Articoli marcati con tag ‘ottimismo’
Quanto è grande la stupidità dell’ottimismo dei non pensanti che hanno sempre bisogno che qualcuno gli dica chi sono i buoni-buoni e i cattivi-cattivi cosicchè non debbano impegnarsi a capire da soli, a cercare di studiare, a interpretare i fatti, a leggere tra le righe della cronaca, ad imparare la storia, ad informarsi. Leggi il resto di questo articolo »
«Solo chi nutre la vera speranza osa affrontare l’abisso cui ci stiamo avvicinando. “Speranza senza ottimismo” è oggi la formula dell’autentica religione, quella che più si adatta ai nostri tempi oscuri.» – Slavoj Žižek (1949), filosofo sloveno
«Si può sperare senza essere ottimisti? Affrontare con coraggio le minacce e gli orrori del mondo senza illudersi che tutto andrà sempre bene? Sì, si può e si deve. Se esiste salvezza, verrà da una nuova e più profonda speranza, che possiamo imparare.» Terry Eagleton (1943), critico letterario inglese
Terry Eagleton in questo testo presenta una via alla speranza razionale e materiale, come impulso che contribuisce alla realizzazione dei nostri progetti e quindi alla nostra felicità: la speranza – che richiede, come nella tradizione cristiana delle virtù teologali, un grande impegno e una grande determinazione, e non è un sentimento passivo dunque ma fortemente attivo – è il carburante emotivo-volontario senza il quale realizzare i nostri desideri, i nostri progetti, i nostri sogni diventa impossibile. Leggi il resto di questo articolo »
TRA le religioni monoteiste è solo il cristianesimo a conoscere il fenomeno della santità, che invece rimane del tutto sconosciuto all’ebraismo e all’islam. Non che in queste due grandi religioni non vi siano stati e non vi siano uomini e donne di grande spessore spirituale, ma né l’ebraismo né l’islam nel riconoscerne il valore hanno mai sentito l’esigenza di dichiararli “santi”. Per queste due religioni infatti la santità appartiene per definizione solo a Dio, e l’uomo, fosse anche il migliore di tutti, fosse anche il profeta Elia o il profeta Muhammad, non può strutturalmente partecipare al divino, e quindi può essere sì giusto, osservante, devoto, ma mai può essere santo. Leggi il resto di questo articolo »
Ancora buon compleanno, caro Pasolini. Oggi compi 91 anni ( sei nato il 5 marzo del 1922) e, come dicemmo lo scorso anno, la tua poesia, la tua lucida analisi del nostro tempo, la tua denuncia della mutazione antropologica e del genocidio delle coscienze, sono più che mai vive come viva è la tua presenza per molti che ricevono aiuto dal tuo insegnamento per non contribuire alla marcescenza morale, politica, umana, sociale in corso. Contributo a tutto questo orrore che era ed è ora il fascismo, il nuovo fascismo come ci dicesti. La tua presenza viva ci aiuta a rifiutarci di prestare noi stessi ad una realtà che ciecamente e stupidamente corre verso l’abisso. ” Siamo tutti in pericolo…” dicesti nell’ultima intervista rilasciata poche ore prima di essere ucciso. Dal 1975 questo avvertimento è nel cuore di tutti coloro (pochi) che non sono sprofondati ancora nella palude della mediocrità. Siamo tutti in pericolo… Leggi il resto di questo articolo »
Chiunque studia, non la storia dei greci e dei romani come ci hanno insegnato a scuola, ma la storia della specie umana, sa che nei momenti critici della sua evoluzione all’improvviso, di fronte ad una sfida mortale, è emersa una risposta creativa. Allora, io sono sicuro che noi assisteremo a risposte creative straordinarie. Non lo dico facendo l’indovino, ma proprio facendo l’ascoltatore di ciò che batte nel cuore dell’umanità. Ne vedo i segni. Sono sostanzialmente ottimista, ma non volontaristicamente, perché sarei un malato di mente, ma il mio è un ottimismo “tragico”, che passa attraverso l’analisi razionale della realtà, che è un’analisi sconfortante. Però attraverso il cumulo delle foglie secche, io vedo qui una gemma verde, là una gemma verde e dico: non ci spaventiamo, c’è primavera. E parlo laicamente, non attingendo alla mia speranza teologale, che è un dono che non posso presupporre in tutti gli altri, ma è laica perché parte dall’analisi della ragione, di una ragione ispirata soltanto da questa apertura “etica” a tutte le culture e a tutte le attese del mondo.
Ernesto Balducci, da “Un testimone del nostro tempo”, 1990