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Dopo Ivrea – Al convegno di Casaleggio ho parlato del grande pericolo che minaccia l’essere umano: la Tecnologia, che eccita Beppe & C.

Ho partecipato sabato al convegno “Capire il futuro” organizzato da Davide Casaleggio per onorare, a un anno dalla morte, la figura di suo padre. Gianroberto Casaleggio era uno strano animale, un uomo molto pragmatico (alla sua intuizione della piattaforma sul web si deve in buona parte, com’è noto, la fortuna dei Cinque Stelle) e insieme un idealista, un ottimista che credeva nel futuro dell’uomo, soprattutto attraverso lo sviluppo delle tecnologie, come ci dicono certe sue teorie che si spingevano verso un orizzonte molto lontano. Il convegno, vista l’importanza dei temi che ha cercato di mettere a fuoco, aveva secondo me innanzitutto lo scopo di dimostrare che i Cinque Stelle non sono affatto quei “baluba”, ignoranti e impreparati, che tutti, o quasi tutti, vogliono far apparire. A me è toccato in sorte di trattare, nell’ultimo degli interventi degli ospiti, di un tema che, in un certo senso, ricomprendeva tutti gli altri: “Il futuro dell’uomo”.

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Gustavo Zagrebelski e Marco Revelli

GENOVA «È UN mondo fuori misura, e non possiamo continuare a starci dentro». Non in questo modo. «Perché la finanza ha fagocitato la politica, trasformandola in un semplice strumento esecutivo». Gustavo Zagrebelsky e Marco Revelli hanno dialogato per un’ora e mezza, molto più del previsto, ma il pubblico che affollava la sala del Maggior Consiglio avrebbe voluto ascoltarli ancora.

Tra il giurista e lo storico, incalzati da Marco Damilano, è stato un emozionante inseguirsi di riflessioni. Secondo Zagrebelsky, «il dominio della tecnica associata all’economia ha cancellato l’epoca dei limiti, dei confini, e consacrato il potere». Il Dio finanziario.

E la rassegnazione: «Il venir meno dei confini diventa corruzione, dà insignificanza al valore delle cose: la Terra non è più Madre ma un campo di battaglia, continuamente stuprato; gli interessi di pochi prevalgono sul bene comune; la sensibilità che ci portava a scandalizzarci di situazioni subumane e sovrumane, si è persa: viviamo tranquillamente consapevoli che milioni di persone muoiono di fame per colpa di interessi particolari, siamo assuefatti a che un centinaio di “famiglie” monopolizzi tre miliardi di persone».

Revelli ha denunciato lo «spaventoso capitalismo finanziario odierno » figlio della terza rivoluzione industriale: quella informatica. «Si è persa l’orizzontalità di destra-sinistra a scapito della verticalità tra chi sta nell’empireo dei cieli finanziari e chi nell’inferno della terra. Il potere gestionale e decisionale della politica è scomparso».

Così si assiste al paradosso di Atene, dove «l’oligarchia europea (non elettiva) decide della Grecia a prescindere da quello che la Grecia ha deciso: e ordina al governo greco di fare male al proprio popolo». E in Italia? “Siamo un caso da studio degli effetti della globalizzazione sulla politica. Il nostro capo del governo è campione di riduzione dei tempi del potere legislativo e di esasperazione dei poteri dell’esecutivo», risponde lo storico.

Per Gustavo Zagrebelsky, «le vere dimensioni politiche dell’ordine globale sono nell’empireo: i governi le eseguono e fanno polizia interna, dove per buon governo si intende quello fedele». È un mondo destinato ad implodere, come tutti i grandi imperi: «Perché ha la pretese di imporre l’uniformità», spiega il giurista. «Quando si comincia a dire che degli Stati possono fallire, si è molto lontani dall’idea originale: si pensa agli Stati come a della spa. Viviamo in un tempo in cui le alternative non esistono più, o sono bollate come impossibili».

M. Cal.    Repubblica 8.6.15

 

vedi:  La violenza è vicina

La tormenta e il pensiero critico

vedi: Rubare il futuro, la dura legge che incatena le generazioni

Tentazioni, consumo, mercato e religione

I padroni del mondo

L'esperimento su Atene: svuotare la democrazia

Debito e colpa

La democrazia dell’indifferenza

I diritti negati alla Terra e a chi verrà dopo di noi

La peste della memoria inutile


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