Articoli marcati con tag ‘libertà’

Non è una cospirazione. La pandemia è un esperimento sociale e politico alla cieca

È un procedere a tentoni da parte di attori variamente responsabili che si trovano a operare in condizioni sconosciute e impreviste, e non ha una direzione di marcia riconoscibile – salvo in alcuni contesti.

Esperimento è una delle parole che ricorrono più spesso in queste settimane; non tanto per le dicerie cospiratorie sui laboratori segreti di Wuhan, quanto per i test condotti nei laboratori a cielo aperto di quella che due secoli fa si sarebbe chiamata physique sociale. Leggi il resto di questo articolo »

Una domanda

 

La peste segnò per la città l’inizio della corruzione… Nessuno era più disposto a perseverare in quello che prima giudicava essere il bene, perché credeva che poteva forse morire prima di raggiungerlo.

Tucidide, La guerra del Peloponneso, II, 53

 

Vorrei condividere con chi ne ha voglia una domanda su cui ormai da più di un mese non cesso di riflettere. Com’è potuto avvenire che un intero paese sia senza accorgersene eticamente e politicamente crollato di fronte a una malattia? Le parole che ho usato per formulare questa domanda sono state una per una attentamente valutate. Leggi il resto di questo articolo »

Il principio della rana bollita

Il filosofo americano Noam Chomsky (1928) per descrivere la Società e i Popoli che accettano passivamente il degrado, le vessazioni del potere, la scomparsa dei valori e dell’etica e accettano di fatto la deriva autoritaria che cresce piano piano ogni giorno utilizzò una “parabola” che si può chiamare il “principio della rana bollita”. I “centimetri di libertà persi ogni giorno” sono l’acqua che si riscalda sempre più, bollendoci e uccidendoci.

” Immaginate un pentolone pieno d’acqua fredda nel quale nuota tranquillamente una rana. Il fuoco è acceso sotto la pentola, l’acqua si riscalda pian piano. Presto diventa tiepida. La rana la trova piuttosto gradevole e continua a nuotare. La temperatura sale. Adesso l’acqua è calda. Un po’ più di quanto la rana non apprezzi. Si stanca un po’, tuttavia non si spaventa. L’acqua adesso è davvero troppo calda. La rana la trova molto sgradevole, ma si è indebolita, non ha la forza di reagire. Allora sopporta e non fa nulla. Intanto la temperatura sale ancora, fino al momento in cui la rana finisce – semplicemente – morta bollita.

Se la stessa rana fosse stata immersa direttamente nell’acqua a 50° avrebbe dato un forte colpo di zampa, sarebbe balzata subito fuori dal pentolone.

 

Quel centimetro di libertà perso ogni giorno

Verrebbe da dire: quali tempi sono questi quando citare il Vangelo – e il concetto fondativo del messaggio cristiano: ama il prossimo tuo come te stesso – può determinare la reazione furiosa di un gruppo di ultra del ministro dell’Interno. E, tuttavia, si devono mantenere i nervi saldi dal momento che in Italia la libertà di culto non è in pericolo (per la confessione di maggioranza, mentre per quelle minoritarie alcuni rischi si manifestano); e la libertà di pensiero e di espressione è mediamente garantita. Leggi il resto di questo articolo »

Intervista al filosofo Giorgio Agamben.  Siamo sequestrati nelle nostre case proprio dai responsabili di questo disastro.

Giorgio Agamben, filosofo, assieme a Vittorio Sgarbi è una delle poche voci della cultura italiana critiche verso gli arresti domiciliari degli italiani, causa coronavirus, e verso la sospensione delle loro libertà per decreto. Noi de “Il Tempo” lo abbiamo intervistato. Leggi il resto di questo articolo »

La pandemia che stiamo vivendo a livello globale rappresenta un evento tragico che costringe un intero pianeta a fare i conti con la propria esistenza. In questo contesto, l’Italia, suo malgrado, si è trovata ad essere in una terribile trincea. Leggi il resto di questo articolo »

Dall’articolo “Diceva Carlo Levi: la gente ha paura della libertà” di Umberto Di Giovannangeli in  Il Riformista  del  16/4/2020

Oggi c’è una sfida democratica in gioco. Non bisogna sottovalutare il fatto che possa crescere il rischio di aspettative e di richieste di autorità e forse di autoritarismo. Per riprendere il titolo di uno dei saggi più famosi di Carlo Levi la gente a volte ha “Paura della libertà“». A sostenerlo in questa intervista in esclusiva a il Riformista è uno dei più autorevoli storici e sociologi della politica europei: Marc Lazar. professore di Storia e sociologia politica a Sciences Po (Parigi) e Presidente della School of govemment della Luiss.

