Articoli marcati con tag ‘Saviano’
Dna modificati in laboratorio, uomini cyborg e desideri monitorati dalle macchine. Il nostro futuro secondo lo storico e saggista israeliano Yuval Noah Harari.
Guardate l’essere umano. Guardate le sue dita dei piedi, questi ditini fragili, nulla a che vedere con gli artigli di un puma; questo corpo spelacchiato, così diverso dal manto di un orso; questo petto che per quanto gonfio nulla è rispetto ai pettorali corazzati di un gorilla; l’occhio miope che si acceca alla prima penombra, incapace di vedere nella notte come un gufo; queste scapolette umane che non hanno nulla a che vedere con le magnifiche ali di un falco pellegrino. Basta guardarci per capire quanto poco sia dotato questo orrendo essere umano che non sa volare, si arrampica a fatica e nuota peggio dell’ultimo dei pesci rossi. E il fiuto? Sentiamo odori a pochi metri da noi, mentre un cane è capace di sentire a distanza di due campi da calcio. Leggi il resto di questo articolo »
Gli insulti urlati sulla banchina a Lampedusa a Carola Rackete sono rimbalzati contro il suo volto sereno, non hanno scalfito quella compostezza data dalla consapevolezza di aver messo il proprio corpo a disposizione della propria responsabilità, cosa non scontata. Non scontata, in un Paese in cui il ministro dell’Interno, spaventato da un’eventuale condanna, si è sottratto al processo per sequestro di persona nel caso Diciotti facendosi salvare dalla sua maggioranza. Leggi il resto di questo articolo »
Sì, confermo la notizia. Verrò processato. Verrò processato per aver definito il ministro dell’Interno “ministro della Mala Vita”. Ribadisco pienamente la mia definizione, ne difendo la legittimità e vado con serenità e con certa fierezza a farmi processare. Io, cittadino come tanti, come tutti, sarò processato; il ministro, invece, ha deciso di sottrarsi al processo, seriamente e giustamente spaventato dal fatto che la sua condotta nel caso Diciotti possa farlo condannare. Ha usato lo schermo e il ricatto politico per ottenere l’appoggio del suo alleato di governo, quel M5S che doveva fare da argine ai movimenti xenofobi e che ha finito per essere la loro stampella al Governo. Leggi il resto di questo articolo »
Ha impressionato vedere ad Afragola il gesto di sottomissione verso un uomo simbolo di un partito che ha sempre odiato il Meridione, convinto che i meridionali fossero il male. Il Mezzogiorno ancora una volta — come sempre — diventa solo il luogo dal quale dragare preferenze e clientele. Ma la stessa terra farà rovinosamente cadere il governo del cambiamento
Sono cresciuto in una terra dove vedere baciare le mani di un uomo era cosa comune, nessuno si stupiva, è antica sintassi mafiosa. Vedevo i boss soprattutto durante le festività – prima che cadessero in latitanza o avessero, in clima di faida, paura di uscire in strada — salutare e girare per negozi ricevendo spesso come omaggio il bacio sulle nocche. Il baciamano mi creava disagio quando a farlo era un anziano che si piegava verso la mano di in giovane capo. Leggi il resto di questo articolo »
Tra lecito e illecito – Il sindaco viola la legge, rivendicandolo per un’idea: la città dell’accoglienza
Mimmo Lucano sta vivendo le peggiori ore della sua vita. Chiuso nella sua casa trasformata in carcere è tormentato dal timore che il “modello Riace” finisca a pezzi. Che il paese si svuoti dei migranti, ritorni quel deserto di anime che era prima della grande illusione. Un po’ di vita alla marina. Case vuote al Borgo, per strada solo vecchi, i lunghi inverni nell’attesa dell’estate e del ritorno degli emigranti, gli italiani di Calabria che da decenni hanno costruito il futuro loro e dei figli al Nord, in Germania, in altri continenti. Hanno arrestato Mimmo Lucano, “’o curdu”, in ricordo di quello sbarco del 1998 di 200 profughi curdi che spuntarono come i Bronzi dallo Ionio. Ha rubato soldi? Neppure un centesimo. Ha fatto arricchire voraci cooperative sulla pelle dei migranti? No. Leggi il resto di questo articolo »
Oltre alle promesse di politiche assistenziali, sul voto meridionale ha pesato la sfiducia (giustificata) verso i potentati politici tradizionali
Chi ha vinto e chi ha perso le elezioni politiche in Italia? È fin troppo chiaro e le percentuali sono sotto gli occhi di tutti, quindi non partirei dai numeri per raccontare cosa questo voto significhi. Preferisco partire da quella parte di Italia dove spesso le cose si riescono a leggere in maniera più chiara, quella parte di Italia che meno è entrata in questa campagna elettorale e che meno entra in tutte le campagne elettorali ormai da moltissimo tempo.
