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Da Abu Ghraib ai reporter sgozzati. Cosa resta di un principio che infonde leggi e costituzioni.
Lo spirito del nostro tempo è orientato alla dignità, come un tempo lo fu alla libertà, all’uguaglianza davanti alla legge, alla giustizia sociale. Tutti s’ispirano, o dicono d’ispirarsi, alla dignità degli esseri umani, soprattutto dopo lo scempio che ne hanno fatto i regimi totalitari del secolo scorso. Tutto bene, allora? Finalmente un concetto e una concezione dell’essere umano – un’antropologia – in cui si esprime un valore sul quale tutti non possiamo che concordare? Un pilastro sul quale un mondo nuovo può essere costruito? Cerchiamo di darci una risposta, lasciando da parte le buone intenzioni, le illusioni. La legge fondamentale tedesca inizia proclamando la dignità umana «intoccabile». La nostra Costituzione la nomina a diversi propositi. La Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del dicembre 1948 si apre con la “considerazione” che «il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo». Leggi il resto di questo articolo »
Chiedere scusa è forse il primo atto di decenza, che ci si aspetta da chi addolora, offende, tradisce. Innanzitutto è uscire da se stessi, vedere sul volto dell´altro la ferita che ho inflitto. Questo estendere lo sguardo oltre l´Io Kant lo chiama pensare ampio, oltre il circolo che disegno attornoalla mia persona. Posso aver avuto un qualche motivo nel colpire il prossimo, ma l´effetto del colpo non mi appartiene: è ormai nel corpo o nel cuore dell´altro. La giurisdizione è interamente sua. Il suo volto mi si accampa davanti e chiede qualcosa, anche se tace: specie se tace. Chiede che io guardi la ferita, e faccia due operazioni al tempo stesso: che veda dentro me stesso e che veda l´offeso nella sua integralità, non più estraneo perché una parte di me è entrata per effrazione in lui. È stato necessario un secolo cruento, perché la parola assumesse un peso in politica.