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Proviamo ad immaginare una storia di fantapolitica (che non abbia alcun riferimento con la realtà).

Ecco la trama. Lo scenario internazionale è destabilizzato; la lotta per l’egemonia vede in campo il vincitore della Guerra fredda, gli Usa, e un nuovo protagonista, la Cina, che da “fabbrica del mondo” si è rapidamente trasformata in una grande potenza finanziaria, economica e tecnologica che estende la sua area di influenza sull’Asia, l’Africa, sulla stessa Europa (la Nuova Via della Seta è il filo rosso di questo disegno egemonico basato su di un ampio programma di infrastrutture e di reti di comunicazione in grado di interconnettere anche fisicamente la parte più importante della società globalizzata).

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“Lo dico ad agenti di polizia e militari: se ci sono problemi e c’è la possibilità di resistenza, o se le vostre vite sono in pericolo, sparate loro e uccideteli. Ci siamo capiti? Morti. Pur di non causare problemi, vi seppellisco io stesso”. Con queste parole il Presidente delle Filippine Rodrigo Duterte ha istruito le forze di sicurezza del Paese al contrasto dei dissidenti della quarantena, coloro che violeranno le misure restrittive imposte dal governo. Leggi il resto di questo articolo »

Tra i motivi di preoccupazione non c’è soltanto l’epidemia ma anche il populismo che si manifesta in almeno quattro forme e attacca la democrazia liberale

 

I virus oggi in giro per il mondo sono due. Per uno, il Covid-19, speriamo che prima o poi una cura e un vaccino si trovino (e chissà se quel giorno i «no vax» si scuseranno). L’altro è un pericolo per le nostre democrazie. Leggi il resto di questo articolo »

Prima i russi. L’ukase del Cremlino e la straordinaria inadeguatezza di Giuseppe Conte

La tenue e insignificante risposta del governo italiano, ma non di Palazzo Chigi, alle minacce di Mosca al giornalista della Stampa mostrano che quando sarà tutto finito il premier dovrà togliere il disturbo

Quando tutto sarà finito – a maggio, a giugno, a settembre o il prossimo anno – Giuseppe Conte dovrà togliere il disturbo. Di nuovo, non entriamo nella questione della risposta alla pandemia o della palese incapacità di indicare una strategia sanitaria nazionale né nell’aver delegato a oscuri funzionari la comunicazione pubblica e neppure nella mancanza di un progetto per la ripartenza e nemmeno per essersi incartato con gli alleati europei pretendendo miliardi su miliardi a fondo perduto, e senza condizioni, come se l’Italia avesse vinto al totocalcio invece che essere stata travolta dalla più grande crisi della sua storia repubblicana. Leggi il resto di questo articolo »

Dai gangster con amore. La Russia minaccia La Stampa, il governo Conte capitola

Il ministero della Difesa di Mosca, che in questo momento schiera soldati e agenti sul suolo italiano, intimidisce i giornalisti italiani come è solito fare in patria. L’esecutivo e la maggioranza non fanno una piega (tranne Renzi).


Che il nostro sia un governo di irresponsabili e di inetti, tenuti in piedi da qualche sparuto adulto e dalla straordinaria mancanza di alternative, non lo scopriamo adesso. Lasciamo stare, per un attimo, la pandemia e le sue conseguenze sanitarie ed economiche perché, al di là della stravagante risposta di Conte e Casalino, queste sono tragedie che vanno oltre l’incompetenza e l’inadeguatezza di chi oggi è al potere. Leggi il resto di questo articolo »

Dove sono finiti i paladini della Carta più bella del mondo? Molte libertà sono a rischio ma forse non protestano a causa del divieto di assembramento. Oppure c’è un’altra ragione molto più seria...

