Articoli marcati con tag ‘sviluppo’

Da quando siamo rinchiusi come morti viventi nella recessione, è soprattutto sulle sciagure passate che riflettiamo, illuminati da economisti e raramente purtroppo da storici. È un rammemorare prezioso, perché delle depressioni di ieri apprendiamo i tempi lunghi, gli errori, gli esiti politici fatali, specie nella prima metà del secolo scorso. Anche sulle grandi riprese tuttavia conviene meditare: sulle rivoluzioni economiche che hanno aumentato e diffuso il benessere. In particolare,vale la pena ripensare la scintilla da cui partì la Rivoluzione industriale del XVIII secolo. È allora infatti che l’Europa comincia a crescere a raggiera, con impeto. Anche se costellata di iniziali fatiche, ingiustizie, ricordiamo quella rivoluzione come un’epoca d’oro, e forse proprio per questo l’evochiamo di rado. Dai tempi di Dante lo sappiamo: “Nessun maggior dolore che ricordarsi del tempo felice ne la miseria, e ciò sa ‘l tuo dottore”. Leggi il resto di questo articolo »

Per risolvere la crisi economico-finanziaria della Grecia e dell’Italia è stato costituito, per esigenza della Banca Centrale Europea, un governo di soli tecnici senza la presenza di politici, nell’illusione che si tratti di un problema economico che deve essere risolto economicamente. Chi capisce solo di economia finisce col non capire neppure l’economia. La crisi non è di economia mal gestita, ma di etica e di umanità. E queste hanno a che vedere con la politica. Per questo, la prima lezione di un marxismo minimo è capire che l’economia non è parte della matematica e della statistica, ma un capitolo della politica. Gran parte del lavoro di Marx è dedicato alla destrutturazione dell’economia politica del capitale. Quando in Inghilterra si visse una crisi simile all’attuale e si creò un governo di tecnici, Marx espresse con ironia e derisione dure critiche perché prevedeva un totale fallimento, come effettivamente successe. Non si può usare il veleno che ha creato la crisi come rimedio per curare la crisi. Leggi il resto di questo articolo »

No. Non può essere solo una sera. Non si possono vivere certi momenti e poi passare ad altro come consumatori banali, vittime dell’ideologia consumistica. Non si può aprire una sera il mondo del pensiero di Pasolini, ascoltare come Gaber ha raccolto il suo grido e lo ha espresso in un meraviglioso brano e poi cercare altre novità, novità proprio come vittime di un’epoca che ha provocato in noi una “degenerazione antropologica”.

Dobbiamo riscoprire la bellezza del “ruminare”, dell’entrare in certi temi e ritornarci continuamente per scoprirne sempre nuovi aspetti, nuovi elementi per la nostra crescita. Crescita, si. Perché questa sera abbiamo ribadito che è saggezza parlare di “formazione permanente degli adulti” e non ritenere in maniera suicida che questo valeva per quando eravamo bambini, mentre ora… siamo adulti.

E proprio di ciò che Pasolini, il Pasolini Corsaro degli anni ’70, voleva avvertire: il Potere Consumistico ci sta devastando non solo nel borsellino ma soprattutto nell’animo presentandoci uno sviluppo che non è progredire umano ma un degradarci dentro e fuori di noi. Di fronte a questo e alla banalità di troppe persone che ci circondano, come resistere senza esserne schiacciati e banalizzati a nostra volta? Leggi il resto di questo articolo »

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