Però attraverso il cumulo delle foglie secche, io vedo qui una gemma verde, là una gemma verde e dico: non ci spaventiamo, c’è primavera. E parlo laicamente, non attingendo alla mia speranza teologale, che è un dono che non posso presupporre in tutti gli altri, ma è laica perché parte dall’analisi della ragione, di una ragione ispirata soltanto  da questa apertura “etica” a tutte le culture e a tutte le attese del mondo.

Ernesto Balducci,    da  “Un testimone del nostro tempo”, 1990

 

vedi:  Speranza (senza ottimismo)

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