Sarà colpa del divieto di assembramento se i plenipotenziari del costituzionalismo italiano rimangono in isolato silenzio davanti alla più vasta operazione di sacrificio delle libertà comuni da che esiste la Repubblica. Leggi il resto di questo articolo »

Sul «Popolo d’Italia» il futuro Duce contro il morbo teorizzava l’abolizione di ogni «sudicia abitudine»

«S’impedisca ad ogni italiano la sudicia abitudine di stringere la mano, e la pandemia scomparirà nel giro di una notte». Così Benito Mussolini, nel 1918, sul suo quotidiano di allora «Il Popolo d’Italia» vergava la propria invettiva contro l’influenza spagnola che andava falcidiando uomini e donne, soprattutto giovani, nel mondo. Già ci aveva pensato la Grande Guerra, un secolo e passa fa, a far morire una marea di italiani nelle trincee del conflitto e la spagnola arrivò come una ulteriore mannaia nera su un popolo e su un mondo in grave difficoltà. Leggi il resto di questo articolo »

L’esercito per le strade, per favore no

In Sicilia l’esercito è già arrivato. A Milano sta per arrivare. Altre Regioni lo chiedono e il governatore della Campania De Luca non ha timore a dire che “bisogna militarizzare tutto”. Non si riferiscono al supporto da dare ai medici e agli operatori sanitari nel gestire l’emergenza, né all’assistenza alle persone anziane o malate, o all’aiuto da dare, e che finora non è stato dato, a coloro che sono senza fissa dimora, italiani e soprattutto migranti, oggi i più esposti di tutti. No. Si riferiscono ai controlli, ai divieti, alle multe. Leggi il resto di questo articolo »

Prima premessa. Non siamo complottisti. Seconda premessa, tanto per evitare fraintendimenti. Siamo consapevoli dell’emergenza sanitaria in corso, convinti di dovere modificare le nostre abitudini. In tal senso, abbiamo deciso di sospendere eventi e concerti, di fare dunque la nostra parte per evitare di aggravare la situazione di un sistema sanitario già pesantemente provato. Inoltre stiamo mettendo in campo (in sicurezza) un’azione di aiuto della fascia più esposta in città, ovvero degli anziani. Tutto questo è ok, lo sappiamo e lo facciamo… Però.

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La retorica della salute pubblica usata per chiedere e ottenere la limitazione delle libertà. Non ci preoccupiamo per il bene comune, ma per il nostro interesse personale.


La retorica politica e giornalistica, in un trionfo di buffissimi toni da Ventennio, racconta che durante questa crisi l’Italia s’è unita in mirabili dimostrazioni di solidarietà e altruismo. Gli italiani avrebbero finalmente capito che qui è in gioco la salute pubblica, e che ciascuno deve contribuire alla protezione di quel bene comune. Leggi il resto di questo articolo »

Un giornalista italiano si è applicato, secondo il buon uso della sua professione, a distorcere e falsificare le mie considerazioni sulla confusione etica in cui l’epidemia sta gettando il paese, in cui non si ha più riguardo nemmeno per i morti. Così come non mette conto di citare il suo nome, così nemmeno vale la pena di rettificare le scontate manipolazioni. Chi vuole può leggere il mio testo Contagio sul sito della casa editrice Quodlibet. Piuttosto pubblico qui delle altre riflessioni, che, malgrado la loro chiarezza, saranno presumibilmente anch’esse falsificate. Leggi il resto di questo articolo »

Signor Presidente, il Partito radicale rileva il degrado dello Stato di diritto, in cui il Governo ha precipitato il nostro paese. L’emergenza sanitaria in Costituzione è un vincolo stringente, ma anche da interpretare in modo stretto: invece, il bilanciamento di interessi è assente e lo squilibrio tra ipertrofia amministrativa e diritti dei cittadini è evidentissimo. Leggi il resto di questo articolo »

Fanno bene i pochissimi che lo denunciano, ma davvero non sorprende che questa unanime pretesa di salvazione precipiti nella solita ricetta: cioè il conferimento del potere a Uno che ci salvi. Perché il desiderio di autoritarismo pubblico è negli italiani irresistibile. Leggi il resto di questo articolo »

“L’untore! dagli! dagli! dagli all’untore!” Alessandro Manzoni, I promessi sposi

Una delle conseguenze più disumane del panico che si cerca con ogni mezzo di diffondere in Italia in occasione della cosiddetta epidemia del coronavirus è nella stessa idea di contagio, che è alla base delle eccezionali misure di emergenza adottate dal governo.