Quella parte di Italia dove le forze politiche amano dragare voti, ma che, finché possono, evitano come la peste. Partiamo dal Sud Italia che ci siamo abituati a considerare feudo di Berlusconi e, allo stesso tempo, sede di un forte consenso al Partito democratico retto da ras locali che per decenni hanno assicurato valanghe di voti. Leggi il resto di questo articolo »
Ha scandalosamente ragione Roberto Saviano quando dice, in una bella intervista a Sky, che “la parola bontà è oggi impronunciabile”, ma che lui crede in essa e nel rapporto umano “uno a uno”. Non a caso egli parlando della bontà, con un atto di fede e di speranza civile (non avendo più fede e speranza nelle istituzioni, nella politica, nei media e nella giustizia “in nome della quale vengono compiuti i peggiori crimini”), afferma qualcosa di talmente inaudito da suscitare l’imbarazzo del silenzio. Leggi il resto di questo articolo »
RICORDATE in C’eravamo tanto amati di Ettore Scola la scena della proiezione di Ladri di bicicletta ? Siamo ancora tutti là, dentro quel piccolo cinema di paese, dove il professor Caprigno, disgustato dopo aver visto il film di De Sica, si alza e dichiara: «Opere siffatte offendono la grazia, la poesia, il bello». “QUESTI stracci e questi cessi ci diffamano di fronte al mondo. Di questi filmacci bene ha detto un giovane cattolico di grande avvenire, vicino a De Gasperi (Andreotti): i panni sporchi si lavano in famiglia”. Talvolta ho l’impressione che qualcuno non sia mai uscito da quel cineforum di Nocera Inferiore. Leggi il resto di questo articolo »
LE VICENDE accadute allo Stadio Olimpico — dentro e fuori — hanno dell’incredibile, e non semplicemente per il grado di violenza raggiunto. Genny ‘a carogna è diventato il simbolo mediatico di Napoli-Fiorentina per il suo soprannome buffo e feroce, per le foto che lo ritraggono cavalcioni sulle transenne dello stadio, che ricordano le immagini di Ivan Bogdanov, detto “Ivan il Terribile”, l’ultrà serbo che a Marassi il 12 ottobre 2010 guidò gli scontri che portarono all’interruzione di Italia-Serbia. Ma la fama di Genny ‘a carogna dipende da altro: è lui che ha evitato una vera e propria rivolta dopo la sparatoria fuori dall’Olimpico. C’è tutta una parte di società civile e di istituzioni che è stata letteralmente salvata dalle decisioni di Genny ‘a carogna. Perché la diffusione delle notizie avrebbe potuto far insorgere la tifoseria mettendo a ferro e fuoco una Roma impreparata. Il questore di Roma, Massimo Mazza, dice che non c’è stata trattativa. Leggi il resto di questo articolo »
Le mani della ‘ndrangheta sui cantieri Tav: la denuncia di Roberto Saviano è un grido d´allarme che costringe a ricondurre sul piano suo proprio, quello degli affari, ogni discorso sull´alta velocità. Gli affari sporchissimi (delle mafie) e quelli, si suppone puliti, delle imprese e delle banche. Ma che vi siano fra gli uni e gli altri intrecci e convergenze di interessi non occorre dimostrare. La storia del riciclaggio di denaro sporco di tutte le mafie, in Italia e fuori, semplicemente non esisterebbe, se non si fosse trovata ogni volta l´impresa “pulita” ma disponibile a trasformare capitali sporchi in condominii, alberghi, autostrade. Leggi il resto di questo articolo »
Ho detto ieri, dialogando con i lettori e gli spettatori di Repubblica Tv, che ormai la politica in Italia è una cosa buia, che non appassiona più nessuno, né chi la fa, né chi la segue. Su questa affermazione mi hanno scritto in tanti, che credo abbiano condiviso con me questo sentimento di impotenza, avvertito talvolta come un impedimento, la denuncia di qualcosa che ostruisce la partecipazione, il normale rapporto che un cittadino deve avere con la vita pubblica del suo Paese. E insieme, c´è un altro sentimento in chi mi scrive: rabbia e ribellione per sentirsi espropriati dalla politica come strumento di impegno e di cambiamento, rifiuto di accettare che questa stagnazione prevalga. Leggi il resto di questo articolo »