Articoli marcati con tag ‘raccomandazione’
Si chiama «disintermediazione», ma ora nessuno appartiene più a niente. E scatta la ribellione. «Dicono che la Nazione sia un ferrovecchio e un’altra appartenenza viene meno»
Che abbaglio colossale abbiamo preso, noi che abbiamo inneggiato incantati alla modernità che ci avrebbe fatto più simili agli altri, ai Paesi più avanzati. L’abbiamo chiamata liberazione, ed era solitudine di massa. Emancipazione dalle appartenenze, dalle ideologie, dalle corporazioni, oppure, con termine gergale più sofisticato, «disintermediazione», annullamento dei mille corpi intermedi che fanno da cuscinetto tra lo Stato e l’individuo. Leggi il resto di questo articolo »
Se l’ex onorevole Carmine Nardone da Benevento, deputato del Pci-Pds per 12 anni, presidente della Provincia per 10 e dirigente del partito (Pd compreso) nei tempi morti, racconta ad Antonello Caporale di aver ricevuto in trent’anni 20 mila richieste di raccomandazione, il calcolo è presto fatto: moltiplicando il suo caso per mille (quanti sono i parlamentari) si arriva a 20 milioni di supplicanti: un italiano su tre. Ma è un’approssimazione per difetto, visto che deputati e senatori hanno una vita parlamentare media di 2-3 legislature e nell’ultimo trentennio le legislature sono 8. Quindi la cifra va perlomeno raddoppiata e arriva a 40 milioni. Poi bisogna detrarre la tara del fattore locale (la raccomandazione è più diffusa al Centro-Sud, dove lo Stato e l’economia latitano) e quella dei genuflessi seriali (chi si piega una volta poi lo fa sempre, specie se tiene famiglia numerosa). Leggi il resto di questo articolo »
LIBERTÀ E GIUSTIZIA
La corruzione che ci circonda.
Pubblichiamo un estratto dell’intervento di Gustavo Zagrebelsky pronunciato lunedì sera a Modena in occasione della manifestazione “Per un’Italia libera e onesta” organizzata da Libertà e Giustizia.
Il nostro Paese sta sprofondando nel conformismo (…) siamo usciti da una consultazione elettorale che ha dato il risultato a tutti noto, ma la cosa che colpisce è questo saltare sul carro del vincitore. Tacito diceva che una delle abitudini degli italiani è di ruere in servitium: pensate che immagine potente, correre ad asservirsi al carro del vincitore. Noi tutti conosciamo persone appartenenti al partito che ha vinto le elezioni che hanno opinioni diverse rispetto ai vertici di questo partito. Ora non si tratta affatto di prendere posizioni che distruggono l’unità del partito, ma di manifestare liberamente le proprie opinioni senza incorrere nell’anatema dei vertici di questo partito (…) Queste persone, dopo il risultato elettorale, hanno tirato i remi in barca e le idee che avevano prima, oggi non le professano più. Danno prova di conformismo. (…) Leggi il resto di questo articolo »