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C’è un diritto per il tempo di pace, e c’è un diritto per i tempi di guerra. Non siamo in guerra (o invece sì?), però intanto le nostre leggi indossano l’elmetto. Da quando sono stati accertati i primi due casi di contagio (30 gennaio), sull’Italia cade una grandinata di provvedimenti normativi, sempre più severi, sempre più stringenti. Di conseguenza s’offuscano le libertà costituzionali, cambia la catena di comando. E il coronavirus infetta l’ordinamento giuridico italiano, oltre agli italiani in carne e ossa. Leggi il resto di questo articolo »

Saluti romani, no baci: l’Italia in quarantena si è bevuta il cervello. Il contagio che più preoccupa è quello dell’isterismo assecondato dalla classe politica, che si è messa al rimorchio della “percezione” per inseguire like e consensi. E fa follie invece di governare. Dati, statistiche numeri, non contano più un fico secco: l’importante è spararla grossa per inseguire le paure. Come fa Salvini.


Ricordo che durante il governo di solidarietà nazionale il presidente Giulio Andreotti, per spiegare gli effetti dei provvedimenti assunti dall’esecutivo per combattere l’inflazione e la crisi economica, annunciò seraficamente in tv che gli italiani dovevano limitarsi ad acquistare meno orchidee. Leggi il resto di questo articolo »

Le scelte su intercettazioni e giustizia dimostrano che la china populista non è una distrazione momentanea, ma il frutto della lunga semina del ’92-93. Altrimenti niente di tutto questo sarebbe stato possibile, e nemmeno pensabile.

Non è facile stabilire se sia più grave la decisione di consentire l’uso di intercettazioni ottenute attraverso trojan anche per altri reati per i quali non siano state autorizzate da alcun giudice, la scelta di estendere l’uso di tali intercettazioni anche ai reati di corruzione contenuta nella cosiddetta legge «spazzacorrotti» o il fatto che nell’Italia del 2020 esista una legge chiamata «spazzacorrotti». Leggi il resto di questo articolo »

Coronavirus. La paura dell’epidemia offre sfogo al panico, e in nome della sicurezza si accettano misure che limitano gravemente la libertà giustificando lo stato d’eccezione.

Di fronte alle frenetiche, irrazionali e del tutto immotivate misure di emergenza per una supposta epidemia dovuta al virus corona, occorre partire dalle dichiarazioni del Cnr, secondo le quali “non c’è un’epidemia di Sars-CoV2 in Italia”. Leggi il resto di questo articolo »

Rivoglio la mia Milano. Senza cinema, teatri, musei e scuole l’esistenza si riduce al sostentamento del corpo. Anche l’incontrarsi viene depauperato: mica si può solo mangiare, acquistare o parlare di cibo

Alle 19,40 di domenica l’Esselunga di Porta Garibaldi a Milano sembrava la stazione Centrale in un’ora di punta. Le 30 casse aperte facevano fatica a smaltire le file dei carrelli stracolmi. Vuoti erano gli scaffali di carne, pasta, farina, uova, verdura, surgelati, per non parlare dei disinfettanti e dell’Amuchina. Piangente era anche il settore carta igienica, significativo emblema delle priorità degli acquisti. Leggi il resto di questo articolo »

Norberto Bobbio 1909 -2004

Norberto Bobbio, filosofo e giurista, scrisse questo testo nel 1955 in occasione delle celebrazioni della Resistenza. Ora si trova nel libro Eravamo ridiventati uomini“, Einaudi  2015, ed è ancora fortemente attuale.

Non amo le commemorazioni, perché difficilmente ci si può sottrarre alla tentazione della retorica, della effusione sentimentale, della mozione degli affetti. E non amo in particolare le commemorazioni della Resistenza perché si commemorano volentieri cose lontane e morte, e invece la Resistenza è vicina e ben viva. La Resistenza non è finita.

Noi viviamo in una situazione che è la conseguenza della Resistenza e anche coloro che la denigrano o la ignorano non possono fare a meno, in quanto vivono e operano in questa situazione, di accettarne i risultati. [...]

Per capire la Resistenza, direi che bisogna prima di tutto sgombrar la nostra mente da un equivoco: che da essa dovesse nascere, tutto d’un pezzo, il nuovo Stato italiano. A coloro che non vogliono più saperne della Resistenza perché in Italia le cose non vanno come dovrebbero andare, c’è da rispondere che la nostra non sempre lieta situazione presente dipende da una ragione soltanto: che non abbiamo ancora appreso tutta intera la lezione della libertà.

E siccome l’inizio di questo corso sulla libertà è stata la Resistenza, si dovrà concludere che i nostri malanni, se ve ne sono, non dipendono già dal fatto che la Resistenza sia fallita, ma dal fatto che non l’abbiamo ancora pienamente realizzata. Leggi il resto di questo articolo »

Una democrazia a rischio. Subordinata alla tecnologia. Sottoposta a perenne sorveglianza. E soprattutto a una sorta di libertà vigilata.

Il libro Democrazia e potere dei dati di Antonello Soro, Garante della Privacy, è un vero e proprio atto di accusa. Non tanto contro il web, ma contro i “signori” del web. Quelli che, come ha dimostrato per l’ennesima volta il recente scandalo Cambridge Analytica, hanno trasformato gli utenti di Internet in una miniera per fare soldi e per orientare persino le elezioni. Leggi il resto di questo articolo »

Il neoliberismo sfrenato ha finito per minare le basi stesse della democrazia liberale. Che oggi può essere salvata solo ripartendo dalla difesa del lavoro e dal pensiero ambientalista

Perché la democrazia liberale è in crisi? E come si può salvare? Su queste domande si è aperta, nel mondo occidentale, una discussione che può cambiare radicalmente l’agenda politica, orientandola verso la lotta alle disuguaglianze e le politiche ambientali. Leggi il resto di questo articolo »

Gentile Augias, intervengo volentieri nella discussione destra-sinistra. Concordo con la definizione da lei data in una trasmissione tv sulla maggiore difficoltà di essere di sinistra, piuttosto che di destra. Intendiamoci, ci possono essere qualità sociali in entrambe le sensibilità, come onestà, senso del dovere, rispetto delle leggi. Leggi il resto di questo articolo »

Oltre le ideologie rancorose

Si dice che con il 1989 sono finite le ideologie. Ma non è così. Siamo pieni di ideologie. Il sovranismo è la controideologia del cosmopolitismo. Il populismo è la controideologia dell’elitismo. Il fondamentalismo è la controideologia del nichilismo. Leggi il resto di questo articolo »

Nel presentare il suo candidato Caio Giulio Cesare Mussolini alle elezioni europee, Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia lo ha definito “un patriota”, e lui si è detto a sua volta onorato di correre per un partito di suoi simili. Questa parola, in bocca ai due politici, fa riflettere su come il termine sia sempre più relegato unicamente alla sua accezione nazionalista. Un’accezione che dovrebbe essere ritenuta anacronistica nell’epoca della rete e della globalizzazione. Leggi il resto di questo articolo »

Pubblichiamo un estratto del nuovo libro di Maurizio Viroli, “Nazionalisti e patrioti”, in uscita oggi per Laterza.

Perché il nazionalismo è pericoloso e va combattuto con assoluta intransigenza? Perché non nasce come un linguaggio che esalta la libertà, ma come un linguaggio che esalta l’omogeneità culturale o etnica: non insegna il rispetto per la persona umana, ma giustifica il disprezzo per chi non appartiene alla nostra nazione. Leggi il resto di questo articolo »

Aldo Moro, all’epoca ( 27 anni) libero docente presso l’Università di Bari, venne colto dall’8 settembre 1943 mentre stava partendo per prendere servizio a Roma come ufficiale dell’aeronautica. Invece rimase a Bari e fu aggregato all’ufficio stampa del governo del Regno del Sud. Già attivo nella vita pubblica, ex presidente degli universitari cattolici della Fuci, prese a scrivere e pronunciare discorsi radiofonici da Radio Bariallora unica voce dell’Italia libera. Questo è il discorso effettuato nel settembre 1943, subito dopo l’armistizio dell’8 settembre.

 

Aldo Moro nel 1941

Radio Fascio ha impostato di recente il problema dei traditori. L’elenco dei miserabili che hanno partecipato al tradimento — così sconsolatamente confessa — è lungo, lunghissimo. Purtroppo vi sono — continua — traditori di grosso calibro, i quali costituiscono un gruppo non eccessivamente numeroso e accanto ad essi una fila interminabile di personaggi minori. Leggi il resto di questo articolo »

L’Italia che osteggiò il Regime, in un testo da leggere a scuola

Un buon istinto a fare la cosa giusta al momento giusto ha spinto Mirella Serri, brava e stimata autrice, ma mai così brava, a scrivere un libro esemplare su come si lotta senza sostegni e senza difese per salvare un Paese dal fascismo. Il Paese è l’Italia e la vittoria degli antifascisti sull’orrore fascista la conoscete, è la Storia. Leggi il resto di questo articolo »

La risoluzione del Parlamento Europeo sull’“ Importanza della memoria per il futuro dell’Europa”, votata il 19 settembre a Strasburgo, ha sollevato immediate polemiche in Italia – ben più che in altri Paesi europei. A indignare una parte dell’opinione pubblica sono stati principalmente due aspetti: da una parte, le valutazioni storiche contenute nel testo, e in particolare gli articoli che indicano nel patto nazi-sovietico del 1939 la causa diretta dello scoppio della Seconda guerra mondiale; dall’altra, una sostanziale equiparazione fra i regimi nazista e comunista rispetto al segno totalitario e alle sofferenze causate a milioni di vittime in tutto il continente europeo. Leggi il resto di questo articolo »

Facebook ha (finalmente) preso atto che Casa Pound e Forza Nuova rientrano in una categoria espressamente bandita dalle regole che ogni utente sottoscrive: “Qualsiasi associazione di almeno tre persone organizzata con un nome, un segno o simbolo e che porta avanti un’ideologia, dichiarazioni o azioni fisiche contro individui in base a caratteristiche come la razza, il credo religioso, la nazionalità, l’etnia, il genere, il sesso, l’orientamento sessuale, malattie gravi o disabilità”. Leggi il resto di questo articolo »

«Se ogni strumento riuscisse a compiere la sua funzione o dietro un comando o prevedendolo in anticipo, i padroni non avrebbero bisogno di schiavi». Scrivendo queste celebri parole, per giustificare la necessità della schiavitù, Aristotele non immaginava certo che ciò sarebbe davvero accaduto. Con conseguenze difficili da decifrare. Leggi il resto di questo articolo »

Trump, Putin, Orbán. Sulla scia di Diogene, Socrate, Dostoevskij. Lo sguardo del filosofo tedesco sui sovranisti di oggi.

Se provassimo a prenderli sul serio, a quale scuola filosofica apparterebbero Trump e Salvini, Putin o Marine Le Pen? «Tutti i sovranisti si rifanno ad una antropologia cinica e depressa», risponde Peter Sloterdijk. Non è un caso se uno dei più prestigiosi filosofi tedeschi torni alle antiche tradizioni del cinismo per inquadrare «l’incoerenza performativa» in cui si cacciano oggi i sovranisti con le loro spietate balle quotidiane. Leggi il resto di questo articolo »

I razzisti sono sempre esistiti. Ma adesso diventano tanti a causa delle parole d’ordine che ci somministra la politica.

Siamo in guerra, anche se il capo dello Stato non l’ha mai dichiarata, come vorrebbe la Costituzione. Navi da guerra presidiano i nostri mari, per respingere l’assalto dei migranti. Con il rinforzo d’aerei militari, motovedette, radar, in virtù dell’intesa stipulata dai ministri Trenta e Salvini. Sorgerà un muro fra l’Italia e la Slovenia, stando all’idea di Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli. Leggi il resto di questo articolo »

Lo Stato deve educare, se la politica usa parole brutali, l’etica svanisce nella piazza.

Il compito di uno Stato di diritto è garantire libertà e sicurezza ai cittadini. Se il capitano di una nave vìola la legge è doveroso (e automatico) che lo Stato provveda, con le competenze e gli organismi adeguati, a indagare ed eventualmente a punire il capitano. Con le aggravanti e le attenuanti del caso. Leggi il resto di questo articolo »

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